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No alla deriva

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09 agosto 2007

Caccia al tesoro

Se c’è un indice che può dar la misura di quanto sia andato a farfalle il raziocinio di chi il 9 e 10 aprile 2006 ha votato sinistra (pur con tutte le riserve che manteniamo sul reale esito del voto) è il dibattito sull’utilizzo delle riserve auree della Banca d’Italia.
La sinistra è andata al governo (speriamo quanto più temporaneamente possibile) millantando uno stato comatoso delle nostre finanze pubbliche.
Ha così giustificato un salasso fiscale che verrebbe voglia di solidarizzare con Valentino Rossi.
Non paga (anche perché a pagare siamo noi cittadini !) ha assalito il “tesoretto” che altro non era che quanto il precedente Governo Berlusconi era riuscito a capitalizzare con la politica finanziaria del Ministro Tremonti e senza mai mettere le mani in tasca nostra.
Ma evidentemente non è sufficiente per appagare i robusti appetiti delle clientele parassitarie e assistite, così, pensa che ti ripensa, a qualcuno a sinistra è venuto in mente di aprire una caccia al tesoro nella migliore tradizione di pirati e bucanieri.
Le adunche ed avide mani della sinistra si sono quindi allungate sulle riserve auree della Banca d’Italia, come i figli degeneri e inetti sperperano il patrimonio accumulato dai padri, così la sinistra vorrebbe sperperare le riserve auree per evitare di tagliare le spese.
Commettendo così un duplice errore.
Da un lato riduce il patrimonio di famiglia per tamponare una situazione, senza risolvere alcunché.
Infatti se riuscisse nel suo bieco intento, la sinistra riuscirebbe solo a mantenere per un anno questo livello di spesa, riproponendosi il problema il prossimo anno e avendo già disperso un patrimonio di garanzia senza alcun utile.
L’altro errore è quello di pensare di potersi appropriare di beni che non sono nella sua disponibilità, agendo nella tipica tradizione comunista, con l’esproprio, visto che i lingotti appartengono alla Banca d’Italia e ai suoi azionisti: in prevalenza istituti di credito, privati.
E così capiamo anche qual genere di spirito “liberale” abbiano i neofiti delle liberalizzazioni.
Il bello è che l’europeista Prodi, con simili atteggiamenti, è riuscito a farsi nuovamente bacchettare sulle dita dalla sua europa, che ha pronunciato un bel “nein” alle mire espropriatici della sinistra.
Ma questo atteggiamento era prevedibile.
Ricordiamo le migliaia di miliardi di riserve che Ciampi, altro nume tutelare dell’europa e allora governatore della Banca d’Italia, ha sperperato nel 1992 per difendere una improbabile parità della lira nel serpente monetario.
E Ciampi è ligio agli ordini di scuderia ed è un senatore non eletto (mai eletto !) che puntella il governo di sinistra.
Così come ricordiamo l’Amato, ora ministro degli interni, che sempre nel 1992, si infilò notte tempo nei nostri conti correnti per sottrarci il 6 per mille del loro saldo.
Sempre loro, addirittura, a volte, sempre gli stessi.
E allora la simpatia per Valentino Rossi diventa più forte, così come l’apprezzamento per un settimanale che, in genere, non piace, Famiglia Cristiana, che si domanda perché mai dovremmo pagare le tasse visto che servono a mantenere l’apparato clientelare e parassitario.

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