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04 dicembre 2005

1975: petizione per introdurre la pena di morte



In Mille e non più mille , ho scritto quella parola sulla validità della pena capitale che non ho letto altrove e ho il piacere di registrare convergenze e urbani dissensi.

Otimaster e Paolo di Lautremont scrivono un commento basato sulla loro personale opposizione alla pena di morte, cui non posso rispondere con un chilometrico commento, per cui li prendo a spunto per un nuovo post.

E parto da un ricordo personale di 30 anni fa.

Era il 1975, eravamo nel pieno degli anni di piombo.

La sinistra era ancora tiepida nei confronti della lotta al terrorismo.

Si leggevano ancora opinioni dubbiose sulla appartenenza delle Brigate Rosse alla famiglia della sinistra.

Le stragi (Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus) venivano attribuite, per default, ai “Fascisti” e non si esplorava il terrorismo rosso.

Il Commissario Calabresi era stato assassinato tre anni prima da un commando che poi si è saputo (sancito da ben 8 processi) essere composto da aderenti di Lotta Continua.

Si era già verificato il rapimento del p.m. genovese Mario Sossi (1974) e l’anno successivo il Procuratore Generale di Genova, Francesco Coco, sarebbe stato assassinato dalle stesse Brigate Rosse.

Altri tempi, altra tempra di magistrati.

Il 1975 segna anche, dopo il referendum sul divorzio del 1974, un pericoloso avvicinamento del PCI alla DC nelle elezioni amministrative, le prime in cui votarono i diciottenni.

Nel 1976 le elezioni politiche (quelle del “votare DC turandosi il naso” di montanelliana memoria) diedero un minimo di respiro alle forze democratiche, ma fecero decadere la speranza di un ritorno agli anni del centrismo e nel 1978 inaugurarono l’era dell’inciucio aperto tra DC e PCI.

Sempre nel 1978 il rapimento e l’omicidio di Moro furono una frustata alla sinistra che si allineò nel combattere il terrorismo rosso.

Ma nel 1975, ancora no.

Giorgio Almirante, indimenticato e indimenticabile leader del Movimento Sociale Italiano –Destra Nazionale, aveva già apertamente condannato i terroristi che si dicevano “neri” e per loro chiedeva una doppia condanna a morte: perché terroristi e assassini e perché infamavano il nome della Destra.

A sinistra non si rispondeva con analoga fermezza contro il terrorismo proveniente dalle sue file.

Dopo le amministrative il MSI-DN e il Fronte della Gioventù organizzarono una raccolta di firme per l’introduzione della pena di morte.

Un successone !

A Bologna firmarono (rischiando la propria incolumità mentre passavano – per andare a firmare – nel limitato corridoio tenuto aperto dalle Forze dell’Ordine tra due ali di comunisti schiumanti odio e sbavanti insulti) cittadini in numero superiore a tre volte i voti ottenuti dal partito.

Analogamente in altre città.

Perché ho voluto rievocare quell’anno e quell’episodio ?

Perché è strano che l’informazione sia a senso unico.

Allora, come ora, i tromboni della stampa danno fiato e spazio solo agli abolizionisti.

Perché è la dimostrazione che la pena di morte per crimini efferati (violenze che si concludano con la morte delle vittime, stragi, assassinio di servitori dello Stato) è sentita giusta, come è giusta, dal Popolo.

Perché – e qui vengo alle risposte agli amici Otimaster e Paoloè vero che una lunga detenzione è una pena pesante da espiare, ma se tale detenzione fosse:
- effettiva
- certa
- a costo zero per lo Stato
.

Cioè se la pena venisse scontata senza “permessi” (e così non è).

Se la condanna fosse scontata dal primo all’ultimo giorno senza riduzioni per amnistie, indulti, buone condotte e ammennicoli vari (e così non è).

Se il condannato fosse messo a svolgere un lavoro con il quale pagarsi la detenzione, vitto, alloggio, strutture e guardie (e così non è).

Allora si può ben capire la frustrazione e la rabbia dei famigliari delle vittime quando imparano che il carnefice del loro caro viene rimesso in libertà o c’è un movimento per rimetterlo in libertà, magari senza che questi si sia pentito del crimine.

Ma, soprattutto, il pericolo che siffatti delinquenti riescano (come riescono: il fatto più recente è quello di Angelo Izzo) ad ingannare fior di psicologi e tornare in libertà per compiere i loro crimini.

Un inganno che sembra riesca molto spesso a giudicare dai crimini reiterati e che testimonia come il “ravvedimento” sia troppe volte un inganno perpetrato ai danni della società.

Allora (e ribadisco: per un numero limitato di reati e nella certezza della colpevolezza) la pena di morte è la pena che meglio tutela il cittadino onesto e la società dagli elementi più pericolosi e devastanti.

Una pena che non verrebbe comminata a cuor leggero (come non lo è negli Stati Uniti) ma che avrebbe anche, una funzione deterrente.

C’è un solo aspetto che non condivido nel sistema Americano: l’eccessivo differimento della esecuzione dal momento del crimine.

Non perché il tenere in sospeso un condannato a morte sia una crudeltà (in fondo il differimento è dovuto alla pletora dei ricorsi che vengono fatti nel suo interesse) ma perché l’esecuzione eccessivamente differita non viene più collegata al crimine, il cui impatto si affievolisce nel tempo.

E’ un aspetto che dovrebbe essere migliorato pur senza negare un completo sistema di garanzie prima di procedere con l’esecuzione.

Ovviamente non mi aspetto di convincere chi è già convinto in un senso o nell’altro, ma credo che il dibattito sulla pena di morte debba uscire all’aperto e far emergere anche le ragioni dei favorevoli, senza isterie o anatemi, anche se essere a favore della pena capitale non politically correct.

E ricordiamoci che se nel 1975 il terrorismo era rosso, nel 2005 stiamo combattendo un terrorismo altrettanto e forse più pericoloso: quello musulmano.

A buon intenditor …

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo fino alle virgole con questo post.

Otimaster ha detto...

Sembra che in questi giorni facciate a gara per ricordarmi vecchie ferite, dopo aver parlato di Moro e Almirante potresti convincermi quasi di tutto aprofittando del disorientamento dovuto alla commozione. Onestamente ci sei quasi riuscito, ma voglio ancora provare a battermi per un sistema giudiziario giusto in cui la pena sia effettiva, certa, e a costo zero per lo Stato.
Sulla questione del terrorismo integralista non penso che la pena di morte sarebbe un deterrente, perchè il martirio fa parte del loro modo di operare.

Massimo ha detto...

Forse sarebbe opportuno ricordare quegli anni settanta, sbrigativamente archiviati, per ricordare come eravamo e fare un paragone con i giorni nostri.

Sulla giustizia ci sarebbe sin troppo da scrivere ...

Vogliono il martirio ? Diamoglielo ! Contenti loro, contenti noi. ;-)

Anonimo ha detto...

Nell'Illinois, che non è neanche uno degli stati più duri nell'applicarla, si è scoperto che negli ultimi vent'anni sono state mandate sul patibolo una trentina di innocenti. Puff, morti e innocenti. Che vogliamo dire a loro. Ci dispiace? Si può rimediare? No, non si può rimediare.
Immagina la disperazione di questi poveretti, che continuavano a urlare la propria innocenza, sapendo di essere innocenti, mentre veniva eseguita la loro condanna a morte. Prova un attimo solo ad immedesimarti! Prova ad immagina cosa ti potrebbe passare per la testa mentre stai sul lettino in attesa dell'iniezione letale. Tu sei innocente e sei stato condannato lo stesso. Ti chiedo, per favore, di pensare solo un attimo ad immaginarti in quella situazione.

E non mi dire che trenta persona sono poche, perchè fosse solo un innocente sarebbe già troppo.

Massimo ha detto...

Più che altro mi sembra non solo esagerata come cifra, ma una solenne bufala, come tante che si dicono e si scrivono sugli Stati Uniti.
Il sistema di garanzia e il differimento di anni delle esecuzioni è una sufficiente garanzia.

Robinik ha detto...

Io ho cercato di ricordarli quegli anni...
In ogni caso... veniamo al post.
Sulla pena di morte sono confusissimo. So solo che in seconda liceo scrissi un tema in cui mi dicevo a favore e presi 4 (alla faccia della libertà di opinione). So solo che da allora ho cambiato idea. So (come sai meglio di me) che in Italia la pena non è punitiva ma rieducativa... indi... la strada è lunga.
So che per le violenze sui bambini e sulle donne vorrei la pena di morte all'istante.
So che ho molta confusione.

So che sottoscrivo il fatto che se ne debba parlare senza anatemi.
Nessuno tocchi Abele è il mio motto.

Ciao!

Massimo ha detto...

In Italia la pena è, più che altro, una opinione ...

Quegli anni furono anni rosso sangue, bisogna ricordarlo ai più giovani senza gli imbellettamenti del tempo che è passato: non ci può essere un "volemose ben" generalizzato, perchè vorrebbe dire uccidere una seconda volta tutti coloro che morirono per colpa di una mano assassina, spesso impunita.

Sulla pena di morte non ho cambiato idea rispetto all'impegno del 1975 e come rispetto l'idea di chi è contrario, pretendo altrettanto rispetto per la mia idea favorevole.

Anonimo ha detto...

Ho scoperto oggi questo blog, e ne sono soddisfatto... vorrei sapere se esistono associazioni favorevoli alla pena di morte, del tipo "qualcuno tocchi caino" ;-) e se esistono siti internet di questo genere.
Saluti
Pat

Massimo ha detto...

Ciao Pat.
Se esistono non ne sono a conoscenza e non li ho neppure cercati.
Se non esistono si possono sempre costituire ... non è il primo post che scrivo sulla pena di morte e non sarà l'ultimo ... ;-)