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08 settembre 2006

Dalla Calabria lo stimolo per lo sciopero fiscale


La Calabria fu la regione che diede a giugno la maggior percentuale di voti contrari (vado a memoria: l’82%) alla Riforma Costituzionale di stampo Federalista, alla Devolution.
Come ricorderete il principio informatore la Riforma era l’autonomia su una vasta gamma di materie e, anche, la responsabilizzazione degli amministratori locali in ordine alal gestione economica e di bilancio.
In parole povere: ogni regione avrebbe dovuto gestire un bilancio, senza aspettarsi regalie da uno stato che in tal modo non era più assistenzialista.
Chi poteva essere contro a tale, epocale, trasformazione, che avrebbe consentito un miglior utilizzo del denaro pubblico, cioè dei nostri soldi, chiudendo i rubinetti delle clientele e, quindi, favorendo una ulteriore riduzione delle tasse ?
Naturalmente chi, con le clientele, con l’uso, anche legittimo, per carità, del denaro pubblico, cioè di tutti noi, foraggiava iniziative in perdita o assunzioni senza necessità.
In questo ambito nota è la vicenda dei forestali.
Ma le vicende riportate nell’ultimo mese, ci danno anche un’altra chiave di lettura, ferma restando la presunzione di innocenza dei soggetti coinvolti.
Quale parte politica ha brandito il “no” alla Devolution, saldando strumentali motivazioni politiche con il clientelismo dello stato assistenzialista e improduttivo ?
La sinistra.
E nel giro di un mese ben due alti esponenti del PCI/PDS/DS : Franco Pacenza e Nicola Adamo, rispettivamente capogruppo e vicepresidente della regione Calabria, sono risultati indagati per fatti connessi all’uso di denaro pubblico.
Il primo, addirittura, era stato arrestato, poi scarcerato dai girotondi dei comunisti che, evidentemente, in questo caso (trattandosi di uno dei loro e non di Berlusconi o Previti) hanno rispolverato uno dei principi cardine del nostro ordinamento: la presunzione di innocenza.
Ma, a parte questa nota di carattere giudiziario, ciò che in questa sede preme sottolineare è la coincidenza di vicende connesse tra l’uso e la destinazione di denaro pubblico e la percentuale bulgara che la Calabria ha regalato agli oppositori di una riforma che avrebbe costretto ad un più oculato e meno clientelare uso dello stesso denaro pubblico.
Ed è clientelare, sia ben chiaro, ancorché legittimamente approvato e vidimato, ogniqualvolta si usano i nostri soldi non per finalità di interesse generale, opere pubbliche, infrastrutture, servizi, ma per “sistemare” qualcuno, al di là delle reali necessità, produttività e investimento, con l'idea di riceverne poi il voto.
E’ quindi abbastanza evidente quanto sia stato strumentale il “no” di certi settori politici ad una Riforma che avrebbe chiuso molti (non ho l’illusione di dire “tutti”) rubinetti dello spreco e dello sperpero clientelare.
Ma ogni volta che c’è qualcuno che, senza produrre alcunché, incassa denaro pubblico, c’è anche qualcuno che quel denaro lo perde e sono i cittadini che quel denaro lo versano nelle casse dello stato, prelevato dai loro guadagni e in percentuali progressive assolutamente inaccettabili.
Allora cosa devono dire questi cittadini che vedono i loro soldi utilizzati senza alcun ritorno per loro ?
La risposta, se la Casa delle Libertà vorrà darla, organizzando una protesta che tolga alimento alla spesa pubblica, c’è e si chiama sciopero fiscale.

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3 commenti:

marshall ha detto...

Mentre scrivevo, ieri sera, il post sulla villa di Bertinotti a Massa Martana, proprio a questo pensavo, ad uno sciopero fiscale: mezzo innocuo e senza spargimenti di sangue per far cambiare l'andazzo.
Poichè i sindacalisti hanno spesso abusato dello sciopero, a volte solo per mettersi in luce e raggiungere così gli scopi personali della visibilità mediatica, da usare, al momento opportuno, per scopi elettorali, non vedo perchè gli elettori contribuenti non possano pensare di arrivare ad una soluzione del genere: sciopero fiscale autoproclamato e senza la mediazione di alcun sindacalista.

Anonimo ha detto...

Nicola Adamo l'estate scorsa era già salito agli onori delle cronache per aver messo incinta la sindaco di Cosenza, Eva Catizone, senza riconoscere il bambino... Ecco, una brava persona così.
Sullo sciopero fiscale concordo: si sa che i moderati e i liberali non sono tipi da scendere in piazza, perché al contrario dei compagnucci non sono intruppati nelle ideologie decerebrate; però è un elettorato che si incazza come una iena se qualcuno tocca i suoi interessi: che è ciò che Prodi si accinge a fare. Io credo che lo sciopero fiscale avrebbe successo, altroché.

kalmha ha detto...

Lo sciopero fiscale mi ricorda troppe iniziative velleitarie dei radicali che sono fallite tutte quasi prima di nascere.

Che questo sia il governo delle liberalizzazioni finte e della spesa pubblica allegra, e' vero.

Un abbraccio

Perla