Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 aprile 2008

Il messaggio sbagliato delle elezioni di Fini e Alemanno

Fini è stato eletto presidente della camera.
Alemanno sindaco di Roma.
Cosa c’è di sbagliato, di diseducativo nel messaggio che viene lanciato da queste due elezioni ?
Il premio concesso a due signori che hanno anteposto l’appagamento della propria ambizione personale, ai Valori cui, in varie circostanze, avevano giurato fedeltà.
Il messaggio che giunge, soprattutto ai più giovani, dice che la coerenza in politica non vince, mentre con il suo opposto si passa all'incasso.
La figura più deprimente è quella di Fini per il quale Mussolini era il più grande statista del secolo, salvo poi dichiarare il Fascismo “il male assoluto”.
E da questo momento è tutto un continuo di atteggiamenti ondivaghi che hanno, come stella polare, il punto più lontano agli Antichi Valori Ideali che lo avevano portato ad essere designato da Almirante in persona, come suo erede.
Il voto agli immigrati, la firma nella proposta di legge sulla fecondazione assistita, salvo poi apporre la sua stessa firma a favore dei referendum abrogativi, la lite da comare con Tremonti salvo poi richiamarlo, fino allo spettacolo di novembre, quando davanti a Berlusconi che lanciava il suo “Popolo della Libertà” (quello originale) si esibiva in battute tipo: siamo giunti alla comica finale.
Per poi lanciarsi in una intemerata: non tornerò all’ovile perché sono il presidente di An, non una pecora.
Adesso, il suo ritorno all’ovile, come una pecora del gregge, è stato ripagato dall’elezione alla terza carica dello stato.
E qui ci sta tutta la domanda su quale insegnamento possono trarre i più giovani da questa vicenda.
Meglio pecora di un gregge che Uomo dalla schiena dritta ?
E quale stato abbiamo davanti se la sua terza carica mostra una simile affidabilità ?
Anche le istituzioni non ne escono affatto bene e sappiamo quanto, invece, avrebbero bisogno di trovare nei propri rappresentanti esempi e simboli di uno stato che vorremmo e che, invece, non c’è.
Si è persa una ottima occasione per dare un esempio di coerenza e di etica della politica.
Anzi.
Se ne sono perse due, di occasioni …

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29 aprile 2008

Guardare al futuro, svoltando a Destra

La vittoria di Alemanno a Roma, oltre a rappresentare la ciliegina sulla torta elettorale di Berlusconi (e l’amaro di fine pasto per chi, come me, era e resta ostile al “partito di centro, moderato e liberale") rappresenta la fine della seconda repubblica e il ritorno al passato.
Una volta la dc e il pci, oggi il pdl e il pd.
Ma la musica non cambia,
Come abbiamo visto con Alitalia la leva è la spesa pubblica, cioè la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite.
Un sistema di potere.
Ma le elezioni politiche e amministrative ci hanno detto che è andata in frantumi la leggenda popolare del “buon governo” della sinistra.
Prodi è il responsabile primo, anche se non unico, della sconfitta di Veltroni.
La pessima gestione di Roma in 15 anni di giunte cattocomuniste è la responsabile assoluta della sconfitta di Rutelli, agevolata anche da eventi criminosi manifestatisi sotto ballottaggio.
Se negli anni sessanta e settanta i comunisti offrivano la vetrina di Bologna, ricevendo anche l’ottima risposta dell’allora segretario della dc Rumor “Bologna è così, perché è all’interno di una Italia democristiana”, oggi devono nascondere le loro incompetenti amministrazioni.
Che Roma l’abbiano persa per loro responsabilità risulta a me evidente dal dato – sconfortante – della scelta dei romani di Destra (Fiamma Tricolore, La Destra, Forza Nuova) di votare Alemanno nonostante costui abbia rifiutato apparentamenti ed abbia scimmiottato Enrico IV di Navarra, ritenendo che Roma valesse una commemorazione del 25 aprile.
Per quanto io ed altri non romani ci si sia messi di impegno, non siamo riusciti purtroppo a convincerli della bontà di una scelta politica astensionista.
E questo la dice lunga sul rifiuto cui la cittadinanza romana è giunta nei confronti della sinistra amministrazione durata ben 3 lustri.
Poi che Alemanno e il “partito di centro, moderato e liberale” riesca ad amministrare bene è tutto da dimostrare e lo attendiamo al varco del traguardo di fine mandato.
Il risultato di Roma ha offuscato quello, di segno contrario, di Sondrio e soprattutto di Vicenza.
In quelle due città è stato il “partito di centro, moderato e liberale” a non riuscire interpretare il sentimento del popolo e a dover cedere la giunta alla sinistra.
Tale risultato rafforza il segnale venuto dalle politiche, quando il partito di Berlusconi ha perso un milione di voti al Nord, cosa di cui non ha pagato dazio grazie alla Lega.
Se ci pensate è esattamente quel che accadde con la dc: teneva al Sud, anche grazie alle clientele, perdeva al Nord.
Prossimo appuntamento: le europee e amministrative del 2009.
Che fare per tale data ?
Intanto analizzare risultati e quadro politico.
E’ necessario anche valutare come le elezioni del 2008 hanno visto il prevalere del pallottoliere (o, almeno, l'illusione di poter muovere il pallottoliere) sopra ogni afflato Ideale.
Grandi sconfitti delle elezioni sono i Valori che dovrebbero essere posti a base di ogni azione politica, perché rappresentano il traguardo cui i partiti protendono e cercano di condurre la società.
Abbiamo invece due supermercati senz’anima e senza identità.
Personalmente credo che la Destra debba ripartire proprio dalla riaffermazione della propria Identità, alternativa ed equidistante dalla sinistra e dal “partito di centro, moderato e liberale”.
Non ho visto quindi per nulla bene la scelta di Storace di appoggiare Alemanno “a prescindere”, l’ipotesi di entrare nella maggioranza capitolina e addirittura la partecipazione organica alla coalizione che ha vinto la provincia di Foggia.
Se la Destra (Fiamma Tricolore, Forza Nuova, La Destra) non saprà marcare la propria Identità differente rispetto al pdl, allora non avrà neppure quelle opportunità per crescere, per diffondere i propri Valori, per affermare i propri Ideali, preoccupata come sarà di un posto in più o in meno in giunta o nei vari organismi rappresentativi.
Il primo atto identitario della Destra dovrà quindi essere la cesura con il passato di collaborazione con il centro.
Anche perché il rischio è di essere coinvolti in una politica fallimentare (Sondrio e Vicenza insegnano) senza peraltro avere i ritorni – compensativi - che si hanno quando si gestisce il potere.
La Destra dovrà quindi puntare su obiettivi fortemente caratterizzanti, farne delle battaglie di piazza, considerando ogni giorno un momento elettorale.
La Destra dovrà dissociarsi dai provvedimenti che Berlusconi prenderà, gravando sicuramente, come già anticipato, sul pubblico invece di tagliare la spesa.
Ma soprattutto la Destra dovrà perseguire un momento di unità che ne ricomponga le varie componenti, affidandosi a mani nuove se Storace, Santanchè, Buontempo e Romagnoli non risolveranno le loro ambiguità nei confronti del “partito di centro, moderato e liberale.
Lanciare iniziative politiche sul territorio sui temi sensibili, marcare la distanza da Berlusconi, avviare il processo di ricomposizione.
Una attività non esclude l’altra.
Urge però che la Destra si muova in tale direzione, diversamente sarà solo una marginale portatrice d’acqua per interessi privati che nulla hanno a che spartire con i Valori e gli Ideali di una vera Destra Identitaria Italiana alla quale non rimarrà che attendere un Leader capace di rappresentarne l’anima e realizzarne le potenzialità.

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27 aprile 2008

Berlusconi: ma quanto ci costi ?

Il nuovo Berlusconi, uscito come levatrice dal parto del “partito di centro, moderato e liberale”, sembra aver reincarnato l’anima e il modus operandi del defunto Giovanni Agnelli.
Un suo “cavallo di battaglia” elettorale fu l’Alitalia, inducendo i sindacati ad irrigidire le trattative con Air France, nel miraggio di una “cordata” italiana che avrebbe dovuto salvare capra e cavoli.
Adesso sappiamo con quali soldi.
Il prestito ponte, con soldi pubblici, cioè di tutti noi, che avrebbe dovuto condurre l’Alitalia nelle mani francesi è lievitato dai cento milioni previsti a ben trecento milioni di euro (corrispondenti a seicento miliardi delle vecchie lire).
E questo, come si è malamente giustificato Prodi, per accogliere l’esplicita richiesta di Berlusconi.
Adesso sappiamo cosa hanno concordato zio e nipote, Gianni ed Enrico Letta, nei colloqui su Alitalia: quanto gli Italiani dovranno pagare perché Alitalia finisca nelle mani di rapaci finanzieri che, ligi all’insegnamento degli Agnelli, sono determinati nel socializzare le perdite e privatizzare i profitti.
Così, con un bell’esborso dalle casse pubbliche, ecco che il piatto si fa appetitoso.
Ma bastano trecento milioni di euro ?
Certo che no.
Non sono sufficienti a garantire il futuro, perché Alitalia costa – e tanto – in personale.
Così c’è una leva che i finanzieri odierni sanno usare benissimo: quella della riduzione del personale.
E saranno gli esuberi il capitolo che restituirà fiato ed equilibrio di bilancio ad Alitalia.
Infatti Berlusconi, con espressione dolente, ci annuncia: ci saranno dolorosi tagli al personale.
E con espressione radiosa aggiunge: ma ci penseranno gli ammortizzatori pubblici a rendere indolore l’operazione per gli interessati.
Insomma: socializzare le perdite (caricare sugli ammortizzatori pubblici il costo degli esuberi) per privatizzare i profitti (quelli che arriveranno da una compagnia cui saranno stati tagliati miliardi di costi del personale).
E Pantalone paga.
E non si capisce bene in cosa differisca questo piano da quello dei francesi cui, magari, si poteva anche rifiutare un ampliamento del prestito ponte e un eccessivo carico sulle finanze pubbliche degli esuberi.
Ma se pensate che i costi per il pubblico (cioè tutti noi) del nuovo Berlusconi si fermino qui, sbagliate.
Venerdì 25, ne Il Resto del Carlino, un titolo a tutta pagina (interna): bonus bebè anche alle coppie di fatto.
Avremo modo di riparlarne.

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25 aprile 2008

Parigi val bene una Messa ... e Roma ?

Il 25 luglio 1593 (un altro 25 luglio …) Enrico di Navarra, ugonotto (setta protestante francese) abiurò per abbracciare la fede cattolica.
Gli era stato detto che non sarebbe mai potuto entrare a Parigi, sicuro del suo regno, se non fosse diventato cattolico.
Gli fu attribuita la frase: Parigi val bene una Messa, per significare che l’obiettivo da raggiungere (il trono di Francia) valeva più della fedeltà alla religione.
Nel 1598 Enrico IV promulgò l’Editto di Nantes che, per quasi un secolo, garantì agli ugonotti, i suoi antichi compagni di religione, piena libertà di culto e accesso alle cariche pubbliche, tanto che il suo Ministro delle Finanze, il Tremonti dell’epoca, fu un ugonotto, il Duca di Sully.
Ad Enrico IV ho pensato quando ho visto nei telegiornali lo sguardo spiritato di Gianni Alemanno che, assieme a Francesco Rutelli, celebrava il 25 aprile, evidentemente dimentico degli omicidi commessi in nome dell’antifascismo (agli elettori di Destra romani la scelta se votarlo o meno … io andrei al mare) .
Probabilmente anche ad Alemanno sarà venuta in mente la frase di Enrico IV e si sarà giustificato pensando che “Roma val bene una corona alla resistenza”.
Vedremo se Alemanno riuscirà, almeno, da sindaco o da ministro, a garantire libertà politica ai suoi antichi camerati.
Gli suggerisco, in proposito, di lavorare perché venga emanato un Editto che abroghi:
- la XII disposizione transitoria e finale della costituzione del 1948
- la legge 645 del 20 giugno 1952 (comunemente detta “Legge Scelba”)
- la legge 205 del 25 giugno 1993 (comunemente detta “Legge Mancino”)
.
Solo così la sua abiura avrebbe un significato, come l’ebbe quella del suo ben più illustre antesignano.
Per completezza storica e invito alla riflessione.
Enrico IV di Navarra e Francia fu assassinato nel maggio 1610, accoltellato da un fanatico cattolico, Francois Ravaillac.
Fu assassinato non da qualcuno che aveva abbandonato, ma da un fanatico del gruppo cui si era unito.

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22 aprile 2008

L'orizzonte della Destra

Dopo 60 anni la Destra Italiana non ha rappresentanza nel parlamento della legislatura che si aprirà il 29 aprile.
Questo accade nel momento in cui si verifica il massimo spostamento a destra del baricentro della politica italiana.
Questo accade nonostante gli Italiani di Destra siano una percentuale ben superiore a quel 2,8% che è la somma dei voti ottenuti da La Destra/Fiamma Tricolore e Forza Nuova.
Questo accade perché i temi intrinsecamente di destrasicurezza, immigrazione, italianità, lavoro – sono stati mediaticamente percepiti come propri della Lega, anche grazie ad espressioni “da bar” ma efficaci, e la Destra politica non è riuscita a far valere il proprio copyright.
Questo accade a seguito di una legge elettorale che ha posto delle barriere – giuste – di accesso al parlamento, ma soprattutto per l’ingannevole campagna elettorale orchestrata dal “partito moderato, di centro e liberale che da un lato ha catturato, grazie al carisma di Berlusconi, molti voti di cittadini di destra convinti di votare per un partito di Centro Destra, dall’altro lato ha fatto leva sul timore di un recupero della sinistra inducendo altri a votare turandosi il naso, votare “contro” e non “per”.
Il risultato è l’assenza nel prossimo parlamento della Destra e dei Conservatori italiani, visto che il “partito moderato, di centro e liberale” è, per l’appunto, “moderato, di centro e liberale” quindi non Conservatore e di Destra.
Probabilmente, poi, non è neppure quello, ma solo una corte dei miracoli in cui Giovanardi e Capezzone, Rotondi e Ciarrapico, Mussolini e Dini, Della Vedova e Formigoni, sono tenuti assieme dal “dio poltrona” e da Berlusconi.
Un partito, quindi, destinato a scomparire alla ... scomparsa del suo demiurgo e con cui la Destra non deve mischiarsi se vorrà mantenere una propria visibile identità.
Quale Destra, dunque, si profila all’orizzonte ?
Posso esporre quale Destra vorrei si realizzasse in Italia.
Una Destra che trovi, finalmente, unità.
Il risultato elettorale dimostra che con questa legge elettorale è necessario non dividersi per motivi futili, per personalismi e per eccesso di rigidità su programmi.
Credo che la sinistra lo abbia capito.
Sommando, infatti, i voti della Sinistra Arcobaleno, Sinistra Critica, Partito comunista, avrebbero superato il famigerato quorum del 4% e siederebbero in parlamento.
Assieme a Forza Nuova – che ha ottenuto lo 0,3% ma presentandosi solo in due terzi dei collegi – saremmo arrivati al 3%, con buone prospettive di essere aggreganti per altri voti dispersi e di protesta.
Il primo punto, quindi, sarà sciogliere La Destra, Fiamma Tricolore, Forza Nuova, per costituire un nuovo soggetto unitario, che qui chiameremo Destra Italiana, ma il nome non ha importanza purchè richiami la collocazione a destra.
Il secondo punto è lanciare messaggi forti alla nazione.
Scendere in piazza per raccogliere firme, manifestare, rilanciare argomenti “di destra”.
A livello indicativo elencherei:
- boicottaggio delle olimpiadi cinesi
- riduzione degli emolumenti ai parlamentari alla media dei lavoratori italiani (1200 euro al mese aveva proposto la Santanchè)
- espulsione immediata di rom e clandestini, con respingimento attivo alle frontiere e nessuna modifica per l’espressione del diritto di voto che spetta solo ed esclusivamente ai cittadini (naturalmente nessuna scorciatoia per ottenere la cittadinanza)
- carcere senza sconti ai condannati in via definitiva
- moratoria nelle costruzioni delle moschee
- registro degli imam
- sostegni alla famiglia naturale formata da un uomo e da una donna con la loro prole, quindi chiusura ad ogni ipotesi di regolamento per le unioni omosessuali
- mutuo sociale
- prelievo dell’1 % sugli utili di banche e assicurazioni
- flat tax.
Terzo punto predisporre sin da ora liste unitarie dei movimenti di destra per le europee e le amministrative del 2009, esprimendo con chiarezza la natura alternativa della Destra Italiana dalla sinistra e dal “partito di centro, moderato e liberale”.
Non sarà facile arrivare ad una simile sintesi.
Ma il percorso è obbligato se non ci si vuole ridurre in una “riserva indiana” in cui nobili Ideali e Valori identari circolano solo tra un numero ristretto di persone.
Ogni cittadino di Destra può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo.
Impegnandosi, chi è iscritto, nel proprio partito, facendo conoscere le idee della Destra Italiana nella propria cerchia di conoscenze e anche in Rete mediante aggregazioni e punti di incontro che, facendo gruppo, riescono a penetrare anche il più oscurantista dei regimi.
In Rete, che è l’impegno meno gravoso e più semplice, ha rilevanze “l’esserci”, perché i vari motori di ricerca possano rinvenire il modo in cui si tratta un determinato argomento, con interpretazioni diverse rispetto al coro di regime (che è tale tanto a sinistra quanto sul versante “moderato, di centro e liberale” come ha dimostrato il silenzio del Giornale e di Libero sulla Destra/Fiamma Tricolore in campagna elettorale).
Sono convinto che Berlusconi ci darà modo di sbizzarrirci nel commentare le sue iniziative ed altrettanto faranno a sinistra.
Credo già a cominciare dal prossimo 25 aprile …

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20 aprile 2008

Alitalia:Berlusconi mendicante da Putin

Pensavo di dover attendere la formazione del governo del “partito moderato, di centro e liberale” prima di dar fuoco alle polveri, invece la frenesia del nuovo Berlusconi, tutto teso ad apparire, porta, due settimane prima dell’apertura della legislatura e della successiva formazione del governo, a parlare della prima fanfaronata che è venuta a galla.
Da anni l’Alitalia naviga in pessime acque finanziarie, fino a che l’unica soluzione è sembrata quella di liberarsene.
A farsi avanti, concretamente, l’Air France con un progetto “lacrime e sangue”, che avrebbe spossessato l’Italia della sua compagnia di bandiera oltre all’abbandono di attività e licenziamenti.
Eravamo in campagna elettorale e il candidato del “partito moderato, di centro e liberale” si gettò a capofitto sul cadavere della Compagnia di Bandiera per arrotondare il suo bottino elettorale.
No ai francesi, l’Alitalia resti italiana: ci penso io.
Imprenditori italiani formeranno una cordata per rilevare la compagnia, ci saranno anche i miei figli.
Cioè no.
I miei figli sono troppo furbi per impelagarsi in Alitalia e con la scusa del “conflitto di interessi” si sono sfilati, ma ci sono legioni (“un numero impressionante”) di imprenditori italiani disposti a contribuire alla cordata.
Fece anche due o tre nomi, ma gli sventurati negarono.
Passate le elezioni Alitalia continua a perdere denaro ed ha poco più di un mese di vita.
E cosa tira fuori dal cilindro il nuovo Berlusconi del “partito moderato, di centro e liberale ?
Parlerò con Sarkozy.
Tutto sommato Air France la può comprare, purchè resti il Tricolore e purchè comandino gli italiani.
In sostanza chiede che i francesi "caccino" i soldi, ma che rinuncino a comandare e persino a mettere la bandierina sulla conquista.
Magari pensa che Sarkozy sia distratto da Carla Bruni …
Ma c’è una carta di riserva.
Invita Putin per un fine settimana anticipato al mercoldì e, tra una mitragliata metaforica ai giornalisti ed una battuta, gli propone di acquistare, tramite Aeroflot, l’Alitalia.
Berlusconi dovrebbe spiegare cosa abbia di diverso, nei confronti della italianità della compagnia di bandiera, se si vende ad Air France o ad Aeroflot, ma il punto è un altro: dov’è finita la cordata italiana ?
Dove sono le legioni di imprenditori italiani pronti a metter mano al portafogli per salvare l’Alitalia ?
Allora viene da pensare, visto che si torna a parlare di “prestito ponte” che anche il leader del “partito moderato, di centro e liberale” pensi di “salvare” l’Alitalia mettendo le mani nelle tasche degli italiani.
Sì, perché un prestito ponte dello stato altro non è che stornare denaro pubblico, derivante dalle nostra tasse, da attività produttive all’assitenzialismo per l’Alitalia.
Quindi, ricapitolando.
1) Nessuna cordata italiana si è materializzata prima, durante o dopo le elezioni e la stiamo ancora aspettando;
2) Se non è Air France è Aeroflot, della seria Franza o Spagna purchè se magna;
3) Con Prodi o con Berlusconi paga sempre Pantalone, nella fattispecie il contribuente italiano che, in assenza delle legioni di imprenditori, tirerà fuori i soldi per il “prestito ponte”
.
Ne valeva la pena spaccare il Centro Destra per un “partito moderato, di centro e liberale” che fa pagare i debiti della casta agli italiani, esattamente come la sinistra ?

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18 aprile 2008

Sono un extraparlamentare

Alla fine degli anni sessanta e nei settanta, “extraparlamentare” evocava l’immagine di un comunista, capelli lunghi e sporchi, jeans consunti, tascapane contenente cubetti di porfido, barba incolta.
Nel 2008 l’extraparlamentare che rappresento è in giacca e cravatta, quando non con il più classico dei “chiodi” neri e capelli … color carne, come disse una volta Celentano, curati giornalmente con il rasoio, in uno con la barba (stesso trattamento).
Ma sono ugualmente un extraparlamentare.
Di Destra
.
Le elezioni di domenica scorsa, infatti non hanno consentito alcuna rappresentanza al partito che ho votato e non mi riconosco in nessuno dei partiti che hanno eletto parlamentari.
Inizio così la mia carriera da extraparlamentare, anche della Rete.
Il commento sull’esito delle elezioni è già stato fatto e segue strettamente l’andamento della campagna elettorale con un occhio molto attento sulle mosse di Storace a Roma (non condividerei per niente, infatti, l’ appoggiare Alemanno, con o senza invito e apparentamento formale perché non è questo che fa la differenza) e non ho alcun motivo per apprezzare qualcuno dei partiti in parlamento.
Essendo extraparlamentare e di opposizione, conosco un solo modo per svolgere questo ruolo: esattamente come l’ho svolto contro Prodi, portando il mio giornaliero (o quasi ...) contributo al logorio dell’esecutivo.
Il prossimo governo di Berlusconi non mi rappresenterà più di quanto non mi rappresentasse Prodi.
Quindi mi diletterò nell’esercizio della critica, sperando che adottare lo stesso sistema sia di buon auspicio perché non duri più di Prodi.
Nelle prossime scadenze elettorali, già nel 2009 con europee e amministrative tra cui il comune di Bologna, spero ci potrà essere un partito di Destra che non si sia compromesso in connubi con il pdl.
Diversamente l’astensione o la scheda nulla saranno la scelta più coerente con la mia nuova qualità da extraparlamentare, mentre per il comune di Bologna c’è sempre la candidatura di Beppe Maniglia
Non ritengo infatti praticabile votare per il pdl o per un candidato che sia espressione del “partito moderato, di centro e liberale che penso sia destinato a disfarsi non appena perderà Berlusconi e questo potrebbe accadere per vari motivi, a cominciare dal possibile spalancarsi delle porte del Quirinale vista l’età di Napolitano.
Comunque sia, male che vada, il redde rationem vi sarà tra 5 anni, quando la Lega si svuoterà dal voto di protesta ottenuto eccezionalmente, come appare oggi in un servizio de Il Resto del Carlino di Bologna, anche da comunisti, quando scoppierà la “guerra di successione” a Berlusconi tra le legioni di pretendenti (ai quali tutti, probabilmente, Berlusconi ha promesso il trono) e quando ci sarà un nuovo riposizionamento degli elettori del sud che hanno consentito il risultato odierno.
E’, infatti, da notare che, al netto del successo della Lega, il pdl ha ottenuto gli stessi voti che erano la sommatoria 2006 dei partiti che lo compongono, con ben 800mila voti persi al Nord e altrettanti presi da un elettorato meridionale assai ... volubile.
Così come è da osservare che il 37,4% ottenuto dal pdl è meno della percentuale stabilmente ottenuta dalla dc prima del crollo del 1992 (era sempre sopra il 38 tranne alle europee del 1984) mentre il 33,17 % del pci/pds/ds/pd è molto più della percentuale abituale da prima repubblica del pci (tranne sempre le europee del 1984 quando superarono il 34% sull’onda emotiva della morte di Berlinguer).
Vediamo quanto dureranno e quanto faranno.
Sì, perché anche per il prossimo governo si apre il dilemma prodiano: durerà perché farà o farà perché durerà ?

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16 aprile 2008

Questo o quello per me pari sono

Non voto a Roma, quindi la mia è solo una dichiarazione di intenti che segue la campagna elettorale per come si è sviluppata.
Ballottaggio tra Rutelli e Alemanno (e anche alla provincia, da sempre meno importante e per cui non mi ricordo i candidati).
Non so cosa deciderà La Destra/Fiamma Tricolore, ma spero che opti per una gita al mare.
Io, almeno, farei così.
I voti, come abbiamo detto, seguono un accordo politico che non c’è stato e non c’è.
La campagna elettorale perseguita dal pdl è stata tale da rompere i ponti e allargare il fossato con La Destra/Fiamma Tricolore ed è infantile pensare che si la si possa cancellare in poche ore, in presenza degli stessi dirigenti pdl che l’hanno attuata.
In futuro, quando il pdl si sarà disfatto dopo la dipartita politica di Berlusconi, forse … e forse no.
Per ora, se il pdl vuole suoi sindaci, se li eleggesse con i suoi voti.
Questo direi domani se fossi iscritto a La Destra e dovessi decidere sul che fare al ballottaggio romano.
Spero che chi ne avrà facoltà agisca in questo senso perché sarebbe da Tafazzi, dopo aver preso solenni sberle in campagna elettorale, scodinzolare dietro un assessorato o, peggio, una misera pacca sulle spalle.

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15 aprile 2008

Ci rivedremo a Filippi

Berlusconi ha vinto e governerà.
O, almeno, ci proverà.
Non essendo iscritto (non ancora …) a La Destra non spetterebbe a me dirlo, ma lo dico lo stesso: Berlusconi proverà a governare ma senza la Destra italiana.
Per questo credo che non ci riuscirà.
La Destra/Fiamma Tricolore ha ottenuto quasi un milione di voti che rappresentano una solida base per ricostruire la Destra italiana dopo la devastazione dell’era Fini.
Nel momento in cui scrivo non conosco gli esiti del comune e provincia di Roma.
Credo che La Destra/Fiamma Tricolore sarà presente in quei consigli, come ha posto le basi per essere presente in tante amministrazioni locali e nel parlamento europeo.
Guardavo stamattina i riquadri con i risultati elettorali regione per regione e, per l’Emilia, i capoluoghi di provincia, quindi i comuni del bolognese.
Sono positivamente sorpreso.
Abbiamo sistematicamente ottenuto più del 2%.
Il Nord ha contribuito, in proporzione e ricordando quanta difficoltà avesse l’Msi a sfondare al di sopra della Linea Gotica, quanto il Sud.
In Emilia oltre 56000 voti.
In alcuni comuni del bolognese abbiamo preso più voti noi, nati nel luglio 2007, della Sinistra Arcobaleno che è l’unione di ben 4 partiti fortemente radicati nel territorio rosso per eccellenza.
E in questo senso mi sono piaciute le prime dichiarazioni di Santanchè, Storace e Romagnoli.
Partire da questo 2,5% per arrivare ad essere nuovamente presenti in parlamento già alla prossima scadenza, facendo nel frattempo fruttare i voti ottenuti che equivalgono a rappresentanze diffuse nei consigli comunali, provinciali e regionali, nonché nel parlamento europeo, quando si voterà già nel 2009 e 2010.
E dovrà essere una nuova Destra, con la Fiamma Tricolore e Forza Nuova che ha ottenuto un dignitoso 0,3% di testimonianza, anche quello da far fruttare, come i talenti della parabola, non da blindare solo allo scopo di conservarlo intatto.
E raccoglieremo i frutti del disfacimento del pdl quando verrà meno, per stanchezza, perché eletto al Quirinale o spedito in qualche incarico internazionale, Berlusconi, l’unico collante di tale coalizione.
Se il risultato de La Destra/Fiamma Tricolore può essere valutato con ottimismo per il futuro (semprechè i suoi dirigenti non si prestino ad aprire un tavolo con i liberalcentrini di Berlusconi) molte sono le cambiali firmate da Berlusconi che vanno in scadenza a breve termine.
Le promesse classiche della riduzione delle tasse, l’abolizione dell’ici e l’ultima invenzione dell’abolizione del bollo auto ( e stendiamo un velo pietoso sulla cordata per Alitalia e il mese “sabbatico” senza tasse).
Mi auguro che la Lega riesca a frenare le derive liberaloidi che affliggono il pdl e Fini (parlo del voto agli immigrati, dell’oscuramento dei temi etici, della questione islamica e della proposta dell’insegnamento del corano nelle scuole, ad esempio) e il suo netto successo – che ha portato la coalizione alla maggioranza in seggi - lascia ben sperare sul condizionamento che il futuro governo dovrà subire da Calderoli, Bossi, Borghezio e dagli altri esponenti leghisti che dovranno continuare la battaglia contro le moschee (a cominciare da quella prevista a Bologna) e contro i clandestini.
La coalizione di Berlusconi ha vinto grazie alla Lega, grazie ai Calderoli, ai Bossi, ai Castelli, ai Maroni, ai Borghezio ed alle loro iniziative che hanno parlato alla pancia profonda dei cittadini del Nord, con temi di destra (sicurezza, islam, immigrazione).
Il pdl, infatti, di per se ha ottenuto meno voti della sommatoria dei partiti che lo compongono e una percentuale di gran lunga inferiore a quella che i sondaggi attribuivano a Forza Italia e An.
Senza la Lega non staremmo a parlare oggi di trionfo di Berlusconi ed è una ipoteca che verrà sicuramente fatta valere.
Veltroni fa pena.
Era segretario del pci/pds/ds nel 2001 quando Berlusconi stravinse, lo è di nuovo oggi.
Meglio che vada in Africa.
Bertinotti, correttamente si è dimesso.
La sinistra estrema ha preso un terzo dei voti da cui partiva.
Questo non può che farmi piacere, ma sicuramente dispiacerà a Berlusconi che avrà una forte opposizione nelle piazze, oggi più che mai visto che nessuno della Sinistra l’Arcobaleno è riuscito ad essere canalizzato nelle istituzioni.
E’ però un “bel vedere” Guadagno, Farina e Caruso fuori dal parlamento (mi auguro che uno dei primi atti sia cancellare l’intitolazione di un’aula della camera al lanciatore di estintori del luglio 2001).
Menzione particolare e di onore a Pierferdinando Casini che, unico, è riuscito a portare il suo partito in entrambe le camere.
Ha giocato bene ed ha vinto la sua partita.
Per lui direi che adesso inizia la marcia di riavvicinamento al potere, anche perché ha dimostrato di sapersi battere con una dignità ed uno spessore di gran lunga superiore a quello di Fini.
Bene la legge elettorale.
Funziona.
C’è una maggioranza (che riesca a governare è un altro paio di maniche legato alle capacità e … fini dei suoi esponenti) per cui ogni obiezione sulla sua struttura è fuor di luogo.
Occorrono solo uno o due correttivi, l'unico dei quali necessario è il premio di maggioranza su base nazionale e non regionale anche per il senato.
Vedremo dunque da una posizione critica i provvedimenti che deciderà di assumere Berlusconi, al quale, adesso, non sono più concesse sbavature, né scuse.
La prossima scadenza ?
Le elezioni europee e comunali del 2009.
Naturalmente con La Destra/Fiamma Tricolore o comunque con un soggetto politico chiaramente di Destra, distinto e distante, come è ovvio, dalla sinistra, ma anche dai liberalcentrini del pdl e dai loro candidati.
Ci rivedremo a Filippi, perchè in politica nulla è mai definitivo.
Nè le vittorie, nè le sconfitte.

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14 aprile 2008

Come da previsioni

Sono tornato da poco ed ho dato un'occhiata al quadro di exit poll, proiezioni e voti reali del Viminale.
Come da previsioni bisogna attendere il risultato finale in percentuale e seggi.
Se dovessimo dare un giudizio su quanto appare in sky tg 24, si dovrebbe pensare ad una maggioranza solida di Berlusconi, fortunatamente fortemente condizionato dalla Lega.
Fallimentare il risultato della Sinistra Arcobaleno, ottimo quello dell'Udc, buono ma senza coglierne i frutti quello de La Destra/Fiamma Tricolore.
Vedo una proiezione al 2,3% in Emilia per La Destra/Fiamma Tricolore, risultato che noto moltiplicato in quasi tutte le regioni e che ci consentirà di entrare in tutte le rappresentanze regionali quando si svolgeranno le elezioni nel 2010.
Il 3% circa che sembra prenderà La Destra/Fiamma Tricolore potrebbe equivalere a circa 2 eletti al Parlamento Europeo nel 2009 e a 12 milioni di euro, in cinque anni, di rimborso elettorale: sufficiente per dotare il partito di solide strutture e consentire di ramificarci in tutta la nazione.
E' molto importante, a questo punto, che Santanchè e Storace capitalizzino e non sprechino la fiducia loro accordata da oltre un milione di Italiani, dichiarando con chiarezza che non riapriranno il discorso con Berlusconi e il suo "partito di centro, moderato e liberale" per impegnarsi esclusivamente nella costruzione della Destra Italiana.
Una cartina di tornasole saranno i risultati romani e le scelte negli eventuali ballottaggi.


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13 aprile 2008

Attesa senza pathos

Dopo 14 anni torna la normalissima giornata elettorale, senza trepidazione per i risultati elettorali, ma con il solo piacere di gustare commenti e dati.
L’ultima elezione nella quale il partito che avevo votato, l’MSI, sicuramente non sarebbe andato al governo fu nel 1992, quando mi tolsi anche lo sfizio di votare "Mussolini" sulla scheda elettorale, senza che potesse essere annullata.
Dal 1994 invece la coalizione di Centro Destra poteva rappresentare una valida alternativa alla sinistra e così è stato nel 1994 e nel 2001.
Purtroppo nel 2008 Berlusconi ha scelto diversamente, rompendo quella alleanza tra liberali e conservatori, tra centro e destra che lui stesso aveva creato.
Ed ho ripreso la mia collocazione naturale, votando per La Destra/Fiamma Tricolore che, sicuramente, non arriverà al governo.
Quindi l’attesa dei risultati non ha, per me, alcun pathos.
Dalle 15 di domani usciranno exit poll e poi proiezioni.
Da prendere “con le molle” come ci hanno insegnato le precedenti occasioni.
Anche perché i primi risultati saranno quelli del senato, dove forse maggiormente ha inciso il richiamo del ricatto berlusconiano sul “voto utile”.
Mi ricordo che due anni fa alle 11 di sera ancora non si sapeva chi avesse vinto.
Per la verità, non essendo mai stata accertata la questione dei presunti brogli, non lo sappiamo neppure oggi …
Abbiamo quindi solo delle sensazioni e delle considerazioni personali da svolgere.
La sensazione è che si è ritrovata, dopo tanti anni, la Destra, quella della nostra gioventù, che non ha accettato la sua cancellazione come avrebbe voluto Berlusconi.
La considerazione personale è che questo momento di ritrovo non vada disperso per rincorrere una eventuale “chiamata” in caso di pareggio.
Se ci sarà pareggio, si convochino nuovamente i comizi elettorali, ma La Destra/Fiamma Tricolore non è stata votata per fare da stampella ad un Berlusconi che uscisse malconcio dalle urne.
Un’altra sensazione è che l’era Berlusconi finisca oggi.
Se avrà la maggioranza comoda che sbandiera, potrà vivacchiare per 5 anni, in attesa che si liberi un posto, magari al Quirinale o a Bruxelles o a New York, ma la sua parabola politica finisce qui.
Ho dei dubbi che il pdl possa sopravvivere alla dipartita politica del suo fondatore viste le sfrenate ambizioni che pervadono i suoi esponenti.
Un’altra considerazione è che a Destra bisogna unirsi.
Faccio francamente fatica a capire le differenze tra La Destra/Fiamma Tricolore e Forza Nuova.
Sarà opportuno che i voti di questa tornata, che si tramuteranno in euro necessari all’azione politica, spingano le due liste di destra a ritrovare un dialogo che le porti sin dalle europee del 2009 (se non alle eventuali contemporanee politiche … ) a presentarsi assieme.
Ultima considerazione sul fallimento del Centro Destra.
Se mai si dovesse riaprire una stagione di dialogo tra liberali e conservatori, dovrà avvenire con nuovi protagonisti, fra venti/trenta anni.
L’esperienza che si è chiusa con il “partito di centro, moderato e liberale” ha dimostrato quante analogie ci siano tra il materialismo marxista e quello liberale e come sia contrapposto alla nostra visione di una Politica più alta, di Valori, di Progetti, di Identità, di Ideali.
Per quanto mi riguarda l’esperienza “fusionista” è terminata.

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12 aprile 2008

15 ottimi motivi per votare La Destra/Fiamma Tricolore

La sola Destra presente sulla scheda è quella con la FIAMMA TRICOLORE.

1) Perché La Destra/Fiamma Tricolore vuole restituire l’Italia agli Italiani, con un programma che anteponga, in ogni graduatoria, il diritto degli Italiani ad avere una casa e un lavoro rispetto a chi non è cittadino italiano.
2) Perché La Destra/Fiamma Tricolore è contro il voto agli immigrati, perché il diritto a decidere sul governo della nostra Patria e delle nostre città spetta a chi le ama, a chi ne conosce la storia, a chi ne condivide i valori, a chi è cittadino italiano.
3) Perché La Destra/Fiamma Tricolore si batte per la sicurezza delle nostre città, che inizia con l’espulsione immediata di tutti gli irregolari e i clandestini.
4) Perché La Destra/Fiamma Tricolore ha un progetto concreto e con copertura economica per aiutare le famiglie che desiderano una casa e quelle che hanno sottoscritto un mutuo e non sono in grado di far fronte alle rate con il rischio di perdere denaro e casa.
5) Perché La Destra/Fiamma Tricolore va a prelevare i soldi dove ci sono (da banche e assicurazioni) in misura minima (1% dell’utile netto): pochissimo per loro, tantissimo per i bilanci delle famiglie che in questo modo potranno essere aiutate.
6) Perché La Destra/Fiamma Tricolore è dalla parte della Vita, dal suo concepimento fino alla morte naturale.
7) Perché La Destra/Fiamma Tricolore considera la famiglia il nucleo fondamentale di ogni società civile e ritiene dovere dello stato aiutare le famiglie che sono solo quelle composte da un uomo e da una donna.
8) Perché La Destra/Fiamma Tricolore ritiene la nostra Civiltà fondata sulle radici Romane e Cristiane.
9) Perché La Destra/Fiamma Tricolore propone un progetto di società evoluta, libera e solidale, senza infilarsi nell’assistenzialismo che si alimenta nella povertà e senza cadere nel liberismo selvaggio e crudele.
10) Perché La Destra/Fiamma Tricolore, nell’affermare la supremazia della buona Politica sull’arido e gretto pallottoliere dell’economia, pone al centro della sua azione i Valori tradizionali dei nostri Padri che ci hanno condotto alla realizzazione della miglior società esistente sulla Terra, consegnandoci il testimone per trasmetterla ai nostri figli ancora migliore, più ricca e con maggior benessere, impresa che non si può realizzare senza porvi al centro Ideali e Principi.
11) Perché La Destra/Fiamma Tricolore garantisce che un bene fondamentale, come l’acqua, non diventerà appannaggio di speculazioni private.
12) Perché La Destra/Fiamma Tricolore, con la sua candidata Premier Daniela Santanchè, ha presentato l’unica proposta di moralizzazione della casta: la riduzione a 1200 euro al mese degli appannaggi dei parlamentari.
13) Perché La Destra/Fiamma Tricolore non subordina la difesa dei principi agli interessi dei potentati economici, tutti zitti davanti allo scempio che la Cina fa del Tibet, ed ha proposto il boicottaggio dei giochi olimpici di Pechino.
14) Perché ogni voto a La Destra/Fiamma Tricolore, alla camera e al senato, è un finanziamento alla Destra del futuro in Italia, quindi è UTILE a prescindere.
15) Perché ogni voto a La Destra/Fiamma Tricolore, alla camera e al senato, è uno schiaffo al Veltrusconi e ad ogni inciucio, rendendo il meritato e dovuto onore al nostro passato, che non rinneghiamo, ed un impegno per il futuro della nazione.

Questi i quindici motivi per me più rilevanti per il voto congiunto, camera e senato, per La Destra/Fiamma Tricolore, la sola Destra presente sulla scheda.

L’unico voto utile, quello di cui non ci si pentirà mai, è quello dato in base al proprio sentimento, alle proprie idee, ai propri valori: è il voto espresso come ci dice il cuore.

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11 aprile 2008

Oracoli e sondaggi

Nella storia dell’Umanità si è sempre tentato di prevedere il futuro, sin dalla più remota antichità quando sacerdoti che si ritenevano esperti guardavano le viscere degli animali uccisi, o il volo degli uccelli.
E questo accadde in tutte le civiltà.
Oggi, i moderni auguri sono i sondaggisti.
Davanti a loro , potenti e aspiranti tali si inginocchiano, “come aspettando il Fato” e i sondaggisti, come gli auguri di una volta, esprimono le loro sentenze con quella prudenza che rese nota anche la Sibilla Cumana: ibis … redibis … non … morieris … in bello.
Andrai … ritornerai … non … morirai … in guerra.
A seconda di dove si poneva la pausa, poteva essere un “ritornerai non” oppure un “non morirai”.
La Sibilla scriveva i suoi responsi una parola per ogni foglia di palma.
Si può ben capire quanto potesse essere chiara.
E non poteva essere altrimenti, perché in tal modo i suoi responsi erano sempre corretti.
Oggi esiste la forbice, la percentuale di indecisi e, soprattutto, il mai sopito desiderio di compiacere “chi paga” che si aspetta, dai moderni auguri, ricevere conferma dei propri voleri.
Così, spesso, i sondaggi fanno cilecca.
Dal 29 marzo, è vietato pubblicare sondaggi.
E’ il frutto avvelenato della “par condicio”, una norma che rispecchia perfettamente l'intelligenza di chi la volle.
Nonostante il divieto, alcuni siti – anche in modo simpatico - cercano di fornire qualche indicazione, ma senza la possibilità di sapere da dove traggono i loro numeri, sono sempre più simili ad oracoli … ad usum delphini.
I numeri, quelli veri, li avremo solo a tarda notte di lunedì 14.
Quindi non ci rimane che giocare con le previsioni, che girano tutte attorno all’incognita del senato, posto che alla camera i giochi sembrano fatti (e questo dovrebbe indurre tutti gli elettori di Destra a votare senza “se” e senza “ma” La Destra/Fiamma Tricolore).
Al senato o pareggio o vittoria di misura di Berlusconi, questo dicono tutti gli addetti ai lavori.
Se Berlusconi avrà anche un solo voto in più della maggioranza, avrà l’obbligo di governare senza accampare scuse, realizzando quello che ha promesso e per il quale ha spaccato il Centro Destra con la scusa di avere una maggioranza compatta.
Se avrà questa maggioranza non avrà scuse.
Ma se non l’avrà, non potrà salvarsi con le larghe intese, solo se anche in senato ci sarà una pattuglia di rappresentanti de La Destra/Fiamma Tricolore.
Anzi, il voto, anche al senato, per La Destra/Fiamma Tricolore potrà ridurre la rappresentanza parlamentare della sinistra, in modo tale da poter se non ricostituire (personalmente ritengo chiusa la stagione dell’alleanza con i liberali) il vecchio Centro Destra, almeno trovare maggioranze ad hoc per quei provvedimenti che salvaguardino l’interesse e l’Identità nazionale, mentre si organizzano nuove elezioni, unica strada percorribile se venisse meno una maggioranza.
Io non ho sondaggi da esibire, né ho in tasca fogliettini con numeretti vari, ma vedo con piacere che la Destra, quella vera, quella che non è in vendita, quella che pone al centro della sua azione politica Identità, Ideali, Valori, c’è e ci sarà sempre più in futuro.
Come dimostra anche la scelta di Lino Guaglianone ,di cui ha scritto oggi il mio amico Starsandbars , con la decisione, assieme praticamente a gran parte della classe dirigente del partito di Alessandra Mussolini, di votare per La Destra/Fiamma Tricolore per poi attivarsi per una costituente di tutta la Destra Italiana che riunisca i vari segmenti sorti dopo lo scioglimento dell’Msi.

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10 aprile 2008

Votare La Destra per il futuro dell'Italia

Ultimi bagliori della campagna elettorale.
Un caro amico, nella nostra mailing riservata, sostiene la necessità di votare pdl perché la situazione economica dell’Italia è disastrosa.
Propone alcuni esempi personali e giunge alla conclusione che con i principi non porta il pane a casa alla sera.
Gli ho ribattuto che se siamo arrivati a questo punto è perché abbiamo sempre fatto prevalere il momento contingente del pallottoliere, trascurando ogni progetto fondato su Identità, Ideali e Valori, che avrebbe aiutato l’Italia a subire meno le crisi esterne.
Sì, perché il problema sta proprio nel coinvolgimento che abbiamo a livello globale.
L’11 settembre 2001 infranse, con il crollo delle borse mondiali, il sogno della auspicata ripresa dopo lo scoppio della bolla delle borse asiatiche (1999) e ci abbiamo messo tre anni per rivedere risultati positivi di borsa, grazie allo sviluppo delle economie straniere di cui abbiamo (parzialmente) beneficiato.
L’Italia sempre al traino.
Oggi la crisi dei cosiddetti mutui subprime si riflette su di noi – con un sistema bancario sicuramente più integro di quello americano – pesantemente anche se noi non ne siamo coinvolti in prima persona.
La debolezza dell’Italia è la debolezza della proposta politica italiana.
Aveva un senso il vecchio, caro Centro Destra che rappresentava la formula nazionale del “conservatorismo compassionevole”, perché cercando di creare una sinergia tra le pulsioni liberali e la solidarietà della Destra Sociale, consentiva di realizzare un sistema di check and balance.
L’esclusione voluta da Berlusconi della Destra per formare un “partito di centro, moderato e liberale”, elimina quel contrappeso e rende il pdl sin troppo sbilanciato verso gli imprenditori.
Mi domando, quindi, come, il mio amico, e su quali basi pensa che la soluzione liberale del pdl possa aiutare la gran parte del Popolo Italiano senza la partecipazione della Destra.
Infatti il programma del pdl è tutto sbilancito verso le riduzioni delle tasse per le aziende e per i ceti più abbienti (basti vedere lo sviluppo delle aliquote e ragionare sulla proposta di abbassarle al 30% come massimo) con un costo che il Sole 24 Ore ha calcolato in 90 milioni di euro senza copertura (la metà il costo delle promesse di Veltroni).
L’ultima boutade accalappiavoti di Berlusconi (“un mese senza tasse”) costerebbe, secondo i conti fatti dal berlusconissimo Libero Mercato, 4,5 miliardi di euro.
Viceversa La Destra/Fiamma Tricolore ha indicato nel suo programma le coperture.
Non disdegna la rivoluzionaria proposta della flat tax (di cui il pdl non parla) e chiede un piccolo contributo a chi i soldi li ha: banche e assicurazioni, che verrebbero tassate con un ininfluente (per loro) 1% sugli utili netti (ma questo significherebbe raggranellare ben 40 miliardi di euro utilissimi per aiutare in quelle realizzazioni sociali senza le quali l’Italia non può crescere).
Ma questa è una proposta che non nasce estemporaneamente, bensì come naturale conseguenza di un progetto politico che si basa su scelte di carattere Ideale e che solo chi ha tensioni fondate su dei Valori può formulare.
Ecco che anche il grande atout del pdl, la proiezione di un programma vincente in economia, viene ad essere smontato.
I liberali, senza La Destra, sono sbilanciati e il “partito di centro, moderato e liberale” non potrà fare nulla di più che attendere la ripresa mondiale.
Se ci sarà a breve, avrà vinto la scommessa, se non ci sarà, l’avrà persa, senza meriti né demeriti particolari, ma in ogni caso gli Italiani, ancora una volta troppo tardi, si pentiranno del voto che hanno espresso, perchè senza un progetto di largo respiro sociale e politico saremo sempre vittime della più piccola turbolenza internazionale.

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09 aprile 2008

La Destra riconcilia con la politica

Leggo sempre più frequentemente che questa sarebbe la più brutta campagna elettorale degli ultimi 15 anni.
A me, invece, ha restituito il piacere di fare politica senza misurare le parole per non urtare la suscettibilità dell’alleato liberalcentrino.
In tutti questi anni abbiamo perseguito – io sicuramente – insistentemente la politica di ricercare l’accordo con chi è contiguo.
Abbiamo cercato di costruire un Centro Destra che potesse essere la sintesi di tutte le istanze ideali di questa area.
Abbiamo promosso iniziative per cercare di amalgamare le diversità e far uscire delle risultanti espressioni di una sintesi comune.
Ci abbiamo provato pensando di riuscirci e, finalizzandolo a questo obiettivo, abbiamo rinunciato a proporre alcune delle nostre caratterizzazioni più marcate, sacrificandole a quello che ritenevamo potesse essere il bene comune della coalizione.
Siamo stati interpretati male.
Probabilmente questa disponibilità – che non si è mai manifestata con ugual calore dall’altra parte – è stata interpretata come una resa davanti alla modestia del moderatismo liberalcentrino, in ciò aiutata dal comportamento di chi avrebbe dovuto essere il leader della Destra e che, invece, si è comportato esattamente come lui aveva detto di non essere: una pecora pronta a tornare all’ovile di Berlusconi.
Il tentativo di creare questa grande forza di Centro Destra è fallito nel momento in cui sembrava potesse giungere al traguardo.
Ed è fallito, come abbiamo visto ieri, per il comportamento di Berlusconi, colui che doveva essere il valore aggiunto, che ha preferito l’uovo oggi (la vittoria elettorale) alla gallina domani.
Preso atto del comportamento, che viene reiterato anche in questi giorni nei comizi, nelle interviste sui giornali e in televisione, dobbiamo fare di necessità virtù.
Le tribù della Destra e del “partito di centro, moderato e liberale” prenderanno due strade diverse e non è più necessario moderare le proprie proposte per non incrinare i rapporti con chi non può essere considerato nostro fratello, ma da noi ben distinto e distante.
Ecco perché questa campagna elettorale, rispetto alle precedenti, mi è piaciuta.
Dai miei candidati ho riascoltato quei richiami ai Valori ed agli Ideali che per 15 anni erano stati accantonati o posposti ai libri contabili.
Il comizio di Piazza Maggiore de La Destra/Fiamma Tricolore è tornato ad essere un momento di rilevante cronaca cittadina.
La spartana organizzazione che poteva avere un partito nato da 4 mesi ha rispolverato antichi e mai sopiti ardori militanti, la battuta irriverente che scioglie la tensione, le canzoni dei venti anni.
E’ stata una bella campagna elettorale, perché condotta con lo spirito di chi, comunque vada, sa che la Destra Italiana è rinata, c’è e ci sarà in futuro.
Credo che i consensi in crescita per questa lista che ha trovato in Daniela Santanchè un capopopolo” brillante e combattivo, siano anche lo specchio di una percezione dei cittadini circa il piacere che abbiamo nello svolgere questa campagna elettorale.
Ben diverso dai toni grigi e parrucconi del “partito di centro, moderato e liberale che, mai come in questa occasione, dà ragione a Santanchè quanto equipara “moderato” con “modesto”.
Non posso sapere quale risultato otterremo.
C’è la speranza di un risultato di grande rilievo, ma anche la consapevolezza che gli italiani non sono “cuor di leone”, perché se lo fossero sarebbero il pdl e il pci/pds/ds/pd a dover arrancare per raggiungere il quorum di rappresentanza.
L’unica cosa che so è che abbiamo riconquistato il piacere di fare politica e non ci presteremo a rinunciarvi di nuovo, neppure per qualche poltrona da ministro.
La stagione dell’alleanza con il “partito di centro, moderato e liberale” è terminata, per me, definitivamente, per le politiche, come per ogni altra occasione elettorale.
Potranno esservi singole battaglie per le quali staremo dalla stessa parte (mi auguro che una sia quella per il boicottaggio delle olimpiadi di Pechino) ma funzionali a progetti politici diversi quando non opposti.


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08 aprile 2008

Berlusconi ha fallito

Alcuni vecchi amici di tante battaglie in rete, insistono nel ritenere che con il pdl Berlusconi non sia cambiato.
Non sono d’accordo.
Silvio Berlusconi, con la sua “discesa in campo” nel 1994, aveva aperto l’Italia a un nuovo avvenire, “scongelando” i voti dell’MSI ed aprendo ad una stagione di riforme e di mutamenti anche nella politica.
Così è stato nel 1994, nel 1996, nel 2001 e, ancor più, grazie alla nuova legge elettorale, nel 2006.
Due anni fa, infatti, si è raggiunto il massimo della semplificazione politica, con due Coalizioni che, assieme, hanno raggiunto il 99% dei voti validi espressi.
All’interno di queste due coalizioni trovavano posto tutti coloro che potevano considerarsi “contigui”, quindi appartenenti alla stessa famiglia.
Più nel Centro Destra che a sinistra, però.
La “conta” effettuata collocava ogni partito della coalizione, nel ruolo e con il peso voluto dagli Italiani.
Si realizzava, così, un sistema elettorale che rispecchiava pienamente lo spirito della nazione – dove viene mal sopportata ogni riduzione del pluralismo politico – e la realizzazione di una maggioranza stabile.
A parte i dubbi sull’esito di quelle elezioni e l’imposizione di Ciampi sul quorum regionale, quella era la strada da seguire e ancora nel novembre 2007, Silvio Berlusconi sembrava volerla perseguire con il pdl ideato per accogliere, nella rispettiva autonomia, partiti, movimenti e singoli cittadini.
Poi l’accelerazione della crisi.
Il momento di massimo successo per l’opposizione di Centro Destra, la sfiducia a Prodi, diventava il big bang della Coalizione.
Inopinatamente Gianfranco Fini tornava all’ovile di Berlusconi e del pdl che aveva definito pochi giorni prima “comica finale”, mentre lo stesso Berlusconi definiva la nuova creatura “partito di centro, moderato e liberale”, escludendo quindi la Destra e i Conservatori.
Da coalizione del Centro Destra, diventava un solo partito di centro alleato con la Lega.
Invece di unire il pdl spaccava, invece di includere, escludeva.
Esattamente l’opposto di quanto aveva cercato di realizzare in 14 anni Silvio Berlusconi.
Per compensare le perdite e tentare di ostacolare i partiti che non avevano accettato il diktat per il loro scioglimento, Berlusconi ha deciso di ospitare alcuni nomi, con poco seguito, dando poi fiato ad una propaganda che, invece di affrontare con serietà i problemi della nazione, accentuava i toni vittimistici (i brogli per schede formulate come da legge), le promesse incaute (la famosa cordata Alitalia) e, soprattutto, l’aggressione contro gli ex partiti alleati con l’invenzione del “voto utile”.
Come ciliegine alcuni obbrobri come il voto agli immigrati e l’apertura della leadership del pdl ad un omosessuale.
Berlusconi si trova oggi, a 5 giorni dal voto, a puntare solo ed esclusivamente sulla ruota di un successo netto, alquanto dubbio almeno al senato.
Diversamente sarebbe finito politicamente e il pdl scomparirebbe tra lotte intestine.
Destino che, comunque, inevitabilmente lo colpirà quando, fra un mese o cinque anni, un Berlusconi vittorioso ma ultrasettantenne si dovesse ritirare, al Quirinale o alle Bermuda, dopo aver lasciato alle sue spalle delle macerie.
Le macerie di un Centro Destra che doveva unirsi, invece si è spaccato esclusivamente per le scelte operate da Berlusconi che ha escluso Destra e Conservatori, oltre all?Udc rinunciando ad almeno un 10% di elettorato.
Berlusconi non riuscirà a governare con una maggioranza parlamentare che dovesse rappresentare una minoranza popolare (circa il 40% potrebbe essere il risultato del pdl e Lega).
Berlusconi, scegliendo la strada del “partito di centro, moderato e liberale”, ha rinunciato a costruire un qualcosa di nuovo e di duraturo, per cercare di mettere il cappello su Palazzo Chigi nel prossimo quinquennio, senza alcuna prospettiva futura vista la campagna propagandistica adottata che ha solo accentuato risentimenti e divisioni.
Il Centro Destra, come lo conoscevamo, è fallito.
Il centro e la Destra vanno necessariamente ognuno per la sua strada con grosse difficoltà per futuri incontri.
La speranza che era nata nel 1994 è stata sepolta nel gennaio 2008.
Il valore aggiunto del Centro Destra che Berlusconi ha rappresentato per 14 anni, è stato spazzato via da una scelta incauta.
Berlusconi ha fallito lo scopo della sua discesa in campo.

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07 aprile 2008

Ogni giorno Berlusconi perde voti

Nonostante la propaganda incessante (o forse proprio per questo) scopro sempre più persone che dichiarano che voteranno La Destra/Fiamma Tricolore, anche in ambienti nei quali non potrei sospettare di trovare “alleati”.
In fondo non è difficile stimolare una risposta.
La più recente ?
Raccontare una barzelletta che ironizza, ad esempio, sulle “capacità” delle donne al volante (ci sono esilaranti .pps in Rete al riguardo) e poi, alle rimostranze delle donne presenti, affermare: però io sarò l’unico che voterà per una donna Premier.
Al che, inaspettatamente, sempre più rispondono: anche io.
E la crescita de La Destra/Fiamma Tricolore si misura anche dalla decisione di manifestare la volontà di voto per Daniela Santanchè.
Sono chiaramente voti che provengono dal vecchio Centro Destra, nonostante il disperato tentativo di appropriarsi dei voti destinati a chi era stato escluso dalla coalizione.
Il “voto utile” è quindi quello contrario alle aspettative di chi lo reclama,perché è il voto ideale, il voto per Valori e Principi cui i partiti minori, a cominciare da La Destra/Fiamma Tricolore, non hanno abdicato in cambio di una poltrona.
Berlusconi, con o senza maggioranza al senato, non riuscirà a governare perché anche se raggiungesse la percentuale di voto della vecchia DC, ha sbagliato nel rifiutare l’apparentamento con i possibili alleati, anzi ha cercato per tutta la campagna elettorale di penalizzarli.
Un errore che non fece De Gasperi con la vecchia DC.
La Destra/Fiamma Tricolore non si presta, quindi, a fare il donatore di sangue e gli elettori che si sentono Conservatori e di Destra non sono rappresentati da un “partito di centro, moderato e liberale.
Per questo, ogni giorno, Berlusconi perde voti e come ha detto il mio amico Starsandbars qualche giorno fa al telefono, dopo le esternazioni di Gasparri sul segretario pdl omosessuale e di Berlusconi sul voto agli immigrati, in fondo i nostri migliori propagandisti sono Berlusconi e Fini

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06 aprile 2008

Charlton Heston: un Uomo

Charlton Heston è deceduto all’età di 84 anni.
Fu un attore eclettico.
Film storici (I Dieci Comandamenti, Ben Hur), di fantascienza (1975: occhi bianchi sul pianeta Terra, Il pianeta delle scimmie), western (Sierra Charriba, Tombstone ) , catastrofici (Terremoto, Airport).
Credo che tutti noi, che abbiamo superato gli “anta”, abbiamo visto e amato quei film di cui ho appena citato i titoli.
Ma Charlton Heston non fu solo un attore importante di Hollywood, fu anche, nel suo ambiente, uno che non si piegò all’inquinamento liberal del cinema.
Charlton Heston, come John Wayne, come James Stewart, come Clint Eastwood, come Arnold Scwarzenegger, come Bruce Willis, rappresentò l’America forte, sana e Conservatrice.
Non a caso è stato il Presidente della National Rifle Association, l’associazione che sostiene il diritto naturale e costituzionale degli Americani a comprare eportare armi.
Un diritto che sarebbe quanto mai opportuno importare anche in Italia, dove, con l’immigrazione (e qualcuno vorrebbe persino riconoscere il diritto di voto agli immigrati non cittadini) è arrivato il Far West.
Sono sincero, tra tutti gli attori che ho citato, Charlton Heston non è quello da me preferito.
Ai miei occhi non arrivò alle vette cinematografiche e nello spirito dei personaggi di un John Wayne, ma il suo impegno nella NRA ne rende l’azione certamente produttiva nei confronti di una certa società che vorremmo vedere, ripeto, anche in Italia.
Era ammalato da alcuni anni e per questo fu costretto a lasciare la presidenza della NRA prima e il Consiglio di Amministrazione poi, ma quando era in grado di partecipare ai dibattiti non si è tirato indietro e rappresentò, come già fece John Wayne, nella vita reale il campione di americanismo che interpretava al cinema.
Oggi Charlton Heston raggiunge John Wayne e James Stewart nelle immense praterie del cielo.
A chi resta, l'onere di fare onore e buon uso della sua testimonianza e del suo impegno.

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