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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

04 aprile 2007

Il Vescovo non deve parlare

Con un nesso di causalità che solo uno sciocco potrebbe negare, dopo le giuste esternazioni di monsignor Bagnasco sulla deriva morale che discenderebbe dall’approvazione delle unioni omosessuali, a Genova, città di cui il prelato è vescovo, sono apparse scritte minacciose nei suoi confronti, al punto da richiedere una riflessione su una protezione da accordargli da parte della prefettura.
Una riflessione che ci informa quanto siano prese sul serio, e quale grado di pericolosità abbiano, quelle scritte che, evidentemente, non sono opera di un singolo mentecatto, mentalmente disturbato.
Abbiamo già avuto modo di concordare con le parole del neo Presidente della Cei per la concretezza con la quale ha affrontato il problema che deriva dalla fuga in avanti (verso l’abisso) di chi propone le unioni omosessuali.
Ma è opportuno adesso vedere quali reazioni suscita la semplice proposizione di idee non collimanti con gli esagitati sostenitori di siffatta proposta.
Le minacce che colpiscono il vescovo di Genova rappresentano una grave intimidazione, pari a quelle promosse dai fondamentalisti islamici contro chi ha ironizzato su Maometto o chi scrive per informare sui loro costumi e religione (ricordo qui la Santanchè per un libro sul velo o in passato la fatwa contro Salman Rushdie per i suoi versetti satanici).
Al punto che c’è da temere che qualche squilibrato trasformi in atto concreto la campagna d’odio scatenata contro chi “si permette” di contrapporre alla deriva il richiamo ad una visione morale della società.
E non mancano esempi (il regista Van Gogh, Don Santoro) e non dimentichiamoci di quanto la Chiesa ha pagato per il solo fatto di esprimere delle idee, nell’America Latina (tanto da regimi militari, quanto da quelli comunisti), negli anni dell’occupazione comunista nell’est europeo, nella Cina comunista, nella penisola indocinese.
Vediamo oggi come si propaghi, là dove la sinistra è al potere, una legislazione repressiva della libertà di opinione.
In Italia il ddl Mastella che vorrebbe sopprimere la libertà di sostenere idee non conformi a quella del “grande fratello” politicamente corretto.
In Brasile dove è legge la proibizione di criticare gli omosessuali.
In sostanza, noi dobbiamo sopportare la pubblicità insistente di chi sostiene la normalità dell’omosessualità (un autentico ossimoro), ma costoro non accettano che noi si possa sostenere il contrario.
Ci sono locali per omosessuali, ma è vietato che ci siano locali per gli eterosessuali (se ce ne fosse uno, il gestore verrebbe sicuramente processato in base a qualche menata su un presunto “razzismo”).
Mi viene in mente la famosa barzelletta dei tre vecchietti al parco.
Il primo, osservando i costumi di oggi, che ricorda: “una volta gli omosessuali erano perseguitati”.
Il secondo, che prosegue: “poi furono tollerati”.
Il terzo, con un sospiro: “adesso sono elogiati”.
Tutti e tre, all’unisono: “scappiamo, prima che lo rendano obbligatorio” !
Ecco, non vorrei che, a forza di tentare impedire la libera espressione di chi si oppone alle unioni omosessuali, si arrivi, con minacce e repressioni, se non a rendere l’omosessualità obbligatoria, almeno a richiedere un “giuramento” di “correttezza politica”.
Anche per questo scenario futuribile, dobbiamo scendere con sempre più convinzione e decisione in campo, a fianco della Cei, per impedire l’approvazione di leggi diseducative e che spalancano la porta ad ogni tipo di devianza.

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6 commenti:

Simo ha detto...

Oddio! Messa così pare che Bagnasco sia una specie di Romero.
Fermo restando che ogni forma di censura può e deve essere fermamente criticata non confondiamo grandi battaglie con squallide polemiche moralistiche dell'italietta cattocomunista.

Anonimo ha detto...

Come ho più volte scritto, ho la convinzione che chiunque abbia il diritto di esprimere la proprie opinioni.

La saggezza di ciascuno ne trarrà poi le giuste valutazioni.

In questo senso credo anche che non si possa celare la verità e l'evidenza di uno status sociale.
Se così fosse si rischierebbe di fare gli stessi errori che fa la sinistra: negare l'evidenza.

Quanto al Ddl sui DiCo, non lo condivido affatto nel suo impianto (e nella sua ipocrisia).
Il testo di legge Biondi ha qualche marcia in più.

Baci

CampaniArrabbiata ha detto...

A me è capitato di leggere per strada "Ammorte nazhinger", scritto proprio in questo modo.

Massimo ha detto...

Simone: preferisco Bagnasco :-)

Monica: non credo esista uno "status sociale" da omosessuale, ma solo un problema individuale ... :-)

Capt: da quella frase si possono desumere due insegnamenti. Quelli che ce l'hanno con la Chiesa sono ignoranti. E proprio perchè sono ignoranti sono anche pericolosi per le azioni che potrebbero compiere.

Simo ha detto...

Io preferire Romero. Scuza ma sicome che cela o speso co la Ciesa io essere iniorante :-D
Ciao

Massimo ha detto...

Sbagliato rispondere ad idee sbagliate con la soppressione di chi le espone. Ma le idee di Bagnasco sono per me giuste, la propaganda di Romero era politica,non un indirizzo morale ... :-D
Ma come si può avercela con la Chiesa ? E' parte fondante della Civiltà e se siamo così lo dobbiamo anche ad una istituzione millenaria come la Chiesa che si è innestata su una base derivante dalla Civiltà Romana che, ugualmente, ci appartiene ... :-)