Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 marzo 2007

Logica e ragione sono contro i di.co.

La Conferenza Episcopale Italiana ha finalmente emanato la preannunciata nota sulle unioni di fatto.
Tre paginette nelle quali sono condensate, in modo chiaro ed esauriente le ragioni logiche della opposizione della Chiesa Italiana alle unioni di fatto e, in particolare, a quelle omosessuali.
Sottolineo logica e ragione per evidenziare come la CEI ha svolto una operazione profondamente culturale, come (e più) di una qualsiasi associazione che fornisce ai propri associati indicazioni per la miglior scelta possibile.
Un intervento quindi legittimo e illuminante anche per chi non appartiene agli associati CEI.
L’affermazione della famiglia come unione di un uomo e di una donna come nucleo fondante della società e che nella procreazione trova la sua finalità ultima: la perpetuazione della specie umana.
L’unicità, quindi del vincolo matrimoniale che, per tale motivo, merita tutela giuridica trattandosi di istituto con un suo pregio intrinseco.
Chiara e conclusiva nella evidenziazione della sua mancanza di pregio, in appena tre righe, la liquidazione delle unioni omosessuali:
Un problema ancor più grave sarebbe rappresentato dalla legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perchè, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile.”
Nel contempo, ricondurre la esigenza, anche sociale, di un rafforzamento delle garanzie per le coppie di fatto ai diritti individuali e non a scelte ideologiche e pubblicistiche.
Infine la indicazione per chi ritiene di appartenere alla Chiesa cattolica, soprattutto per quanti sono impegnati in politica e che dovranno votare il provvedimento in parlamento:
nel caso di un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge”.
I parlamentari sono liberi di votare a favore delle unioni tra omosessuali, ma allora sono al di fuori dell’insegnamento della Chiesa e non possono dirsi cattolici, nè adulti, nè di altro genere.
Semplicemente non sono cattolici.
Ben venga la chiarezza che la Chiesa ha mirabilmente prodotto in questo documento.
Ne guadagna l’intera Nazione Italiana.
La Chiesa, con la nota della CEI, ha dimostrato di essere ancora una valida guida spirituale e morale e giustifica l’autorevolezza che gli stessi suoi denigratori – proprio con la loro foga e la loro paura delle parole della Chiesa – le riconoscono.

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30 marzo 2007

Da Democrazia Nazionale all'Udc di Casini

Commentando alcuni post di bloggers del Centro Destra in merito alla decisione di Casini di portare l’Udc fuori dalla Casa delle Libertà, ho ricordato la vicenda che, tra il 1977 e il 1979, vide la nascita e la rapida scomparsa di Democrazia Nazionale.
Le elezioni politiche del 1976, pur segnando un significativo recupero della Democrazia Cristiana, avevano prodotto una situazione di instabilità a causa della pesante sconfitta del PSI che sostituì la vecchia classe dirigente dei De Martino e dei Mancini con Bettino Craxi.
In una situazione del genere il PSI non si rese disponibile per ritornare al centrosinistra e non era numericamente praticabile una soluzione centrista, perchè il 6% ottenuto dall’MSI continuava a non essere preso in considerazione per ogni alleanza.
Prese corpo quindi una della più classiche situazioni all’italiana, con i due maggiori partiti (DC e PCI) che si misero d’accordo per governi transitori, deboli e che riproponevano la infamia dell’ “arco costituzionale pur con il PCI fuori dalle stanza di governo (dove poi fu portato dai “cattolici adulti” tipo Prodi, Bindi, Castagnetti, Marini ...).
L’MSI era così, sempre di più, “l’unica speranza, l’unica certezza” perchè era l’unica opposizione.
La situazione non era evidentemente stabile e così cominciarono le manovre per utilizzare, in un qualche modo, i voti missini.
Si dice che fu Giulio Andreotti a pilotare la costituzione prima e la scissione poi di una componente interna dell’MSI: Democrazia Nazionale.
Tale componente aveva leaders di “nome” all’interno del partito: da Nencioni a Di Marzio, da Roberti a Delfino, da Covelli a Tedeschi, nessuno peraltro in grado di poter fare ombra a Giorgio Almirante, ma alcuni –come Nencioni, Di Marzio e Roberti – che sembravano essere collettori di cospicui bacini elettorali (Di Marzio in Puglia, ad esempio e Roberti nel sindacato CISNAL).
Democrazia Nazionale nel 1977 ruppe gli indugi e costituì un gruppo parlamentare autonomo sottraendo all’MSI di Giorgio Almirante più della metà dei parlamentari, tanto alla camera quanto al senato.
Sembrava la fine dell’MSI.
Nonostante le aperture reciproche (Democrazia Nazionale si astenne come il PCI sul governo Andreotti della “non sfiducia”, Andreotti avrebbe poi portato Delfino nella sua corrente e nel consiglio di amministrazione della Rai) l’esperimento fallì alle elezioni del 1979.
Democrazia Nazionale ottenne poche centinaia di migliaia di voti e meno dell’1%.
L’MSI confermò integralmente i voti ottenuti nella precedente tornata.
La scissione si dimostrò una operazione verticistica, senza alcuna consistenza elettorale.
A leggere quindi le considerazioni - a volte sconsolate - di alcuni bloggers sulla “perdita” dell’Udc, mi è tornata in mente la vicenda descritta.
Casini e il suo sinedrio hanno scelto in base agli orientamenti della loro base elettorale o in funzione di loro elucubrazioni stroncate dalle vicende seguite al voto ?
Sicuramente un partito di potere e clientele come l’Udc non farà il flop di Democrazia Nazionale, ma l’elettorato che non è legato a tali aspetti si rivolgerà ad uno degli altri partiti della CdL, consentendo quindi di conservare quel vantaggio sulla sinistra che i sondaggi continuano a dare al Centro Destra anche bonificato dai Casini.
E, poi, chi è che porta i voti nell’Udc ?
Direi essenzialmente Cuffaro e Baccini.
Che non mi sembrano proprio i più strenui sostenitori della rottura con Berlusconi.
Allora, pur ribadendo che ho troppa considerazione dell’intelligenza politica di Casini per pensare che perseveri in un errore che lo ammazzerebbe politicamente, vedo nella decisione dell’Udc solo un allungamento dei tempi di tenuta della sinistra, ma non una sconfitta della CdL.
Anzi.
Un Centro Destra più compatto può essere un Centro Destra più efficace, più deciso, più pugnace.
E, soprattutto, senza perdere voti.
Democrazia Nazionale docet.

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29 marzo 2007

La mia idea di Casa delle Libertà

Il tradimento degli ideali e della volontà degli elettori di Centro Destra perpetrato da Casini e dal sinedrio centrista, impone di varcare il Rubicone e considerare conclusa la fase della CdL con l’Udc, per aprirne immediatamente una nuova che si muova sulla lunghezza d’onda del voto contrario (l’astensione è voto contrario al senato) al rifinanziamento delle missioni militari all’estero, guidate dalla sinistra.
Facciamo subito il punto su questo fatto.
L’Italia deve fare la sua parte nella guerra contro il terrorismo.
Ma la deve interpretare senza alcun cedimento e trattativa con gli assassini, tagliagola e, soprattutto, inviando truppe ben addestrate, armate di tutto punto e con la disposizione di stanare ed eliminare i terroristi in piena armonia e sinergia con gli Alleati.
Ogni altra missione è solo uno spreco di denaro pubblico, sommato ad un inutile rischio per i nostri militari.
Ma la nuova Casa delle Libertà che deve nascere dal voto del senato, bonificata dai Casini, deve essere anche più aggressiva nei confronti della sinistra e dei suoi provvedimenti.
Fare una contestazione a tutto tondo, in parlamento, con manifesti e manifestazioni, nelle piazze, in ogni circostanza nella quale è a disposizione uno strumento di comunicazione, ai provvedimenti liberticidi e repressivi di una sinistra di gabellieri e coop.
E poiché la sinistra interpreta il ruolo di tedoforo della dissoluzione del rigore morale, la nuova Casa delle Libertà dovrà, come peraltro già fa, opporsi strenuamente a tutte le iniziative che la sinistra tentasse di promuovere: dalla liberalizzazione della droga, alle unioni omosessuali fino all’estensione delal cittadinanza agli extracomunitari senza adeguate garanzie temporali e di assimilamento culturale.
Non basta.
La nuova Casa delle Libertà dovrà intervenire nel mondo del lavoro, colpevolmente lasciato in appalto a sindacati che spesso diventano la spina dorsale, oltra alla cinghia di trasmissione, della sinistra, costituendo un sindacato di area.
La nuova Casa delle Libertà dovrà rilanciare la resistenza fiscale contro le tasse della sinistra che hanno decurtato gli stipendi nonostante l’ottima performance della finanziaria di Tremonti.
La nuova Casa delle Libertà dovrà rinnovare i quadri locali, estromettendo tutti coloro che, in qualche modo, siano stanchi e propensi al dialogo con la sinistra.
La nuova Casa delle Libertà dovrà chiudere la porta alla riforma elettorale che non si limiti all’estensione del premio maggioritario nazionale anche al senato.
La nuova Casa delle Libertà riparte da dove aveva iniziato, con Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega, sotto la leadership indiscutibile di Silvio Berlusconi che saprà anche aggregare i partiti minori della galassia di Centro Destra, senza alcuna chiusura a destra.
La nuova Casa delle Libertà, così riformata, sarà uno strumento di guerra alla sinistra, per tornare al governo e riprendere il cammino virtuoso verso un futuro nel quale l’Italia brilli per la sua attiva presenza in campo internazionale, per la crescita economica basate su scelte di libertà individuali, di mercato e di impresa e fondi tutto ciò nelle radici romane e cristiane che, sole, possono dare spessore civile e morale ad una nazione che sia orgogliosa del suo passato e fiduciosa nel suo futuro.

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28 marzo 2007

Il Centro Destra rispetta la volontà dei suoi elettori

Nonostante la raccogliticcia e risicata maggioranza (non politica: su 180 sì, 20 sono dell'Udc e 4 di senatori non eletti) che la sinistra è riuscita ad ottenere in senato, emerge la soddisfazione di aver visto il Centro Destra sottrarsi al ricatto politico e votare contro il rifinanziamento delle missioni all’estero.
E’ un motivo di soddisfazione per chi, come il sottoscritto, ha da mesi sostenuto la necessità e l’opportunità politica di non fornire né coperture, né lanciare ciambelle di salvataggio alla sinistra, vedere che oggi il Centro Destra, con l’unica eccezione dell’Udc di cui diremo, è compatto nell’assumere una posizione contraria al decreto Prodi-D’alema sul rifinanziamento delle missioni all’estero.
La voce quasi solitaria di allora è divenuta nel tempo, man mano che si palesavano le sconcezze e le infamie nell’azione della sinistra, una voce univoca della base elettorale del Centro Destra e dei suoi sensori che sono i quotidiani (Il Giornale e Libero) e i blog.
La soddisfazione, quindi, di vedere i Leaders del Centro Destra ascoltare il loro Popolo e dare voce alla sua richiesta mi induce a pensare che la nostra sia una rappresentanza adeguata alla necessità.
Sicuramente, pur essendo passato il decreto, gli elettori del Centro Destra oggi non soffrono di quei mal di pancia che, dall’altra parte, hanno invece molti elettori di sinistra che hanno visto i loro parlamentari pacifinti votare per le missioni militari, adattandosi anche ad approvare le nuove regole di ingaggio volute dalla Nato e il rafforzamento dell’apparato militare in Afghanistan.
E a proposito di mal di pancia, sicuramente dolori fitti sono per gli elettori (o ex elettori ?) dell’Udc di Casini che, prestandosi a soccorrere la sinistra, è rimasto con il cerino acceso in mano.
Gli elettori dell’Udc, infatti, a parte quanti bazzicano all’interno del partito perseguendo un qualche obiettivo personale, sono allineati con tutti gli elettori del Centro Destra e non ne conosco uno che abbia apprezzato la scelta di Casini e del sinedrio centrista.
Ma la manovra di Casini si è anche infranta sul “muro” della sinistra che, sfruttando ancora una volta l'anomalia dei senatori non eletti, ha reso superflui i voti centristi, vanificando così l’operazione casinista.
Quali scenari futuri ?
Si può ragionevolmente sperare che questa rottura consumatasi sull’Afghanistan, unitamente alla nuova aggressione giudiziaria contro il Presidente Silvio Berlusconi, faccia accantonare definitivamente ogni ipotesi di dialogo tra le coalizioni.
Il Centro Destra nelle sue componenti storiche e idealmente più importanti (Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega) ha dimostrato una coesione che attirerà anche i voti di quegli elettori centristi delusi dal loro partito di riferimento, consentendo alla Casa delle Libertà di poter perseguire, senza Casini, l’obiettivo di una maggioranza assoluta di consensi che già le vengono assegnati dai sondaggi.
Mi auguro che questo evento rappresenti anche la fine della pantomima sulla legge elettorale e che l’opposizione continui dura e senza sconti, in parlamento e nelle piazze, finchè Napolitano non si deciderà a restituire la parola agli elettori.
Il Centro Destra alle proposte della sinistra deve avere una sola, compatta risposta: “NO !.

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27 marzo 2007

NO !

Oggi il senato vota sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero.
Un crescendo di prese di posizioni invitano il Centro Destra, Berlusconi, Fini, Bossi e Casini a votare “no”.
A parte Casini e i suoi stretti collaboratori nell’Udc e, forse, Gianni Letta eterno mediatore, anche i dirigenti dei partiti del Centro Destra hanno raccolto e interpretato la volontà del loro Popolo di dire “no” alla sinistra.
Di lasciare che sia la sinistra a gestire la patata bollente delle missioni all’estero di un’Italia tornata ad essere, dopo la trattativa con i terroristi assassini cinque dei quali sono stati liberati per colpa di Prodi e D’alema, inaffidabile e priva di credibilità.
Ma soprattutto gli elettori di Centro Destra chiedono che non si manchi alcuna occasione per cercare di abbattere la sinistra delle tasse e dei disegni di legge repressivi della libertà di opinione e legalizzatici della deriva morale e dell’invasione extracomunitaria.
Il voto, quindi, trascende il tema singolo del nostro impegno militare nel mondo, per entrare a forza in quelle scelte epocali di una nazione e di un partito.
Qui si misurerà la capacità della leadership di Centro Destra di interpretare fino in fondo la volontà e le aspirazioni del proprio elettorato.
Possiamo accettare che Prodi, ancora una volta, riesca a salvarsi: ma con i voti della sinistra !
Non potremmo perdonare che i nostri voti siano utilizzati per puntellare Prodi e D’alema.
E’ inutile ipotizzare una nuova manifestazione di piazza se si voterà “sì” al rifinanziamento delle missioni militari all’estero.
E non ci si deve lasciare incantare dalle sirene della sinistra.
Dalle “offerte” dei vari Fassino, Rutelli, Marini, Mastella, per un ordine del giorno che chieda la revisione delle regole di ingaggio o l’invio di strumenti bellici offensivi e difensivi più efficaci.
E neppure dagli appelli di Napolitano che non è un alieno catapultato al Quirinale, ma una persona con una lunga, lunghissima storia, organicamente nel PCI ed eletto dalla sinistra, per la sinistra da un parlamento sul quale permangono i dubbi derivanti dallo scrutinio del 10 aprile 2006.
Passata la festa, gabbato il santo, dice un vecchio proverbio italiano e la saggezza popolare deve essere ascoltata.
Troppo tardi si sono svegliati i “pontieri” della sinistra per essere credibili.
E un ordine del giorno non è affatto vincolante, perché può essere lasciato dormire per mesi e anni.
Ma, soprattutto, come si può dare fiducia a persone che credono alle loro stesse bugie come è capitato per le affermazioni di D’alema sul “consenso” degli Americani al turpe scambio di Mastrogiacomo con 5 terroristi assassini ?
Non possiamo fidarci delle loro parole, come Berlusconi non avrebbe dovuto fidarsi delle parole di Scalfaro nel dicembre 1994.
Una volta passato il pericolo, tutte le loro promesse resterebbero lettera morta.
C’è quindi una sola scelta di dignità politica e nazionale che può assumere il Centro Destra: votare, compatto, “no” !
E se qualcuno vorrà trasformarsi nella ruota di scorta di una sinistra che tratta con gli assassini, allora si assume la responsabilità di violare il patto con gli elettori e di consentire a questa sinistra di proseguire nell’opera di devastazione della nazione.

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26 marzo 2007

La vigilia degli esami

Domani il senato dovrà dire “” o “no” al rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero.
Alla vigilia del voto, ci sono ancora dubbi e incertezze.
Potrebbe sembrare paradossale che i dubbi vengano dal Centro Destra che, nei suoi cinque anni di Governo, ha concretizzato il maggior impegno dell’Italia all’estero, acquisendo credibilità e affidabilità.
Ma è proprio il comportamento di Prodi, D’alema, Fassino e le loro dichiarazioni che inducono, quanto meno, a riflettere.
Perché quei signori hanno dissipato un patrimonio di credibilità e affidabilità costruito con pazienza e con il sacrificio di 21 militari italiani.
Il fondo (speriamo !) è stato toccato con la liberazione di cinque terroristi assassini – mallevadore uno Strada, nemico dichiarato dell’Occidente - per ottenere la liberazione di un giornalista che volontariamente e per la propria carriera si era incautamente avventurato in Afghanistan per intervistare i capi di quei criminali.
Prodi e D’alema in tal modo hanno rinunciato al ruolo ed alla dignità dello stato, ritirando Carabinieri e Servizi Segreti al semplice schioccar delle dita di quel signore.
Fassino ha aggiunto di suo la proposta di cooptare i criminali terroristi al tavolo della conferenza sull’Afghanistan.
Il tutto con le nostre truppe che si sfilano dalla dovuta solidarietà con gli altri Alleati sia perché non vengono dotate di armi offensive, sia perché non viene loro concesso il diritto a sparare per primi e inseguire i terroristi dopo le aggressioni (che intanto si moltiplicano contro le nostre Forze Armate, proprio mentre gli Alleati li stanno incalzando e braccando di covo in covo, di grotta in grotta).
Allora paradossale sarebbe che il Centro Destra votasse a favore del rifinanziamento, condividendo responsabilità che sono solo ed esclusivamente della sinistra.
Che siano loro a votarsi il rifinanziamento (se ce la fanno) e che siano i vari Franca Rame, Giordano, Bertinotti, Diliberto a decidere di mantenere le truppe in Afghanistan, zona di guerra,. Senza armi adeguate e senza regole di ingaggio appropriate.
Del resto quanti elettori di Centro Destra apprezzerebbero la scelta di puntellare Prodi e D’alema ?
Credo nessuno.
Chi si prestasse, pensando di poter condizionare o, magari, anche riuscendo a far approvare un ordine del giorno che rinforzasse l’assetto militare in Afghanistan, si assumerebbe la responsabilità di prolungare l’agonia di Prodi e D’alema, quando tutta la sua base vuole tornare alle urne, per riavere un Governo degno di questo nome e che ci liberi dalle porcherie della sinistra.
Sì, perché il voto sul rifinanziamento delle missioni all’estero è solo la punta di un iceberg che è l’insostenibile incapacità della sinistra ad avere senso dello stato e a guidare l’Italia nella libertà, benessere e sicurezza.
L’interesse primario dell’Italia è togliere a Prodi, a D’alema, alla sinistra la possibilità di
imporre tasse,
trattare con i terroristi in proprio o pel tramite di soggetti privati,
progettare leggi liberticide,
di deriva morale,
impedire lo sviluppo delle Grandi Opere,
controrifrmare scuola, uiversità, giustizia,
aprire le porte all’invasione extracomunitaria e in particolare musulmana,
essere imbelle contro la criminalità.
Una volta ripristinata la normalità governativa, saremo perfettamente in tempo a dotare le nostre truppe di armi e regole di ingaggio che ne facciano un pilastro fondamentale della lotta al terrorismo, senza devianze trattativiste con il nemico, in piena sintonia con i nostri Alleati.

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24 marzo 2007

Casini da giovane

Anche se ci siamo persi di vista da anni, vi è stato un periodo – a cavallo tra il liceo e l’università – in cui frequentavo Casini, con anche un percorso (politico) comune.
L’episodio che vorrei ricordare risale al Natale del 1972.
Erano in corso i bombardamenti ordinati dal Presidente Nixon sul Vietnam del Nord ed era in corso la solita menata antiamericana della sinistra.
Casini era, nel nostro liceo, il leader … dei giovani democristiani, direte voi.
No.
I giovani DC all’epoca erano in mano alla sinistra e Casini fondò un gruppo che, con gli occhi di oggi, mi piace considerare un antesignano della Casa delle Libertà.
Un gruppo nel quale c’erano studenti dichiaratamente di destra, liberali, repubblicani, democristiani, anche se ognuno di questi avrebbe avuto la sua specifica casella.
Il grande merito di Casini fu di aggregare tutte queste persone, certamente con l’occhio lungo di chi aveva già in testa la carriera politica, ma con grande coraggio e determinazione.
Casini, personalmente era (e dalle battute che fa in televisione ritengo lo sia ancora) una persona di piacevolissima compagnia.
Un aggregatore, un catalizzatore.
Il suo più grande difetto era (e dai suoi comportamenti ritengo lo sia ancora) la spasmodica ricerca di visibilità per il politico Casini.
Ma torniamo a quella vigilia di Natale del 1972.
L’argomento clou della politica studentesca era (non ridete: in quegli anni della scuola non importava niente a nessuno, tutti ci sentivamo dei politici consumati) la decisione del Presidente Nixon di bombardare i comunisti, per costringerli alla trattativa di pace (politica che ottenne il risultato voluto: la pace del 27 gennaio 1973, a dimostrazione che l’uso della Forza è utile e, a dimostrazione che la viltà è inutile, il Vietnam del Sud fu, infatti, occupato dai comunisti dopo la caduta di Nixon e l’indebolimento della volontà Americana seguita al Watergate).
Casini era dubbioso, io, come potete ben immaginare, favorevolissimo.
Direi che iniziammo le vacanze di Natale con un Casini più orientato a schierare il gruppo contro i bombardamenti che a favore.
Al termine delle vacanze, prima di tornare a scuola, mi telefona e mi dice (non posso ricordare le parole esatte, ma il senso era questo) che in montagna aveva visto molti nostri compagni di scuola, la gran parte favorevole agli Americani e che, poiché quella era la nostra base, avrebbe schierato il gruppo su quelle posizioni.
Ne fui contento.
Se Casini si prendesse un paio di giorni tra la “sua” gente, prima del voto sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, penso che a distanza di 35 anni potrebbe nuovamente farmi dire "grazie" facendo anche contenti milioni di Italiani.

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23 marzo 2007

Un grido di dolore da tante parti d'Italia ...

Una espressione, virgiliana, che mi piace spesso citare è "quos vult perdere Iupiter dementat prius".
Sarò ripetitivo, ma non credo ci sia applicazione più confacente, se non alla sinistra italiana che, in un'orgia di follia ideologica, morale e politica, sta rovinando l'Italia.
La coalizione che prometteva "serenità" ha redatto e approvato una finanziaria sanguinaria senza alcuna reale necessità visti gli ottimi risultati ottenuti dalla cura Tremonti che persino il suo (indegno) successore è costretto, obtorto collo, a riconoscere.
Disegni di legge che tendono a reprimere la libertà di opinione e altri che vorrebbero rendere normale, con un tratto di penna, quel che tale non è (esattamente come fece Donat Cattin con l'atrazina nell'acqua).
Ministri che riescono a farsi ... fumare persino da una magistratura (sia pur amministrativa) sempre molto cauta quando si tratta di contrastare la sinistra prediletta.
Personale intimo del presidente del consiglio pro tempore che si accolla la responsabilità di progetti di occupazione dell'economia pubblica.
Portavoce dalle frequentazioni equivoche che la stampa di regime cerca di coprire.
Fermati tutti i principali lavori di pubblica utilità.
Languide carezze a ex terroristi cooptati nel palazzo e in ruoli pubblici.
Perversa volontà di illudere i lavoratori mettendo di nuovo mano alla riforma delle pensioni, quando l'unica possibilità per far andare in pensione "prima" è decurtare draconianamente le pensioni con la revisione dei coefficienti.
Una politica estera che definire schizoide è offensivo per i matti e che ha ottenuto il brillante risultato di portare l'Italia fuori dal consesso civile e occidentale e ad un passo dalla non esaltante qualifica di "stato canaglia".
A tutto questo, se il Centro Destra non risponderà con una mobilitazione parlamentare tale da fare ostruzionismo e impedire la realizzazione degli scellerati propositi della sinistra, dovranno rispondere, per legittima difesa, i cittadini.
Va bene tutto quello che si potrà fare pur di contrastare l'azione di questo governo ed una iniziativa la propongo, nel mio piccolo, da questo blog.
Scriviamo solidarizzando con gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Olanda, che hanno bacchettato la demenziale scelta della sinistra di trattare con i terroristi talebani.
Facciamo sapere ai nostri Amici ed Alleati che non tutti gli italiani si riconoscono e approvano il comportamento di Prodi e D'alema.
Gli Americani ci hanno già aiutato una volta, non saranno sordi al grido di dolore che da tante parti d'Italia si levasse guardando con speranza a loro ...


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22 marzo 2007

L'italietta di Prodi è sempre meno affidabile

Oppure, se preferite, sempre più badogliana.
Se 5 anni di Governo Berlusconi avevano ridato smalto e credibilità all’Italia, con l’impegno in Iraq e in Afghanistan (eravamo la Nazione che forniva il contingente più numeroso per le missioni all’estero dopo Stati Uniti e Gran Bretagna) sono bastati pochi mesi con la sinistra di Prodi e D’alema per farci precipitare di nuovo nella precedente palude.
Intendiamoci.
Se la liberazione di Stefio e degli altri due Agenti di Sicurezza Privata, dopo il sacrificio pieno di dignità e di onore di Fabrizio Quattrocchi, era stata la giusta ricompensa per una azione congiunta di intelligence e militare, anche con Berlusconi non sono mancate ombre relative alla liberazione delle due Simone e della giornalista comunista del Manifesto.
Ombre concernenti trattative e riscatto in termini economici, peraltro smentiti, che macchierebbero il ruolino in politica estera del Governo di Centro Destra, ma, almeno, “in dubio pro reo” e quindi dobbiamo credere alle smentite e, comunque, neanche nelle più perverse elucubrazioni, qualcuno ha mai ipotizzato la liberazione di assassini e terroristi in cambio delle sventurate che - per loro, libera scelta - si erano messe nei guai.
Purtroppo la sinistra non ha neppure il pudore di nascondere la vergogna di una trattativa che è stata totalmente demandata ad un nemico dichiarato dell’Occidente e della liberazione di Afghanistan e Iraq, Gino Strada, che ha persino ottenuto l’allontanamento dei nostri agenti segreti.
Il risultato si è visto: liberato Mastrogiacomo, ma liberati anche 5 terroristi assassini che sicuramente torneranno ad uccidere prima di essere terminati o catturati.
Gli aspetti più gravi sono però successivi.
Nonostante – e forse proprio per tale motivo – la prova di debolezza, sudditanza e acquiescenza ai terroristi dimostrata dalla sinistra e dall’italietta di Prodi e D’alema, una nostra pattuglia è stata fatta oggetto di aggressione, con il ferimento lieve di un parà, quasi una sorta di intimidazione, cui ha subito risposto un tremebondo D’alema “preoccupato” per quel che potrà accadere.
Ancora più grave la preoccupazione espressa (come riportato dall’Ansa ) da fonti vicine al Governo Americano, per le modalità del rilascio di Mastrogiacomo.
Modalità – in sostanza l’apertura di una trattativa con i terroristi e la liberazione di cinque di essi – che mettono in pericolo l’intera missione in Afghanistan.
In questa situazione vediamo che il signor Strada alza la voce, pretendendo (!!!) la liberazione del suo collaboratore, arrestato dalla polizia afgana, che aveva intrattenuto i rapporti con i terroristi.
E il signor Strada afferma persino che, in tal senso, avrebbe anche ottenuto garanzie da parte di Prodi.
Ma stiamo scherzando ?
Se c’è stato un canale per intavolare una trattativa con i terroristi e se questo canale è stato il collaboratore del signor Strada, è evidente che tale personaggio conosce molto del nemico ed è un obbligo morale torchiarlo per benino per conoscere quanto più è possibile al fine di combattere il terrorismo.
A questo punto si ripropone la questione del voto per il rifinanziamento della missione in Afghanistan.
Se prima ero una “mosca bianca” nel sostenere che il Centro Destra deve votare contro, lasciando ogni responsabilità alla sinistra, adesso vedo che questa posizione viene sostenuta anche da alcune firme dei due più importanti quotidiani del Centro Destra (oltre che da altri bloggers).
Mi auguro che il Centro Destra tenga conto del sentimento profondo della sua gente, come interpretato, non da me o dai bloggers, ma dai suoi quotidiani di riferimento.
Il principale valore che possiamo avere come opposizione è quello di utilizzare ogni occasione per cercare di abbattere Prodi, riportare l’Italia alle urne e ridare alla nostra Patria un governo degno di tale nome.
Adesso è diventata anche una questione di dignità e onore nazionale.
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21 marzo 2007

Gli amici di Prodi si pappano l’economia italiana

Mentre siamo tutti impegnati a disquisire se gli omosessuali siano malati o meno, se si debba votare o meno il rifinanziamento della missione in Afghanistan, se i terroristi debbano essere invitati a sedersi al tavolo del negoziato, zitti zitti, gli amici di Prodi accelerano (non si sa mai !) i tempi dell’incasso del loro dividendo.
8 aprile 2006
In Italia è diffusa l’opinione che la sinistra vincerà a mani basse le elezioni: c’è tempo, Pietro !
10 aprile 2006
Al termine di una notte che il Presidente Berlusconi continua a definire “di spogli e di imbrogli”, un dubbio scrutinio sancisce una presunta vittoria della sinistra con un margine talmente ristretto che al senato sono costretti a dipendere dai senatori non eletti: non c’è più tempo, Pietro !
maggio 2006
Banca Intesa del duo Bazoli-Passera e San Paolo Imi di Salza e Iozzo, aprono le trattative per una fusione.
Da notare che tutti e quattro quei signori erano andati a votare alle primarie della miss di sinistra come, del resto, aveva fatto anche il nume tutelare dell’altra banca più importante d’Italia (il Profumo di Unicredit) e i manager della galassia di banche comuniste (Unipol, Monte dei Paschi).
agosto 2006
L’accordo di fusione tra Intesa e San Paolo è cosa fatta.
La finanza comunista è irritata per essere stata accantonata.
1° gennaio 2007
Debutta Intesa Sanpaolo.
febbraio 2007
Tra i candidati ammessi a papparsi Alitalia c’è Air One sostenuta da Intesa Sanpaolo e le fonti giornalistiche attribuiscono a questa opzione il maggior favore.
marzo 2007

Intesa Sanpaolo capeggia la cordata più accreditata per papparsi la Telecom sottratta, dopo la vicenda Rovati/carta intestata alla presidenza del consiglio, a Tronchetti Provera.
La marcia degli ex democristiani di sinistra (seguaci di Marcora, Andreatta, Martinazzoli) sembra inarrestabile.
Con un consenso elettorale che se arriva al 10% è dire molto, stanno per incamerare i piatti più succulenti dell’economia nazionale, almeno tra quelli sul mercato.
Il tutto nel silenzio (compiaciuto ?) delle autorità (?) politiche.
E’ la nuova Iri, il nuovo carrozzone che scaricherà su di noi, cittadini, contribuenti, clienti, utenti, dipendenti, il costo delle “ristrutturazioni” che significano:
- servizi meno efficienti
- esternalizzazioni e delocalizzazioni
- precariato
- aumenti delle tariffe
- prepensionamenti a carico della finanza pubblica
.
Adesso possiamo capire perché, nonostante gli ottimi risultati della finanziaria di Giulio Tremonti, Prodi e i suoi compari gabellieri, abbiano così ostinatamente voluto massacrarci di tasse.
Se il Centro Destra si è dimostrato ingenuo nel non agire mai in campo economico per occupare posizioni di potere, stupisce la fragilità dei comunisti, forse appagati dagli zuccherini ideologici (ritiro dall’Irak, critiche agli Stati Uniti, unioni omosessuali, repressione delle idee, persecuzione contro le televisioni di Berlusconi) che sono solo riusciti a piazzare il marito del ministro Pollastrini come condirettore generale di Intesa Sanpaolo.
Quale sarà la prossima preda ?


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20 marzo 2007

Un ministero per l'Identità Nazionale

Scrivo poco di politica estera perché non avendo molto tempo antepongo la priorità (cioè la situazione nazionale) al contorno (quella internazionale).
Ma la seguo con attenzione e leggo delle campagne elettorali in corso in Francia e negli Stati Uniti (e non solo).
Da quella francese traggo lo spunto per questo post, in chiave italiana.
Ho letto, infatti, che il front runner Nicholas Sarkozy, ha proposto la costituzione di un ministero nuovo di zecca: immigrazione e identità nazionale.
Quello sull’immigrazione, più male che bene, lo abbiamo anche noi.
Ma un ministero dell’identità nazionale mi sembra una ottima idea.
Penso che la proposta di Sarkozy derivi anche dalla sua captatio benevolentiae verso l’elettorato del Fronte Nazionale, ma ciò non toglie che l’idea sia meritevole di approfondimento anche in chiave italiana.
Oserei dire: soprattutto in chiave italiana.
In Francia il sentimento nazionalista resiste, comunque, anche oggi.
Non parliamo degli Stati Uniti dove lo slogan “America First!” è tuttora sentito.
In Italia, invece, manca un qualche afflato nazionalista di rilievo, se si eccettua l’occasione delle partite della Nazionale di calcio.
E’ opportuno ravvivare il fuoco del nazionalismo italiano per ricordare e tramandare quelli che sono i Valori della nostra Gente, della nostra Civiltà, della nostra Storia.
Una Gente, una Civiltà, una Storia che non è seconda a nessuno.
Ricordiamo che la storia dell’europa, la sua civiltà, il suo impianto giuridico, poi estesi negli Stati Uniti, è la Storia, la Civiltà, di Roma, quindi essenzialmente italica.
E dove ha messo le radici la religione dell’Amore, il cristianesimo, se non a Roma, in Italia ?
E che dire dell’Arte delle nostre città, dei nostri borghi, che trasudano e tramandano l’opera di chi, provando e riprovando, ha costruito una Civiltà che, oggi, si chiama Occidentale e che ha consentito al maggior numero di persone, alla più grande fetta dell’Umanità che mai ne abbia beneficiato, di godere i frutti della Libertà, del Benessere economico, del Progresso Civile ?
La nostra Storia, la nostra Arte, le nostre città, ma anche le nostre Tradizioni.
Le Festività che, in gran parte, vedono sovrapporsi antiche celebrazioni pagane e romane con le nuove cristiane che ne hanno tramandato lo spirito, aggiornandolo al messaggio della nuova religione.
La nostra dieta, tipica e sana, con sapori e alimenti vari, ognuno dei quali necessari per rendere la vita più gradevole.
I nostri ritmi umani, il nostro umorismo che spesso ci ha salvato dalle situazioni più critiche.
Il nostro coraggio.
Perché l’Italia non è solo (fortunatamente) pacifinti, no global, Prodi e D’alema che calano le braghe davanti ai talebani, Badoglio, Caporetto o Custoza.
Noi siamo anche quelli di Curtatone e quelli della battaglia di Vienna e della disfida di Barletta, quelli di Nassyria e di Vittorio Veneto.
E allora un ministero che abbia, come sua finalità, quella di ricordare, di stimolare a studiare ed approfondire la “bella Italia”, di conoscerla, di apprezzarla è un ministero che rappresenterebbe una svolta all’approccio con la poltica.
E sarebbe anche un più che valido filtro nei confronti degli immigrati che volessero prendere la cittadinanza italiana e ai quali dovrebbe essere richiesta la partecipazione a corsi – full immersion – per imparare ad essere italiani, per quanto possa essere loro consentito dalla mancanza, ineliminabile, del sentimento profondo di italianità che, comunque, noi nati e cresciuti in Italia abbiamo, anche se a volta non gli diamo ascolto.
Conoscere le nostre radici, perché, riscoprendo chi e come eravamo, si riesca meglio ad essere Italiani nel presente e nel futuro, senza complessi di inferiorità verso chicchessia.

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19 marzo 2007

Prodi, D’alema e Fassino calano le braghe davanti ai talebani

Nel momento in cui scrivo non so se Mastrogiacomo, il giornalista di Repubblica rapito dai terroristi talebani, sia libero e a quali condizioni (questo, con certezza, non si saprà mai ... certo che è disgustoso leggere che il ministero degli esteri italiano dichiara che "tutte le condizioni poste dai talebani sono state soddisfatte" !!!).
Quello che ritengo debba essere messo all’indice è il comportamento irresponsabile e vile della sinistra, dei Prodi, dei D’alema, dei Fassino che, ancora una volta, non hanno perso l’occasione per accontentare l’ala estremista della loro coalizione, rompendo la solidarietà di “Enduring Freedom”, la guerra contro il terrorismo fondamentalista musulmano.
Le ragioni di “Enduring Freedom” sono, tuttora, valide e nobili.
Non dobbiamo dimenticarci, mai !, dell’11 settembre e il modo peggiore per rapportarsi all’interno del Fronte della Libertà e con il nemico terrorista è quello di riconoscere a quest’ultimo una legittimità di controparte, aprendo trattative (siano esse sottobanco, per interposta persona o stato).
Mastrogiacomo ha, volontariamente, accettato il rischio, per la sua carriera, di recarsi in Afghanistan e cercare un abboccamento con i terroristi musulmani.
Mal gliene incolse.
Non è un problema di trattative liberare lui (e quelli come lui) ma di intelligence e di operazioni militari.
Se con il Governo Berlusconi si è vociferato del pagamento di un riscatto per liberare le due Simone e la giornalista comunista del Manifesto (e personalmente non avrei dato una lira !) con Prodi e D’alema si arriva addirittura a vociferare della liberazione di tre terroristi detenuti a Kabul.
Una liberazione che, formalmente, è opera del governo afgano, ma che sicuramente – se così sarà – è frutto delle pressioni della italietta di Prodi e D’alema.
Ma non basta.
Il segretario del maggior partito della sinistra, Fassino, ha addirittura aperto alla possibilità di una conferenza sull’Afghanistan aperta ai terroristi talebani !
Queste due notizie, sommate, rappresentano la sconfitta della politica della fermezza e l’affermazione di un’italietta badogliana e traditrice degli interessi dell’Occidente.
Sarebbe come se, ai tempi delle brigate rosse, si fosse accettato di liberare Curcio a altri terroristi in galera in cambio di Moro, aprendo nel contempo un tavolo di trattativa con i terroristi rossi sulle loro richieste politiche.
Una autentica infamia !
Spero che Mastrogiacomo possa essere liberato, ma con un blitz militare (come fu per Stefio e gli altri due operatori della sicurezza italiani) e spero che gli Stati Uniti intervengano per impedire la liberazione dei terroristi detenuti a Kabul anche se temo che siano oggetti del “ricatto” in merito alla continuazione della presenza italiana in Afghanistan.
L’Italia, quella vera, non merita di essere rappresentata da chi sa solo calare le braghe davanti alle minacce terroriste, mettendosi prono davanti ai loro diktat.

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18 marzo 2007

Metafisico è tornato

Con una mail di ieri sera, che ho letto solo ora, Metafisico mi comunica che, nonostante l’aggressione censoria subita senza alcun preavviso o ammonimento ha salvato tutti i suoi post ed ha aperto su blogspot a questo indirizzo:

Esprimo soddisfazione per il veloce rientro di un blogger colpito dall’isteria censoria di chi vorrebbe impedire la diffusione di idee, pensieri ed opinioni non in linea con i propri desiderata.
La vicenda di Metafisico (e anche quella di Risè e Belpietro, ancor prima della Fallaci e della Santanchè) dimostrano che è necessaria una vasta reazione contro gli intenti repressivi e liberticidi di tre consorterie (comunismo, omosessualità, fondamentalismo islamico) pur distinte ma che usano gli stessi metodi intimidatori, tendono a soffocare le idee difformi, impedendone la diffusione e proibendo ai cittadini di valutarle.
La reazione solidale agli atti censori di questi giorni fa ben sperare per il futuro, ma dobbiamo tutti noi essere impegnati nel non tollerare più, pro bono pacis o per malinteso liberalismo, che si imponga il bavaglio alle nostre opinioni.

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17 marzo 2007

Solidale con Risè, Belpietro e Metafisico

Claudio Risè è autore di apprezzati saggi e articoli, alcuni dei quali toccano il problema della omosessualità.
Il suo torto ?
Argomentare sul fatto che l’omosessualità, poi, non è così normale come gli omofili vorrebbero far credere.
Così all’ennesimo suo articolo la cricca omofila si è scatenata chiedendo censure a anatemi contro il professore, reo di illustrare tesi a loro non gradite.
E la censura è, purtroppo, arrivata.
Maurizio Belpietro è il direttore de Il Giornale ed è sotto attacco per aver pubblicato il nome del portavoce di Prodi tra i ricattandi nella vicenda emersa a Potenza, per fotografie in cui il portavoce della sinistra andava a travestiti.
In un primo momento la sinistra, pel tramite dei suoi ossequiosi velinari, ha cercato di negare l’esistenza delle fotografie e di dare l’idea di una smargiassata del fotografo.
Poi, dal momento che le fotografie esistono, ha in tutta fretta emesso un decreto che ne impedisce la pubblicazione.
Operando una censura stalinista sull’informazione, visto che gli elettori devono anche decidere in base alle qualità morali di chi poi andrà a governare la cosa pubblica.
Ed è indubbio che andare a travestiti è cosa che a molti – incluso chi scrive – fa profondamente schifo e personalmente ad uno così non stringerei la mano, figurarsi affidare le sorti della mia Patria.
Così la sinistra ha messo sul banco degli accusati il direttore de Il Giornale , facendogli recapitare dai solerti funzionari della categoria, anche un avviso da parte dell’ordine dei giornalisti.
Metafisico è invece un blogger che è aggregato tanto ne Il Castello quanto in Triares - The Right Italian Conservative Nation e in quest’ultimo aggregatore, dove vengono archiviati per intero i post dei blogger, potete qui trovare i post di Metafisico.
Metafisico aveva un blog sulla piattaforma di splinder intitolato Superuomo.
In occasione della polemica sulle unioni omosessuali ha pubblicato un post intitolato Gli omosessuali non meritano diritti, semmai punizioni che potete leggere qui e che è parte dello speciale sui di.co. promosso da Triares - The Right Italian Conservative Nation.
Da ieri, quando si cerca di entrare nel blog di Metafisico appare questa scritta:
Il blog che hai richiesto e' stato cancellato, oppure l'indirizzo che hai digitato non e' corretto”.
Naturalmente spero sia un “problema tecnico”, ma il sospetto che, dopo l’aggressione contro il prof. Claudio Risè, la cricca omofila abbia nuovamente chiesto (e, purtroppo, ottenuto) la censura e l’oscuramento di idee non gradite, è molto, troppo fondato.
Ecco che si delinea il quadro della repressione delle libertà civili, a cominciare da quella di opinione, nell’Italia della sinistra.
Il ddl Mastella per punire con la prigione chi esprime idee controcorrente (rispetto alla vulgata conformista).
Le sentenze della cassazione contro simboli della nostra Storia (ma non contro le immagini di criminali terroristi come Guevara) negli stadi.
La censura e l'attacco a Risè colpevole di scrivere quel che molti pensano sull'omosessualità
La censura e l’attacco a Belpietro e a Il Giornale perché ha osato gridare che “il portavoce del re è nudo”.
L’oscuramento operato contro un blogger anticonformista per impedire che esponga le sue idee in quella che dovrebbe essere la piazza della libertà, internet.
La battaglia di libertà che contraddistingue il Centro Destra passa anche attraverso la solidarietà, senza “se” e senza “ma” ai Risè, ai Belpietro e ai Metafisico, respingendo le isteriche pressioni della cricca (chiamarla “lobby” sarebbe darle una connotazione troppo onorevole) omofila.
Il Centro Destra scelga se stare con quei 4 gatti (perché, come ha giustamente capito il Presidente Silvio Berlusconiquelli stanno tutti dall’altra parte”) omofili che dicono di collocarsi a Destra, senza peraltro essere portatori di alcuni Valori portanti della nostra parte politica, o se schierarsi con decisione dalla parte della libertà di opinione che esprime le idee di migliaia di elettori di Centro Destra, ai quali, inequivocabilmente, fa schifo pensare a persone che abbiano rapporti sessuali con travestiti e con persone del proprio stesso sesso.
E che il Centro Destra dia risposte concrete a cominciare dalla scelta dei candidati alle prossime amministrative.
Per Risè e Belpietro, oltre a manifestare solidarietà, non so cosa potrei fare.
A Metafisico, invece, ho già offerto ospitalità in questo blog, se vorrà esprimere la sue ragioni.

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16 marzo 2007

Par condicio

E' con sadico piacere che ho letto le indiscrezioni e i gossip riguardanti il portavoce di Prodi.
Qui non sto a disquisire se le notizie nei suoi confronti siano vere o false.
Prendo atto che, dopo la vicenda Rovati/Telecom/carta intestata alla presidenza del consiglio, un altro strettissimo collaboratore di Prodi è finito sulla graticola della "informazione".
Così come prendo atto degli alti lai dei sinistri che, come un sol uomo ( ...) hanno rilasciato sperticate lodi nei confronti del bersaglio di turno.
Ne prendo atto e, ripeto, lo faccio con sadico piacere pensando a tutte le volte che ad essere messo sulla graticola era un esponente del Centro Destra, ricevendo non solidarietà, ma solo insulti e sberleffi.
Penso al portavoce di Fini, costretto alle dimissioni - e anche lui finito all'ospedale - per essere stato accusato (mi sembra che poi l'accusa si sia dimostrata - sono spiacente per lui - infondata) di aver avuto rapporti con una prorompente bellezza catodica ( il mio dispiacere riguarda il fatto che non sia vero questo aspetto ... dispiacere per lui, s'intende ).
Penso al colloquio a tre (La Russa, Matteoli, Gasparri) intercettato al bar.
Penso, in ultimo, alla lettera della First Lady Veronica che ha messo su un bersaglio d'argento il Presidente Silvio Berlusconi per ogni sorta di tentativo di ridicolizzarlo e criticarlo.
In tutti questi casi non ho letto alcun tipo di solidarietà, solo silenzi compiaciuti, quando non atteggiamenti da Maramaldo contro il bersaglio dei gossip.
E che dire delle vicende di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia che,sembra, la procura di Como ritiene innocente degli addebiti mossi dal sostituto potentino ?
E la c.d. "moggiopoli" che ha visto scatenarsi il più classico perbenismo stalinista della sinistra ?
Sembra che sia inventata anche la storia del portavoce di Prodi con un trans.
Ne sono contento (mi farebbe alquanto schifo pensare di essere governato da uno che va a trans !), ma sono ancor più contento che un esponente di sinistra abbia assaggiato la stessa minestra che i suoi sodali cercano da 13 anni di far mangiare agli esponenti del Centro Destra.
Perchè dovremmo manifestare solidarietà, quando loro hanno sempre sparato sulla Croce Rossa con dichiarazioni pelose di astensione dai commenti ?
Che imparino anche loro cosa vuol dire finire sulla graticola, forse, in futuro, eviteranno di reiterare i comportamenti che hanno contraddistinto questi 13 anni e, soprattutto, di incentivare il linciaggio mediatico nei confronti del Presidente Berlusconi.

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15 marzo 2007

Adesso vogliono demolire anche la Bossi-Fini

Le avances che, pronube Mentana, Prodi ha rivolto al Centro Destra e al Presidente Silvio Berlusconi, cadono subito per l’imbroglio che cercano di coprire.
Non si è ancora spenta l’eco di un Prodi con il piattino in mano (e con un flop di share da mettere a rischio gli ascolti di Canale 5) che oggi leggiamo delle intenzione che l’allegra coppia Amato-Ferrero ha nei confronti dell’immigrazione.
Con una mano “offrono”, con l’altra demoliscono (o cercano di demolire) un’altra riforma del Governo Berlusconi, per aprire le porte all’invasione extracomunitaria e, anche in questa circostanza, con un retropensiero che si evidenzia subito nei paragrafi che prevedono il voto amministrativo agli immigrati.
Ma per cosa voterebbero gli immigrati ?
Con quale conoscenza dei problemi ?
Con quale esperienza dei fatti italiani e locali ?
Con quale conoscenza della storia, della cultura, delle Tradizioni dei nostri comuni, province e regioni ?
Con quali e quante tensioni sociali ?
Con quali posti di lavoro ?
Con quali alloggi ?
Ma, ancora e soprattutto, con quali possibilità di reale e sincera volontà di integrarsi da parte della massa - musulmana - di gran parte degli immigrati ?
Se dobbiamo assistere alla pretesa che nelle mense scolastiche vengano eliminati – per uniformare il cibo a ciò che tutti possono mangiare – alimenti tradizionali, saporiti e fondamentali della nostra dieta come i derivati dal maiale.
Se dobbiamo sopportare che un tizio si permetta, con grande copertura mediatica, di fare una battaglia – anche con teatrali ed offensivi gesti – contro il Crocefisso negli ospedali.
Se dobbiamo subire richieste di aperture di piscine dedicate esclusivamente alle donne musulmane, come possiamo pensare che questi vogliano integrarsi e, quindi, votare per il bene di una comunità di cui loro stessi respingono la cultura, la Tradizione, persino la cucina ?
Ecco allora un altro tema sul quale il Centro Destra ha l’obbligo civile, morale, politico, di erigere barricate per impedire, in ogni modo, che venga smantellata una Riforma, la Bossi-Fini, che se non è la panacea di ogni problema, ha segnato una inversione di tendenza nella deriva pauperista delle precedenti leggi di sinistra e resta l’unico baluardo contro il dilagare dell’invasione extracom.
Allora, ricapitoliamo e aggiorniamo la “lista della spesa” che chiediamo al Centro Destra:
- votare “NO” al rifinanziamento della missione in Afghanistan
- opporsi in ogni modo alla deriva morale rappresentata dai “di.co.”
- rifiutare le ingannevoli lusinghe di sedersi allo stesso tavolo con la sinistra per riforme (come quella elettorale di cui non si sente alcun bisogno) condivise
- difendere la Bossi-Fini, ultima trincea per difendere l’italianità della nostra Terra.

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14 marzo 2007

Berlusconi non ascolti i consiglieri fraudolenti

Le prime reazioni del Presidente Silvio Berlusconi che la stampa riporta dopo la sfacciata avance di Prodi sembrano confortanti.
Berlusconi non pare lasciarsi irretire dai toni curiali e ipocriti di un Prodi in netta difficoltà e alla ricerca di una sponda nel Centro Destra.
Ma temiamo anche l’offensiva dei consiglieri fraudolenti, di coloro che, magari per aggiudicarsi uno strapuntino in qualche nomina di infimo livello, sarebbero propensi ad accettare l’incontro con Prodi.
Berlusconi non deve però dimenticare la “notte di spogli e di brogli”, come lui continua a definire la sera del 10 aprile 2006 con i dubbi sulla legittimità del risultato.
E dubitare sulla legittimità del risultato significa anche mettere un punto interrogativo sulla legittimità di tutti gli atti del parlamento uscito da quella notte, ivi inclusi i provvedimenti sull’aumento delle tasse, ma anche la fiducia a Prodi.
Sedersi allo stesso tavolo con Prodi per discutere di legge elettorale significherebbe legittimare a posteriori quel che non si è mai voluto legittimare: il governo della sinistra uscito da quella notte.
E’ quindi opportuno che, se proprio (ma sarebbe meglio di no) Forza Italia e la CdL vorranno intavolare una discussione con la sinistra, lo facciano al più basso livello possibile.
Anche perché la legge elettorale c’è già ed è una buona legge che, per diventare ottima, avrebbe bisogno solo di un paio di ritocchini marginali:
- collegio nazionale per il premio di maggioranza al senato (cassato da Ciampi con i risultati che vediamo)
- inserimento delle preferenze
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Tutto il resto è … noia: il solito, sinistro imbroglio per conservarsi la poltrona.


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