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No alla deriva

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10 ottobre 2005

Il piromane


Tutti noi abbiamo avuto la sventura di ascoltare e vedere l’intervento di Prodi ieri a Roma, in una piazza che manifesta il flop della mobilitazione sinistra.

Come giustamente scrive Freedomland “mi sa tanto che vinceremo”.

E non è solo l’assenza di contenuti e il deficit di qualche milione di partecipante a dirlo, è proprio il tono, la gestualità e l’espressione di Prodi a gridarlo urbi et orbi.

Parole come quelle ascoltate ieri in Piazza del Popolo le avevamo sentite in Albania tra Sali Berisha e Fatos Nano e in qualche repubblica del sudamerica, sempre seguite da scontri sanguinosi al limite (e anche oltre) della guerra civile.

Mai avremmo pensato che nella sesta potenza industriale, nella terza potenza impegnata nelle missioni militari all’estero, potesse esserci un leader dell’opposizione così incendiario da mentire spudoratamente sul ruolo internazionale dell’Italia e sulla sua situazione economica, fomentando l’odio solo per inseguire il voto di no global ed estremisti di color arcobaleno.

Ma le parole e soprattutto l’espressione di violenta e mal trattenuta rabbia, dimostrano che quello è il sentimento che alberga in colui che la sinistra vorrebbe insediare a palazzo Chigi.

Ma il problema non è Prodi, il problema sono quelli che, invece di invitarlo ad accomodarsi a Villa Baruzziana (ndr: per i bolognesi sinonimo di manicomio ;-), lo seguono.

Allora si ripropone una domanda: abbiamo ancora qualcosa a che spartire tra Italiani di Centro Destra e italiani di sinistra ?

Siamo ancora “concittadini” ?

A me sembra che il solco sia incolmabile.

La sinistra sta seminando vento. Raccoglierà tempesta.

7 commenti:

Otimaster ha detto...

Il finale sembra scritto da Valerio Borghese, spero che tu nutra qualche speranza in più per il futuro della convivenza pacifica fra italiani. Probabilmente il solco si fa sempre più profondo, ma al di la rimangono sempre di meno, almeno è questa l'impressione, penso sia proprio questo a spingere Simone ad essere sempre più certo della vittoria. Purtroppo meno ne rimangono al di la del solco e più cominciano ad assomigliare a coloro che diedero vita alle Brigate Rosse, in questo caso è certo che quello che raccoglieranno sarà solo tempesta. Anche se dal commento può non sembrare sono quasi totalmente daccordo con il contenuto del post.
Ciao

Massimo ha detto...

5 anni e più di frequentazioni nei forum della Rete mi hanno convinto che al di là della carta di identità in cui c'è scritto "cittadinanza italiana" non c'è altro in comune.
All'inizio lo scrivevo per scherzo, per provocare, ma vado convincendomi sempre di più che la soluzione migliore sia una separazione consensuale.

Anonimo ha detto...

Non è un'idea campata in aria. Se guardiamo a tutto ciò che fa politica e governo destra e sinistra sono su due pianeti opposti. Politica estera, Irak, Stati Uniti, Europa, tasse, immigrazione, federalismo, lavoro, proprietà, sicurezza: dov'è un minimo comun denominatore ? Allora meglio che ognuno abbia le leggi e il governo che preferisce piuttosto che infiammare d'odio quando sono gli altri a governare. Così ognuno avrà quel che si merita.

Robinik ha detto...

Come dice il Presidente.. che Dio ci conservi Prodi ;)

Massimo ha detto...

Tutto giusto, ma rimane la domanda: quali sono i Valori condivisi con i sinistri che dovrebbero essere le fondamenta di una comunità statuale ?

Anonimo ha detto...

Se leggi i libri di storia ci fu un altro periodo in cui non ci sentivate concittadini.
Eravamo in montagna, allora.
Abbiamo vinto noi.

Massimo ha detto...

Ringrazio questo anonimo che mi fornisce il destro per dimostrare quanto sia basata sull'ignoranza e la manipolazione la storia che si sono bevuti dalle fonti reisstenziali.

1) ne bis in idem: la Storia non si ripete mai uguale.

2) Senza gli Americani non solo chi fosse andato "in montagna" sarebbe stato spazzato via senza lasciare traccia, ma nessuno avrebbe mai pensato di andare in montagna perchè senza gli Americani il Fascismo sarebbe ancora al potere.

3) Durante la guerra civile del 1943-1945, nessuno pensava mai al nemico come un non concittadino.