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27 ottobre 2006

Droga e prostituzione. Omosessualità e pedofilia


Il tempo tiranno mi induce a riciclare per questo post una considerazione che avevo inserito in un inciso nell’ambito di una discussione all’interno del Castello .
Domandavo e domando, per quale ragione c’è tanta tolleranza verso i drogati, al punto da avere pene irrisorie se confrontate a quelle degli spacciatori, mentre, viceversa, quelli che potremmo considerare gli “spacciatori” nella prostituzione – le prostitute stesse – vengono quasi assolte, mentre è montante l’attacco nei confronti dei “drogati” cioè dei clienti delle prostitute ?
Forse c’è qualcosa che mi sfugge, ma se si vuole ridurre la prostituzione, dissuadendo i loro clienti (con multe, fotografie tramite i sistemi di controllo del traffico, etc.) perché alcuni, anzi quasi tutti, pensano di ridurre la droga rinunciando a colpire pesantemente con una dura repressione i drogati ?

E quando caspita diventa “solo” omosessuale un pedofilo ?
Un giorno ? Un mese ? Un anno ?
Cioè quel che passa, per la vittima di attenzioni omosessuali, tra l’essere maggiorenne o (poco) meno ?
E se invece si dovessero ribaltare tutti questi concetti in voga da alcuni anni, per ripristinare una seria coerenza morale, almeno nella proiezione sociale ?
Sì, perché credo che nella coscienza sociale di ciascuno di noi sia ben chiara la linea di demarcazione fra ciò che appartiene alla natura delle cose e ciò che, invece, è una forzatura derivante da una perversione.
L’Ordine, non è solo quello pubblico, ma è anche quello di carattere morale.
Se c’è chi ha una mente in disordine, non può che proiettare il suo personale caos nelle scelte e nella sua vita sociale.
Finchè il suo disordine mentale trova ricettacolo e comprensione, al punto da creare movimenti perché venga elevato al rango di norma meritevole di tutela giuridica, la società al cui interno si annidano siffatte stramberie (eufemismo) continuerà a scendere, gradino dopo gradino, la scala verso la decadenza e la dissoluzione.
Se invece si pone termine al gigantesco imbroglio che normalizza ciò che normale non è, si potranno risalire quei gradini che si è, con troppa facilità discesi in questi anni.

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20 commenti:

Otimaster ha detto...

Letto il titolo sul reader pensavo pubblicizzassi un parco di divertimenti per i radicali : D
Ciao

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Italia libertaria , IN PIEDI !

E' appena stato portato un attacco contro il libero amore:
Elisabetta Gardini ha cacciato oggi Vladimiro Guadagno dal bagno femminile del Parlamento.
Perchè NON è una donna.
Che dettaglio trascurabile...
Per esserlo, non basta il pensiero ?

Anonimo ha detto...

Perchè non dovrebbero punire ne drogati ne clienti delle prostitute. Bisogna liberalizzare entrambe le cose, perchè sono il frutto di libere scelte delle persone. Siccome la morale non può essere insegnata dalla politica, e siccome la morale è un qualcosa di soggettivo, metodi coercitivi applicati a concetti morali, provocano i nonsense che hai appena elencato.
Chiaro che la pedofilia è diversa perchè si giudica l'infante non in grado di intendere.

Il Temporeggiatore ha detto...

L'infante sarebbe anche un qualsiasi minorenne a 17 anni e 11 mesi ?
La politica ha l'obbligo di dare leggi che consentano ai cittadini di migliorarsi, non di sprofondare nel vizio.
Un drogato è inutile a se stesso e alla società.
Per di più ci costa.
Ho assistito personalmente ad un reparto ospedaliero pubblico a due infermiere che dovevano occuparsi esclusivamente per quasi un'ora di un drogato , nonostante dei malati, magari appena operati, chiamassero per essere aiutati, lasciati alle cure dei parenti ... se erano presenti.
Sulla prostituzione il discorso è più articolato e, in realtà, la vedo meno grave come infrazione alle regole morali, trattandosi, in sostanza, di un rapporto secondo natura, a pagamento e con l'unica violazione (se il cliente fosse sposato) di un obbligo di fedeltà.

Massimo ha detto...

No, Liberty, mi dispiace non condividere la tua tesi che porterebbe a non dover punire gli omicidi perchè sono una libera scelta.
Anzi, peggio, a punire i colposi (ad esempio un automobilista che mette sotto un pedone e lo uccide) e ad assolvere, in quanto libera scelta, un serial killer o un omicidio doloso.
Lo stato ha senso - e ne ha - in quanto fornisce delel regole di comportamento nell'interesse e a tutela dei suoi cittadini onesti.
Droga, prostituzione, omosessualità, pedofilia sono quattro gambe su cui cammina la deriva morale di una nazione, il suo indebolimento e, in ultima analisi, la sua decadenza e dissolvimento.
Una percentuale contenuta, ma comunque nella riprovazione generale, c'è sempre stata e non ha impedito il nostro sviluppo.
Diverso è se dessimo loro dignità e tutele di legge a quelli che sono capricci e vizi.

Anonimo ha detto...

>> Diverso è se dessimo loro dignità e tutele di legge a quelli che sono capricci e vizi

Nella tollerantissima Olanda ci stanno arrivando. Hanno fatto lo stesso con l'islam. E sono messi maluccio...

Anonimo ha detto...

ehm Mons scusa, alla base del liberalismo e della libera scelta c'è il dato fondamentale che è reato qualcosa che arreca danno alla persona o alla proprietà privata altrui.
Dunque omicidi, omicidi colposi, serial killer ed omicidi doloso rientrano in questa categoria.
Drogarsi, andare con prostitute, bere, pregare Quelo, avere in casa un poster di Mao, Hitler, invece non intaccano proprietà private altrui, né persone diverse dalla propria. Se due omosessuali vogliono provano piacere a fare determinate cose, (che per me sono riprovevoli), io non ho il diritto di invadere la loro proprietò (in questo caso il loro corpo) e definire cosa è giusto e cosa non lo è. Anche l'Islam, non è un reato a priori, lo diventa quando decidi che un cristiano deve diventare islamico pena la morte. In questo caso infatti intacchi la libera scelta del cristiano.
Non entrando in tematiche socio economiche sul senso dello stato, io credo che lo stato non abbia il diritto di SCEGLIERE una morale, più o meno condivisa dalla maggioranza, ed imporre con la forza tale morale alla minoranza restante. Lo stato non è Dio. Lo stato è fatto da uomini, che oltre a sbagliare in quanto tali, spesso sono preda di interessi particolari. Nessuno ha il diritto di importi un pensiero. La morale è estremamente soggettiva e dunque l'errore più grande che può commettere un politico è rendere oggettiva una cosa che non lo è.
Di questo passo, se la maggioranza degli italiani decidesse che è reato mangiare carne, io sarei costretto a diventare vegetariano.
Se si decidesse che è immorale alzarsi all'una e dormire 12 ore al giorno, lo Stato verrebbe ad impormi la sveglia. Se si decidesse che emigrare è immorale perchè togli forza lavoro alla patria, lo Stato chiuderebbe le frontiere. Dopodichè, con un pò di propaganda, si troverebbe qualcuno disposto a dire che l'essere carnivori, il dormire troppo e l'emigrazione sono tre gambe su cui cammina la deriva morale di una nazione.

Una nazione, un paese, un villaggio, hanno senso perchè un gruppo di individui decidono di cooperare assieme per aumentare la produttività e ottenere una maggiore quantità di "beni". La definizione di beni è pure questa soggettiva, ma la sostanza è che la cooperazione è volontaria. Nessuno si associa con altre persone per farsi imporre quanto deve dormire, cosa deve mangiare, che droghe assumere o se fare sesso solo per amore. Se poi, visto il malcontento generato da queste arbitrarie imposizioni, la suddetta associazione decide che non ci si può più dissociare, ad esempio chiudendo le frontiere, si arriva al socialismo/comunismo russo. Saluti

Anonimo ha detto...

"La politica ha l'obbligo di dare leggi che consentano ai cittadini di migliorarsi, non di sprofondare nel vizio.
Un drogato è inutile a se stesso e alla società.
Per di più ci costa."

La politica al più può educare i cittadini verso quelle idee che essa ritiene giuste (e che non per questo lo sono). Il vizio è una cosa contraria alla morale di un cittadino, di dieci cittadini, ma non di tutti. Ad esempio: io trovo vizi immorali tutti i seguenti atteggiamenti perfettamente legali:
Giocare al Bingo, ai videoPoker, al Lotto, guardare telenovelas, guardare reality, ascoltare musica house, fare Reiki etc. etc.
Trovo peraltro grave che la gente si rovini la vita con Lotto e videoPoker e poi rimanga sulle spalle della società che deve camparli perchè hanno perso tutto.
Però sono libere scelte private e dunque IO, come tutti, come dovrebbe fare anche lo Stato, devo garantire loro la libertà di rovinarsi. Al limite posso fare pubblicità negativa a tali vizi. Sono un uomo come tanti, non posso dire che la mia morale è giusta e quella di Luigi, che invece ama buttare mezzo stipendio nel videoPoker è sbagliata. Posso dire che "per me" è sbagliata. Ma come me anche Luigi può dire "per me scrivere blog su internet è immorale e sbagliato". Nessuna delle due affermazioni ha più valore dell'altra, in quanto sono entrambe soggettive. Se tutti noi uomini fossimo dei robot, non ci sarebbero reati, in quanto basterebbe riprogrammarci per farci assumere di volta in volta il comportamento desiderato dall'autorità costituita. Ma così sarebbe troppo semplice. Non siamo robot e non desideriamo esserlo. Disquisire di morale, dà allo stato la possibilità di essere onnipotente. Questo è il punto.
Dici bene la "possibilità di miglioratsi". Se lo metti per legge, diventa "l'obbligo di migliorarsi" e questo è sbagliato.
Il problema è che la socializzazione della società fa sì che gli errori del singolo non ricadano sul singolo, ma sulla società intera. Questo è il contrario della meritocrazia. Se il drogato vuole drogarsi, è giusto che lo faccia. E' anche giusto che ne paghi le conseguenze. Se tu invece dai sussidi ai poveri drogati (ai nullatenenti, ai nullafacenti..), rendi la loro condizione meno sfavorevole di quella che in realtà è, e quindi incentivi alcuni elementi della popolazione a passare in quelle categorie.
Ad esempio in Italia un disoccupato ha un sussidio di disoccupazione per circa 6 mesi, pari al 60% dello stipendio. (cifra tirata a caso). Questo significa che io ho le tre alternative: 1) Continuo a lavorare 10 ore al giorno per 1000 euro.
2) Non faccio un cazzo e ne prendo 600 per 6 mesi. Poi lavoro altri 6 mesi, poi di nuovo disoccupato.

3) Faccio come al punto 2 ma in più trovo un bel lavoro in nero così risulto essere ancora disoccupato e faccio la somma degli stipendi.

Ancora: in Italia un carcerato viene retribuito con 300 euri mensili (questa è vera). Considerato che ha vitto e alloggio pagati, il carcerato può ipoteticamente mettere da parte 300 euro al mese.
Questo significa che io ho le seguenti alternative:
1) Lavoro 10 ore al giorno e guadagno 1000 euro. Pago cibo e bollette di casa e ne metto da parte 200.
2) Affitto casa, mi faccio un annetto di carcere superlusso, guadagno netti 1300 euro mensili (1000 di affitto e 300 dalla comunità), e nel frattempo mi prendo una laurea tanto in carcere non ho nulla da fare..

Il problema è che il drogato costa per la sanità? Bene, o ti carichi la spesa e stai zitto, oppure basta con la sanità pubblica obbligatoria ed hai risolto il problema. I fumatori sono un peso? Idem. Sono le politiche sociali che distruggono la società, non le idee liberali.

Massimo ha detto...

Temo, Liberty, che quel che hai esposto siano principi anarchici, non liberali.
Non ridurrei poi tutto alla proprietà.
La proprietà privata è uno degli aspetti che contraddistinguono un sistema di libertà, ma non è il solo.
Che senso ha avere la libertà in una società depravata e destinata per tale motivo a dissolversi ?

Anonimo ha detto...

Mons. In una società basata sulla proprietà privata (e sul rispetto di essa), tutto si baserebbe su contratti liberamente firmati ed accettati. La società non sarebbe destinata a disolversi, perchè la dissoluzione della società provoca la dissoluzione delle proprietà stesse, cosa che nessuno vuole, e la mancanza di divisione del lavoro. La mancanza della divisione del lavoro provocherebbe l'impossibilità materiale di aumentare le proprie proprietà, e quindi anche questa eventualità in una tale società non verrebbe presa in considerazione dagli individui che la compongono.
Comunque può anche darsi che non abbia capito cosa intendi tu per "società depravata destinata a dissolversi" .Perciò se hai tempo e mi spieghi meglio, sarò felice di argomentare:)

Massimo ha detto...

Una società non può reggere solo sul materialismo della proprietà privata: mi sembra l'altra faccia della medaglia marxista che vuole abolire la proprietà privata. Una associazione deve avere anche degli Ideali e dei Valori più alti rispetto al "pane". In questo ci soccorre la morale, basata su un diritto naturale che vede due soli sessi, maschio e femmina, destinati a piacersi per consentire all'umanità di vivere nei millenni a venire.
La droga, sostanza psicotropa, altera la realtà, crea un mondo artificiale e se tutti si rifugiassero in esso non ci sarebbe più nessuno a mantenere l'ordine, a difendere i confini dalle invasioni (forse è l'abuso di droga a spingere alcuni a voler aprire le frontiere agli extracom ... ;-).
La proprietà privata (sacra anche per me) non può essere l'alfa e l'omega.
La morale completa (o, meglio, i beni materiali completano la morale) e ci fornisce un motivo "alto" per vivere.

Anonimo ha detto...

Ok il tuo pensiero adesso mi è chiaro. In linea di massima sono daccordo con te. Anche io penso che la natura preveda due soli sessi e che la droga rincoglionisce.
Solo che nella mia morale personale, è importante che ognuno abbia il diritto di scegliersi la vita che vuole, se non danneggia il prossimo. Se un omosessuale avesse firmato un contratto, un accordo, qualche cosa, dove dichiarasse di trovarsi eticamente daccordo con noi, mi sembrerebbe giusto perseguirlo nei termini dell'accordo che lui stesso ha stipulato. Stesso discorso per ciò che riguarda le droghe. D'altra parte, trovo plausibile che un omosessuale che non voglia firmare tale accordo, abbia il diritto di non farlo, e di creare una comunità con regole diverse, ma accettate volontariamente da coloro che ci si iscrivono. Che poi per ovvi motivi questa associazione è destinata a scomparire nell'arco di una generazione ... :) questi li considero affari loro. La mia morale non è la proprietà privata come inizio e fine di tutto. La mia morale è tener fede ai patti. Secondo me, ad un individuo si può imporre di non danneggiare gli altri, ma non si può imporre a qualcuno di lavorare, di non accoppiarsi con altri uomini o di far uso di droghe. Secondo me ognuno e libero di fare queste cose, e ognuno ha il DOVERE di sopportarne le conseguenze. Non lavori? Mi sta bene, non ti "ghettizzo" per questo. Ma se un giorno non mangi perchè non hai soldi, non venire dalla società a chiedere il "diritto al cibo". Vuoi accoppiarti con gente del tuo stesso sesso? Mi sta bene, purché non cerchi di imporre agli altri la tua perversione. D'altra parte, se lavori e fai il tuo dovere, perchè dovrei perseguirti? Il tuo contributo alla società lo dai ugualmente. Se poi conosci un'altra checca a cui piace come ti comporti... continuano ad essere fatti tuoi. La mia persona e la mia proprietà, nonché la mia morale personale, non sono intaccati dal fatto che lo prendi nel... Quindi fai come credi. Stessa cosa per un drogato (oppure un alcolizzato, un playstation dipendente, un giocatore incallito). I soldi e la vita sono tuoi ed hai il diritto di farne ciò che vuoi. Se però, a causa del fatto che sei drogato dalla mattina alla sera, non produci sul posto di lavoro, ne paghi le conseguenze e ti becchi un licenziamento. Ma NON perchè ti droghi, perché non produci. Se poi in preda all'alcool o alle droghe fai male a qualcuno, ti arresto. Ma, esattamente come prima, NON perchè sei un alcolista, (questo rientra nei tuoi diritti secondo me), ma perché hai arrecato danno a qualcun altro. E non ti concedo attenuanti, visto che hai liberamente scelto di drogarti, ne sopporti le conseguenze.
D'altra parte, se un tizio viene a lavorare, produce, ha una vita normale, poi quando va a casa si fa una canna (o una tirata, etc.) e si scopa l'amichetto, ma il giorno dopo continua a lavorare e a comportarsi bene, non vedo motivi di sorta per prendersela con lui. La mia non è mancanza di morale, o una morale materialista. Credo in tante cose. Ma credo che, come non condivido la morale comunista, altra gente abbia il diritto di non condividere la mia morale, e credo che né io né i comunisti, abbiano il diritto di imporre l'uno all'altro la morale personale. Nel caso di un qualsivoglia atteggiamento, mi domando sempre: "chi ci rimette?" Se scopro che non ci rimette nessuno, giudico lecito moralmente tale atteggiamento. Per quanto riguarda i drogati, è chiaro che se tutti si facessero a peste, non ci sarebbe nessuno che lavora. Ma è altresì lampante che, se non ci fosse nessuno che finanzia tali drogati, questi tenderebbero a scomparire per cause naturali, e la selezione naturale farebbe il resto. E siccome con il ragionamento "non è un atteggiamento utile alla società", si arriva a giustificare il lavoro forzato e lo schiavismo, reputo più saggio lasciare a tutti la possibilità di sbagliare e pagarne le conseguenze. I problemi sorgono quando si inseriscono norme "obbligatorie" che sconvolgono l'equilibrio. Ti faccio un esempio. A priori non ho nulla contro il fatto che due ricchioni firmino un contratto pseudo-matrimoniale. Considerato che a me non cambia nulla, non li ritengo affari miei. Dal momento però, che un'entità superiore (Stato), decide di farmi pagare i sussidi per le coppie neo sposate, e dal momento che io non posso liberamente scegliere di NON pagare tale sussidio, ecco che il matrimonio tra gay si ripercuote su di me, in quanto mi trovo costretto a finanziare qualcosa che per me non è morale. E protesto e mi incazzo. Ma il problema è proprio che sono obbligato a finanziare questa cosa. Altrimenti la mia reazione sarebbe solo quella di non finanziare più l'istituto del matrimonio. Credo che scriverò un articolo sulla morale liberista sul mio blog!
E' un piacere discutere con te :-)
Saluti

Anonimo ha detto...

Se è vero che "una mente in disordine non può che proiettare il suo personale caos nelle scelte e nella sua vita sociale" bisognerebbe chiedersi come mai i cittadini di Parigi, Berlino e Milano abbiano deciso di dare il proprio voto a degli omosessuali candidatisi a sindaci delle rispettive città.
Per quanto riguarda la dorga, finché si continuerà a pensare che un problema morale possa essere risolto con leggi che impongono divieti, allora si avranno sempre risultati fallimentari, com'è appunto successo con la legge Fini-Giovanardi (vedasi quanto documentato dall'istituto Mario Negri sulla città, notoriamente destrorsa, di Milano, dove 4 abitanti su 100 fanno uso di cocaina).

Massimo ha detto...

Bob, benritrovato, sempre quando si parla di vizi e perversioni ? :-D

Non mi risulta MIlano sia amministrata da un omosessuale, forse intendevi Londra. E Parigi e Londra sono infatti le città che, persa la dimensione dei Valori morali, hanno subito la peggiore trasformazione con l'infiltrazione delle bande musulmane. Berlino ... pure (turchi).

I 4 su 10 di Milano drogati sono elettori della sinistra :-D

Massimo ha detto...

Liberty, il tuo ragionamento non farebbe una grinza (riguardo agli omosessuali) se non fosse che vogliono leggi, con costi a carico dello stato - cioè di tutti noi - per essere privilegiati nei loro vizi e capricci, quindi diventa un fatto di interferenza nella mia sfera privata e nelle mie tasche.
Sulla droga, invece, non si può essere così di manica larga.
Il drogato deve essere punito, almeno quanto lo è lo spacciatore se non di più.
Il suo desiderio di droga è un pericolo per l'incolumità di tutti noi, per i nostri beni, quindi è necessario che i drogati siano curati, a forza se necessario (anche quegli omosessuali che siano tali non per disfunzioni congenite, ma per perversione mentale).
Una società di drogati e di omosessuali è una società debole, destinata ad essere sottomessa alla prima spallata: è nostro diritto e dovere impedirlo.

Anonimo ha detto...

Sig. Mons le suggerisco un giro su Medline (banca dati di medicina) dove la letteratura scientifica non considera più l'omosessualtà una malattia da almeno vent'anni. Semprechè la scienza non sia un problema.
Cordialità

Anonimo ha detto...

Mons, vedo che piano piano ci stiamo intendendo. Il problema infatti sorge quando vogliono diritti che sono sulle spalle della comunità. La mia idea, come quella dei libertari radicali, è che il welfare state andrebbe abolito, disintegrato annichilito annientato. In questo modo l'omosessuale non potrebbe chiedere nessun diritto, perchè gli unici diritti che lo stato garantirebbe sono la proprietà privata e l'incolumità personale. Non ci sarebbero finanziamenti di sorta per "categorie svantaggiate" e dunque né per coppie omosex, né per coppie eterosex. L'unica differenza sarebbe quella riproduttiva, ma dovrebbero incazzarsi con madre natura.
Vedi Mons, quello che cerco di spiegare nel mio blog, è che i problemi che sempre più aumentano nella società moderna, sono in minima parte connaturati alla natura umana (ci sarà sempre uno stronzo che cerca di fregarti il portafoglio), ma sono ingigantiti e accresciuti dalle politiche sociali. Le politiche sociali, ben lungi dal porre rimedio a comportamenti antisociali, spingono la società verso questi comportamenti. Ti faccio un esempio: se lo stato decide di donare dei soldi ad una impresa che nasce, chiama questo provvedimento "incentivo all'impresa". Si suppone infatti che mediante l'incentivo aumenterà il numero di imprese che nascono.
E questo è vero. Anche se poi bisogna vedere quanti di coloro che prendono il finanziamento hanno poi idee valide.
Ma la situazione cambia radicalmente (e senza motivo), quando lo stato decide per un "sussidio di disoccupazione", o per un "sussidio ragazze madri". L'atto è lo stesso: Vengono regalati soldi a disoccupati e ragazze madri. Ma nessuno li chiama
come dovrebbero: "incentivo alla disoccupazione", "incentivo alla dissoluzione familiare".
Una società di drogati e omosessuali è una società debole. Sono daccordo. E' nostro dovere impedirlo. Sono daccordo. Per impedirlo, dobbiamo eliminare il welfare state, in maniera che questi individui inadatti alla società, vengano naturalmente emarginati, si trovino in difficoltà economiche e siano costretti a cambiare registro, o quantomeno a moderarsi, se non vogliono morire di stenti.
Analogo discorso si può fare sull'immigrazione. Io penso che il proprietario di un negozio, abbia diritto di dire:
"Nel mio negozio non entrano islamici, ebrei, atei, pelati , drogati e suore". Il negozio è suo, fa ciò che ritiene giusto e ne paga le conseguenze. Probabilmente avrà difficoltà economiche, e forse sarà costretto a chiudere per mancanza di clienti. Ma secondo me è un suo diritto. Anche qui, sono le politiche di integrazione forzata e di non discriminazione che causano problemi. Se arriva lo Stato e dice che nella tua proprietà NON puoi fare discriminazioni, sei COSTRETTO ad accettare tutti gli individui che, a torto o a ragione, consideri nocivi alla tua persona e alla tua proprietà. E' per tale motivo che sorge conflittualità.
Per ciò che riguarda la droga, i drogati sono un pericolo solo perché non c'è il libero mercato sulle droghe. Anzi non c'è il libero mercato su delle sostanze che ogni stato dichiara arbitrariamente droghe. SE esistesse un concetto univoco di droga, non si capisce perché in giamaica la marijuana non è una droga, l'alcool era una droga negli stati uniti fino al 1930, e adesso non lo è più, il Vinavil non lo è il caffé neppure, l'hashish si.
COntinuo a ripetere. Si garantisca la libertà ai cittadini di assumere le sostanze che ritengono opportune, senza avere la protervia di decidere noi cosa è opportuno per loro. Sarà la società stessa, in un regime di diritto proprietario, ad isolare gli individui inadatti alla vita sociale.

Massimo ha detto...

*Anonimo. La "comunità scientifica" è tutt'altro che unanime in tale opinione e, comunque, se preferisci considerare tutti gli omo dei pervertiti ... :-D

*Liberty. Ti ho citato in Svulazen :-) Per venire a noi, concordo su molti punti che hai scritto, ma ritengo che l'assenza di un quadro normativi porti all'anarchia e l'anarchia è la tomba delle libertà. Direi, comunque, che ambedue riteniamo droga e omosessualità un fattore negativo che, indebolendo la società, debba essere combattuto ed estirpato, magari differiamo sui metodi. Tu pensi che lasciando fare, si avviino al suicidio, io credo che che lasciando fare corrompano fette maggiori della nostra società.

Anonimo ha detto...

Mons, parlando di Milano mi riferivo ad Albertini, anzi all'Albertina, come lo definì Bossi alludendo alla sua dichiarata omosessualità.
Bisognerebbe informarsi se anche il sindaco di Los Angeles nel '92 (durante i Los Angeles riot, nei quali morirono 500 persone, in confronto ai quali i 3 morti dello scorso autunno a Parigi sono bruscolini) fosse gay.
Per il resto, vorrei che qualcuno mi fornisse i dati positivi della legge Fini-Giovanardi.
PS Si, è vero: le perversioni sono il mio tema preferito. Quando si è troppo vecchi per poterle mettere in pratica, l'unica cosa che resta da fare è parlarne :-)

Massimo ha detto...

Di ALbertini è la prima volta che lo sento. Se così fosse ha sbagliato il Centro Destra a candidarlo e si spiegherebbero ancor di più quei 4 milanesi su 10 che si drogano :-D
Dati positivi a proposito di cosa e in raffronto a cosa ?
Una legge repressiva (mica poi tanto !) ha colpito drogati e spacciatori, senza questi dilagherebbero e tutti avrebbero la possibilità di rifornirsi, anche quelli che, per paura, vi rinunciano. Mi sembra già un buon risultato.
Ah, per l'età, sai com'è pensavo che ti sentissi chiamato in causa personalmente ... :-)