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20 aprile 2008

Alitalia:Berlusconi mendicante da Putin

Pensavo di dover attendere la formazione del governo del “partito moderato, di centro e liberale” prima di dar fuoco alle polveri, invece la frenesia del nuovo Berlusconi, tutto teso ad apparire, porta, due settimane prima dell’apertura della legislatura e della successiva formazione del governo, a parlare della prima fanfaronata che è venuta a galla.
Da anni l’Alitalia naviga in pessime acque finanziarie, fino a che l’unica soluzione è sembrata quella di liberarsene.
A farsi avanti, concretamente, l’Air France con un progetto “lacrime e sangue”, che avrebbe spossessato l’Italia della sua compagnia di bandiera oltre all’abbandono di attività e licenziamenti.
Eravamo in campagna elettorale e il candidato del “partito moderato, di centro e liberale” si gettò a capofitto sul cadavere della Compagnia di Bandiera per arrotondare il suo bottino elettorale.
No ai francesi, l’Alitalia resti italiana: ci penso io.
Imprenditori italiani formeranno una cordata per rilevare la compagnia, ci saranno anche i miei figli.
Cioè no.
I miei figli sono troppo furbi per impelagarsi in Alitalia e con la scusa del “conflitto di interessi” si sono sfilati, ma ci sono legioni (“un numero impressionante”) di imprenditori italiani disposti a contribuire alla cordata.
Fece anche due o tre nomi, ma gli sventurati negarono.
Passate le elezioni Alitalia continua a perdere denaro ed ha poco più di un mese di vita.
E cosa tira fuori dal cilindro il nuovo Berlusconi del “partito moderato, di centro e liberale ?
Parlerò con Sarkozy.
Tutto sommato Air France la può comprare, purchè resti il Tricolore e purchè comandino gli italiani.
In sostanza chiede che i francesi "caccino" i soldi, ma che rinuncino a comandare e persino a mettere la bandierina sulla conquista.
Magari pensa che Sarkozy sia distratto da Carla Bruni …
Ma c’è una carta di riserva.
Invita Putin per un fine settimana anticipato al mercoldì e, tra una mitragliata metaforica ai giornalisti ed una battuta, gli propone di acquistare, tramite Aeroflot, l’Alitalia.
Berlusconi dovrebbe spiegare cosa abbia di diverso, nei confronti della italianità della compagnia di bandiera, se si vende ad Air France o ad Aeroflot, ma il punto è un altro: dov’è finita la cordata italiana ?
Dove sono le legioni di imprenditori italiani pronti a metter mano al portafogli per salvare l’Alitalia ?
Allora viene da pensare, visto che si torna a parlare di “prestito ponte” che anche il leader del “partito moderato, di centro e liberale” pensi di “salvare” l’Alitalia mettendo le mani nelle tasche degli italiani.
Sì, perché un prestito ponte dello stato altro non è che stornare denaro pubblico, derivante dalle nostra tasse, da attività produttive all’assitenzialismo per l’Alitalia.
Quindi, ricapitolando.
1) Nessuna cordata italiana si è materializzata prima, durante o dopo le elezioni e la stiamo ancora aspettando;
2) Se non è Air France è Aeroflot, della seria Franza o Spagna purchè se magna;
3) Con Prodi o con Berlusconi paga sempre Pantalone, nella fattispecie il contribuente italiano che, in assenza delle legioni di imprenditori, tirerà fuori i soldi per il “prestito ponte”
.
Ne valeva la pena spaccare il Centro Destra per un “partito moderato, di centro e liberale” che fa pagare i debiti della casta agli italiani, esattamente come la sinistra ?

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra che B. non sia più lui. A meno che, come nella Maschera di ferro, B. non sia stato sostituito da uno che si crede Berlusconi ...

Anonimo ha detto...

Buona la battuta di Bersani: a forza di tirarla, la corda si è rotta. Speriamo solo che esista la cordata. Anche Bersani crede alle frottole di Berlusconi ?

Ares ha detto...

Con le belle idee di Berlusconi, adesso ci tocca cacciar fuori dalle nostre tasche altri 300 milioni di euro per l'Alitalia.
Speriamo che le sue "visionarie follie" finiscano qui, perchè ci costano sin troppo.