Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 dicembre 2006

I sondaggi di Blacknights

Calcio, campionato del mondo: qual'è la tua finale da sogno ?

Italia - Inghilterra 7 (26%)Italia - Spagna 1 (3%)
Italia - Germania 5 (19%)
Italia - Olanda 0 (0%)
Italia - Uruguay 2 (7%)
Italia - Francia 1 (3%)
Italia - Argentina 4 (15%)
Italia - Brasile 6 (23%)

Voti fino a ora: 26 Sondaggio chiuso


Se si dovesse votare oggi per il referendum istituzionale, come voterebbe ? (febbraio 2009)

Monarchia
17 (36%)
Repubblica Presidenziale
22 (47%)
Repubblica Parlamentare
7 (15%)

Voti fino a ora: 46 Sondaggio chiuso


Quali le priorità che, a Suo avviso, il Governo deve affrontare ? (max tre risposte)(settembre 2008)

Aborto ed eutanasia
36 (18%)
Caro vita
34 (17%)
Controversie internazionali
11 (5%)
Droga
9 (4%)
Europa
1 (0%)
Federalismo
72 (37%)

Fisco (meno tasse)
104 (54%)

Giustizia
72 (37%)
Immigrazione
84 (43%)
Incidenti stradali
1 (0%)
Istruzione
12 (6%)
Legge elettorale
6 (3%)
Occupazione
19 (9%)
Ricerca
16 (8%)
Riforme istituzionali
8 (4%)
Politica energetica (centrali nucleari)
20 (10%)
Prostituzione nelle strade
8 (4%)
Pubblica amministrazione
12 (6%)
Sanità
9 (4%)
Sicurezza (“legge e ordine”)
67 (34%)
Terrorismo
13 (6%)

Voti fino a ora: 192 Sondaggio chiuso



ELEZIONI 2008
(iniziato il 2 marzo e terminato il 28 marzo 2008)

Quale candidato Premier pensa di votare ?
Berlusconi Silvio
38 (20%)

Bertinotti Fausto
5 (2%)

Boselli Enrico
2 (1%)

Casini Pierferdinando
2 (1%)

Ferrando Marco
0 (0%)
Ferrara Giuliano
0 (0%)
Fiore Roberto
5 (2%)

Santanchè Daniela
104 (55%)

Turigliatto Franco
0 (0%)
Veltroni Walter
28 (14%)

Nessuno:astenuto,bianca,nulla
5 (2%)


Voti fino a ora: 189 Sondaggio chiuso

Quale partito pensa di votare ?
Forza Nuova/Mis
7 (3%)

La Destra Fiamma tricolore
106 (57%)

Lega Nord
8 (4%)

Mpa
0 (0%)
PdL
27 (14%)

Udc
1 (0%)
No Aborto
1 (0%)
Pd
19 (10%)

Italia dei valori
1 (0%)
Socialisti
1 (0%)
Sinistra Arcobaleno
5 (2%)

Sinistra Critica
2 (1%)

Comunisti
1 (0%)
Nessuno:astenuto,bianca,nulla
5 (2%)


Voti fino a ora: 184 Sondaggio chiuso

Per quale schieramento votò nel 2006 ?
Casa delle Libertà
125 (78%)

Unione
29 (18%)

Bianca/Nulla
1 (0%)
Astenuto
4 (2%)


Voti fino a ora: 159 Sondaggio chiuso

A quale fascia di età appartiene ?

18-25
30 (19%)

25-40
51 (32%)

40-60
64 (41%)

oltre 60
11 (7%)


Voti fino a ora: 156 Sondaggio chiuso

Qual'è la Sua professione ?
Lavoratore dipendente pubblico
22 (14%)

LAvoratore dipendente privato
30 (19%)

Libero professionista
23 (14%)

Lavoratore autonomo
26 (16%)

Imprenditore
12 (7%)

Pensionato
13 (8%)

Disoccupato
1 (0%)
Studente
28 (18%)


Voti fino a ora: 155 Sondaggio chiuso

Il Suo sesso è
Femmina
14 (9%)

Maschio
137 (90%)


Voti fino a ora: 151 Sondaggio chiuso

Qual'è la Sua collocazione geografica ?
Nord
109 (72%)

Centro
24 (15%)

Sud
9 (5%)

Isole
9 (5%)


Voti fino a ora: 151 Sondaggio chiuso



Qual'è il Suo titolo di studio ?

Laurea
70 (46%)

Diploma superiore
65 (42%)

Terza media
13 (8%)

Licenza elementare
3 (1%)

Nessuno
1 (0%)

Voti fino a ora: 152 Sondaggio chiuso


Finalmente Prodi è stato abbattuto. A Suo parere adesso si deve
(inizio febbraio 2008 chiuso al 11 febbraio)

Votare subito
88 (89%)


Reincaricare Prodi
7 (7%)

Costituire un governo di larghe intese
3 (3%)


Voti fino a ora: 98 Sondaggio chiuso

Cosa sarebbe disposto a fare per abbattere Prodi e tornare a votare ?Gennaio 2008 (chiuso anticipatamente per l'abbattimento di Prodi in senato il 24 gennaio 2008)

Di tutto. Di più
97 (54%)

Obiezione fiscale
8 (4%)

Occupare edifici e piazze ad oltranza
57 (32%)

Sostenere finanziariamente chi manifesta contro Prodi
2 (1%)

Sottoscrivere ogni iniziativa contro Prodi
13 (7%)
Voti fino a ora: 177 Giorni restanti per votare: 4

Natale. Epifania. Chi Le portava i regali quando era bambino ? (anche più di una risposta)
Dicembre 2007

Babbo Natale
140 (71%)

Gesù Bambino
142 (72%)

La Befana
60 (30%)

Nonno Gelo
1 (0%)
Nessuno
11 (5%)

Voti fino a ora: 197 Sondaggio chiuso


A suo avviso, quando ci libereremo del governo (?) Prodi ?
Novembre 2007

prima di Natale 2007
68 (27%)

Primavera 2008
87 (35%)

Primavera 2009
66 (27%)

Primavera 2010
1 (0%)
Resta incollato alla poltrona fino al 2011
22 (9%)


Voti fino a ora: 244 Sondaggio chiuso


Quale data per una vera Festa Nazionale che sia di tutti gli Italiani ?
Ottobre 2007

7 gennaio (Tricolore)
82 (20%)

25 aprile (fine 2^ WW)
17 (4%)

2 giugno (repubblica)
13 (3%)

28 ottobre (Marcia su Roma)
129 (32%)

4 novembre (Vittoria)
153 (38%)


Voti fino a ora: 394 Sondaggio chiuso


Come volete le tasse ?Settembre 2007
Una flat tax sotto al 20%
185 (77%)

Solo tre aliquote progressive con un massimo sotto il 40%
18 (7%)

Solo tasse locali e saranno poi le regioni a trasferirne una parte per i servizi essenziali dello stato
16 (6%)

Come sono adesso
7 (2%)

Non voglio tasse
12 (5%)


Voti fino a ora: 238 Sondaggio chiuso


Il più grande statista dall'Unità d'Italia
Agosto 2007

Berlusconi Silvio
177 (44%)

Cavour Camillo Benso
19 (4%)

De Gasperi Alcide
20 (5%)

Giolitti Giovanni
5 (1%)

Mussolini Benito
176 (44%)


Voti fino a ora: 397 Sondaggio chiuso


Questo anno in vacanza ...
Luglio 2007
Estero
4 (8%)

Lago
0 (0%)
Mare
30 (61%)

Monti
5 (10%)

Niente vacanze
12 (24%)

Voti fino a ora: 49 Sondaggio chiuso

Chi vincerà le elezioni ?
gennaio-febbraio 2013


L'Unto del Signore (Berlusconi)            
  42 (50%)
 
Due sul pianerottolo (Bersani/Vendola) 
  19 (22%)
 
Il Giullare (Grillo)                                             
  3 (3%)
 
Il Trio Sciagura (Casini/Fini/Monti)              
  2 (2%)
 
Le Toghe Rosse (Ingroia/Di Pietro/De Magistris)  
  1 (1%)
 
Ulisse (Nessuno)                                          
  16 (19%)
 

Voti fino a ora: 83
Sondaggio chiuso



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Nostalgia dell'avvenire


Tempus fugit.
Si chiude il 2006, ci si domanda cosa ci porterà il 2007.
Sicuramente saremo più poveri, tutti.
I ricchi forse rideranno di meno, il ceto medio smetterà di ridere e i poveri piangeranno di più.
Questo è il risultato della finanziaria demenziale che introduce lo stato di polizia fiscale.
E’ il risultato di una scelta, quella di mezza Italia, di cui in molti si sono già pentiti … troppo tardi.
Un sondaggio – inaspettato solo per chi ha gli occhi foderati di odio – elaborato da Renato Manheimer, certo non amico di Silvio Berlusconi, elegge il Leader della Casa delle Libertà come Uomo dell’anno, mentre Prodi diventa la scelta principale da buttare giù dalla torre.
Ici, bollo auto, catasto, ipef, sono solo alcuni dei regali con i quali la demenziale finanziaria della sinistra ci penalizzerà nel 2007.
Ma non solo tasse.
Purtroppo la sinistra, ostaggio delle frange più estremiste e disgreganti, si fa mallevadrice
della liberalizzazione della droga,
delle unioni contro natura tra persone dello stesso sesso,
dell’apertura delle frontiere all’invasione extracomunitaria, prevalentemente islamica,
della “equivicinanza” (!) tra stati democratici e bande terroriste,
della supremazia del pubblico sul privato,
del fisco come strumento della lotta di classe,
dei provvedimenti di clemenza per criminali e terroristi
dell’intervento legislativo dello stato anche nel privatissimo momento della morte
di una ipotesi di controriforma delle pensioni che tornerebbe a scaricare sui più giovani l’assistenzialismo sindacalclientelare
.
In pratica quando torneremo al governo saremo costretti a ricominciare a tessere la tela del rinnovamento della nostra nazione e ripartire con le riforme, sperando che la sinistra non riesca nell’intento di demolire tutto quel che è stato fatto in cinque anni dal Centro Destra, cosa che ci costringerebbe prima ad abrogare tutti i provvedimenti della sinistra e poi a ripristinare lo status quo ante 10 aprile 2006.
E il pressappochismo in politica economica e sociale si trasforma in terzomondismo e pauperismo nella politica internazionale, con l’abbandono dell’alleanza privilegiata con gli Stati Uniti per tornare subalterni, nel mistificato nome d’europa, a Francia e Germania.
Allora cosa si vede nel nostro futuro, cosa si spera ?
La prima speranza è sicuramente la caduta di Prodi: qualunque governo sarà meglio di questo, anche un governo neodemocristiano con l’Udc imbarcata in maggioranza al posto degli estremisti di sinistra.
Poi che si torni a votare in modo da riportare Silvio Berlusconi, l’unico Statista di cui dispone oggi l’Italia, a Palazzo Chigi.
Sono due passaggi fondamentali per guardare con più fiducia al futuro.
Quindi l’aspirazione di sempre di vedere l’Italia trasformarsi, da “paesello” a Nazione.
Un’Italia nella quale le libertà individuali, sotto ogni profilo, si coniughino con una reale solidarietà che non è assistenzialismo fine a se stesso, fondato su clientele e di cui ne approfittano lazzaroni e scansafatiche.
Un’Italia nella quale le libertà individuali non si trasformino in anarchia e licenza rincorrendo perversi capricci, avendo quindi ben presenti i Valori sociali, civili e morali, la Tradizione, la Gerarchia.
Un’Italia forte e presente nella politica internazionale in salda e preferenziale alleanza con gli Stati Uniti d’America.
Un’Italia che non abbia paura di osare e di contrastare, anche con la Forza, i nemici della Libertà, della Sicurezza, del Benessere rappresentato dall’Occidente e dal suo modello di sviluppo, il migliore mai sperimentato sulla Terra e che ha dato di più al maggior numero di persone.
E’ qualcosa che si può conseguire ?
Sì.
Ma è ovvio che una simile trasformazione che consentirà alla nave Italia di prendere il largo e affrontare ogni genere di tempesta, richiede tempo, quello che elezioni, il cui risultato rimane dubbio, hanno negato a Silvio Berlusconi attorno al quale, come evidenzia il sondaggio di Manheimer citato all’inizio, continua ad orbitare la vita politica italiana.
Come chi mi conosce sa, io sono ottimista e guardo sempre con fiducia al futuro, mio personale e dell’Umanità in generale.
Ce la faremo.
Buon anno.

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30 dicembre 2006

Giustizia è fatta


All'alba di oggi, Saddam Hussein, il sanguinario despota iracheno, è stato giustiziato mediante impiccagione.
Ho già commentato e motivato le ragioni che mi inducono ad essere favorevole alla pena di morte in linea di principio e all'esecuzione della condanna contro Saddam e non torno su tale argomento.
Mi associo al giudizio espresso dal Presidente George W. Bush che considera l'esecuzione di Saddam (e quella a venire dei suoi più stretti complici) la chiusura di una brutta pagina della storia irachena.
Apprezzabili anche i commenti di Gran Bretagna ("Saddam ha pagato"), Australia e Giappone (sentenza emessa dal Tribunale di un paese sovrano al termine di un equo processo) pur essendo i rispettivi governi contrari alla pena capitale.
Squallida la dichiarazione di Prodi che, dopo aver rivendicato la responsabilità di aver messo in libertà migliaia di criminali con l'indulto, si dice sgomento per l'esecuzione di una giusta condanna nei confronti di un criminale come Saddam.
Inutilmente provocatorio, come al solito, Pannella che ha messo in piedi un "nessuno tocchi Saddam", ottenendo il suo abituale successo (e ci siamo risparmiati la candidatura "transnazionale" di Saddam alle prossime elezioni).
Nel panorama politico italiano, avvilito dal conformismo contrario alla pena capitale, emerge il solo Roberto Calderoli, che ringrazio per il suo coraggio e per aver dato voce ai milioni di Italiani che ritengono giusta la condanna a morte di Saddam.
Saddam raggiunge all'inferno i più efferati criminali.
La sua storia è un capitolo chiuso.

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29 dicembre 2006

Carlo Mazzantini:l'ultimo Repubblichino


Ieri è deceduto Carlo Mazzantini, combattente non pentito della Repubblica Sociale Italiana e coerente narratore di quel periodo, molto primo di Pansa.
Numerosa è la sua bibliografia, per citare i più famosi: “A cercar la bella morte”, “I balilla andarono a Salò” fino all’ultimo, qui recensito, “L’ultimo Repubblichino”
Mi sono piaciuti gli articoli pubblicati nei quotidiani che leggo: Il Giornale, Libero e Il Resto del Carlino.
Oggi ho avuto vari impegni, per cui non ho potuto fare il mio abituale excursus e mi sono limitato ai post aggregati ne Il Castello e in Triares .
Purtroppo ho visto che solo il mio amico Starsandbars ha con la sua consueta verve, ricordato Carlo Mazzantini.
Così, rompendo la mia abitudine di preparare il post per il giorno dopo, già stasera rendo il mio omaggio ad uno scrittore che non si è mai piegato alle lobbies editoriali,preferendo scrivere quello che sentiva suo e non quello che gli veniva chiesto.
Preferendo non rinnegare le sue scelte giovanili, anche in tempi nei quali quel che scriveva lo escludeva dal sinedrio degli scrittori.
Gli dobbiamo molto.
Per il suo esempio e per il ricordo che ha trascritto nei suoi libri.
Mi piacerebbe che gli si riconoscessero i suoi meriti, collocandolo nel Pantheon ideale degli Uomini di Cultura della Destra.

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A nome di chi straparla Fini ?


Le dichiarazioni che Gianfranco Fini, presidente (ancora per poco, si spera) di Alleanza Nazionale, ha rilasciato all’Espresso (pessima scelta) possono stupire solo chi ha ancora fiducia in quell’individuo.
Dopo la prima follia del 2003 con le dichiarazioni sul voto agli immigrati, Fini ha danzato al suono dell’antifascismo più becero condannando il Fascismo e, quindi, ha proposto agli Italiani (che lo hanno sbeffeggiato con il 75% di astensioni) di votare per l’abrogazione di una legge che lui stesso aveva firmato.
Passate le elezioni ed avendo compreso che bastava ci avesse creduto un po’ di più e, brogli o non brogli, le avremmo vinte di nuovo, sembrava avesse messo la testa a partito, navigando sulla scia di Berlusconi e accreditandosi come il suo “delfino”.
Purtroppo ha voluto nuovamente esporre una sua idea (anzi due) invece di esporre, nel bel modo che conosce, le più intelligenti idee altrui.
Così Fini, forse senza comprendere le conseguenze delle sue parole, ne ha sparate due in sequenza:
- favorevole alle unioni omosessuali
- favorevole all’insegnamento della religione musulmana nelle scuole
.
Mi sembra che in tal modo Fini si sia messo al di fuori della tradizione che è iniziata il 26 dicembre 1946 e che, indipendentemente da Fini, proseguirà negli anni a venire.
I cittadini sono tutti pari davanti alla legge e in tema di unioni e matrimonio, le leggi esistenti garantiscono la piena parità di trattamento.
C’è il matrimonio (Titolo VI del Primo Libro del Codice Civile che tratta appunto delle persone e della famiglia), c’è il divorzio, c’è una accurata normativa sul diritto di famiglia.
Perché si dovrebbe intervenire con una ulteriore legge che garantisca situazione che, per scelta individuale, non sfociano nel matrimonio già regolamentato nei suoi diritti e doveri ?
Se io non mi sposo, so perfettamente che determinati obblighi vengono meno esattamente come determinati diritti.
Se voglio quei diritti devo accollarmi anche gli obblighi: con il matrimonio già previsto dalla legge esistente.
Unione tra omosessuali ?
Non ha alcun pregio e non si può legiferare per un perverso capriccio sessuale di qualcuno.
Analogamente dicasi per l’insegnamento della religione musulmana che non appartiene alla nostra Tradizione e che, pertanto, introduce elementi impropri di conflittualità all’interno di quello che dovrebbe essere un momento formativo dei ragazzi, nel rispetto della nostra Storia.
E la nostra è una Storia Romana e Cristiana.
I nostri ragazzi devono imparare a conoscere da dove veniamo, quali sono le nostre radici.
Perché siamo diventati quello che siamo, perché il nostro modello di sviluppo è superiore a qualsiasi altro sistema che sia mai apparso ed applicato sulla Terra.
Introdurre l’insegnamento della religione musulmana ingenererebbe confusione e sarebbe solo un favore a chi, ben lungi da ogni reciprocità, ci disprezzerebbe ancor di più, traendone convincimenti circa la nostra debolezza e, quindi, la possibilità di sottometterci.
Diverso un discorso di educazione civica che illustri la genesi delle varie religioni, cominciando da quelle politeiste dell’Antichità, ma questo è programma di Storia e non di Religione.
Ho letto quindi con soddisfazione le dichiarazioni critiche di Gasparri e di La Russa e mi auguro che dietro la abituale facciata di consenso, si muovano in A.N. per sostituire un Fini che dopo 18 anni mostra la corda e che per stupire è costretto ad inseguire Grillini e Adel Smith.
Sì, perché mi sorge un dubbio: chi rappresenta oggi Fini ?
Forse un pugno di omosessuali di destra (autentico ossimoro !) e un gruppo di barboni con il cafetano ?
Certo non rappresenta più la Destra in Italia.

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28 dicembre 2006

L’impiccagione per Saddam è la giusta pena


Saddam Hussein, il boia sunnita ha avuto confermata la condanna a morte mediante impiccagione.
Ora solo la grazia presidenziale potrebbe consentirgli di affrontare nuovi processi e nuove presumibili condanne a morte.
Se non interverrà il presidente a concedergli la grazia, entro 30 giorni la sanzione sarà irrogata e la condanna eseguita.
Saddam è colpevole.
Lo provano i delitti efferati di cui si è macchiato nei confronti del suo stesso popolo, al solo scopo di rafforzare e perpetuare il suo potere.
Nessuno può negare le nefandezze di cui Saddam si è macchiato.
I sostenitori della grazia e della commutazione della pena all’ergastolo espongono ragioni di principio contro la pena capitale e di opportunità.
Sulle ragioni di principio rimando al blog sulla Pena di Morte e, in particolare, al post Considerazioni in favore della pena di morte in cui citavo anche Cesare Beccaria, dai più ritenuto – a torto – contrario tout court alla pena capitale e di cui mi piace citare un breve passaggio anche qui:
La morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà, egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita”.
Sembra scritta appositamente per Saddam …
Sulle questioni di opportunità, sulle considerazioni che, da morto, Saddam diventerebbe un “martire”, un simbolo per i terroristi musulmani, mi permetto di obiettare che un simile ragionamento varrebbe molto di più con Saddam vivo, con la possibilità concreta, cioè, che con un blitz militare possa essere liberato e rimesso in circolazione, diventando non solo un simbolo, ma un punto di aggregazione concreto, fisico, per ogni ribellismo iracheno e revanchismo sannita.
E il pericolo che, in uno scenario di qualche anno, possa riprendere il potere.
Sempre nell’ambito delle questioni di opportunità, alcuni sostengono che eseguire la sentenza, giustiziando Saddam, scatenerebbe la reazione violenta dei suoi seguaci.
Già, perché sino ad oggi cos’hanno fatto ?
Non mi sembra si siano comportati da collegiali, anzi !
Eseguire la sentenza, invece, potrebbe aiutare a mandare un messaggio forte e chiaro, perché – ed è sempre Beccaria che parla - “più forti e sensibili devono essere le impressioni sugli animi induriti di un popolo appena uscito dallo stato selvaggio”.
Al popolo iracheno, giustiziare Saddam, dimostrerebbe la sconfitta, finale e totale, del suo regime, l’allontanamento definitivo del suo spettro dalle vite di tutti.
E se qualche recrudescenza dovesse manifestarsi in più rispetto alla già violenta espressione terroristica odierna, si dovrebbe affrontare con mano ferma e fredda determinazione, non con il buonismo che viene interpretato dal nemico come debolezza.
Bene ha dunque fatto la corte irachena a confermare una condanna che è proporzionata ai crimini commessi e in un processo a porte aperte con la difesa, un collegio internazionale con l’imputato che si è anche giovato della facoltà democraticissima di ricusare i difensori per prolungare il processo, che ha avuto ogni opportunità di presentare le sue istanze.
Si esegua, dunque, senza indugio la sentenza: prima sarà, prima l’Iraq volterà pagina.

@


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27 dicembre 2006

L'altro Natale


Iraq: autobomba a Baghdad, 15 morti.
Somalia: L'etiopia bombarda l'areoporto di Mogadiscio e gli islamici in fuga, 1000 morti.
Nigeria: La popolazione ruba il petrolio forando gli oleodotti. Da una perdita scoppia un incendio, 500 morti.
Francia: Nelle banlieu i giovani immigrati di seconda e terza generazioni tornano a bruciare le macchine.
Iran: il consiglio di sicurezza dell'onu sanziona lo stato islamico per aver proseguito nel programma nucleare. "Solo carta straccia" dice Ahmadinejad.
Ecco l'altro Natale.
Il Natale di chi non lo festeggia.
Il Natale di chi vorrebbe impedirci di festeggiarlo.
Il Natale di coloro ai quali la sinistra vorrebbe aprire (e già ha cominciato con la legalizzazione di ben 350000 immigrati oltre ai 170000 stabiliti dal Governo Berlusconi) le porte dell'Italia.
Riflettiamoci.

Regalo di Natale
Sotto l'albero abbiamo trovato la conferma della condanna a morte del tiranno iracheno Saddam Hussein.
Speriamo sia eseguita al più presto per far voltare definitivamente pagina all'Iraq.
Ne riparleremo.



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26 dicembre 2006

Arde da 60 anni la Fiamma della Libertà


Il 26 dicembre 1946, quando ancora gli echi della guerra erano nelle orecchie della gente, quando più atroce era la violenza comunista, un gruppo di Uomini si trovò presso lo studio di uno di loro e, considerata conclusa l’esperienza dell’ Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini nel quale erano confluiti i voti di tutti coloro che non avevano, nel giro di una notte, cambiato la loro camicia nera con quella rossa, costituirono il MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO.
Arturo Michelini, Pino Romualdi, Cesco Giulio Baghino (e chiedo scusa a chi, a memoria, non ricordo) e, soprattutto, Giorgio Almirante.
In un periodo nel quale la “caccia al Fascista” era sostanzialmente legittimata da un potere debole e inquinato dai comunisti al governo (poi cacciati con un gesto coraggioso da De Gasperi) la creazione di un partito che affermava la sua eredità ideale dal Movimento Fascista era una orgogliosa sfida ai quaquaraqua prontamente saliti sul carro dei vincitori, rinnegando le idee professate, scritte e propagandate per anni.
E ripetutamente sono stati citati articoli e discorsi apologetici del Fascismo e del Duce da parte di chi in seguito, e tuttora, fa professione di antifascismo e dell’antifascismo una professione.
Ma quel pugno di Uomini, no, non ci stava a rinnegare le idee della gioventù, la battaglia di una vita e si rimboccarono le maniche, rischiando in proprio (e non era solo un rischio professionale o economico) e fondarono il Movimento Sociale Italiano.
Quegli Uomini vinsero la loro battaglia.
Nelle elezioni politiche del 1948 portarono in parlamento una esigua ma compatta rappresentanza, nonostante una campagna elettorale che vide fronteggiarsi il fronte popolare socialcomunista che voleva portare l’Italia tra le braccia dell’Unione Sovietica e la Democrazia Cristiana di un De Gasperi ancora saldamente in sella, prima della deriva che portò nel tempo al dissolvimento dello spirito anticomunista della DC e, quindi, alla sua spaccatura con alcuni suoi esponenti che, offendendo il ricordo di De Gasperi stesso, hanno portato per ben due volte i comunisti al vertici delle istituzioni.
Dopo il 1948 l’M.S.I. divenne sempre più radicato e contribuì ad eleggere tre governi (Zoli, Segni e Tambroni) e due presidenti della repubblica (Segni e Leone) e la storia d’Italia sarebbe stata sicuramente migliore se gli eredi di De Gasperi avessero proseguito nella politica di coinvolgimento di una forza sana come l’MSI nel governo del paese in chiave anticomunista, invece di fuggire, pavidi, alle prime contestazioni di piazza del 1969.
L’MSI di Almirante divenne così “l’ultima speranza, l’unica certezza” come recitava un manifesto alle elezioni del 1972 quando, inglobati i monarchici con un gesto di grande significato per la riappacificazione nazionale, ottenne, come MSI-Destra Nazionale, il miglior risultato della sua storia.
E quel risultato costrinse anche la DC ad un (breve) ritorno a governi centristi, con esclusione dei socialisti e rientro dei liberali (quelli veri) di Giovanni Malagodi.
Purtroppo, ancora una volta, l’occasione non fu sfruttata, anzi l’arrivo del terrorismo rosso portò addirittura ad una alleanza di maggioranza con i comunisti che per due volte (1976 e 1979) sfiorarono il sorpasso contro la DC (votata anche, per l’occasione, da chi mai l’avrebbe votata in circostanze normali).
In quegli anni fu tentata anche una oscura manovra contro l’MSI di Almirante, con una scissione pilotata che naufragò alle elezioni del 1979.
E la Fiamma ardeva solitaria a difesa della libertà di tutti, contro la massificazione dell’arco costituzionale.
Poi il progressivo sdoganamento.
Non erano riusciti a spegnere quella Fiamma accesa il 26 dicembre 1946.
Il resto è cronaca.
Una cronaca che ci dice che, nonostante i tempi cambiati e gli uomini diversi, quella Fiamma resta ancora accesa a brillare nel cielo della politica italiana.
E la prospettiva di una unificazione di tutte le forze a destra di AN e che già ora, assieme, rappresentano il quinto partito della Casa delle Libertà (con mezzo milione di voti e l’1,3%), alimenta e alimenterà negli anni a venire quella Fiamma inscindibilmente unita al ricordo di Giorgio Almirante.










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23 dicembre 2006

Auguri "bipartisan"


Auguri per l'armata rossa della sinistra:

Io sottoscritto (d'ora in avanti "l'Augurante")chiedo al mio interlocutore (d'ora in avanti "l'Augurato") di accettare senz'alcun obbligo, implicito o esplicito, i voti più sinceri dell'Augurante (d'ora in avanti "gli Auguri") affinché l'Augurato possa trascorrere nel migliore dei modi (ove nella frase"migliore dei modi" si sottintende da parte dell'Augurante e si presuppone da parte dell'Augurato un atteggiamento che tenga conto delle problematiche di carattere sociale, ecologico e psicologico, che non sia causa di tensione e/o competizione, né comporti o favorisca alcun tipo di assuefazione o di discriminazione, sia sessista, sia di diverso carattere) la festività coincidente al Solstizio d'Inverno convenzionalmente nota come "Natale", ma che può essere chiamata e celebrata dall'Augurato secondo le sue tradizioni religiose e/o laiche, premesso il debito rispetto nei confronti delle tradizioni religiose e/o laiche di persone di qualunque razza, credo o sesso diverse dall'Augurato, ivi comprese coloro che non praticano alcuna tradizione religiosa e/o laica.
Qualsiasi riferimento a qualunque divinità, figura mitologica,personaggio tradizionale, reale o leggendario, vivo o morto che sia; a simboli (ove sono compresi tra l'altro - ma non limitativamente -canti e rappresentazioni artistiche, letterarie e sceniche) religiosi,mitologici o della tradizione che possa essere ravvisato direttamente o indirettamente nei presenti Auguri non implica da parte dell'Augurante alcun sostegno nei confronti della figura o del simbolo in questione.
L'Augurante chiede inoltre all'Augurato di accettare gli auguri per un felice (ove l'aggettivo "felice" viene definito tra l'altro - ma non limitatamente - come "gratificante dal punto di vista personale,sentimentale e finanziario e privo di complicazioni di caratteremedico, dirette o indirette") anno 2007.
L'Augurante sottolinea che la datazione "2007" è qui considerata come convenzionale, così com'è considerata convenzionale la data del 1°Gennaio come inizio dell'anno, e dichiara il suo assoluto rispetto per altri tipi di datazione legati alle differenti culture religiose e/o laiche di cui l'Augurante riconosce il prezioso contributo allo sviluppo dell'attuale società multietnica.
Augurante e Augurato convengono inoltre su quanto segue:
- Gli Auguri valgono a decorrere dalla data del presente accordo al 31Dicembre 2007, dopodiché dovranno essere esplicitamente rinnovati da parte dell'Augurante.
- Gli Auguri non implicano alcuna garanzia che i voti di "felicità"espressi dall'Augurante trovino un effettivo riscontro nella realtà dell'Augurato, il quale non potrà attribuire all'Augurante alcuna responsabilità civile e/o penale e/o morale per la loro mancata attuazione.
- Gli Auguri sono trasferibili a terzi purché il testo originale non subisca modifiche o alterazioni.
La libera diffusione del testo non implica tuttavia il pubblico dominio del testo stesso, i cui dirittiappartengono in ogni caso al detentore del copyright.
- L'Augurante declina ogni responsabilità derivata dall'utilizzo degli Auguri al di fuori dai limiti prescritti; in particolare, l'Augurante declina ogni responsabilità per eventuali danni fisici o morali all'Augurato e/o a persone e/o sistemi informatici a lui collegati derivati dall'invio degli Auguri mediante E-Mail o qualunque altro metodo di trasmissione, elettronico o di diverso genere, attualmente in uso, in fase di sperimentazione o non ancora inventato.

Auguri per le Legioni della Civiltà del Centro Destra:
Buon Natale e
Felice Anno Nuovo!


Ringrazio il mio omonimo marchigiano per avermi inserito nella sua mailing list facendomi arrivare "chicche" come quella qui riprodotta ;-)


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22 dicembre 2006

Attacco al presepe


Non bastavano le tremebonde amministrazioni dei grandi magazzini italiani che, per paura di “offendere” i musulmani, hanno tolto dagli scaffali il presepe della nostra Tradizione.
Non bastava il ridicolo sindaco sindacalista di Bologna che, dopo il mangiare i tortellini versando nel brodo un bicchiere di vino !!!, compone il “suo” presepe con Moana Pozzi e con Romano Prodi, in un accostamento inconscio ma significativamente deturpante.
Adesso ci si mettono anche un paio di parlamentari radicalsocialisti che offendono i sentimenti profondi del Popolo Italiano, invadendo e dissacrando il presepe di Montecitorio con immagini omosessuali.
La lotta politica, è fatta di simboli.
Un cattolico credo che abbia nel cuore il presepe e non sarà certo l’immagine di rapporti ano(r)mali a rovinare quel che di serio e importante rappresenta.
Ma l’iniziativa dei radicalsocialisti è sintomo della intolleranza che alligna da quelle parti.
Un (immotivato) complesso di superiorità porta quegli individui ad essere sempre sopra le righe, in ogni loro iniziativa, in ogni loro proposta.
E rovinano anche quelle iniziative che, di partenza (non è però il caso delle unioni omo), potrebbero avere un qualche pregio, perché nelle loro mani si trasformano in un qualcosa di assolutamente repellente.
In pratica posseggono il dono di Re Mida al contrario (invertito, mi verrebbe da scrivere ...): se toccano oro, lo trasformano in sostanza ben poco pregiata.
Non è certo, si diceva, la vicenda delle unioni omosessuali che rappresenta l’apice di una decadenza nei costumi che, come giustamente osserva StarsandStripesforever vede nella comune battaglia contro i simboli del Cristianesimo, una identità di intenti tra gli omo e gli islamici.
Ma alcuni risultati quei soggetti riescono ad ottenere.
Un recupero di interesse per le posizioni cattoliche, anche da chi, per anni, è stato distante dalla Chiesa.
Riescono a scuotere le coscienze, anche le più addormentate, e chiudere, uno dopo l’altro, ogni possibile soluzione di compromesso (e di questo sono loro grato) perché alla fine si arriva a dover scegliere tra l’essere parte di uno stato che non merita la maiuscola e che ha una legislazione di privilegio per le devianze sessuali, ed uno Stato che mantiene saldo il timone della moralità.
Riescono persino a fare pensare che, tutto sommato, potrebbe essere meglio una repubblica islamica di un paese (non una nazione che è cosa seria) dedito alle più laide pratiche sessuali.
E’ questo che vogliono ?
Lo avranno, però non si lamentino
.

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21 dicembre 2006

Libertà di stampa, libertà di pensiero


Con tre successivi post, Ares ha affrontato il tema degli scioperi dei giornalisti.
In un post si è soffermato sulla libertà di stampa che è libertà di manifestare il proprio pensiero.
Il problema che si pone è: fino a che punto in Italia abbiamo libertà di stampa e, quindi, libertà di manifestare il nostro pensiero ?
Intendiamoci, se ci paragoniamo a nazioni come Cuba o Iran, da noi è tutto grasso che cola, ma se guardiamo agli Stati Uniti vediamo tante limitazioni che derivano che una ristretta concezione della libertà.
Che cosa cambia se io edito e scrivo in un giornale diretto da un iscritto all’ordine dei giornalisti o da me stesso ?
Nulla.
La responsabilità, civile e penale, resta in capo a chi scrive, a chi dirige, a chi stampa.
Lì è il controllo sulla “correttezza dell’informazione”.
Per scrivere, come per parlare, non si richiede una specifica competenza (mi viene in mente un attuale ministro della repubblica che fa strage della nostra lingua …) per cui l’essere o meno iscritto ad un ordine è del tutto insignificante rispetto a quello che si scrive.
E quello che si scrive diventa rilevante civilmente e penalmente se si attribuiscono fatti illeciti o se si apostrofa qualcuno con vocaboli offensivi (e anche su questo ci sarebbe molto da disquisire).
Tra le tante inutili iniziative dei radicali l’unica forse realmente meritoria era quella di portare all’abolizione dell’ordine dei giornalisti: non se ne sente più parlare.
Eppure una tale iniziativa libererebbe energie e aprirebbe spazi di maggiore libertà per tutti.
Io ho una idea.
Desidero diffonderla.
La metto per iscritto.
La stampo e la metto a disposizione del pubblico
.
Se è una buona idea, se riesco a farla percepire come interessante, allora c’è caso che possa anche guadagnarci e sul mio guadagno pagherò le giuste tasse.
Ma perché prima di confrontare la mia idea con il mercato, devo essere obbligato a sopportare una lunga trafila burocratica di autorizzazioni e permessi ?
E mi viene da riflettere.
Chissà perché, tra le tante millantate “liberalizzazioni” che la sinistra ha cercato di piazzare, è stata accuratamente evitata ogni “liberalizzazione” della libertà di stampa ?
Sarà forse che la libertà di stampa e di pensiero mal si concilia con il dirigismo con il quale un manipolo di burocrati e funzionari di partito vorrebbe guidare la nazione ?

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20 dicembre 2006

Il cinepanettone non piace a sinistra


Non è notizia di giornata, ma avevo voglia da tempo di commentarla, a maggior ragione adesso che le hanno messo il silenziatore, essendosi accorti di aver fatto un passo falso.
Mi riferisco alla dichiarazione che una settimana fa, alla vigilia della programmazione dei film di Natale, alcuni parlamentari della sinistra hanno diffuso circa la qualità di tali film e il messaggio che, a loro dire, sarebbe diseducativo.
Se anche sono stati rimbeccati da una icona della sinistra come la Ferilli, il “pensiero” di quei parlamentari è tipico della sinistra.
Il cinepanettone è un classico per le nostre sale cinematografiche ed è un autentico toccasana, per gli incassi che produce, in un settore che, se dovesse basarsi sui film “educativi” che tanto piacciono (?) a sinistra, sarebbe fallito da un pezzo (soprattutto senza i cospicui contributi statali per film visti neppure dai parenti del regista).
Del resto, mi domando, con una finanziaria demenziale come quella posta in atto con la complicità dei senatori non eletti, vogliamo anche rattristarci al cinema nei giorni di Natale ?
Sì, sembrano rispondere i parlamentari di sinistra che, evidentemente, vorrebbero una nazione in gramaglie perenni, con cittadini “attapirati”, tristi e, possibilmente, poveri.
Poiché a farci diventare poveri e tristi ci stanno provando in tutti i modi con i loro provvedimenti legislativi, adesso tentano anche di rattristare il Natale, forse l’ultimo con qualche euro in tasca che cresce prima della vampirizzazione dei risparmi prodotto della politica da gabellieri della sinistra, ostracizzando le classiche commedie all’italiana.
Sembra in pratica che a sinistra la comicità sia gradita solo se ha risvolti politici, naturalmente colorata di rosso ed avendo come bersaglio il Centro Destra e Berlusconi.
Il resto è “diseducativo”, espressione tipica di una mentalità da indottrinamento statalista.
I Greci antichi avevano una espressione: “kalòs kai agathòs”, bello fuori, buono dentro.
Chi non sa apprezzare la comicità per quello che deve essere: un momento di relax, una risata, senza alcun messaggio di cosmica rilevanza da propinare, non è bello fuori, perché non sa ridere e, secondo lo schema classico, non ha un animo nobile.
E i risultati li vediamo in campo legislativo.

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19 dicembre 2006

Io, agnostico, sto con il Papa


Non mi ricordo esattamente quando ho smesso di andare a Messa se non nelle cerimonie, matrimoni, battesimi, funerali.
Sicuramente nel periodo delle superiori, prima della maturità.
Probabilmente ai tempi del ginnasio.
Il perché … beh, non mi sentivo in sintonia con sacerdoti che, alla Messa di Natale, invitavano i fedeli a fare offerte ma “non monete che disturbano il vicino” ...
Non ero in sintonia con sacerdoti e cattolici (oggi si definirebbero “adulti”) che strizzavano l’occhio ai comunisti fino a fare gli “indipendenti di sinistra” eletti nelle liste del PCI o a costituire comitati favorevoli al divorzio mentre la Chiesa era contraria.
Ho sempre ritenuto che un cattolico dovesse rispettare i dettami dell’organizzazione di cui faceva parte, sennò tanto valeva chiamarsene fuori e non definirsi più tale o,almeno, non più praticante.
Ho avuto anche la sfortuna di aver avuto come “mio” papa (cioè il papa della mia adolescenza) Paolo VI, con i suoi dubbi, i suoi tentennamenti, le sue sbandate (rigorosamente verso sinistra).
Non mi convinceva l’insegnamento che esaltava la povertà (ma perché mai ?).
Non sono riuscito a spiegarmi tanti misteri dell’insegnamento religioso e quando ho cominciato ad appassionarmi ai classici greco-romani ho trovato lì degli insegnamenti che mi sembravano (e mi sembrano tuttora) poter informare una vita degna di essere vissuta e che possono essere sintetizzati nelle tre formulette delle Istituzioni di Gaio (di cui venni a conoscenza più tardi, all’università):
noli tangere: non danneggiare gli altri
unicuique suum: dare a ciascuno il suo
honeste vivere: vivi onestamente
.
Ma, soprattutto, non sono riuscito (purtroppo) ad avere quella Fede (“'l'amor che move il sole e l'altre stelle”) di cui si legge tanto, ma che sembra non mi abbia ancora pervaso.
Con queste premesse è evidente una mia certa libertà nel giudicare la Chiesa e le sue posizioni che non sempre, anche durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II, ho apprezzato risultando in certi aspetti in contrasto con le mie idee personali.
Da qui una mia personale autodefinizione di agnostico: non so, non conosco.
Il primo anno di pontificato di Benedetto XVI però mi ha riavvicinato alla Chiesa, non alla sua liturgia, ma ad alcuni insegnamenti, sentendoli nuovamente “mieiin sintonia, cioè con le mie idee.
Ho avuto modo di leggere alcune opere dell’attuale Pontefice che mi hanno colpito per la facilità e semplicità di esposizione e per lo spessore culturale delle sue argomentazioni.
Ecco, la Fede resta importante, ma Benedetto XVI riesce anche a presentare e sostenere le tesi della Chiesa Cattolica con valide e solide argomentazioni che affondano le loro radici non in una richiesta di “credere”, ma nel diritto naturale, quello che permea l’intera umanità sin dai suoi albori.
Così la difesa della famiglia naturale, composta da un uomo e da una donna e dai loro figli, è un qualcosa che sento profondamente come “giusto”, indipendentemente dalla Fede.
E’ il nucleo fondamentale di qualsiasi agglomerato sociale che viene messo in discussione, con evidenti conseguenze sulla stabilità e futuro del nostro ordinamento qualora la famiglia venisse stravolta per inseguire i capricci sessuali di una minoranza.
Il richiamo a Valori trascendenti che fanno appello ai sentimenti più profondi di difesa dei deboli e di giustizia.
Che è giustizia sociale, ma che non significa indebito arricchimento di chi non lo merita, ma, a fronte del premio per capaci e meritevoli, sia un aiuto a chi si trova in momentanea difficoltà ma vuole reagire, non adagiarsi sull’aiuto altrui.
La testimonianza sul valore delle radici Cristiane, in contrapposizioni ad un nichilismo che in nome di una malintesa “parità” delle religioni, penalizza la Tradizione, senza capire che non è la religione Cristiana ad essere defraudata, ma la nostra Storia, il nostro intimo essere parte di una stirpe, di una “gens”.
E senza capire che quel popolo che non ha storia, che rinnega le sue radici è un popolo destinato a scomparire, ad essere ridotto in schiavitù.
Ovvio che permangono da parte mia delle situazioni di differenziazione, anche profonda, rispetto alla Chiesa.
Ad esempio le scuse che Giovanni Paolo II aveva ampiamente usato e che mi irritavano profondamente e che oggi Benedetto XVI è stato costretto a porre, sia pur non in modo esplicito, dopo la sua Lezione a Ratisbona.
Scuse che probabilmente se i governi europei avessero reagito come avrebbero dovuto, cioè difendendo la verità storica e sostenendo il diritto del pontefice a esporre liberamente il suo pensiero, probabilmente non sarebbero neppure state fatte.
E vari altri temi che richiederebbero, ognuno, uno o più post.
Ma la famosa “discontinuità” che Follini chiedeva a Berlusconi e che gli estremisti di sinistra chiedono a Prodi nei confronti del Governo Berlusconi, a me sembra di percepirla nel nuovo pontificato che può aprire una nuova stagione di progresso civile, sociale ed umano, rigettando le parole d’ordine del nichilismo e del materialismo egoista che si manifesta nel pretendere di chiamare “diritti civili” quelli che in realtà sono solo capricci, nel pensare che sia “bene” quel che in realtà è un “male”, pur se a volte necessario (certo non con la facilità che alcuni vorrebbero), ma che resta sempre un male, come l’aborto.
Mi sembra che con Benedetto XVI la Chiesa stia prendendo consapevolezza del suo rinnovato ruolo di guida morale che si rivolge anche a chi non è (più) praticante.
E considerata la deriva innescata da certi presunti “diritti” qualificati persino “civili”, c’è sicuramente bisogno di una Chiesa che riprenda con saldezza il suo ruolo di guida morale e vale la pena sostenere Benedetto XVI nel suo pontificato, per non lasciarlo solo come è accaduto dopo la Lezione di Ratisbona.
Ne vale la pena e non significa rinunciare alla propria libertà di giudizio.

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18 dicembre 2006

Finanziaria fuori della logica democratica


Il presidente di Alleanza Nazionale dichiara che “siamo quindi al di fuori della logica democratica se si sta al governo senza rappresentare la maggioranza di coloro che sono stati eletti”.
Fini si riferisce al costante salvataggio della sinistra operato dai senatori a vita.
In buona sostanza siamo davanti ad una minoranza parlamentare (oltre che nel paese) il cui governo non solo è sub iudice in relazione al reale risultato delle elezioni di aprile, ma è puntellato dal voto di senatori non eletti, senza i quali sarebbe già stato battuto ripetutamente e su provvedimenti essenziali.
A parte la vergogna che ricade sui senatori non eletti che dovrebbero rappresentare il meglio d’Italia, un esempio per tutti, ma il cui comportamento esclude ogni superiorità morale, immaginiamo cosa sarebbe accaduto se ad usufruire del sistematico voto dei senatori a vita fosse stato Berlusconi e il Centro Destra, magari vittorioso per un pugno di contestatissimi e contestabilissimi voti.
Le piazze si sarebbero riempite di manifestanti.
I “presidi democratici” avrebbero impedito ogni svolgimento delle normali attività produttive.
La stampa di regime (l’85%) avrebbe incitato all’odio contro “il despota”, contro il “Fascismo strisciante”.
Insomma, ci sarebbe stata una insurrezione sostanziale per porre fine ad un sistema che non rispecchiava la volontà popolare.
Noi di Centro Destra, lo abbiamo già scritto, siamo troppo buoni, abbiamo troppo inculcata in noi l’educazione e, quindi, la sinistra può permettersi di occupare il potere senza maggioranza e affidandosi a senatori non eletti privi di pudore e senso del ruolo.
Per cinque anni Berlusconi e il Centro Destra hanno governato (bene e adesso con la demenziale finanziaria della sinistra lo si può affermare con maggior cognizione di causa !) avendo
una chiara maggioranza elettorale e parlamentare e, almeno nei primi due anni di mandato, anche
con sondaggi sistematicamente a favore
.
La sinistra, pur avendo dalla sua i poteri forti, la stampa, la televisione prona al potere, qualunque esso sia, dopo soli 8 mesi sta aggrappata alle poltrone
senza una maggioranza elettorale chiara,
senza maggioranza parlamentare e
con sondaggi che la massacrano
segno inequivocabile del distacco dalle esigenze del Popolo nel cui nome si dovrebbe governare.
Vogliamo, noi di Centro Destra e l’invito è prevalentemente rivolto a chi ci può organizzare e mobilitare, toglierci i guanti bianchi, toglierci l’illusione che la lotta politica sia da affrontare come le elezioni in un esclusivo club inglese e cominciare ad assumere atteggiamenti, fornire suggerimenti (come, ad esempio, sulla resistenza fiscale) per restituire al Popolo il diritto di essere governato da chi il Popolo vuole ?
Vogliamo dire chiaro e tondo che le vessazioni fiscali imposte da una finanziaria passata grazie al voto di senatori non eletti saranno forse legali ma sono sicuramente moralmente illegittime ?

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17 dicembre 2006

Riassunto domenicale ...

... grazie alle ormai diffusissime "catene" via e mail
Cliccare sulla "faccia facciosa"





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16 dicembre 2006

PrivatizzeRAI


Il riconteggio delle schede elettorali procederà, lentamente e tra mille ostacoli frapposti da chi ha il timore di dove lasciare l’ambita poltroncina.
Ma l’Italia non può aspettare luglio con una sinistra che sta vampirizzando i nostri guadagni, con uno stillicidio di tasse (nuove o aumentate) che messe tutte assieme ammazzerebbero chiunque.
Ultimo “regalo” della sinistra un aumento del canone della televisione di ben 4,40 euro.
Il canone è stato bloccato dal Centro Destra per tre anni e la Rai è riuscita ad avere conti in attivo, riprendendosi anche il primato degli ascolti.
A cosa serve, dunque, l’aumento del canone ?
Ma, soprattutto, a cosa serve una Rai pubblica ?
A “sistemare” nani e ballerini ?
A fomentare polemiche, spartizioni e appetiti
(rigorosamente soddisfatti con i nostri soldi) ad ogni cambio di maggioranza in parlamento ?
Oppure a dare lavoro (comodo e ben remunerato) a chi invece di impugnare una penna (o un microfono) potrebbe al più impugnare una vanga ?
Allora, nel momento in cui la sinistra ricomincia con la politica di sempre: sottrarre denaro dalle disponibilità degli Italiani, non può che rilanciarsi la resistenza fiscale da un lato (e sul canone, se qualcuno vuole aiutarmi, mi sembrava che in rete ci fossero delle indicazioni ad hoc) e dall’altro riproporre la privatizzazione della Rai, di tutta la Rai, che la smetta di essere una palla al piede,
Una privatizzazione che, però, non dia disponibilità al governo che, subito, sperpererebbe quel denaro in iniziative clientelari, ma restituisca ai cittadini parte di quel che hanno versato per mantenere il carrozzone, diventando soci di fatto di una aziende che, in mani capaci, rende anche cospicui utili (come dimostra la gestione di Mediaset).
Vendere tutte le reti Rai e ripartire il ricavato tra tutti i cittadini.
La Rai restituisca agli Italiani quel che gli Italiani hanno versato per il suo mantenimento
.

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15 dicembre 2006

La saggezza antica per avere un futuro


L’aforisma di Publilio Siro recita:
Non vi è alcuna sicurezza nel guadagnarsi il favore di un nemico.
Il nemico si può chiamare amico solo quando è morto
”.
Chi vi si fosse soffermato a riflettere, avrebbe notato come sia composto da due periodi.
Se avessi voluto “lanciare un messaggio” sul fatto che “il nemico si può chiamare amico solo quando è morto”, avrei con più efficacia impostato il mio intervento sulla famosa frase del Generale Philip Henry Sheridan (foto), vincitore delle guerre indiane: "l’unico indiano buono è un indiano morto".
Frase che, si racconta, il Generale Sheridan pronunciò rispondendo a chi, criticando i suoi metodi, disse “ma ci sono anche indiani buoni”.
Frase che spesso viene utilizzata sostituendo a “indiani” una categoria in quel momento particolarmente invisa.
E mentre lo sciocco si ferma al dito, non sarà sfuggito ai lettori più attenti il primo periodo: “non vi è alcuna sicurezza nel guadagnarsi il favore di un nemico”.
E quello era l’insegnamento.
Possiamo ben immaginare come uno schiavo liberato, con una certa cultura, avesse contemplato nei giorni di schiavitù e in quelli della ritrovata libertà, l’essenza della vita e nei suoi aforismi cercasse di rendere gli altri partecipi delle sue conclusioni.
E perché noi posteri ci ostiniamo ad ignorare l’insegnamento delle menti migliori del passato ?
Perché, ad esempio, stendiamo ponti d’oro a chi vorrebbe solo distruggerci ?
Perché invece di difendere, consolidare e tramandare la memoria delle nostre radici, dei nostri costumi, delle nostre tradizioni, le occultiamo nel timore di “offendere” chi quelle radici, quei costumi, quelle tradizioni vorrebbe solo eliminare ?
Ma pensate che possano apprezzarci quando ci vergogniamo del nostro passato, dei nostri Avi ?
Pensate che cancellare dalle scuole elementari i canti di Natale, il presepe e i panini al salame renderà più concilianti i musulmani ?
O, piuttosto, non diventeranno sempre più aggressivi, non pretenderanno sempre di più, almeno finchè troveranno una controparte disposta a cedere ?
Non vi è alcuna sicurezza nel guadagnarsi il favore di un nemico.

P.S.: Forse qualcuno si sarebbe aspettato, vista l’insistenza con la quale sin dal 12 aprile mettevo in dubbio la formalizzazione dei risultati elettorali, un post sulla decisione della camera. Beh, ci avevo pensato ma poiché tale riconteggio è stato votato anche dalla sinistra, rimanendo in tema di citazioni classiche, “timeo Danaos et dona ferentes” e vorrei vederci più chiaro sulle modalità di riconteggio che, infatti, non sembrano proprio adeguarsi alla necessità di un responso chiaro, rapido e senza dubbi. Ma avremo modo di tornarci sopra.

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14 dicembre 2006

Gli aforismi di Publilio Siro


A volte ritornano.
No, non sto parlando degli eterni “rieccolo” della politica, ma delle reminiscenze degli studi classici.
A volte l’impostazione dei temi di maturità può dare spunto per un post che richiederà, inevitabilmente, una seconda parte di spiegazione.
Per intanto mi piace dire: commentate il seguente aforisma di Publilio Siro .

Non vi è alcuna sicurezza nel guadagnarsi il favore di un nemico.
Il nemico si può chiamare amico solo quando è morto”.

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