Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

28 febbraio 2006

Quos vult perdere, Iupiter dementat prius

Lo so, l'avevo già fatta questa citazione virgiliana riferita agli dei che, amando più Enea di Turno, fecero impazzire quest'ultimo per far giganteggiare il loro prediletto, ma in che altro modo si potrebbe meglio definire la decisione dell'unione eurabica di finanziare i palestinesi di Hamas con la bellezza di 120 milioni di euro ?

Da secoli, quando sale al potere un governo non gradito alla comunità internazionale, lo strumento principe e iniziale di pressione sono le sanzioni, cioè il blocco del commercio di beni.

Altro non faceva Cesare quando bloccava le città nemiche, così si faceva nel medio evo e così fece l'Inghilterra contro Napoleone e Lincoln contro gli Stati Confederati.

Per arrivare al nostro secolo con le sanzioni contro l'Italia Fascista dopo la conquista dell'Impero, contro la Repubblica del Sud Africa, contro il regime di Saddam dopo l'invasione del Kuwait.

Così poteva legittimamente essere fatto contro un governo palestinese affidato ad una organizzazione terroristica: Hamas.

Invece no.

L'unione eurabica concede gentilmente un finanziamento per pagare gli stipendi e le bollette della luce, in pratica dando ossigeno ad un governo che, nonostante questa regalia, rifiuta ogni condizione, incassa e neppure ringrazia, neppure si ammorbidisce, dimostrando quel che qui si è sempre sostenuto: i musulmani apprezzano la forza e disprezzano la debolezza.

E il finanziamento europeo è sintomo di estrema debolezza.

Con tutti i miliardi che gli stati petroliferi musulmani incassano, proprio l'europa deve finanziare Hamas ?

Sembrano proprio voler realizzare la profezia di Marx, sbagliata nei rapporti tra capitalismo e comunismo, ma che troverebbe la sua pratica attuazione oggi: il mondo civile che fornisce al barbaro aggressore la corda per impiccarlo.

Ma quanti europei saranno contenti di sapere che i loro soldi finiscono nelle tasche dei terroristi di Hamas (come prima, del resto, arricchivano il precursore dei terroristi Arafat) ?

Sarà il caso di diffondere ampiamente la notizia di come la commisisone europea usa i fondi comuni.

L'europa non perde un treno quando si tratta di dimostrarsi non all'altezza della tradizione delle singole nazioni che la compongono: meglio separati e uniti solo nell'Alleanza Atlantica che in una simile unione.

27 febbraio 2006

L'europa secondo Parigi

Il Ministro per le Attività Produttive Claudio Scaloja ha annullato l’incontro con l’omologo francese: perché ?

Perché abbiamo finalmente toccato con mano come Parigi intende l’europa.

La BNP Paribas può legittimamente conquistare una delle più prestigiose banche italiane (la Banca Nazionale del Lavoro), ma l’Enel non può acquisire una delle principali aziende energetiche francesi, la Suez.

Il governo francese ha prontamente modificato una legge per consentire ad un altro colosso energetico francese di acquisire la Suez e conservarne alla Francia la proprietà.

Ha fatto male ? No, abbiamo fatto male noi a credere nell’europa di Prodi e Ciampi.

A credere che altri Popoli, il cui nazionalismoche è tutt’altro che un sentimento negativo – è molto forte, la cui identità nazionale non è mai stata messa in discussione da ideologie internazionaliste, potessero mettere in comune quel che era loro.

Parigi accetta l’europa, certo, ma sulla base del principio: “quel che è tuo è anche mio, ma quel che è mio resta solo mio”.

Mi sono piaciute le reazioni di Scaloja e di Tremonti che hanno praticamente denunciato un comportamento che scrive la parola “fine” alle illusioni dell'europa concepita e sostenuta da Prodi e Ciampi, mentre è assordante il silenzio dei sacerdoti dell’europa unita e dell’euro che preferiscono criticare strumentalmente a fini elettorali il governo (il meno europeista che abbiamo mai avuto in Italia !), anzichè fare autocritica sulla loro concezione di europa.

L’europa di Prodi e di Ciampi è l’europa sottomessa a Parigi e Berlino.

Meglio comprenderlo tardi che mai: ma quelli l’hanno capito ?

25 febbraio 2006

La Casa delle Libertà per l'Occidente

Cos'hanno in comune l'appello del Presidente del Senato Marcello Pera Per l'Occidente - da noi sottoscritto - e il Programma della Casa delle Libertà - da noi idealmente sottoscritto - presentato ieri dal Premier Silvio Berlusconi ?
La semplicità.
La chiarezza nelle enunciazioni.
La concretezza dei propositi.
La validità dei Valori cui si ispirano.
E sono due documenti complementari.
Quello di Pera, come si dice, "vola alto", cerca (e riesce) a dare spessore etico e morale ad un impegno politico e sociale, ci propone i Valori fondanti di una comunità civile, quella Occidentale, che ha realizzato quanto di meglio abbia visto la storia dell'Umanità.
Ci comunica l'urgenza di un recupero diffuso di quei Valori contro il nichilismo di sempre e il relativismo di oggi, per resistere all'aggressione che un antico (e già sconfitto, ma sempre pericoloso nemico) sta portando alla Civiltà, sfruttando proprio i nostri principi di tolleranza, pace e fratellanza e approfittando di una immeritata circostanza favorevole che vede molti paesi musulmani detentori (momentanei) di un bene fondamentale al funzionamento delle nostre tecnologie.
Il Programma della Casa delle Libertà, invece, scende nel concreto e senza le fumose circonlocuzioni delle quasi 300 pagine del libro rosso di Prodi, Luxuria, Caruso, Grillini & Co., propone di continuare il percorso riformatore iniziato nel 2001.
Fisco e famiglia.
Grandi Opere e istruzione.
Sud e sviluppo.
Casa e sanità.
Energia e giustizia.
Già, giustizia: meritevole, grazie alla magistratura di parte che ci ritroviamo, della "g" minuscola.
E la preghiera del presidente della repubblica Ciampi che, dopo l'attacco fazioso al Premier, invita i magistrati ad apparire imparziali (notare bene: non ad esserlo, imparziali, solo a far finta di esserlo!).
E magistrati che si candidano nelle file della sinistra o diventano assessori nelle giunte di sinistra, sono una prova (ben più concreta e inconfutabile delle teorie che quegli stessi magistrati escogitavano contro Berlusconi) di quanto la magistratura sia divenuta, per opera di alcuni e acquiescenza di altri, collaterale alla sinistra, quindi priva di credibilità e di legittimità a giudicare l'azione degli altri cittadini (soprattutto di coloro che si riconoscono nel Centro Destra contro il quale quei magistrati si candidano nelle liste di sinistra).
E poi la riforma federale, una delle più importanti che abbiamo avuto, che consente di avvicinare i cittadini agli amministratori, eliminando alibi e reti protettive per le incapacità degli amministratori locali.
E la posizione di rilievo che la politica estera del Governo Berlusconi ha dato alla nostra Patria e che sarà certificata il 1° marzo prossimo da un evento quanto mai raro e che rende onore non solo al Premier, ma a tutti noi: Berlusconi parlerà al Congresso Americano, riunito in seduta straordinaria.
E' quindi un impegno forte, nei Valori e nel concreto.




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24 febbraio 2006

La canzone censurata:meglio pascià di Allah

Caravan Petrol è una canzone di Renato Carosone.

Chi è più esperto di me (ci vuole poco) in materia musicale dice anche che è una canzone piacevolmente orecchiabile.

Fu scritta negli anni cinquanta.

E' stata scelta come sigla di uno dei reality più in voga del momento: La fattoria.

Senonchè un attento osservatore segnala una manipolazione del testo.

Scomparso ogni riferimento ad Allah, per sostituirlo, in rima, con "pascià".

Gli autori si giustificano parlando di esigenze relative al gioco inserito nel reality.

Il sospetto che si tratti di una autocensura preventiva, nel nome del "politically correct", ma più ancora del "tengo famiglia", è però fortissimo.

Poichè ci è insopportabile ogni sentore di genuflessione verso l'aggressione musulmana, riproponiamo il testo originale della canzone, con Allah al suo posto.


Caravan petrol

Renato Carosone

Nisa-Carosone


(Coro)

Caravan petrol, caravan petrol,
caravan petrol, caravan petrol,
caravan...
M'aggio affittato nu camello,
m'aggio accattato nu turbante,
nu turbante a' Rinascente
cu o pennacchio rosso e blu...
Cu u fiasco 'mmano e o tammuriello
cerco o petrolio americano,
mentre abballano e beduine,
mentre cantano e ttribbù...

Comme sì bello
a cavallo a stu camello
cu o binocolo a tracolla,
cu o turbante e o narghilè...
Uè, si curiuso
mentre scave stu pertuso,
scordatello, nun é cosa:
cà o petrolio nun ce sta...
Allah! Allah! Allah!
ma chi t' ha ffatto fa'?
Comme sì bello
a cavallo a stu camello
cu o binocolo a tracolla
cu o turbante e o narghilè!

Cu o fiasco 'mmano e cu o camello,
cu e gguardie annanze e a folla arreto
'rrevutà faccio Tuleto:
nun se pò cchiù cammenà...
Jammo, é arrivato o pazzariello!
s'é travestito 'a Menelicche,
mmesca o ppepe cu o ttabbacco...
chi sarrà st'Alì Babbà?

Comme sì bello
a cavallo a tu camello...(ecc.)

(Finale)
Allah! Allah! Allah!
ma chi mm'ha ffatto fa'?
Comme so' bello
a cavallo a stu camello,
cu o binocolo a tracolla,
cu o turbante e o narghilè!

23 febbraio 2006

Finalmente bruciano anche il Tricolore

A Teheran una manifestazione antioccidentale si è conclusa con il più classico degli atteggiamenti razzisti: dare alle fiamme le bandiere nazionali degli stati “nemici”, dei “grandi Satana” occidentali.

Finalmente, per la prima volta, tra quelle bandiere, assieme a quella Statunitense, Britannica e Tedesca, c’era anche il nostro Tricolore: la consacrazione della nostra politica estera che ci ha portato a sedere al tavolo principale, in prima fila.

Oneri ed onori.

Non possiamo avere un ruolo nella politica estera se non vogliamo accettare i rischi che derivano da quel ruolo.

Devo dire che fui molto deluso dalla mancata partecipazione alla liberazione dell’Iraq, delusione solo in parte compensata dalla coraggiosa presenza dei nostri militari come forza di pacificazione (che è tuttora attiva diversamente dagli spagnoli costretti ad una fuga infamante dopo che Zapatero fu “sparato” alla guida del paese).

Se, poi, come riferisce il ministro degli esteri D’Alema … pardon, Fini (quando si tratta di islam li confondo … ), il merito di questo rinnovato interesse e considerazione per l’Italia deve essere attribuito all’ex Ministro Roberto Calderoli, allora dobbiamo ringraziare quest’ultimo due volte.

La prima perché ha dimostrato urbi et orbi che in Italia c’è ancora qualcuno che non si piega ai minacciosi ricatti dei musulmani.

La seconda perché, facendo uscire l’Italia dal cono d’ombra che favoriva l’ambiguità, costringe i governanti a precise scelte di campo: o di qua, o di là.

Stare con chi, auspice il Presidente del Senato Marcello Pera, ritiene che non si debbano fare più concessioni, ma mostrare determinazione nel rivendicare il nostro diritto alla libera satira.

Oppure stare con le fumose politiche da genuflessioni dei Prodi e dei Fassino che ancora oggi strologano di “dialogo” e di “musulmani moderati”, mascherando in tal modo una mentalità da resa, un po’ vigliacca e un po’ masochista, che ci porterebbe nuovamente all’italietta di un tempo e trasformerebbe tutti gli italiani in penosi dhimmi.

Anche un commentatore acuto e colto come Giordano Bruno Guerri, nel fondo di oggi (in link al titolo) su Il Giornale , ha ricordato come lo stesso corano invita ad attaccare – fino alla loro distruzione – i nemici che si mostrano paurosi e arrendevoli.

La teoria del “contenimento” (appeasement ) si è già dimostrata, alla prova dei fatti, un boomerang e le vicende islamiche ne sono l’ulteriore riprova: più si cede, più ci chiedono e infieriscono.

Calderoli, con il suo gesto di libertà, ha messo a nudo le contraddizioni della politica italiana, anche con un Centro Destra dignitoso e coraggioso su tante questioni, ma appiattito su vecchie e ammuffite politiche craxiandreottiane sulla questione musulmana.

Ben venga, quindi, il Tricolore al centro della violenza dei fanatici iraniani: magari può essere la volta buona che, messi con le spalle al muro, anche i nostri governanti cambino radicalmente la politica verso l’islam e si facciano promotori di analoga svolta in tutta l’europa.

Solo così potremo lanciare un messaggio chiaro e univoco ai musulmani: avete tirato troppo la corda, sta per rompersi e se si rompe, guardatevi dalla reazione del mondo civile !


Qui si parrà la nostra nobilitate.

22 febbraio 2006

I nuovi perseguitati

In principio fu Silvio Berlusconi.

L’accanimento nei suoi confronti ha raggiunto livelli impensabili.

Migliaia di perquisizioni, indagini, intercettazioni, processi.

Un’attività che sarebbe stata più opportunamente rivolta verso i criminali e non verso un signore di quasi 70 anni, grande imprenditore, artefice della fine del monopolio televisivo in Italia, che ha avuto il solo “torto” (per la sinistra) merito per tutti gli Italiani, di “scendere in campo” e impedire la deriva comunista del paese in un momento in cui, persino i più sciocchi, avevano capito “di che lacrime grondi e di che sangue” quella barbara, sanguinosa e infame ideologia.

Oggi possiamo allungare l’elenco dei nuovi perseguitati: per le idee che professano.

Mentre i vari “nessuno tocchi Caino” si preoccupano di non punire adeguatamente criminali efferati, anzi cercano, con la complicità degli oclocratici, di aprir loro (o a molti di loro) le porte della galera tramite amnistie, indulti e grazie, si prendono di mira scritti e opinioni per imporre una cappa di conformismo ideologico.

Vediamo così Oriana Fallaci denunciata a ripetizione per aver affermato il suo amore per l’Occidente e la Libertà e per aver individuato il grande pericolo nelle insorgenze islamiche.

Analogamente in Italia si lincia mediaticamente un Ministro, Roberto Calderoli, costringendolo alle dimissioni, per aver, ironicamente e pacificamente risposto alle violenze musulmane, con le quali gli islamici cercano di impedire il libero manifestarsi delle idee e della satira.

Ultimo episodio di questa serie, la condanna dello storico inglese David Irving e ben tre anni di carcere in Austria, per aver espresso una sua personalissima ma argomentata opinione sull’Olocausto e il regime Nazionalsocialista di Hitler.

Insomma: non si può dire/scrivere quello che si pensa, ma ci stiamo avviando verso canoni obbligatori da rispettare.

Il famigerato politicamente corretto.

Giunge quindi a proposito il “manifesto” redatto dal Presidente del Senato Marcello Pera, nel quale si invitano gli Italiani, gli Occidentali a recuperare il senso della loro/nostra esistenza, ricercandolo nelle nostre radici.

Perché si possa ancora dire/scrivere quello che si pensa senza guardie censorie che oggi hanno la barba degli imam e dei loro dhimmi e ieri erano le guardie rosse della “rivoluzione” maoista e che non sono altro che due facce della stessa medaglia di orrori e di errori.

21 febbraio 2006

Incriminiamo anche il Sommo Poeta ?

Roberto Calderoli è diventato il simbolo delle libertà calpestate e offese dal conformismo buonista, filoislamico e un po' tanto vigliacchetto che lo ha costretto alle dimissioni da Ministro.
E' stato persino denunciato dalla procura di Roma per "vilipensio di religione" e ci si domanda dov'erano questi solerti funzionari dello stato quando veniva offesa la religione cristiana e il suo principale simbolo (il Crocefisso) nonchè il suo massimo esponente (il papa).
Suggeriamo allora di denunciare anche Dante Alighieri, il Sommo Poeta, e tutti gli editori e antologisti che lo pubblicano.
Perchè ? Perchè Dante fece ben di peggio che mostrare una maglietta con una vignetta, ma scrisse ... così:


Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
com’io vidi un, così non si pertugia,
rotto dal mento infin dove si trulla.
Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e ’l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.
Mentre che tutto in lui veder m’attacco,
guardommi, e con le man s’aperse il petto,
dicendo: «Or vedi com’io mi dilacco!
vedi come storpiato è Maometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.
E tutti li altri che tu vedi qui,
seminator di scandalo e di scisma
fuor vivi, e però son fessi così.
Un diavolo è qua dietro che n’accisma
sì crudelmente, al taglio de la spada
rimettendo ciascun di questa risma,
quand’avem volta la dolente strada;
però che le ferite son richiuse
prima ch’altri dinanzi li rivada

(Dante Alighieri. Inferno. Canto XXVIII)



Non vi sembra che Dante meriti il rogo e la dannazione eterna, nonchè l'oblio della memoria ?

20 febbraio 2006

La democrazia degenerata:attualità di Polibio

Polibio, 2° secolo a C., fu uno storico greco, vissuto a lungo a Roma, dopo aver fatto politica in Grecia ed esservi ritornato dopo la conquista Romana aiutando il suo paese ad adattarsi al ruolo di provincia romana.

Fu un grande ammiratore di Roma e della suo sistema politico che esaltò nelle sue “Storie”.

Ma fu anche l’autore della cosiddetta “teoria dell’anaciclosi”, cioè la teoria ciclica delle costituzioni e dei sistemi politici, con la quale ritiene che un sistema politico complesso e completo, viva come un ciclo biologico che si ripete all’infinito, alternando i vari sistemi.

Polibio divide le “costituzioni” politiche in tre positive (Monarchia, Aristocrazia e Democrazia) e tre negative (Tirannia, Oligarchia e Oclocrazia talvolta più popolarmente tradotta come Demagogia).

Secondo lo storico greco la Monarchia (positivo) al termine del suo ciclo si corrompe e diventa Tirannia (negativa).

La Tirannia viene abbattuta dall’Aristocrazia (positiva) cioè dagli uomini migliori della società che riescono a sopraffare il tiranno e che, dopo aver ben governato, vengono a loro volta corrotti dalla Oligarchia, cioè da un sistema che alimenta se stesso, senza ricambi e senza basarsi sulle qualità di chi governo.

A questo punto interviene il Popolo che rovescia gli oligarchi e instaura la Democrazia, dove le decisioni vengono prese con un sistema di bilanciamento tra esigenze vaste dell’intera comunità.

Ma anche la Democrazia è destinata a corromporsi e, per inseguire l’adesione delle masse (del volgo inteso in senso spregiativo: oclos = plebaglia) e a trasformasi in Oclocrazia (Demagogia).

L’Oclocrazia è il governo dei bassi istinti, della plebaglia, dell’ignoranza ed è destinata a far riaprire il ciclo biologico dei sitemi politici con una rinnovata Monarchia.

Se accettiamo l’insegnamento di Polibio, possiamo individuare il periodo che stiamo vivendo ?

Beh, se guardiamo alle manifestazioni di piazza, alla canea urlante che, perdendo ogni umanità assomiglia sempre più alle bestie, inneggia agli assassini di Nassirya e vediamo che, invece di reprimere con durezza simili manifestazioni, vengono richieste – e ottenute – le dimissioni di un coraggioso Ministro che ha risposto con ironia alle violenze ed al razzismo degli islamici, possiamo sicuramente inserire il periodo che viviamo in Italia nella peggiore oclocrazia.

Oclocrazia che si manifesta anche nelle dichiarazione di una persona normalmente stimabile e coraggiosa come Silvio Berlusconi che sulla questione musulmana, probabilmente per colpa di "consigliori fraudolenti", sembra aver perso la sua naturale e abituale lucidità e fermezza, per adagiarsi sulle posizioni rinunciatarie e vili di chi ha già l’habitus mentale del “dhimmi”, dello schiavo apparentemente libero.

Insomma, una concessione ad uno dei più bassi istinti umani: la paura.

Una manifestazione quindi di perfetta oclocrazia: aspettiamo, polibianamente, di risorgere con una nuova Monarchia !

19 febbraio 2006

La parola a Calderoli


Concludiamo la "trilogia" di post sulla vicenda della t-shirt e del cedimento alle intimidazioni islamiche, dando la parola a Roberto Calderoli, con il suo intervento pubblicato oggi sulla Padania.

Ho detto basta alle strumentalizzazioni

Quando qualcuno ti attribuisce, anche strumentalmente, la responsabilità di una tragedia, prima arriva il dolore, poi la preghiera per chi non c’è più e poi l’esame di coscienza: che cosa ho fatto e dove potrei aver sbagliato?
Da questo esame ho tratto una serie di errori commessi e posso pertanto dire che mi sento colpevole:
a) di essere un uomo libero e di pensare di vivere in un mondo libero, dove il tuo pensiero, seppur critico, sia consentito. Ma così non è: il cristiano deve ubbidire e subire, gli altri devono comandare e possono ricattare.
b) di pensare che non possano esistere differenze di sesso, di religione e di razza. Ma così non è: l’uomo prevale sulla donna e, tutti e due, se appartengono ad una certa religione, prevalgono su tutti gli altri, e tutto questo perché l’ha detto il Profeta.
c) di non aver taciuto il mio sdegno davanti alla mattanza di più di 160mila esseri umani all’anno, trucidati solo perché rei di professare la religione cattolica, e di aver gridato allo scandalo di fronte al silenzio, non tanto del mondo islamico, quando di quello occidentale, di fronte all’assassinio di un sacerdote e alle tre mattanze di cristiani avvenute nelle Filippine nelle ultime settimane.
d) di pensare che qualcuno possa impunemente dichiarare, nell’anno del signore 2006, che un giorno l’Islam dominerà tutta l’Europa.
e) di aver preteso che i diritti che si vogliono riconosciuti agli ospiti nel nostro paese vengano allo stesso modo riconosciuti ai nostri concittadini nei paesi da cui questi ospiti provengono. E, invece, consulte e moschee per tutti a casa nostra, anche in assenza dei requisiti che vengono richiesti ai comuni mortali, o ancor peggio realizzate con i denari dei contribuenti, e l’arresto per il cristiano che osa avere una croce addosso o peggio ancora la pena di morte per chi sostiene “che Gesù è il figlio di Dio”.
f) di essermi rifiutato di cancellare la nostra identità, la nostra storia, i nostri usi e le nostre leggi, per sostituirli con quelli che l’ultimo arrivato ci vuole imporre con la scusa della sua integrazione.
g) di pensare che prima sia venuto il terrorismo e solo dopo le ancora imperfette reazioni del mondo......occidentale, anche se qualcuno, oggi, vorrebbe sostenere che Guantanamo sia la causa e la colpa delle Twin Towers e non la conseguenza.
Potrei proseguire con queste lettere fino a completare l’alfabeto per una serie ennesima di volte, prima di riuscire a citare tutto quello di cui sono colpevole.
Ma forse è più facile semplificare il tutto nella mia più grande colpa originale: non sono ipocrita, non riesco a tacere quello che penso, non mi lascio calpestare i piedi, e soprattutto la testa, per convenienza o per interesse, visto che in gioco non ci sono io ma una civiltà, che, ormai cotta nel burro, sembra preferire gli ozi e la decadenza imperiale al proprio orgoglio, alla propria identità, ai propri valori e ai propri ideali.
Se queste sono le colpe allora io sono colpevole, con l’aggravante della recidiva e del non pentimento, e quindi voglio pagare, perché così salvo la mia coerenza che ritengo certamente più importante di tutto il resto.
Piuttosto che rinnegare anche solo un millimetro di quello in cui credo, non ho il minimo problema a lasciare una carica per cui, normalmente, si arriverebbe anche a vendere l’anima al diavolo pur di ottenerla e conservarla.
Ho sempre considerato l’incarico di ministro come una cosa non mia ma prestatami invece da Umberto Bossi e nelle sue mani, con gioia, l’ho rimesso.
Non ho nulla da rimproverarmi a riguardo: dovevo riformare la Costituzione e la legge elettorale e l’ho fatto e queste due riforme potranno essere cancellate solo dal popolo e non certo dai giochini degli interessi nazionali o internazionali.
Mi è sempre andata stretta la cravatta da ministro a cui ho sempre preferito “le braghe corte”, per cui tante volte sono stato contestato e quindi oggi, dopo le dimissioni, mi sento più leggero: dimissioni che tante volte in tanti, sia esponenti di maggioranza che opposizione, avevano già richiesto, ma tali richieste per me suonavano come un invito a restare.
Ora, invece, posso togliere il disturbo, perché l’ho concordato con Bossi e perché se la mia presenza al governo può rappresentare un possibile rischio per un nostro concittadino nel mondo, o peggio ancora il facile alibi per un attentato a casa nostra, allora deve prevalere il senso di responsabilità.
So bene che tutto è strumentale.
Ma, davanti al rischio che tutto questo possa rappresentare anche solo un lontano pericolo per un capello di un nostro concittadino, o che la cosa possa essere utilizzata strumentalmente ai danni della Lega, mi faccio da parte.
Da parte come ministro, ma non certo come militante.
E questo lo faccio a maggior ragione alla luce delle incomprensibili dichiarazioni di oggi del presidente del Consiglio, che vorrebbe attribuire a me le responsabilità di quanto successo e non al fanatismo islamico.
La mia battaglia a difesa dei principi sacri che mi hanno inculcato i miei genitori e i miei nonni inizia ora, finalmente non più ministro e libero di difendere questi ideali e questi valori.
Non attaccherò mai una religione in quanto tale e anche solo la semplice ironia sulla stessa mi fa orrore: forse, però, avrei dovuto difendere questo principio sostenendo l’orgoglio di essere cristiano, piuttosto che difendendo la libertà di pensiero, e quindi di satira, che è stata interpretata come attacco; ma rivendico il mio orgoglio di essere cristiano, e come tale, perdono chi, per paura o per il ricatto, non difende la propria identità e i propri ideali.
Il coraggio, come diceva il saggio Manzoni, “uno non se lo può dare”.
Di Don Abbondio è pieno il mondo, sia in maggioranza che in opposizione, anche se in quest’ultima c’è chi con il terrorismo ci sguazza; sicuramente con gente del genere i mercanti dal tempio non li avrebbe mai scacciati nessuno.
Alle trombe e i proclami di questi potenti, però, preferiamo la nostra umiltà e la nostra disponibilità a pagare con le dimissioni e, a dar retta alle minacce, anche con la vita, la difesa di un mondo basato sulla religione dell’amore e non su quella dell’odio.
Noi non vogliamo fare paralleli con Gesù, come fa Berlusconi, perché siamo uomini modesti, che si fanno il segno della Croce e si inginocchiano quando sentono quel nome, ma a cui va il sangue alla testa quando qualcuno sostiene che Gesù è il suo servo oppure che le bombe, le decapitazioni, gli assassini o le persecuzioni, sono cose dovute in nome di una religione.
Davanti a cose del genere non mi sento che di affermare, anche se la frase è stata già detta da qualcuno che mi fa ribrezzo, che: “Io non ci sto”.
La gente mi dice di non mollare ed è quello che farò, non mollerò, ma soprattutto non chinerò mai la schiena e a tutti dico: schiena dritta e avanti!

18 febbraio 2006

Uscita con onore per Calderoli


Dopo il post di questa mattina, a seguito delle dimissioni presentate nel pomeriggio, ritengo doveroso esprimere apprezzamento, senza se e senza ma per il (purtroppo) ex Ministro Roberto Calderoli.

Adesso siamo al “dopo dimissioni”.

Un dopo dimissioni decisamente più oscuro, esattamente come accadde dopo le dimissioni di un Tremonti (luglio 2004) poi richiamato a furor di popolo.

E come per Tremonti sono certo che Calderoli avrà riconosciuta la sua giusta battaglia e anche in tempi brevi: il 9 e 10 aprile e in termini di voti.

Calderoli ha interpretato gran parte del sentimento popolare che ne ha abbastanza delle imposizioni esterne alle scelte nazionali.

Calderoli, ha agito al momento giusto e con le argomentazioni adatte.

Al momento giusto perché sarebbe stata provocazione gratuita esporre vignette e magliette in assenza di un motivo di attualità come quello che viviamo oggi.

Con le argomentazioni adatte perché, a fronte della barbarie di chi uccide e si uccide, di chi devasta e incendia, la risposta di Calderoli è quella, civile, dell’ironia.

Il gesto di Calderoli vuole dire (e come Ministro allora in carica l’ha detto in nome di tutti gli Italiani):
NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE !

Peccato che proprio gli alleati di governo, abbiamo mostrato di essere intimiditi dalle violenze musulmane e abbiano, spiace dirlo, calato le braghe.

Calderoli, con le sue dimissioni e le motivazioni, ha anche dato una lezione di serietà ed esce dal Governo a testa alta, così come c’era entrato e lavorato fino a portare a compimento la devolution iniziata da Bossi.

Adesso a chi toccherà ?

Alla Santanchè che è già sotto scorta per aver scritto un libro messo all’indice dai musulmani ?

Oppure a qualcuno di noi sorpreso a mangiare un panino al salame ?

Per parte mia riconfermo stima nei confronti di Roberto Calderoli (avercene di personale politico così !) .

IO STO CON CALDEROLI !

Io sto con Calderoli


Nel momento in cui scrivo non so se il Ministro Roberto Calderoli abbia subito il deludente diktat di Berlusconi (probabilmente assillato dai suoi consigliori fraudolenti) e si sia dimesso o se la sua dichiarazione di disponibilità a farlo in cambio di una ufficiale presa di posizione dell'islam contro la violenza e per la pacificazione, equivalga ad un beffardo rifiuto.

Sì, perchè sappiamo tutti che l'islam non è in grado di parlare con una sola voce e basta un imam che racconti le sue favole per scatenare le violenze di piazza, quindi subordinare le dimissione all'accettazione del metodo pacifico da parte dell'islam è come dire: non mi dimetto.

E, per evitare ogni dubbio, spero che tale sia l'atteggiamento di Calderoli, che nessuno può obbligare a dimettersi e che ha tutte le ragioni di questo mondo a manifestare la sua rivolta contro il razzismo, la violenza e le aggressioni che il mondo musulmano - subornato dai suoi imam - porta all'Occidente e alla Civiltà.

Io sto con Calderoli e rimango deluso da un Berlusconi che, pieno di forza e di energia contro la sinistra e i comunisti, da un Berlusconi che si dimostra Leader chiudendo l'accordo con Alternativa Sociale, ma che quando si tratta di islam e di musulmani si lascia guidare da consigliori fraudolenti che non corrispondono ai sentimenti che sicuramente albergano nell'animo del Popolo Italiano.

Un Popolo che ama la pace, la tranquillità e il benessere, ma non certo il cedimento verso l'aggressività dei fanatici islamici.

La pace non è un bene se le si sacrifica la libertà e il diritto.

Non vedo per quale motivo Calderoli debba dimettersi se a Bengasi, sobillati dai loro imam (ieri, venerdì, era giorno di preghiera per i musulmani), assaltano il nostro consolato, dimostrando di non avere la benchè minima coscienza democratica e tolleranza per la satira.

Calderoli, alle rivolte violente e razziste dei musulmani contro le vignette danesi, risponde con legittima durezza e determinazione ma, poichè è una persona civile, poichè noi siamo popoli civili, la risposta non comprende violenze su cose e persone, non significa devastare edifici, lanciare sassi, uccidere, bensì si usa la testa e l'ironia: le t-shirt con le vignette.

Non è ammissibile che si continui a cedere terreno nei confronti delle pretese islamiche.

Non è tollerabile che noi si debba chiedere scusa (come ha fatto la Norvegia) per evitare di vedere aggredite le nostre legazioni nei paesi musulmani.

Non è accettabile che noi si debba rinunciare anche a una sola oncia della nostra libertà, per allungare una mano verso le pretese degli imam che, quella mano, vogliono solo mordere.

Il messaggio che ha dato la Norvegia con le sue scuse, che darebbe l'Italia con le dimissioni di Calderoli è un messaggio sbagliato, di debolezza, di paura, di viltà.

Un messaggio che verrebbe interpretato dai musulmani nel mondo, anche quelli in Italia, come una autorizzazione a chiedere di più, a pretendere di più e ad aspettarsi di essere accontentati.

Calderoli resti al suo posto da Ministro e Berlusconi non ascolti i suoi consigliori fraudolenti che lo fanno parlare come un qualsiasi esponente dei partiti di sinistra.

Sosteniamo la battaglia di civiltà di Calderoli e scriviamo ai giornali:

IO STO CON CALDEROLI !

17 febbraio 2006

Consigliori fraudolenti

La campagna elettorale della Casa delle Libertà procede molto bene.

Un Silvio Berlusconi motivato e motivante, è riuscito a recuperare nei sondaggi e ha dato la carica - anche di fiducia - a militanti ed elettori.

Risulta quindi incomprensibile il duplice errore con il veto a Destra nei confronti di Roberto Fiore (Forza Nuova) e Adriano Tilgher (Fronte Sociale Nazionale) apparentati in Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini (Azione Sociale) e la sparata finiana contro Roberto Calderoli (Lega) per le t-shirt con le vignette su Maometto.

La nostra speranza è che si sia trattato di una svista, di un inciampo provocato da "consigliori fraudolenti", il cui unico risultato sarebbe, spostando a sinistra il baricentro della CdL, di far vincere le elezioni ad un Prodi in difficoltà.

Sì, perchè è evidente che un veto, una barriera a Destra - quando, se si vuole costruire una Grande Destra, su quel versante non devono esistere confini - porterebbe con estrema semplicità e naturalezza anche elettori radicati a Destra, che pur sono lontani dalle posizioni di Fiore e Tilgher a NON votare CdL, per una mera questione di principio.

Sono infatti inaccettabili e intollerabili veti, barriere e confini a Destra e tutte le componenti di Destra devono avere pari dignità, senza richieste di esami, con l'unica variabile che deriva dal peso elettorale di ciascuno.

Lo stesso dicasi nei confronti della Lega, maggiorato dal ben più consistente e determinante peso elettorale e soprattutto su un tema, quello delle nostre radici (Romane e Cristiane e non musulmane), della libertà di stampa e satira, che non può ammettere opportunismi, censure, diplomatici silenzi o vili omissioni.

In una competizione elettorale in cui sembra sempre più credibile un arrivo al fotofinish, anche le percentuali decimali hanno un peso rilevante, a maggior ragione se appartengono di diritto alla Grande Destra, molto più che quei (pochi) radicali (la cui affidabilità sarà tutta da verificare sul campo del futuro parlamento) che hanno abbandonato Pannella e neppure osano presentarsi autonomamente, ma ben comodi nelle liste di Forza Italia.

L'auspicio è che Silvio Berlusconi si dimostri un vero Leader per e di tutto il Centro Destra, ponendosi e proponendosi come garante della pari dignità di tutte le componenti, al servizio della vittoria contro la sinistra, ignorando i "consigliori fraudolenti" che, come nel 1996, lo spingono ad una rottura che consegnerebbe l'Italia alla sinistra.

E nella prospettiva di una Coalizione forte e che guardi alla Grande Destra, la "Destra della Destra", Alternativa Sociale, con una conferenza stampa congiunta tra Mussolini, Fiore e Tilgher ha confermato l'alleanza con la CdL, con la rinuncia a candidarsi dei tre leaders: un gesto di alto valore simbolico e morale.

Adesso tocca alla CdL accogliere senza ulteriori distinguo le sigle che si riconoscono in Alternativa Sociale, quindi le idee di cui sono portatrici, di gran lunga più importanti delle "gambe" sulle quali cammineranno.

16 febbraio 2006

L'unione dei capricci

Ma avete provato a fare un riassunto delle proposte della sinistra “di governo ?

NO alla TAV
NO ai termovalorizzatori
NO alla centrale a carbone a Civitavecchia, si rifaccia tutto per trasformarla a gas (proprio ora !)
NO ai degassificatori
NO all’energia eolica (deturpa il paesaggio)
NO al “ponte Silvio” che unirà la Sicilia al continente
NO al Mose (e che Venezia sprofondi pure !)
NO alla riduzione delle tasse (salvo proporre un improbabile calo del costo del lavoro di 5 punti)
NO alla legge Biagi (forse per rispolverare Co.co.co e LSU ?)
NO al decentramento federalista
NO alla riforma della giustizia per una giustizia giusta
NO all’Alleanza Atlantica
NO alla liberazione dell’Iraq (magari vorranno rimettere al potere Saddam)
NO al diritto di Israele ad esistere
NO ai nuvi strumenti di telecomunicazione
NO alla scuola riformata
NO … NO … NO …

E si potrebbe continuare in una sequenza infinita che disegna una Italia medioevale, povera e assoggettata alla guerra tra bande (sinistre).

Del resto cosa ci si potrebbe aspettare da una coalizione che non è riuscita a trovare un leader che sia tale ed ha dovuto rispolverare un vecchio arnese delle partecipazioni statali, con una “tavola rotonda” composta da funzionarietti di partito che non hanno mai avuto la ventura di lavorare ?

E cosa ci si potrebbe aspettare da una coalizione che, riempiendosi la bocca di “diritti” (ma senza mai accennare ai “doveri”) cerca di andare incontro ai capricci più disparati e candida al parlamento Luxuria, Caruso e Grillini ?

Possiamo tutti immaginarci l’assalto che subirebbero le finanze statali dalle pretese di tutti questi diritti” senza doveri se la sinistra riuscisse a strappare il governo del paese al Centro Destra.


E possiamo tutti immaginare la decadenza morale e politica di un’Italia devastata da leggi realizzate ad hoc per soddisfare i capricci di questo e di quello.

14 febbraio 2006

Pena di morte:e un'altra vita sarebbe stata salvata

Il Brigadiere dei Carabinieri Cristiano Scantaburlo è stato assassinato all’alba del 12 febbraio da un pregiudicato che, per la seconda volta, ha approfittato della concessione della semilibertà, per evadere, rubare una macchina e, scovato, uccidere di nuovo.

L’assassino, fortunatamente abbattuto da un collega del Brigadiere assassinato, era stato condannato a 21 anni di galera per aver ucciso a Mezzolara di Budrio (Bologna) una donna di 65 anni, cassiera in una stazione, rubando 50.000 lire (sì: lire, non euro !!!).

Il crimine era stato particolarmente efferato: 70 coltellate !

Vuol dire che l’assassino, ha colpito, e colpito, e colpito, e colpito, per 70 volte, con una ferocia ed un sadismo che non possiamo neppure immaginare.

Un figuro di questo genere poteva essere condannato a “solo” 21 anni, per poi, ben due volte, concedergli un permesso e/o la semilibertà ?

La società civile non avrebbe dovuto tutelarsi ed esercitare su di lui il diritto legittimo di comminargli la massima pena, quella capitale ?

Se quel figuro fosse stato giustiziato adesso un Carabiniere sarebbe ancora vivo.

E a nulla valgono le querimonie sulla “certezza della pena”, perché gente così non si redime in 10 anni e neppure in 30.

Chi uccide con 70 coltellate non è il rapinatore che perde la testa durante un’azione criminosa e, preso dal panico, spara uccidendo.

Chi uccide con 70 coltellate prova piacere nell’infliggere dolore e morte.

Chi uccide con 70 coltellate, se messo nelle condizioni di reiterare il crimine, lo fa e spetta ad uno Stato Civile tutelare i cittadini onesti: ripristinando e comminando la pena di morte per liberarci, per sempre, da simili individui.

Se così fosse stato, oggi il Brigadiere Cristiano Scantaburlo sarebbe ancora vivo.


Riflettiamoci.

13 febbraio 2006

LA PEGGIO GIOVENTU' VII

NOVEMBRE 1969.

1 Novembre: Roma, bomba al cinema Brancaccio.
Linea ferroviaria Treviso-Udine, attentato dinamitardo.

4 Novembre: Torino, ordigno esplosivo contro la scuola religiosa "San Giuseppe".
Prato, bombe contro un' industria tessile.

5 Novembre: Torino, sette studenti di sinistra arrestati per attentati vari.
Milano, violenze alla Bracco, Lagomarsino e IBM Italia.

6 Novembre: Torino, violenti incidenti provocati dai comunisti; feriti il vice-questore, un ufficiale di polizia e 33 agenti.
Pordenone, assaltata la sede del giornale "Il Gazzettino".
Bari, violenze dei comunisti contro impiegati ed operai; feriti 2 operai e 5 uomini delle forze dell'ordine.
Milano e provincia, gravi incidenti per gli scioperi dei metalmeccanici. Presa di mira la FIAT in Corso Sempione: tafferugli e sassaiola, contro l'edificio e contro la Pubblica Sicurezza, che si chiude con 56 feriti, di cui 53 della polizia. Picchetti bloccano la Bracco Industria Chimica e la Roche.
Bassano del Grappa, azioni di disturbo alle industrie Metalfusione F.lli Toniotto, F.lli Meneghetti e ISCA con imposizione agli operai ed impiegati di abbandonare il posto di lavoro.
Stessa imposizione da parte di elementi estranei all'azienda ai lavoratori della UNI.MAC e della FIMA. Sabotata la linea ferroviaria Brindisi-Taranto.
Bari, alla FIAT scontri tra scioperanti e personale che vuole lavorare: 2 feriti.
A Milano si vieta al personale con la violenza di tornare al lavoro nelle Aziende: Roche, S.I.O., Columbia e Gnocchi, Cartiera Binda, Kores, Gunther Wagner, Schering e Bracco.
Incidenti a Bologna alla Ducati Elettrotecnica, alla Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti di Genova, alla Olivetti di Ivrea, a Bergamo e Stezzano.

7 Novembre: Milano, operai comunisti dell' Alfa Romeo aggrediscono un giornalista ed un fotoreporter del "Corriere della Sera".
Trieste, aggrediti due fotoreporter del giornale "Il Piccolo".

8 Novembre: Genova, i comunisti aggrediscono gli operai dei Cantieri del Tirreno che rifiutavano di scioperare.
Roma, estremisti di sinistra invadono la Facoltà di Magistero dell' Università.

10 Novembre: Rovagnasco di Segrate, la Everest Calcaterra è fatta segno di vandalismi.

11 Novembre: Torino, violenze alla FIAT Lingotto: bloccati gli uffici della Direzione; feriti un agente ed un carabiniere.
Milano, invaso lo stabilimento Corrada a Lainate e costretti allo sciopero i lavoratori della Roche e della Bracco.
Venezia, minacciati i dipendenti della Mira Lanza da gruppi di scioperanti.

12 Novembre: Torino, violenze agli stabilimenti FIAT a Mirafiori, Lingotto e Stura. Impedito l'accesso agli impiegati.
Genova e Torre Annunziata, occupate dai metalmeccanici le stazioni ferroviarie.
Invasioni, minacce e vandalismi alle Officine Meccaniche Putin di Villaverla; alla SIAE Microelettronica di Cologno Monzese; alla Poli-Chimica ed alla Roche di Milano.

13 Novembre: Torino, nuove violenze alla FIAT; aggrediti gli operai della Commissione Interna a Rivalta.
Bologna, il Consiglio Comunale decide il trasporto gratuito per gli scioperanti.
Manifestazioni ed incidenti in tutta la penisola: a Milano alla Risomesa, alla S.I.O. ed alla Roche; a Bergamo alla Revisione Macchine Utensili, alla SIAD, alla Magrini ed alla SACE; a Siracusa occupata la Strada Statale 114.
Roma, nuove violenze alla Facoltà di Magistero.

14 Novembre: Torino, la FIAT sospende 29 operai denunciati per atti di violenza. Disordini alla Lancia.
Minacce e percosse a chiunque voglia lavorare: alla Roche a Bergamo; alla Inverni di Senago; alla Manuli Dardanio di Brugherio.
Vandalismi alla Officina Meccanica Beltramelli di Stezzano e alla F.lli Lanza di Predore.
Sesto San Giovanni (Mi), distrutte le auto e le moto degli operai e degli impiegati che non aderiscono allo sciopero.
Bologna, assaltato l'Istituto Tecnico "Pacinotti".

15 Novembre: Roma, cortei e blocchi stradali.

17 Novembre: Seriate, alla IBI la ditta viene invasa e danneggiata, operai ed impiegati malmenati.

19 Novembre: Venezia, assaltata la direzione delle Assicurazioni Generali, e gli impiegati salvati a stento dalla polizia.
Volanti Rosse imperversano al Nord in spedizioni punitive contro chi non sciopera: alla SIT a Schio, al Lanificio Nicolato di Chiampo, alla Smalteria e Metallurgia Veneta di Bassano del Grappa ed alla Pellizzari di Arzignano.
Fondi (Lt), occupato ed incendiato il Municipio; numerosi feriti fra i carabinieri.
Portici (Na), distrutti 6 autobus dai manifestanti.
Catania, Taranto, Trento, Bari, violenti incidenti.
Milano, i comunisti provocano violenti incidenti nelle strade del centro. Ucciso l'agente di Polizia Antonio Annaruma, ferito il questore Mario Guida e oltre 60 agenti. Assaltate le ambulanze che trasportano i feriti.

20 Novembre: Torino, devastato da studenti di sinistra il Liceo "Gioberti".

21 Novembre: Roma, i comunisti tentano di provocare un' insurrezione tra i detenuti del carcere "Regina Coeli". Aggredito e derubato un ufficiale di polizia.
Milano, anarchici tentano di invadere il Palazzo di Giustizia. Violenze alla FIAT, alla UNILIT ed alla Pirelli.
Torino, sabotaggi e scontri tra operai e dipendenti della Azienda Tranviaria.

23 Novembre: Roma, violenti incidenti, ferito un sottufficiale di polizia.
Genova, aggressione da parte comunista contro i partecipanti al comizio del parlamentare liberale Durand de la Penne.

24 Novembre: Roma, attentato dinamitardo contro la Caserma dei Carabinieri della Legione "Lazio".

25 Novembre: Roma, il Partito Comunista costringe la giunta comunale a stanziare 30 milioni a favore degli scioperanti. Trovato ordigno esplosivo sotto un ponte dell' Olimpica.

30 Novembre: aggressioni da parte di estremisti di sinistra contro la comunità Israelitica romana.







Mimmo Pinto: chi era costui ?

La candidatura di Francesco Caruso al parlamento nelle file della sinistra di Prodi (lista di osservanza bertinottiana), mi ha fatto venire in mente un nome dal lontano passato: Mimmo Pinto.

Un napoletano eletto in parlamento a metà degli anni settanta, nel pieno della sbornia postsessantottina e dei nostri anni di sangue, divenuto celebre per essersi posto a capo dei “disoccupati organizzati” (ma lui si è dimostrato molto organizzato ...).

Un percorso politico che parte appunto dai disoccupati, Lotta Continua (ricordate il movimento di Sofri ?) , Democrazia Proletaria (rifugio di tanti dispersi dell’estrema sinistra, a cominciare da quel Mario Capanna che sul “68” ha costruito al sua personale fortuna) ai radicali (sempre loro disposti a candidare chiunque) poi … l’ho perso di vista.

Ecco il Caruso che si candida nella coalizione di sinistra con Prodi candidato premier rappresenta ai miei occhi la reincarnazione di Mimmo Pinto.

Probabilmente Caruso ha capito che non poteva passare la vita a manifestare (prima o poi sarebbe arrivato qualcuno che gli avrebbe soffiato la "stecca" da "pazzariello") e così, invece di trovarsi un lavoro per fare una qualche esperienza, ha preferito proporsi per la camera dei deputati.

Un buon stipendio per i prossimi cinque anni, una pensione sicura, un ufficio anche quando sarà “ex”.

E, se la fortuna lo assiste, magari una brillante carriera come quella di altri suoi predecessori che, partiti dall’ultra sinistra, adesso hanno comode posizioni in politica e fuori, onorati e riveriti, soprattutto quando rievocano quegli anni "formidabili".

Ma l’Italia ha proprio bisogno di gente così ?

E con che faccia Bertinotti (che sarebbe il volto “serio” dell’opposizione !!!) candida i Caruso e i Luxuria ?

E’ proprio vero: anche i comunisti cambiano.

Peccato che mantengano i vizi del passato e perdano solo le (poche) virtù che appartenevano loro.

12 febbraio 2006

Discriminazione contro Scharzenegger


Il Governatore Repubblicano della California, di professione attore, cioè uomo di spettacolo, era nell’elenco degli ospiti d’onore del prossimo festival di Sanremo, la kermesse canora più famosa e importante d’Italia.

Sono insorti i sacerdoti del politicamente corretto: Schwarzy, no !

Perché no ? Perché si è macchiato della gravissima colpa di aver negato la grazia a due criminali condannati a morte – da un regolare processo e dopo le abituali lunghe attese per esaminare ogni più piccolo aspetto del crimine loro attribuito – che, pertanto, hanno subito la giusta punizione.

I pasdaran del politicamente corretto non ammettono che Caino sia punito con una pena proporzionata al crimine commesso e che è comminata in base ad un ordinamento giuridico formato regolarmente da un voto parlamentare, in un sistema che non priva gli imputati di nessuna garanzia, neppure la più piccola.

Così, quella autentica accozzaglia del politicamente corretto si è sollevata contro la possibile partecipazione dell’attore Schwarzenegger, contestandogli di aver fatto (bene) la parte reale di Governatore della California, applicando il principio che i rei, condannati dopo un regolare processo, vanno puniti.

E intanto i “protetti” di costoro, usufruiscono di permessi, semilibertà e benefit di ogni genere, come è accaduto l’altro ieri a Verona , tanti Caino che circolano felicemente liberi di tornare a colpire Abele.

E leggendo le sciocchezze tirate fuori per contestare la presenza di Schwarzenegger a Sanremo, traiamo sempre più la convinzione che la battaglia di civiltà è dare certezza alle pene e che queste siano proporzionate ai delitti commessi, per punire il reo e per tutelare, anche per il futuro, i cittadini onesti.

E tra queste pene, quella capitale ha piena legittimità quando predeterminata per casi specifici e comminata dopo un processo regolare e con tutte le garanzie di difesa: come è stato in California, rendendo giusta la decisione di Schwarzenegger di negare la grazia e discriminatorie le proteste contro la sua presenza a Sanremo.

11 febbraio 2006

I "Centri" del mio mondo

Nominato” da L'Ineffabile con un post che è linkato anche al titolo, mi accingo nell’impresa e, sicuramente influenzato dal suo racconto, avevo pensato di rievocare un viaggio ad Atene nel lontano 1985, ed in particolare un momento di assoluta “atarassia”, che mi dava l’impressione di essere vicinissimo agli Dei della Grecia classica, quando, sceso dall’aereo, sistemati i bagagli in albergo, ci siamo seduti (a stomaco vuoto !) in un bar in piazza Omoia a bere – accaldati come eravamo per il viaggio e per il caldo che avevamo trovato nella capitale greca – una bella birra …

Ma, poi, ho pensato: se si deve parlare del mio “centro” del mondo, non posso parlare che di … casa mia.

E’ il mio vero “centro”.

Ci abito dall’età di tre anni e mezzo (alla fine di questo 2006 completerò il mio primo mezzo secolo di vita … ) e ci sono tutti i ricordi, genitori, amici, tutto il percorso scolastico.

A ben pensare il periodo più lungo di lontananza fu l’anno del servizio militare e ad ogni licenza tornavo a casa con grande soddisfazione: la mia vasca da bagno, il mio letto, il mio televisore … e adesso anche il mio computer, il mio studio, la mia libreria …

Una volta mi sono messo a contare i libri (tra romanzi, saggi e testi vari): quasi 6000 volumi (adesso credo di aver superato tale cifra).

Certo, non tutti li ho comprati io, una buona parte furono raccolti da mio padre, ma anch’io ho contribuito ad arricchire una biblioteca che ora – spazio tiranno ! – è articolata in varie stanze e che sono stato costretto persino a sistemare con gli scaffali che devono sopportare la doppia fila (e una parte l’ho trasferita da una quindicina di anni nella casa di montagna).

E se mi affaccio alla finestra vedo il campetto che, noi bambini, abbiamo sfruttato, anno dopo anno, per giocare a calcio e pallavolo e basket e ping pong, sotto gli amorevoli e vigili occhi dei nostri genitori: si scendeva le scale ed eravamo al parco giochi.

Ed eravamo in tanti.

E il campetto, adesso tutto ricoperto di un bel manto erboso segno inequivocabile del mancato utilizzo, allora, per lo sfruttamento intensivo cui veniva sottoposto, era in gran parte spelacchiato.

E vicino al campo, il bosco, misterioso, con due “perle”.

Un manufatto diroccato che chiamavamo “la tomba etrusca” e una caverna dove la leggenda raccontava fossero state rinvenute armi della seconda guerra mondiale.

Girando l’angolo, vedo la discesa, ora occupata da macchine parcheggiate, ma che negli anni sessanta (quando la neve arrivava puntuale per Natale) era la nostra pista di slittino, perché non passava nessuna macchina e nessuno spazzaneve.

E mi ricordo gli amici di infanzia, molti dei quali sono rimasti o sono tornati ad abitare qui, nel segno di un attaccamento a quella che fu una infanzia felice e che è stata per noi tutti una scuola di vita che ha contribuito a renderci quel che noi siamo oggi.

Quale miglior “centro” del posto dove c’è il proprio passato, presente e futuro ?

10 febbraio 2006

Fabio Capello: un Campione vero

Lo avevamo apprezzato, centrocampista d’ordine, di qualità e di quantità, nella Juventus, nel Milan e nella Nazionale.

Lo stiamo apprezzando come allenatore vincente: con il Milan e con il Real Madrid, con la Roma e con la Juventus.

Il suo carattere burbero, da friulano di poche parole e molti fatti, lo porta inevitabilmente ad esercitare una profonda influenza sui suoi giocatori, tanto che persino un “cavallo pazzo” come Cassano ha per lui parole di stima.

Adesso possiamo elogiare Fabio Capello anche come Campione d’onestà intellettuale, Campione del politicamente scorretto, Campione perché non si lascia irretire e influenzare dalle mode e dalle convenienze del momento.

La sua frase “se in Spagna oggi tutto funziona il merito è dell'«eredità di ordine» lasciata da Franco” ha fatto il giro dei giornali ed è persino approdata ad una interrogazione all’europarlamento (o neuroparlamento, vista l’isteria che attanaglia certi suoi componenti ?) dove, neanche ricordarlo, ha innestato l’ennesima filippica del politically correct, accusando Capello di “apologia di Fascismo”.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole del polticamente corretto, dove, a dar retta ai sacerdoti di tale nuova religione assolutista, non si potrebbe più dire la verità, se esce dagli schemi loro graditi.

E quel che ha detto Capello non è altro che la verità, certificata anche dall’instabilità che caratterizza i paesi ex comunisti che, ad ogni elezione, cambiano orientamento, buttandosi ora a destra ora a sinistra, senza permettere lo svolgimento di una seria politica articolata nel tempo.

In Spagna, invece, a parte l’incidente di percorso di questo Zapatero autenticamente “sparato” alla premiership dalle bombe dei terroristi, l’ordine con il Caudillo ha gestito la Spagna, ha consentito, alla sua morte, un tranquillo ritorno della democrazia parlamentare, del re e una pacifica alternanza tra Destra e sinistra (almeno quella di Gonzales, una sinistra normale).

Ma parlare bene di uno dei babau dei pasdaran del politicamente corretto non si può, no, non si può.

Meglio continuare a raccontare la favola del lupo cattivo …

Per questo non possiamo che ringraziare Fabio Capello per aver squarciato il velo dell’ipocrisia, dimostrandosi Campione nella vita (a differenza di altri che, pur grandi campioni di calcio, sono cattivi maestri nella vita, tra droga e manie rivoluzionarie) dopo esserlo stato sui campi di calcio.

09 febbraio 2006

Stop alla droga !

Finalmente è legge !

Dopo anni nei quali la legislazione era scivolata sempre più verso un pericoloso permissivismo, ieri la Camera dei Deputati ha approvato la norma, contenuta nel decreto olimpiadi, che inasprisce le pene contro la droga.

E' venuta meno l'ipocrita distinzione tra droghe presunte "pesanti" e presunte "leggere", confermando quindi l'assunto che molti operatori del settore hanno ripetutamente espresso: la droga è male e fa male.

Inasprite le pene per lo spaccio e il possesso di quantità che eccedono il modico uso personale.


Ecco, il "modico uso personale", che sarà determinato con un decreto ad hoc, mi lascia perplesso, come sono personalmente perplesso dal reiterarsi di una distinzione tra drogato e spacciatore (che non esisterebbe se non esistesse il primo).

Questi due punti mi inducono a sperare in ulteriori restrizioni, finalizzate ad azzerare completamente ogni permissivismo nei confronti dell'uso della droga.

Non sfugge a nessuno come anche il piccolo drogato, soprattutto quanto è in crisi di astinenza, possa essere socialmente pericoloso, con tentativi di scippo e rapina per procacciarsi il denaro necessario a comprare qualche dose, anche se per "modico uso personale".


Ma ciò non toglie nulla alla soddisfazione di vedere questa legge, legge di uno Stato che merita, oggi, la maiuscola, nella speranza che una magistratura - globalmente forse non all'altezza di uno Stato con la maiuscola - non si metta ad "interpretare" le norme, come troppe volte accade, a favore di Caino e contro Abele.

E se in questo blog abbiamo più volte criticato il Ministro Fini, questa volta lo ringraziamo per la determinazione con cui ha portato al traguardo questa legge che è una legge che appartiene, eticamente e culturalmente, alla Destra.

08 febbraio 2006

Conto l'intolleranza dei liberal/libertari.

Apprendo da Bernardo che, in risposta a certe "simpatiche iniziative censorie" in atto da parte di una sparuta ma chiassosa minoranza di radical/liberal/liberari che frequentano e leggono Tocqueville,è stato aperto un nuovo Blog che oggi posta così:

TOCQUEVILLE: LIBERI DI DISCRIMINARE NO, LIBERI DI PENSARE SI'
Confesso di essere profondamente sconcertato.
Su TocqueVille tira un'aria di caccia alle streghe e di normalizzazione culturale che non mi piace davvero.
In materia di omosessualità i post non conformi al politicamente corretto sono stati sistematicamente ignorati e l'ultima iniziativa di daw e di altri lo testimonia. Ora siamo arrivati al libro delle delazioni di Brainwash!
Purghe staliniane in salsa liberale? No, grazie. Io non accetto patentini di conformità da parte di nessuno: questa triviale cultura da "motorizzazione incivile" non mi appartiene.
Iniziative simili mettono in evidenza scarsa cultura liberale - quella autentica - e il fin troppo facile ricorso agli slogan e alle parole d’ordine di un incolto conformismo libertario, nemico della libera dialettica delle idee e portatore di una melensa e infertile burocrazia della cultura.
Io dichiaro pubblicamente di ritenere l’omosessualità una patologia e l’aborto un omicidio legalizzato: tutto ciò non mi ispira alcun comportamento discriminatorio o violento, ragion per cui non accetto lezioni o liste di proscrizione.
Che si spacci per difesa dei valori liberali una banale coperta di Linus non è solo grave ma anche piuttosto ridicolo.Questo blog raccoglierà e contesterà ogni abuso dei politicamente corretti che inquini il libero confronto delle idee tra liberi individui e, nel contempo, ogni maliziosa deriva all’interno della nostra Città verso la normalizzazione culturale: IL PRIMO DOVERE DI UN LIBERALE E' QUELLO DI RIGETTARE OGNI IDEA CHE NON SIA IL FRUTTO DI UNA SUA LIBERA SCELTA.

BERNARDO


http://politicamentescorretti.splinder.com

07 febbraio 2006

I mille volti dell'intolleranza

In questi giorni abbiamo la possibilità di constatare come sarebbe la società vagheggiata dai seguaci del politicamente corretto.

A Livorno al parlamentare leghista Borghezio - già aggredito e ferito in treno dai no global - sono state lanciate bombe carta per impedirne il comizio.
A Roma al Ministro Alemanno è stato impedito di parlare in una sede pubblica (circoscrizionale).
Sabato 4, una corriera di Forza Italia, di ritorno dal convegno di Modena cui ha preso parte il Premier Berlusconi, è stato assaltato e preso a sassate.
A Trebisonda, Turchia, un sacerdote Italiano è stato assassinato nel nome di Allah.
A Damasco e Beirut sono state date alle fiamme le ambasciate danesi e a Gaza è stata distrutta la legazione europea (cioè del principale finanziatore dei palestinesi !) per protestare (?) contro la legittima espressione di satira con le ormai notissime vignette su Maometto (una delle queli pubblicata anche qui).
In Italia la sinistra vorrebbe impedire a Berlusconi di parlare in televisione e in radio ed esporre l'attività svolta dal Governo.
Rifondazione Comunista (partito determinante nella coalizione che sostiene Prodi) vorrebbe espropriare le case "a disposizone" dei loro proprietari.
La fiaccola olimpica - cui persino nell'Antichità si inchinavano i belligeranti - è oggetto di continue aggressioni da parte di estremisti in cerca di facile notorietà.
Chi si oppone al degrado morale che porta a considerare normale, ciò che normale non è, viene messo all'indice dal razzismo del terzo millennio, quello del politicamento corretto, elevato a "idolo d'oro" da chi è ormai privo di Valori.

I mille volti dell'intolleranza, dell'estremismo urlato per coprire il vuoto morale e di idee, oltraggiano e tentano di conculcare, con la loro aggressività, la libera espressione del pensiero, delle idee e delle opinioni.

Come possiamo rispondere a questa campagna che vuole demolire - pur nella ovvia diversità dei singoli episodi - la società, questa nostra società, che i nostri Padri hanno costruito a prezzo di tanti tentativi ?

Una società che, contrariamente a quanto biascicano i suoi detrattori è la migliore possibile, quella che ha dato di più al maggior numero di persone.

Recuperando i Valori della Tradizione.

I Valori delle nostre Radici che sono Romane e Cristiane.

Solo recuperando quei Valori, saremo in grado di rispondere con forza - e non con compromessi - alle aggressioni esterne dell'inciviltà della violenza e ai capricci maniacali di alcuni nostri concittadini.

Reagire si può e, soprattutto, si deve.

06 febbraio 2006

Programma per il governo che verrà

Spesso, nei rivoli delle polemiche spicciole, si perdono di vista le questioni importanti e concrete.

Senza avere la pretesa di esaurirle, vorrei esporre le mie personali priorità, che mi piacerebbe venissero affrontate da un nuovo Governo Berlusconi nella prossima legislatura.

In un certo senso il tema l’avevo già affrontato in The Right Nation. La Grande Destra, qui mi limito a circoscrivere temi specifici.

In primo luogo pongo la questione della intromissione dello stato nelle nostre vite e nelle nostre tasche.
Molto è stato fatto, partendo da una situazione disastrosa, ma i prossimi cinque anni saranno detrminanti per eliminare lo statalismo assistenzialista (non la solidarietà !) dalla nostra vita.
Quindi ulteriori forti riduzioni delle imposte, cessazione di ogni contribuzione statale a sindacati ed aziende che non sappiano gestirsi imprenditorialmente, servizi forniti a prezzo di costo.
In parole povere: riduzione delle imposte al minimo indispensabile per il funzionamento della macchina statale (Forze Armate, Polizia, giustizia, politica estera, camere e ministeri).

Ma anche abolizione degli Ordini professionali, a cominciare da quello dei giornalisti: se uno vuole veicolare le sue idee possa farlo liberamente, assumendosi la responsabilità in proprio di quel che firma.
In parole povere: abolizione di ogni reato di opinione per rendere effettiva la libertà di stampa, di pensiero e di veicolare le idee.

Una ulteriore stretta nella legge sull’immigrazione, che apra le quote solo agli immigrati assimilabili, secondo il concetto espresso nel settembre del 2000 dal Cardinale Biffi.

Completare la riforma della giustizia con l’elezione diretta dei pubblici ministeri (così appagano la loro voglia di elezioni che si manifesta con le candidature nella sinistra ….) e la nomina di giudici tra avvocati e giuristi di chiara fama ed esperienza e non in base ad un concorso teorico.

Dare certezza alle pene inflitte, con l’abolizione dell’amnistia e dell’indulto e la regolamentazione del diritto di grazia, per quei casi in cui emergono fatti inoppugnabili sull’errore nella sentenza di condanna.
Personalmente aggiungerei: ripristino della pena di morte

Nel campo del lavoro revisione della legge sugli scioperi con l’imposizione, ope legis, di una norma che imponga lo “sciopero virtuale” e regolamentazione dei sindacati con l’applicazione dell’art. 39 della costituzione.

Proseguimento delle opere pubbliche, a cominciare dal “Ponte Silvio” (sullo stretto di Messina), dall’alta velocità, dal Mose.

Ripristino della politica nucleare per rendere meno dipendente l’Italia dalle forniture energetiche estere.

Revisione dei trattati europei, con l’opportunità di battere nuovamente moneta (affiancando la lira all’euro) e di determinare in piena autonomia la politica nazionale in ogni suo campo, in sostanza riducendo la piovra di Bruxelles ad una semplice spazio economico comune.

Rafforzare i legami di alleanza con gli Stati Uniti nel nome di un atlantismo e occidentalismo non solo formale e di maniera, ma sostanziale e di convinta adesione.


E, poi, ancora: privatizzare la Rai, sopprimere i contributi all’editoria, rivedere la legge sulle Opa, Opas e Ops … insomma tanto di più importante che non inseguire i capricci di qualcuno che pone al centro del mondo i propri personali solipsismi e le proprie frustrazioni … ogni riferimento a pacs e politically correct è semplicemente voluto

04 febbraio 2006

Per vincere bisogna registrarsi

In attesa del debutto di lunedì, B4CdL si trasferisce sul nuovo sito.
Ovviamente il passaggio è dovuto alla enorme quantità di contatti registrata negli ultimi tempi (il blogroll ormai contiene quasi 200 blog!!!), alla possibilità di avere un URL "personale" ed anche alle enormi possibilità che la piattaforma adottata garantisce a partire dalla velocità di dowload e dal NUOVO FORUM.
Insomma è la svolta definitiva.
I prezzi da pagare sono 2, ma molto moooooooooolto piccoli : innazitutto segnatevi il nuovo URL cioè http://www.b4cdl.com/ .
Il secondo piccolissimo prezzo da pagare è iniziare a registrarsi sul PORTALE (cosa che permette poi l'accesso a tutti gli altri servizi compreso il forum ed i commenti!) : ci vuole un attimo ed i vantaggi coprono largamente i due secondi di tempo dovuti alla registrazione.


PS : una piccola richiesta di aiuto rivolta specialmente a tutti i blogger aderenti al blogroll di B4CdL. Pubblicate e diffondete il più possibile questo post così che tutti sappiano del nuovo corso di B4CDL. Anche questo è un piccolo passo necessario alla vittoria! UNITED WE'LL WIN ! GRAZIE !


P.P.S.: E grazie a Kagliostro che ha scritto la presentazione del nuovo Portale per tutti noi !

03 febbraio 2006

Quando non c'è la pena di morte

A Umbertide, provincia di Perugia, una settimana fa il Carabiniere Donato Ferruoglio, 30 anni, una moglie e una figlia di sei mesi, ha perso la vita in un conflitto a fuoco con dei criminali che avevano rapinato una banca.
Sono ancora in corso le ricerche degli assassini.

Tre giorni fa, le cosiddette “bestie di Satana” sono state condannate a pene variabili tra i 24 e 26 anni per i cinque, brutali, omicidi accertati.

Casi, simili, di brutale delinquenza omicida.

Casi, simili, anche in quello che potrebbe essere lo sviluppo della pena (inflitta alle “bestie” e che verrebbe inflitta ai rapinatori se mai saranno catturati).

In Italia non c’è la pena di morte.

In Italia una condanna a 20 – 30 anni renderà libero il feroce assassino in circa la metà del tempo previsto (se non prima).

Se si considera che i condannati sono tutti sotto i 30 anni, scontata la pena (scusate l’espressione che non significa nulla !) avranno ancora davanti tutta una vita.

Quella vita che hanno tolto ai loro coetanei, vittime della loro brutale perversione criminale, quella vita che i rapinatori di Umbertide hanno tolto al Carabiniere Ferruoglio.

Domando: è giusto ?

La mia risposta è: no !

La certezza nella piena durata della pena è una utopia e i criminali (come si può leggere dalle loro dichiarazioni) ne sono consapevoli.


Il tragico è che ne sono consapevoli anche i famigliari delle vittime che, fra qualche anno, avranno la possibilità di incontrare per strada, liberi, felici e VIVI, i brutali assassini dei loro cari.

02 febbraio 2006

Berlusconi, Maometto, la satira e gli Stati Uniti

C’entrano ? C’entrano … c’entrano …

La Destra che mi piace

Sembra che Silvio Berlusconi nell’imminenza delle elezioni abbia trovato nuova forza e saltella dalla radio alla televisione a dire tutto quello che avrebbe dovuto dire in questi cinque anni e che a noi di Destra piace sentire.
E che, magari, vorremmo ascoltare anche dagli altri leaders della Coalizione (e non le tafazzate sugli spinelli o l’accampare dubbi meriti sul mantenimento della marx condicio).
Senza ripetere qual che è già ben noto, ripropongo solo la domanda base dell’ultimo intervento di Berlusconi a Porta a porta:
perché Fiorani è in carcere con i suoi collaboratori, mentre Consorte (e collaboratori) sono in libertà ?

Senso dell’ironia

Berlusconi ha accusato la sinistra di non avere senso dell’ironia, di non sapersi ridere addosso.
In effetti se guardiamo i sinistri (da D’Alema a Prodi, da Fassino a Rutelli, passando per Pecoraio, Cossutta, Bertinotti) li vediamo sempre con espressione cupa, come apparivano i gerontocrati membri del politburo sovietico durante la parata del primo maggio.
Ma se i compagnuzzi alla matriciana sono tristi e basta, cosa dobbiamo dire dei musulmani che – direbbe il Giusti – “per que’ pochi scherzucci di dozzina”, richiamano ambasciatori e assediano la delegazione europea nei territori palestinesi ?
E ricordate quante minacce per l’affresco che, richiamando Dante, raffigura Maometto all’inferno e custodito presso San Petronio a Bologna ?
Loro possono scaraventare il Crocefisso dalle finestre, ma noi non possiamo fare un po’ di sana ironia o esporre un ‘opera d’arte.
E c’è pure qualcuno che vorrebbe si presentassero delle scuse ….
L’europa che si scusa, l’europa che non mi piace.

La mia America

Sin da bambino sono stato un grande ammiratore degli Stati Uniti.
I film western e John Wayne, il fascino della Grande Frontiera e il Far West, il coraggio e la giustizia in un territorio vasto e deserto.
Così non posso che raccomandare la lettura dello splendido post della nostra amica Lontana che riesce perfettamente ad interpretare lo spirito profondo dell’America che riconosco nella presidenza Bush, come ritrovavo in quella di Reagan.
L’America che mi piace.