Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 luglio 2005

Pena di morte per i terroristi islamici

La causa scatenante di questo post è la notizia che il terrorista islamico arrestato a Roma (e arrestati anche due suoi fratelli a Roma e Brescia !) si oppone alla estradizione in Inghilterra per essere processato e condannato (esemplarmente) per i suoi crimini, confessati.

Il terrorista islamico, evidentemente, pensa che, restando in Italia, avrà una detenzione breve e comoda.
Purtroppo non credo abbia torto.
Dalla sua c’è una incultura della pena che privilegia Caino e dimentica subito Abele.
C’è un movimento che spinge per l’amnistia.
C’è un sistema “premiante” che consente permessi (e innumerevoli sono i casi di detenuti in permesso che delinquono), semilibertà (di recente detenuti in semilibertà andavano a “lavorare”, sì, svolgendo il loro “lavoro” di sempre: spacciare droga e rapinare banche).
Ci sono una miriade di associazioni “umanitarie”, sistematicamente finanziate dal pubblico, il cui scopo è “alleviare” la situazione dei detenuti.
E c’è una magistratura che ama i riflettori e predilige lunghe e costose azioni a senso unico e vicolo cieco contro Berlusconi, anzichè occuparsi dei processi che non fanno notizia e così c’è una inqualificabile commistione tra detenuti in attesa di giudizio e detenuti già condannati.

E’ quindi ovvio che il (i) terrorista(i) islamico(i) preferisca(no) la prigione italiana a quella britannica, senza considerare la loro speranza: la vittoria zapateriana della sinistra nel 2006 che, come logica conseguenza alla fuga dall’Iraq in quanto “truppe di occupazione”, dovrà mettere in libertà simili individui in quanto non più terroristi islamici, ma combattenti antimperialisti, resistenti e partigiani, quindi legittimati a tirare bombe contro i civili.

L’auspicio è, ovviamente, che, trattandosi di reo confesso, venga celermente spedito a Londra per il giusto processo e siano processati anche i suoi fratelli, se risulterà che hanno avuto collusioni con lui, e, comunque, che tutta la sua famiglia sia espulsa dall’Italia e i suoi beni sequestrati e destinati ad un fondo per le vittime del terrorismo islamico.

Ma questo atteggiamento strafottente dei terroristi islamici dimostra anche la debolezza di un sistema che evidentemente non fa loro paura.
Cosa infatti possono temere se non una carcerazione tranquilla e presumibilmente non a vita ?
Allora noi dobbiamo cominciare a parlare lo stesso linguaggio, per essere compresi, di questa gente.
E questa gente, come tutti i barbari, conosce solo la legge del più forte ed è l’unica legge che rispetta.
I terroristi islamici non possono avere gli stessi diritti che sono concessi ai delinquenti di altro genere.
Per i terroristi islamici Abu Graib e Guantanamo sono troppo poco.

Quest’ultimo terrorista islamico ha confessato la sua partecipazione al commando che voleva far esplodere bombe a Londra il 21 luglio.
Lui voleva, scientemente e senza alcun rimorso, assassinare decine di cittadini pacifici e inermi.
Non ci sono dubbi: lo ha confessato.
Cos’altro serve ?
Non ci possono essere appelli, contrappelli o sistemi di garanzie che sono doverosi quando ci sono delle incertezze e dei dubbi.
Perché dovremmo mantenerlo con il rischio che, prima o poi, faccia atto di pentimento o arrivi un’amnistia o ci sia una crepa nella sicurezza e così sia di nuovo libero di uccidere ?

E’ reo confesso.
E’ un terrorista islamico.
Non ci sono dubbi al riguardo.
La pena di morte contro di lui (e quelli come lui) non colpirebbe un presunto innocente e ci garantirebbe da un suo ritorno in libertà.
La pena di morte contro di lui (e quelli come lui) è cosa buona e giusta.

30 luglio 2005

Roma città aperta ?

Il blitz con il quale i Nocs in stretta collaborazione con Scotland Yard, hanno catturato uno dei terroristi islamici, mancato suicida del 21 luglio a Londra, non deve né essere sminuita, nè indurre ad un eccessivo ottimismo.
La lotta contro il terrorismo islamico sarà ancora lunga e non potrà limitarsi alle misure assunte da Pisanu, pur se corrette dall’iniziativa della Lega e, in ultimo, dall’emendamento che consente un inasprimento per chi indossa indumenti che impediscono il riconoscimento.

Per ottenere un superfluo ed ipocrita voto favorevole di parte della sinistra (e neppure di tutta !!!) si è rinunciato ad assumere provvedimenti già in vigore in altri paesi e ben delineati su La Padania .
Inoltre la vicenda del terrorista islamico catturato a Roma e che, tranquillamente, è potuto entrare in Italia, ci fa riflettere su due aspetti.
Il primo Schengen.
Il mancato controllo alle frontiere ha consentito al terrorista islamico di raggiungere in treno Roma.
Forse ci sarebbe riuscito ugualmente, ma un filtro alle frontiere consentirebbe una minore facilità di transito.
Il secondo aspetto è, forse, ancora più grave.
Roma, l’Italia, è ancora una città, una nazione, “aperta” ?
Sì, perché l’impressione è che il terrorista islamico abbia cercato rifugio a Roma e non come prossima tappa della sua missione di morte.
Troppo recente è il ricordo dei Craxi e degli Andreotti che tolleravano la presenza dei terroristi palestinesi, addirittura proteggendoli contro i nostri stessi Alleati.

Le norme Pisanu, rese più cogenti dall’azione della Lega, non possono essere altro che un primo passo verso un sistema legislativo che ponga al centro la sicurezza dei cittadini onesti, anche se questo dovesse realizzarsi con una riduzione delle libertà per i residenti musulmani.

Dobbiamo prepararci ad affrontare il nemico terrorista islamico ancora a lungo ed è opportuno che nessuno strumento di indagine, di prevenzione e di repressione venga sottratto alla disponibilità delle Forze dell’Ordine.

E a chi insiste a parlare di fantasmi, di “musulmani moderati”, ricordiamo come le stesse organizzazioni musulmane condannano a parole le azioni dei terroristi islamici, ma nei fatti contestano persino una (eccessiva) concessione come la creazione della Consulta presso il ministero degli Interni, brandendo la costituzione italiana: la legge civile o quella islamica, a seconda dei loro comodi.

Riflettiamo su questi “musulmani moderati” che, purtroppo, abbiamo già lasciato entrare in casa nostra con troppa facilità.

28 luglio 2005

Lega e ordine

Mentre Fini apre la Direzione Nazionale di A.N. con una relazione nella quale è presente il via libera al partito unitario ed alla revisione del sistema elettorale, la Lega consolida le sue posizioni come partito "legge e ordine" nei confronti del terrorismo islamico, proponendo un libro bianco e ulteriori misure contro il pericolo da questo rappresentato.
Spiace quindi registrare le dichiarazioni parallele che Fini e Violante hanno reso al TG5 delle 20 del 26 luglio scorso, quando entrambi hanno criticato pesantemente la Lega.
E' strano che Fini, che resta pur sempre il Presidente di AN e uno dei leaders del Centro Destra, non abbia problemi ad assumere la stessa posizione di un Violante, comunista massimalista, e consenta la quotidiano del partito (Il Secolo) a pubblicare una vignetta perfettamente in linea con quella del Manifesto e che, invece di avere a bersaglio il terrorismo musulmano, colpisce il Ministro Calderoli, reo di aver detto ciò che sempre più Italiani pensano.
E' bene essere chiari.
Come risulta evidente dalla Cronologia del terrorismo musulmano pubblicato dal blog il Castello il terrorismo musulmano non deriva dalla liberazione dell'Iraq, ma è una costante da almeno 33 anni.
Noi Occidentali, prima occupati a contrastare il nemico comunista, poi rilassati dal crollo dell'Unione Sovietica, abbiamo trascurato i segnali che arrivavano dalle moschee.
Solo dopo l'11 settembre 2001 abbiamo preso coscienza (e non tutti) dalla minaccia che l'infiltrazione musulmana in Occidente portava alla Civiltà.
Solo una parte dei paesi Occidentali hanno tratto le dovute conseguenze da tale presa di coscienza.
Ancora adesso in Italia c'è chi si oppone a provvedimenti decisi contro il terrorismo islamico, in malafede o per ottusità: tertium non datur, pur avendo già constatato come l'infiltrazione islamica mette a repentaglio la sicurezza di tutti, come è dimostrato dalle bombe di Londra, e richiede una reazione decisa e non vuote parole o richiami ad un dialogo con un islam moderato che esiste solo nelle fantasie di chi non vuole riconoscere la realtà.
Del resto se a sinistra c'è chi obbliga a mobilitarsi contro la realizzazione di un monumento in "onore" di uno che, trattandosi di un morto e "de mortuis nihil nisi bonum" non possiamo definire con più cortesia e rispetto che come un violento , c'è poco da sperare in questa sinistra ed è ancor più pericoloso andare in sintonia o cercare un qualsivoglia dialogo con essa.
Il cosiddetto "pacchetto Pisanu", senza lo stimolo propositivo della Lega, sarebbe stato un documento povero di contenuti.
La Lega con le nuove proposte dimostra di aver ben compreso che, essendo in guerra, si deve rispondere con gli strumenti di guerra e di controllo interno.
L'A.N. di Fini, no, infatti sono sempre più gli elettori di Destra che dichiarano il voto prossimo voto alla Lega, alla quale manca solo una proiezione meridionale per diventare, a tutti gli effetti la Destra "legge e ordine", anzi "Lega e ordine".

25 luglio 2005

La settimana che cambierà la politica ?

La settimana che si apre oggi, con l'eco delle bombe di Sharm el Sheik e nella sempre più radicata consapevolezza che i terroristi islamici vanno combattuti e abbattuti senza requie e senza remore, potrebbe ottenere un posto di rilievo nella storia patria.
Due appuntamenti, uno certo ed uno ancora non ben determinato, potrebbero infatti imprimere quella svolta da tempo agognata.
Il 28 luglio si riunirà la Direzione Nazionale di Alleanza Nazionale, dopo le decisioni del suo Presidente Gianfranco Fini seguite alle chiacchiere da bar di tre incauti "colonnelli".
Il 29 luglio potrebbe essere messa la prima, fondamentale e decisiva, pietra del Partito Unitario del Centro Destra.
Alleanza Nazionale dovrà decidere cosa vorrà fare nel futuro.
Se esser parte di un più vasto partito che rappresenterà quel che è il Partito Repubblicano negli Stati Uniti, il Consevratore in Gran Bretagna, la CDU/CSU in Germania e il PPE in Spagna o se affrontare la navigazione politica da isolata.
Significativo che anche Alemanno, pur con tanti distinguo, al convegno di Orvieto abbia posto la sua Destra Sociale all'interno del soggetto unitario per portare i Valori e gli Ideali della Destra.
Ecco, quello sarebbe lo spirito giusto.
Un partito unitario nel quale trovino spazio tutte le Destre, ognuna delle quali porta il suo contributo identitario al successo di tutti.
E questo partito unitario potrà trovare la sua prima definizione e ossatura il giorno successivo alla direzione di AN, con la costituente.
Un partito unitario che rappresenti l'anima produttiva, moderna e riformatrice della nazione Italiana e che possa affrontare le elezioni del 2006 vantando i risultati di 5 anni di Governo Berlusconi e chiedendo legittimamente il rinnovo del mandato, constro l'oscurantismo della sinistra massimalista e pacifinta.
Vedremo a fine mese se le aspettative di questa settimana saranno state confermate o deluse.

23 luglio 2005

Letture per le vacanze

Studenti o impiegati, operai o professionisti, imprenditori o commercianti, i mesi di luglio, agosto e settembre concentrano la maggior percentuale di vacanze dell’anno.

Vacanza è assenza, nel nostro caso assenza di impegni a volte cogenti.

E la vacanza è la migliore cura dagli affanni, dalle tensioni, dalla quotidianità.

Per questo esiste un tempo per il lavoro e uno per il riposo.

E il periodo di vacanza serve a ritemprarsi.
Al mare e ai monti.
Ma anche a far viaggiare la fantasia con una buona lettura che possa liberarci dalle preoccupazioni, spesso indotte da un tipo di informazione che privilegia il dramma alla buona notizia.

E se vogliamo provare dei brividi d’estate, possiamo rivolgerci a Michael Crichton ed al suo ultimo romanzo catastrofico Stato di paura ed immaginare come sarà la terra che ci prospettano da anni ed anni (senza azzeccarci mai) gli ecoambientalisti, catastrofisti di professione in servizio permanente effettivo.
Ma la vera fantascienza ha nella Perseo Libri una casa editrice specializzata con circa 170 titoli che ogni appassionato vorrebbe avere nella sua biblioteca.

Possiamo quindi rifugiarci nel giallo storico con Fuga o morte l’ultimo romanzo di Lindsey Davis, ambientato nella Roma imperiale di Vespasiano e Tito.
E per rimanere in quell’epoca, è Libero che, a soli 1,90 euro oltre al prezzo del quotidiano, offre settimanalmente un romanzo di una serie di grande successo, quella che ha come protagonista, sempre nella Roma Imperiale ma di un trentennio prima, all’epoca dell’Imperatore Claudio, il nobile patrizio Publio Aurelio Stazio, creato dall’abile penna di Danila Comastri Montanari

E restando in tema di gialli storici non può mancare quello medievale, con la sua autrice più famosa, Ellis Peters della quale è stato pubblicato l’antefatto alle vicende di Fratello Cadfael, il monaco detective con un passato da crociato, una trilogia di racconti Una luce sulla strada per Woodstock Una luce sulla strada per Woodstock

Infine arriviamo ai giorni nostri (o quasi) con il Ian Fleming proposto settimanalmente da Il Giornale.
Un po’ una delusione per chi ama lo 007 cinematografico, ma sicuramente una lettura affascianante per chi conosce solo lo 007 dei giorni nostri.

Sane letture per una vacanza di relax e in piena libertà.
Ai problemi del mondo, ci si penserà a settembre.

20 luglio 2005

Difesa attiva contro i criminali

Il diritto naturale alla difesa personale, viene sostanzialmente soppresso dalle normative che proibiscono la detenzione e il porto di armi senza una apposita autorizzazione.
In Italia la concessione è subordinata alla decisione del prefettoin caso di dimostrato bisogno”.
Frase sibillina e vaga che lascia una amplissima discrezionalità ai prefetti.
Domanda, certificato medico, attestato di abilitazione al tiro (o autocertificazione sull’aver fatto il servizio militare).
Marche da bollo e tassa.

Entro 120 giorni il prefetto dovrà rispondere se concedere o meno il porto d’arma corta.
Manca una qualsivoglia indicazione che delimiti il campo della discrezionalità del prefetto.
Come interpretare il “caso di dimostrato bisogno” ?
Una persona particolarmente facoltosa e a rischio sequestro, certo, allora perché non l’intera famiglia, domestici inclusi ?
Gioiellieri, commercianti che maneggiano ingenti somme di denaro, allora perché non i cassieri di banca ?
E non è forse un “caso di dimostrato bisogno” il doversi difendere da scippatori di varie specie che infestano le città ?
E’ evidente che la normativa, così com’è, non solo viola il diritto naturale alla difesa, ma crea differenze a seconda del prefetto con il quale uno si trova a dover interloquire.
Allora torniamo all’assunto di partenza.
Chi delinque non ha problemi a procacciarsi un’arma.
Non ha bisogno dell’autorizzazione del prefetto
.
Come il prefetto non può controllare che, magari dopo che una certa pratica gli è stata in qualche modo “caldeggiata”, il porto d’armi sia finito in mano ad uno che da qui a un mese, un anno, la usa per vendetta o gelosia.
Sia il criminale che il pazzo sono avvantaggiati da questa normativa rispetto al cittadino onesto.
Quest’ultimo, infatti, si trova disarmato e inerme davanti ad uno armato.
Nel momento del bisogno il cittadino onesto combatte in situazione di inferiorità.
La legge sul porto d’armi favorisce Caino
.


19 luglio 2005

Non lasciamo sola la Romania !

Ottima iniziativa di Freedomland che riportiamo tale e quale.

Sono molto vicini a noi, e pare quasi che non ci siamo accorti di quello che è successo.
Per sostenere gli interventi in corso (specificando nella causale “Romania -Alluvioni 2005”) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite:
- c/c postale n. 347013 - c/c bancario 11113 - Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2, Padova - CIN: S ABI: 05018 CAB: 12100 Iban: IT23 S050 1812 1000 0000 0011 113 - Bic: CCRTIT2T84A
- c/c bancario 10080707 - Banca Intesa, p.le Gregorio VII, ROMA - CIN: D ABI: 03069 CAB: 05032 Iban: IT20 D030 6905 0320 0001 0080 707 - Bic: BCITITMM700
- Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (orario di ufficio).
Analoghe emergenze si riscontrano in Pakistan e in India (per donare a favore di quelle popolazioni, basta sostituire il nome della nazione nella causale).
NON LASCIAMOLI SOLI!!

17 luglio 2005

Erano 3 amici al bar,che volevano cambiare AN

Non tanta copertura ha avuto la vicenda di Gasparri, La Russa e Matteoli che, in un bar di Roma, hanno parlato a ruota libera su come organizzare il partito e sul ruolo di Fini.
Non si sono accorti di un giornalista de Il Tempo che tutto ha registrato e pubblicato.
A parte la caduta di stile di La Russa relativa al presunto stato di salute di Fini, tutto il resto potrebbe essere sottoscritto.
Fini da un paio d'anni è il fantasma del vero Fini, tanto che sembra proprio essere stato sostituito da un sosia che porta più danni che benefici.
La proposta di concessione del voto agli immigrati, magari anche passando attraverso una riduzione dei termini per l'acquisizione della cittadinanza (e ci hanno pensato i terroristi islamici di Londra a dare un avvertimento su una concessione della cittadinanza troppo facile), l'abiura in Israele alle radici di AN e dell'MSI che ha provocato la uscita della Mussolini, il sostegno dato al progetto di unificazione europea e la contrarietà a rivedere sia la nostra partecipazione all'euro sia a sottoporre a referendum la cosiddetta costituzione europea.
Ma anche la recente inconsistenza in tema di sicurezza, di riforma dell'ordinamento giudiziario, di abolizione dei reati di opinione, sono tutte posizioni di Destra che Fini ha abbandonato alla Lega.
Allora è così peregrina la posizione dei tre amici al bar che volevano cambiare AN ?
No.
E' una posizione che, a parte la caduta di stile sulla salute di Fini, sono ampiamente condivisibili.
Ma la soluzione c'è.
E' a portata di mano: la costituente del partito unitario del Centro Destra.
La confluenza di AN in tale nuovo soggetto, consentirebbe di formare un grande partito moderato, nel quale trovano casa tutte le Destre.
Naturalmente alcune istanze maggiormente identitarie potranno restare autonome, acquisendo il consenso di quelle quote più o meno marginali di elettorato più marcatamente ideologico.
Penso ad una Destra che faccia chiaro riferimento al vecchio MSI e la cui struttura potrebbe essere individuata nell'iniziativa assunta dalla Poli Bortone e da Veneziani, magari assieme alla Destra Radicale di Mussolini, Romagnoli, Fiori e Tilgher.
Un soggetto che sia il contraltare sul versante del Centro Destra dell'area che a sinistra si riferisce a Bertinotti, a Pecoraro Scanio e a Diliberto.
Così come la Lega potrebbe trasformarsi in quel partito antieuropeista auspicato da Ida Magli, capitalizzando le sue posizioni contro l'euro e contro la cosiddetta costituzione europea.
Due partiti fortemente identitari che siano però collegati con il pianeta gigante del partito unitario del Centro Destra per dare all'Italia una stabile maggioranza di Centro Destra abbandonando ogni rigurgito consociativo e bipartisan.
Tornando ai tre amici al bar, oltre a sottolineare l'ingenuità e, ancora una volta, la caduta di stile di La Russa sulla presunta malattia di Fini, la domanda che ci si deve porre è: se quanto hanno detto trova piena rispondenza con la realtà, perchè scusarsi ?

14 luglio 2005

Una Guardia Nazionale per la sicurezza di tutti

Dopo le bombe a Londra, torna in primo piano il problema della sicurezza interna.
L’Italia è il sesto paese più industrializzato del mondo.
E’ uno dei primi cinque finanziatori dei vari organismi internazionali.
E al terzo posto per numero di militari impegnati nelle missioni di pace, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.
Siamo quindi al centro del mirino dei terroristi islamici.
Abbiamo l’obbligo civile e morale di proseguire nelle missioni all’estero, ma abbiamo anche l’obbligo civile e morale di tutelare la sicurezza dei cittadini Italiani sul territorio nazionale.
E’ evidente che un sistema di libertà e democrazia è il più vulnerabile da parte di cellule di terroristi islamici, sia per la facilità e libertà di comunicazione e circolazione, sia per le garanzie che vengono concesse anche ai più efferati criminali.
La protezione dei cosiddetti “obiettivi sensibili” porta ad utilizzare un numero sempre maggiore di persone addestrate che potrebbero essere meglio impiegate in azioni attive di bonifica del territorio.
Perché non pensare ad istituire, su base volontaria, una Guardia Nazionale ?
Intanto potrebbero essere invitati a farne parte tutti coloro che abbiano svolto il servizio militare.
Questi dovrebbero essere organizzati localmente in plotoni, posti al comando di un ufficiale o sottoufficiale in servizio delle Forze dell’Ordine o delle Forze Armate e adibiti al controllo statico di obiettivi.
Nel prosieguo, a seguito di specifico addestramento, potrebbero anche essere impiegati in azioni attive sul territorio per operazioni di controllo, identificazione e censimento degli stranieri residenti in Italia.
La Guardia Nazionale esiste negli Stati Uniti e svolge un compito di grande utilità nelle emergenze e in guerra.
E nessuno può negare che il terrorismo islamico sia una emergenza e che contro di esso siamo in guerra.

10 luglio 2005

Stato di guerra

Ancora una volta la Lega e il Ministro Calderoli si fanno interpreti di un sentimento diffuso nel Paese.
La richiesta di proclamare lo stato di guerra contro il terrorismo islamico è la logica e corretta conseguenza di una situazione nella quale l’opposizione non è in grado di garantire quella coesione nazionale che negli Stati Uniti e in Gran Bretagna invece c’è stata.
Da noi l’opposizione rifiuta di sostenere l’impegno in Iraq, rifiuta leggi speciali contro il terrorismo islamico, rifiuta di riconoscere i suoi gravissimi errori nell’aver fomentato le manifestazioni antiamericane e sostenuto una scellerata politica dell’accoglienza che, ancora adesso, fa dire a 11 suoi presidenti di regione di voler chiudere i centri in cui vengono raccolti gli illegali, prima del loro rimpatrio.
L’unica soluzione è quindi la proclamazione dello Stato di guerra, come previsto dall’art. 78 della costituzione.
Non si dice, del resto, che “siamo in guerra” ?
Non si afferma che la guerra contro il terrorismo islamico durerà almeno una generazione ?
Allora la guerra va combattuta con gli strumenti della guerra e non con quelli utilizzati contro la semplice criminalità.
Bisogna avere il potere di fermare e controllare i sospetti ed espellere gli illegali, senza altre formalità che l’accompagnamento coatto e sotto scorta militare.
Gli atti del terrorismo islamico devono essere sottratti alla magistratura civile e affidati a quella militare, con l’applicazione del relativo codice, ma senza riconoscere ai terroristi islamici lo status di combattenti di un esercito nemico.
I cittadini devono essere responsabilizzati e coinvolti nell’azione di prevenzione e repressione, denunciando, soprattutto là dove possono meglio nascondersi i terroristi islamici (ad esempio megacondomini urbani) ogni movimento sospetto.
Dobbiamo smetterla di cullarci nell’illusione che, per un qualche miracolo divino, i terroristi islamici possano desistere dalla loro azione violenta.
E dobbiamo smetterla di considerarci al di fuori della loro minaccia.
Se a Poitiers, Lepanto, Vienna, i nostri Avi non avessero affrontato il nemico con la mentalità di combattere una guerra mortale, a quest’ora in europa le moschee avrebbero sostituito le chiese.
Onoriamo chi in passato si è sacrificato per donarci la Libertà di cui godiamo e il modo migliore per onorarli è consegnare ai nostri figli e nipoti la stessa Libertà, resa più forte da una nuova vittoria contro il terrorismo islamico.

08 luglio 2005

Legittima difesa: un piccolo passo in Senato

Il Senato ha approvato la modifica dell’art. 52 del codice penale che, come avevamo già visto, è quello che porta a perseguitare quei cittadini che, aggrediti in casa o nel proprio luogo di lavoro, reagiscono neutralizzando l’aggressore.
Adesso la modifica dovrà passare al vaglio della Camera.
E’ un primo passo verso una maggior tutela dei cittadini onesti.
Ma non è ancora sufficiente.
Intanto la modifica legittima l’uso delle armi “che siano regolarmente possedute”, la qual cosa implica che per possederle legittimamente deve esserci un permesso (porto d’armi).
In secondo luogo l’articolo prevede una reazione che “colpisca in parti non vitali: come se uno che viene aggredito all’improvviso debba anche preoccuparsi di prendere la mira, quando è sicuramente preferibile e consigliabile cercare di neutralizzare il criminale sparando al bersaglio grosso (il busto) che non cercare improbabili virtuosismi (ginocchio, gomito), soprattutto in considerazione del fatto che se si sbaglia il primo colpo, potrebbe non esserci il tempo per tentarne un secondo.
Ma queste due limitazioni sono il frutto di una concezione che ritengo sbagliata, per cui il possesso di un’arma è di regola vietato, a meno che non vi sia una autorizzazione.
La prospettiva deve essere ribaltata.
Il possesso di un’arma deve essere considerato un diritto naturale del cittadino, fatto salvo per divieti derivanti da specifiche situazioni personali.
In ogni caso non possiamo che salutare con soddisfazione questo primo, timido passo verso una maggior tutela dei cittadini onesti contro i criminali.

06 luglio 2005

Con la Lega contro i sepolcri imbiancati d'europa

Un presidente (che mai si è sottoposto al voto dei cittadini) e 3 orgogliosi parlamentari.
Il primo che cucina la solita minestra riscaldata sull’europa e l’euro che lui e Prodi hanno rifilato agli Italiani.
Un presidente che, nel nome dell’europa, nel 1991, da governatore della Banca d’Italia, bruciò migliaia di miliardi in riserve valutarie per difendere (senza riuscirci !) la parità della lira nello SME (Sistema Monetario Europeo : il progenitore dell’euro).
Un presidente che, sempre da governatore della Banca d’Italia, consentì ad Amato (un altro della combriccola di sinistra, tanto che lo sostituì al ministero del tesoro quando Ciampi fu eletto al Quirinale nel 1998) di penetrare furtivamente nottetempo nei nostri conti correnti e toglierci il 6 per mille dei risparmi sui quali avevamo già pagato le tasse.
Un presidente che da presidente del consiglio nel 1993 inventò la catastrofica “concertazione” con i sindacati, regalando alla triplice un improprio diritto di veto.
Un presidente che fu ignaro ministro del tesoro all’epoca dell’acquisto di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia (di cui il Tesoro era azionista di maggioranza), preoccupato com'era di appiopparci l'eurotassa e trattare (con i risultati che abbiano sotto occhio tutti i giorni) l'ingresso della Lira nell'euro.
Un presidente che non perde occasione per difendere l’euro e tutti i poteri forti e i burocrati schierati attorno ad esso.
Chi pensate rappresenti meglio l’Italia che vuole crescere e guarda al futuro, l'Italia che produce e lavora ?
Il presidente che puntella disperatamente, con espressione e voce da orazione funebre, l’euro, l’europa e la sua burocrazia, oppure i parlamentari che parlano e sentono come il Popolo ?

04 luglio 2005

E' un diritto possedere e portare armi

Una sorgente di errori e d'ingiustizie sono le false idee d'utilità che si formano i legislatori. Falsa idea d'utilità è quella che antepone gl'inconvenienti particolari all'inconveniente generale, quella che comanda ai sentimenti in vece di eccitargli, che dice alla logica: servi.

Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l'acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere.

Le leggi che proibiscono di portar le armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati né determinati ai delitti, mentre coloro che hanno il coraggio di poter violare le leggi piú sacre della umanità e le piú importanti del codice, come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali tanto facili ed impuni debbon essere le contravenzioni, e l'esecuzione esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo, carissima all'illuminato legislatore, e sottopone gl'innocenti a tutte le vessazioni dovute ai rei? Queste peggiorano la condizione degli assaliti, migliorando quella degli assalitori, non iscemano gli omicidii, ma gli accrescono, perché è maggiore la confidenza nell'assalire i disarmati che gli armati. Queste si chiaman leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti ed avantaggi di un decreto universale.

Cesare Beccarla – “dei delitti e delle pene



03 luglio 2005

Live8: pensieri politicamente scorretti

Si è svolta ieri la kermesse canora per chiedere la cancellazione del debito dei paesi del terzo mondo e aiuti contro la povertà.
Nulla più che un megaconcerto.
Il G8 ha già deciso, senza aspettare i rockettari, di cancellare i debiti dei 18 paesi più poveri e di attuare una nuova politica di aiuti, mirati.
Sì, perché 50 anni di aiuti a pioggia, come quelli che sembrano chiedere i cantanti del live8, si sono rivelati un fallimento.
I soldi sono serviti ad arricchire dittatori, a comprare armi e a rendere quelle popolazioni ancor più povere e sottomesse.
Allora ha ragione il Presidente Bush.
Aiuti, sì, ma solo a chi si incammina con decisione sulla strada della democrazia.
Aiuti quindi sostanziosi, ma sotto il controllo degli organismi finanziari internazionali (cioè sotto il controllo di chi paga) perché quei soldi siano spesi bene e non per creare nuovi ricchissimi in paesi poverissimi.
Chi paga, cioè noi, ha il diritto a controllare come vengono utilizzati i suoi soldi.
Chi paga, cioè noi, ha il diritto a destinare quei soldi a chi condivide valori democratici e di libertà, negandoli a chi invece tali valori calpesta e, magari, usa quei soldi per finanziare azioni contro gli stessi donatori.

Forse, invece di un megaconcerto plurimo, i cantanti avrebbero potuto fare qualcosa di concreto: pagare una trasferta dei loro fans in paesi del terzo mondo per impegnarli, ad esempio, nella costruzione di un ospedale.
Chissà quanto seguito avrebbero avuto !

Un’ultima annotazione.
C’è chi ha marciato sotto lo slogan: meno carità, più giustizia.
Peccato che siano sfilati in Occidente e non là dove di giustizia non c’è neppure un’ombra e la carità è solo arroganza.
E’ ora di smetterla di sentirci colpevoli di aver portato la Civiltà nel mondo.
Senza di noi i morti sarebbero milioni in più (pensate solo allo tsunami del 26 dicembre 2004).
Senza l’Occidente i popoli di molti paesi del terzo mondo vivrebbero la metà di quel che vivono adesso e la mortalità infantile sarebbe il doppio o più.
Ricordiamolo sempre, prima di sentirci colpevoli, perché non siamo colpevoli di nulla, perché possiamo solo rivendicare meriti.

02 luglio 2005

Follini l'Iscariota

Appare in tutta evidenza la strategia di Follini e dell’udc che a lui si affida: ogni volta che la CdL di Berlusconi recupera terreno, per meriti propri e demeriti altrui, arriva il guastatore a mostrare il volto peggiore, quello che porta alla disaffezione degli elettori, il volto della divisione.
Follini appartiene geneticamente e moralmente alla coalizione arcobaleno della sinistra.
Appartiene alla prima repubblica del doroteismo, delle coltellate alle spalle, del “caro amico” detto a chi si fa la guerra.
Ma il sospetto che già da tempo nutre chi scrive, è che vi sia una strategia dietro a tutto ciò: la ricostruzione di una balena bianca che sfruttando la corsa al centro delle due coalizioni, capitalizzi in termini di posti di sottogoverno, clientele e privilegi la sua posizione ambigua che altro non è che una posizione altamente menefreghista nei confronti degli elettori e della Patria, come è dimostrato dai disastri provocati dalla prima repubblica.
E poiché uno schieramento apertamente centrista farebbe la stessa fine che fecero Martinazzoli e Segni nel 1994, Margherita, Udeur e Udc cercano di parassitare seggi alle due coalizioni, confidando nel fatto che ambedue gli schieramenti non rinuncerebbero ad una parte di voti e, quindi, concederanno più seggi di quanti, in realtà, quei partiti meriterebbero.
Allora non c’è che una scelta, coraggiosa, che può fare Silvio Berlusconi, principale ostacolo alla restaurazione della prima repubblica, delle sue clientele, dei suoi sperperi, dei suoi privilegiati: cacciare il traditore prima delle elezioni e combattere con Lega, AN (semprechè sia la AN del Fini della relazione odierna all’Assemblea Nazionale e non il Fini del voto agli immigrati, delle scuse, del “Fascismo male assoluto”, dei “tre sì e un no”) e con chi comunque ci starà, la battaglia elettorale del 2006.
Aumenterebbero le possibilità di sconfitta, ma non si correrebbe il rischio di regalare decine di seggi ad un partito che, poi, li userebbe per trattare un suo passaggio dall’altra parte della barricata, in cambio di posti di sottogoverno, magari come sostitutivo di una parte della coalizione avversa, come accadde nel 1998, mallevadore Cossiga, con il trasloco di Mastella a sostegno di D’Alema.
Perché mai noi elettori di Centro Destra dovremmo votare candidati infidi come quelli dell’Udc ?
Per veder poi il nostro voto tradito, come ha sempre fatto la DC che prendeva voti nel nome dell’anticomunismo e poi trattava in parlamento il 90% delle leggi con il PCI ?
No !
Il coro unanime di consensi e complimenti da parte della sinistra verso Follini (“E’ il nostro migliore alleato” dice Boselli, mentre Rutelli lo eleva a “avversario migliore”) dimostra come sia sbagliata l’impostazione antiberlusconiana della sua relazione.
Quando il nemico ti elogia dovresti domandarti dove hai sbagliato.
Nel caso di Follini c’è da domandarsi se lui sia ancora un nemico della sinistra o non ne faccia già parte: i suoi comportamenti sono sistematicamente assists a favore della sinistra e mai del Centro Destra.
Allora meglio perdere con una squadra coesa e senza regalare a Follini decine di seggi, che vincere e rimanere bloccati dai continui ricatti dell’Udc.
Se, poi, a sinistra avessero il coraggio di fare la stessa scelta, allora i neodemocristiani sarebbero costretti a contarsi alle elezioni, gettando la maschera, venendo sepolti come lo furono Martinazzoli e Segni.
L’errore più grave è quello di fare da sponda ai Follini.
Berlusconi ha mostrato il massimo di disponibilità diluendo nel tempo la creazione del Partito Unitario e Follini lo ripaga con l’ingratitudine dell’Iscariota.
Adesso è il momento della spada di Alessandro, con la quale tagliare il nodo di Gordio: cacciare l’Udc di osservanza folliniana, liberandosi di quella zavorra, e valorizzando gli Udc come Giovanardi.

Grazie, C.I.A. !

La magistratura italiana che libera terroristi considerandoli guerriglieri, perseguita chi i terroristi combatte.
Ecco che ben 13 (più, forse, altri sei) mandati di cattura sono stati staccati da Milano contro altrettanti Agenti della C.I.A. e da Genova arriva un’azione contro un’associazione che intendeva, magari anche guadagnandoci un po’ (perché no ?), aiutare l’Occidente nella guerra contro i terroristi (e ho letto commenti che non escludono la collaborazione di questa associazione nella splendida operazione della CIA che ha catturato un imam a Milano per interrogarlo e spedirlo in Egitto).
Sono subito insorte le anime belle, quelle che hanno svenduto la Sovranità nazionale a Bruxelles e ora si riempiono la bocca per difendere la Sovranità Italiana dalle operazioni della CIA.
Dimentichi, evidentemente, di Sigonella, quando Craxi si oppose alla cattura dei terroristi assassini dell’Achille Lauro, rendendo l’Italia, alla faccia della Sovranità, un comodo rifugio per tutta quella feccia.
Ebbene c’è da dire che invocare la Sovranità per impedire ad Agenti Alleati di svolgere un lavoro che in Italia trova troppi ostacoli è un imbroglio.
La cattura dell’imam era ed è nell’interesse anche dell’Italia e degli Italiani.
Gli Alleati sono arrivati là dove la farraginosità delle leggi e una magistratura che ha dato sin troppe dimostrazioni di prediligere le scarcerazioni alle azioni attive contro il vero terrorismo avrebbero fatto un buco nell’acqua.
10, 100, 1000 operazioni della CIA come quelle contro l’imam !
Grazie, C.I.A. !