Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 maggio 2008

300 milioni bruciati per niente

Mentre Brunetta stringe la morsa contro i dipendenti pubblici, tutti, quelli bravi e quelli fannulloni, pensando di recuperare produttività e denaro con la gogna mediatica delle presenze e delle assenze, una delle tante promesse elettorali di Berlusconi si avvia lentamente nell’oblio, purtroppo con un conto salatissimo che pagano tutti gli italiani: 300 milioni di euro, 600 miliardi delle storiche lire.
Meglio rinfrescare la memoria ai troppo distratti.
A febbraio la cessione di Alitalia ad Air France sembrava questione di ore.
Per un tozzo di pane Prodi vendeva la compagnia già di bandiera ai francesi.
In piena campagna elettorale Berlusconi afferma che lui non avrebbe concesso il via libera ai francesi, che c’era una cordata italiana disposta a rilevare l’Alitalia.
In prima battuta disse che anche i suoi figli non si sarebbero sottratti all’impegno, poi cambiò idea.
Le affermazioni di Berlusconi stimolarono la resistenza dei sindacati che pretesero da Air france più garanzie occupazionali ed economiche.
A fine marzo tutto si affossò ed Air France non ritenne più conveniente acquisire il controllo di Alitalia.
Nel frattempo la famosa cordata italiana rimaneva nella testa del Cavaliere e i pochi nomi fatti, smentirono.
Passate le elezioni Berlusconi tentò senza convinzione di rispolverare questo suo cavallo di battaglia e di promesse elettorali, salvo poi dedicarsi ad iniziative propagandistiche con migliori ritorni e più abbordabili.
Oggi, con la definizione del decreto che concede un prestito di ben 300 milioni di euro all’Alitalia, veniamo a sapere da Tremonti che “ci vuole un acquirente”.
Ma va !
Tremonti ha scoperto l’acqua calda.
Ma l’acquirente non doveva essere la famosa cordata italiana di Berlusconi ?
Non aveva Berlusconi dichiarato che era stupito dalla quantità di imprenditori che gli avevano scritto dichiarandosi disponibili a cacciare i soldi per l’acquisto di Alitalia ?
Dove sono finiti ?
Tremonti ci fa anche sapere che Intesa Sanpaolo ricoprirà un ruolo di advisor per cercare di mettere assieme un gruppo di acquisto.
Ma non era la stessa Intesa Sanpaolo che, assieme ad AirOne di Toto, era stata scartata perché presentava una offerta inferiore a quella di Air France e con minori garanzie occupazionali ?
I nostri 300 milioni serviranno solo a ricominciare da capo tutta la manfrina per cercare un acquirente ?
O saranno un ponte per vendere, ad un prezzo ancora più irrisorio, la compagnia aerea a qualche potere forte che ha fiutato l’affare ?
Ma quei 300 milioni, non sarebbero stati meglio spesi per togliere l’Ici anche sugli A1 e detassare gli straordinari e i premi aziendali anche per chi percepisce più di 30000 euro l’anno ?
Alitalia, non sarebbe meglio lasciarla fallire come vogliono le leggi del mercato, perché poi nascano nuove e più competitive compagnie ?

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29 maggio 2008

Mi avvalgo della facoltà di commentare

Una settimana fa un gruppo di cittadini esasperati ha aggredito a Roma, quartiere Pigneto, alcuni extracomunitari, infrangendo alcune loro vetrine.
Immediata la reazione compulsiva antifascista, antirazzista, complice anche qualche incauta testimonianza circa presunte svastiche viste nei mascheramenti degli aggressori.
Poi si scopre che la politica non c'entrava proprio nulla, ma era solo e soltanto la rabbia di cittadini esasperati da schiamazzi, piccoli furti, con la sottrazione di un portafogli come goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Alla Sapienza scontro tra studenti di Destra e di sinistra.
Il coro uniforme, cui colpevolmente i mezzi di informazione hanno dato voce a senso unico, ha ululato all'aggressione che, manco a dirlo, era "Fascista".
Poi, l'approfondimento, ha costretto a ricostruire i fatti in modo ben diverso, dove i "Fascisti", cioè i ragazzi di Forza Nuova, non solo non avevano aggredito, se non a parole, ma erano le vittime di una repressione ideologica che voleva impedire al parlamentare europeo Roberto Fiore di tenere in facoltà un ricordo delle Foibe.
La Sapienza è anche quella università in cui un gruppo di professori hanno scritto al Rettore contro una lectio magistralis che avrebbe dovuto tenere il Papa e che, con tale polverone sollevato, è stata annullata.
Insomma, questi paladini della democrazia, sono tutto tranne che democratici, visto che impedendo la libera espressione di idee rappresentate da chi loro non gradiscono, si dimostrano così totalitari da volere il pensiero unico.
E' lo stesso clima che avevamo negli anni settanta.
Con una differenza fondamentale.
Allora le idee venivano, a fatica, veicolate nelle assemblee e con ruspanti ciclostili.
Oggi abbiamo anche la Rete dove chiunque abbia qualcosa da dire, una testimonianza da fornire, una esperienza da raccontare, una opinione da esprimere, può farlo, senza fatica ed essere letto da chi è interessato a conoscere anche opinioni difformi da quelle della massa.
Alla faccia di chi vorrebbe imporre il pensiero unico e debole mi avvalgo della facoltà di commentare.

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27 maggio 2008

Per il Berlusconi IV è già record

Silvio Berlusconi è un affabulatore.
Quelli che lo conoscono ne riportano una immagine da gran simpatico, ottimo dispensatore di buon umore, racconta barzellette, ha il senso dell’ironia e dei tempi dello spettacolo.
Ha una legittima ambizione: entrare nei libri di storia.
Sicuramente entrerà nel guinness dei primati con il suo governo che, alla prima uscita parlamentare, è già andato sotto.
Oggi, alla camera dei deputati, dove la maggioranza dovrebbe contare su un margine di oltre 100 voti e dove si è tanto fatto e tanto detto che è stata estromessa l’opposizione (quella vera, non quella virtuale del pd !) , il “partito di centro, moderato e liberale” non è riuscito a portare in aula tutti i suoi deputati e, come la signora Giuliana Longari di buongiorniana memoria, è caduta sugli uccelli.
Naturalmente, in un deja vu degli ultimi due anni, il ministro per i rapporti con il parlamento, ha dichiarato che la bocciatura non ha valenza politica, che il decreto può proseguire il suo corso, che si provvederà a recuperare quel che è stato bocciato in altro provvedimento o al senato.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Non vorrei essere nei panni dei deputati assenti e neppure del capogruppo Cicchitto che, c’è da giurarlo, si beccherà una solenne lavata di capo dal Premier che aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulla coalizione ristretta e sulla coesione che il “voto utile” avrebbe consentito ed ora vede le sue promesse elettorali sciogliersi come neve al sole.
Peccato che l’unica opposizione non sia in parlamento dove, invece, siedono solo parlamentari appartenenti a due supermercati del voto e che offrono le stesse soluzioni a problemi che non riusciranno a risolvere.



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25 maggio 2008

La colonna infame

Se pensavamo di aver visto tutto con la pubblicazione online dell’elenco dei contribuenti e loro redditi di tutta Italia, non avevamo compreso la devastante portata del nuovo Berlusconi e del suo “partito di centro, moderato e liberale”.
Siamo così costretti ad occuparci di un provvedimento, quello del ministro della funzione pubblica Renato Brunetta, che ha deciso di mettere sotto gli occhi di tutti non solo i redditi dei pubblici dipendenti, ma anche le loro assenze per malattia e permessi sindacali.
Pare che tutto ciò sia stato deciso con l’accordo degli interessati e il parere favorevole del garante della privacy (e questo confermerebbe l’inutilità di tale incarico).
Una lista del genere credo che neppure a Visco sarebbe venuta in mente.
Si offrono al pettegolezzo di chiunque cittadini che hanno una sola colpa: lavorare nel pubblico.
Con la scusa di recuperare produttività.
Neanche nell’Unione Sovietica si era giunti ad un simile trattamento nei confronti dei lavoratori.
Il giacobinismo di questo governo che si dice espressione di un “partito di centro, moderato e liberale” trova così una nuova conferma con l’uso spregiudicato della pubblica gogna, invece di rendere efficiente la pubblica amministrazione, riducendo le leggi, la burocrazia, le tasse.
Certo, è più facile puntare l’indice sulle assenze del personale che, però, non fa altro che applicare leggi e accordi esistenti che consentono quello specifico comportamento, che fornire strumenti adeguati di lavoro.
E’ più facile dare in pasto a vicini e parenti, nomi, presenze e redditi dei pubblici dipendenti che non mettere mano ad una revisione delle mille e mille leggi che ostacolano il rapporto del cittadino con la burocrazia.
E’ più facile una bassa demagogia populista, che non riformare le leggi che regolano i rapporti di lavoro.
E davanti a questa iniziativa “di centro, moderata e liberale” (?), spicca il silenzio della sinistra e dei sindacati.
A riprova che tra questo e il precedente governo, gattopardescamente, è cambiato tutto, a cominciare dagli attori, per non cambiare nulla.

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23 maggio 2008

Il governo dell'immondizia

E arriviamo, a conclusione del trittico sulle "meravigliose" iniziative del Berlusconi IV, al provvedimento sui rifiuti.
Sono aumentate le frequenze dei treni che, a pagamento, portano i rifiuti in Germania dove ne hanno fatto un bel business.
Si è deciso di tenere segrete le localizzazioni delle future discariche.
Solita promessa di costruire inceneritori.
Perla tra le perle, l'uso di militari per piantonare le discariche.
Un recupero della famosa guardia al bidone vuoto che, almeno, impiegava militari di leva.
Adesso, forse se lo sono dimenticati anche se il provvedimento fu preso dall'allora Ministro della Difesa Martino nel Governo di Centro Destra, abbiamo un esercito di professionisti.
E noi utilizziamo militari addestrati al combattimento per fare la guardia alle discariche ?
Mai sentito parlare dei "contractors" che, pure, dovrebbero essere ben noti a chi ha partecipato se non alla liberazione, quanto meno alla difesa dell'Iraq liberato.
Qualche indicazione la potevano offrire i petrolieri che difendono con guardie private i loro pozzi.
Altrettanto poteva essere deciso per le discariche campane, ma non usare i militari in un compito che, per le loro qualità, è decisamente degradante (in un normale ambiente lavorativo si denuncerebbe il datore di lavoro per mobbing dovuto a demansionamento ...).
La ciliegina sulla torta è la nomina di Bertolaso a sottosegretario ai rifiuti.
Il 61° esponente di governo è uomo valente.
Magari gli si attribuiscono un po' troppi incarichi, dalla protezione civile al governo dei rifiuti.
Tra l'altro Bertolaso ha già svolto il compito di commissario alla monnezza e non mi pare che i risultati siano stati esaltanti se siamo ancora qui a parlarne.
E c'è da tremare, visto che adesso non deve occuparsi solo dell'immondizia campana, ma è sottosegretario addetto ai rifiuti in tutta Italia.
Sicuramente nel giro di qualche giorno le strade saranno liberate dai rifiuti, esportati nell'accogliente Germania.
Ma per quanto tempo ?

Buon fine settimana.

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22 maggio 2008

La realtà dopo l'illusione

Anche oggi il nuovo Berlusconi mi fornisce lo spunto per il post.
Ieri avevamo parlato dei provvedimenti topolino, oggi ce li siamo letti.
E se abbiamo apprezzato (lo scrivo senza ironia) che anche le pertinenze della prima casa siano esenti da Ici (peccato per aver escluso le A1 con un risparmio di poche migliaia di euro ...) subito ci dobbiamo confermare sulla furbizia della propaganda orchestrata per far credere a chi è disposto a berle, le favole della "innovativa" decisione del Berlusconi IV sugli straordinari.
Mi riferisco in special modo all'ulteriore riduzione della platea che potrà beneficiare, per soli sei mesi sperimentali, dello sgravio fiscale su straordinari e premi aziendali.
Non solo è limitato nel tempo.
Non solo non interessa tutti coloro i quali non hanno la voce "straordinario" nel proprio contratto di lavoro.
Non solo vi è il limite massimo di 3000 euro.
Non solo invece della detassazione si agisce con una cedolare del 10%.
Ma si limitano questi "benefici" ai soli percettori di un reddito inferiore ai 30.000 euro nel 2007, quindi una ulteriore riduzione rispetto a quota 35.000 che era stata ampiamente diffusa sulla stampa.
I soldi per aumentare il reggimento ministeriale, però, ci sono e dopo la "promessa" che sa tanto di minaccia di nominare i vice ministri a novembre, intanto, con la nomina di Bertolaso a sottosegretario ai rifiuti, si è già sforato quel limite massimo di 60 unità che era stata una delle tante solenni promesse elettorali.
E' la realtà dopo l'illusione.

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21 maggio 2008

Tanto rumore per nulla

Rimandando alla lettura del testo integrale ogni commento più approfondito, mi limito ad alcune osservazioni che rendono il tanto strombazzato pacchetto emanato (finalmente !) alla terza riunione del nuovo governo Berlusconi, un provvedimento topolino.
Per quanto concerne la sicurezza avevo già espresso la necessità che si desse una risposta forte all’aggressione perpetrata contro l’Italia dagli ambienti liberalsocialcomunisti d’europa.
Il punto nodale era l’introduzione da subito, con decreto legge, del reato di ingresso clandestino in Italia.
Il reato è invece contemplato all’interno di un disegno di legge che dovrà affrontare il dibattito parlamentare, il lungo iter per la sua approvazione e le necessità di inciucio già ampiamente manifestate dal veltrusconismo imperante.
E’, quindi, mancato l’obiettivo di un segnale deciso e, forse, decisivo all’interno e all’esterno che fosse anche un monito contro chi intende importare nuovi immigrati nella nostra terra.
Poi divertiamoci con la propaganda e la grancassa su ben 3 disegni di legge e un solo, asfittico, decreto legge, ma i cittadini si accorgeranno presto che i provvedimenti sulla sicurezza sono topolini bagnati.
Ancora peggio andiamo con il pacco fiscale.
E’ vero che viene abolita l’ICI sulla prima casa, ma ancora non sono riuscito a leggere conferma o smentita se, oltre a ville e castelli, sia abolita anche sulle c.d. abitazioni signorili (A1) che spesso sono catastate in tal modo solo perché insistono in una zona divenuta pregiata (ad esempio, a Bologna, nella zona pedecollinare).
E neppure ho letto conferma dell’abolizione sulle pertinenze, con il rischio che, abolita l’Ici sulla prima casa, potremmo essere costretti comunque alla compilazione di bollettini e code in posta per importi irrisori.
Irrisori come sarebbero anche quelli degli immobili esclusi dall’abolizione (261 milioni contro una spesa complessiva di 2,8 miliardi).
Ancor più mera propaganda è lo sgravio fiscale sugli straordinari e premi aziendali.
Intanto dopo che in campagna elettorale si era parlato di “detassazione” oggi il governo se ne esce con lo “sgravio” che non è detassazione.
Poi il limite dei 35.000 euro al di sopra dei quali non c’è neppure lo sgravio, rende minimo il beneficio, visto che comunque insiste su un reddito già tassato nelle percentuali più basse.
Inoltre l’ulteriore limite di 3000 euro è presto raggiunto a volte, in alcuni settori, anche dal solo premio aziendale.
Infine nessun beneficio ha chi (dirigenti, quadri direttivi) non ha lo straordinario come voce contrattuale.
Per non parlare, poi, della famigerata “copertura” che sembra, ancora una volta, provenire da fantomatici “tagli alle spese dei ministeri “ (come sempre: ma quanto spendono i ministeri se ad ogni manovra tagliano le loro spese giudicandole evidentemente inutili ?) e dal “recupero dell’evasione” espressione che rimanda al peggior Prodi.
Insomma: tanto rumore, per nulla.
Tutti i problemi restano aperti.


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20 maggio 2008

Adesso urge il reato di clandestinità

Dopo le offese spagnole, anche il parlamento europeo, istigato da un deputato ungherese di origine rom e dal solito Schultz, ha messo l’Italia sul banco degli imputati.
Se da un lato, da oppositore, annoto che il ministro di ritorno Frattini non ha saputo gestire, alle prime avvisaglie, l’insorgenza, dall’altro, da Italiano e da uomo di Destra, chiedo una risposta forte e inequivocabile.
Deve essere chiaro a tutti, all’interno come all’esterno, agli illegali che si apprestano ad entrare in Italia come ai governi ed ai parlamentari europei che intervengono su fatti che esulano dalla loro competenza, che non ci facciamo intimidire e che la sicurezza interna la gestiamo in base ai voleri ed alle necessità del Popolo Italiano.
Se il deputato ungherese di origine rom è inorridita nel vedere le condizioni in cui sono i campi dei rom in Italia, ha una strada semplice ed efficace: se li prenda a casa sua, in Ungheria.
Si risolverebbe, in un colpo solo, un duplice ordine di problemi: la tenuta dei campi e la sicurezza in Italia.
Ma, soprattutto, per dare all’europa e al mondo le dimensioni della riaffermata Sovranità Nazionale, è necessario che da subito, per decreto legge, sia inserito nel nostro ordinamento il reato di ingresso clandestino, con tutte le conseguenze penali del caso.
Solo così le affermazioni, a parole, del governo Berlusconi contro l’inaudita interferenza straniera nei nostri fatti interni, possono trovare una risposta concreta, soddisfacente, utile al Popolo Italiano e, soprattutto, inequivocabile.
Rinunciare a tale norma, da introdurre hic et nunc, significherebbe dare spazio alle bugie che vengono propalate ad arte, non a caso, dagli ambienti socialcomunisti e liberali (il parlamentare ungherese è un parlamentare liberale, cioè dello stesso filone ideologico del “partito di centro, moderato e liberale” che Berlusconi ha voluto costruire escludendo la Destra Italiana) d’europa.
E se costoro ritengono “razzista e xenofoba” l’Italia che vuole fare pulizia, che vuole sicurezza e che vuole introdurre il reato di ingresso clandestino, come chiamano le violenze e gli omicidi compiuti in Sudafrica contro altri africani ?
Se non sarà introdotto da subito il reato di ingresso clandestino e se, anzi, si edulcorerà il decreto sicurezza, allora avremo la prova provata che senza Destra il “partito di centro, moderato e liberale” è solo un fantoccio nel mare procelloso di interessi che lo sovrastano e che anche la Lega è solo capace di chiacchiere da bar, che non trovano riscontro nei fatti.

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18 maggio 2008

Berlusconi è cambiato. In peggio

Durante la campagna elettorale abbiamo dato voce a quanti denunciavano il “nuovo” Berlusconi, che è emerso dopo la sfiducia a Prodi del 17 gennaio.
Abbandonati gli alleati leali, Berlusconi si era trasformato nel principale dei teatranti della politica, impostando una campagna elettorale sulle promesse e sull’accumulo di voti “utili” (a lui, non alla nazione ...), cercando di evitare la presenza di ogni concorrenza, sognando evidentemente di riproporre in politica il duopolio televisivo che fece la sua fortuna imprenditoriale.
Dopo le elezioni il nuovo Berlusconi ha continuato nella sua politica, potendo anche contare sulla complicità di chi dovrebbe essere il suo principale avversario: Veltroni.
Il Veltrusconi è ormai realtà.
E’ realtà perché Veltroni ha la stessa identica necessità di Berlusconi: eliminare ogni concorrenza.
Del resto il “partito di centro, moderato e liberale” ha ottenuto il 37% dei voti, contro il 33% del pci/pds/ds/pd, una differenza minimale destinata a ribaltarsi con le oscillazioni che, specie gli elettori del sud, provocano ad ogni votazione.
Ma che Berlusconi sia diverso, peggiore dal mio punto di vista, comincia ad essere riconosciuto anche da commentatori e da quei “nani e ballerine” che nella precedente esperienza del 2001-2006 si erano scagliati contro un Governo con la “G” maiuscola, ben diverso dall’attuale governo, anche se il premier è lo stesso.
Così dopo il riconoscimento cossighiano secondo il quale adesso, finalmente (?), Berlusconi è un politico, oggi leggiamo la lettera di apertura di credito , pur nell’abituale sgangheratezza dei concetti, di Celentano.
Mentre ne Il Resto del Carlino appare una nota nella quale si osserva come questo sia un governo di stampo “craxiano” per tutti gli esponenti provenienti da quel filone che sono stati insediati nei posti di rilievo.
Altro esempio la diplomatica (e non è un elogiativo) risposta alla vicepremier spagnola, che in altri tempi (bei tempi !) sarebbe stata liquidata con un “kapò senza tanti complimenti.
I salamelecchi reciproci, poi, tra Veltroni e Berlusconi, che hanno reso evidente come l’inciucio fosse stato concordato da ben prima, denunciano una strisciante omologazione che ha visto i due supermercati convergere al centro, sfumare le differenze e perseguire un disegno che è di potere, ma che non è di progresso o di crescita per la nazione.
E mentre ci avviamo faticosamente alla terza riunione del consiglio dei ministri per la quale è annunciato il parto (lo esamineremo) sulle prime promesse elettorali che vengono a scadenza per il Cavaliere, non ci resta che sperare abbia ragione Di Pietro e che l’attuale, il nuovo Berlusconi non sia altro che un travestimento, destinato a sciogliersi come neve al primo sole di primavera, restando comunque impegnati per ricostruire la Destra Italiana, unica certezza per il futuro.

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16 maggio 2008

Frattini, il pechinese

Spiace, ma non sempre, usare la frase "l'avevo detto", ma in questo caso ci sta tutta: l'avevo detto.
Quando un partito viene costruito a tavolino, con il pallottoliere e il manuale Cencelli, allora è un partito arido, vuoto, privo di Valori.
E senza Valori non si costruisce nulla, anzi la mancanza di Valori porta ad accettare qualsiasi nefandezza, pensando di essere "furbi", per guardare ad un utile materiale immediato, con la conclusione di sprofondare sul piano etico e di perdere anche quelle ricchezze materiali che si hanno.
In quale altro modo potremmo infatti definire l'intervista allucinante del ministro riscaldato degli Esteri Franco Frattini che, visto che in Italia c'è già un politico "cinese", siamo costretti a definire "il pechinese" ?
Al Financial Times il ministro riscaldato del "partito di centro, moderato e liberale" ( e come è calzante in questo caso la equiparazione tra "moderato" e "modesto" !) ha dichiarato che la sua Italia non ha alcuna intenzione di irritare la potente Cina ricevendo, dialogando e sostenendo il Dalai Lama.
Quindi dimentichiamoci ogni espressione di dissenso in occasione delle olimpiadi cinesi.
Ecco perchè il silenzio del nuovo Berlusconi, in altri tempi prontissimo a saltare sul cavallo della critica ai cinesi, in campagna elettorale si trasforma nel "chissenefrega del Tibet" che ha sostanzialmente pronunciato il ministro riscaldato.
E' un "chissenefrega" arzigogolato e motivato ma che poteva meglio e con più coerenza essere espresso con una vecchia frase latina: pecunia non olet.
Quindi non possiamo rischiare di danneggiare le commesse cinesi per sostenere la libertà del Tibet.
E questi si definiscono "popolo della libertà" ?

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15 maggio 2008

Larghe intese

Appare ormai in tutta evidenza l'intonazione inciucista dei due supermercati.
Nella migliore tradizione degli oligopolisti - ma qui l'antitrust dovrebbero essere i cittadini ! - il Veltrusconi si avvia ad occupare ogni spazio.
E' grave che si debba annotare come le uniche voci in dissenso siano quelle di Di Pietro e, in parte, di Casini.
Veltroni ride di gusto e batte le mani come un bambinone troppo cresciuto alle prese con lo zucchero filato davanti ad un cartone animato, quando Berlusconi, imitando Crozza, lo prende allegramente per il fondo schiena.
Berlusconi sembra invece un Fini travestito da Berlusconi, che ha perso tutto il suo smalto e la sua volontà anticomunista.
La stampa dei poteri forti aspetta ad impallinare il governo perchè, magari, ci può scappare una favorevole commessa governativa per il proprio editore.
Così anche l'unica battuta simpatica (il "governo penombra" composto da tutti i trombati da Berlusconi) della signora Alessandra Floriani non viene adeguatamente diffusa.
Nei telegiornali si sforzano di far credere - e qualcuno abbocca - che le prime due riunioni del consiglio dei ministri berlusconiano erano informali (però le poltrone sono state distribuite, eccome !).
Mi sembra di ritornare al tempo della fine anni settanta, quando la DC non poteva governare e il PCI non riusciva a vincere, ma assieme si spartivano la torta.
E intanto si propone uno "statuto dell'opposozione" che sancirebbe il duopolio politico, con la proposta di riformare la legge elettorale, ma non solo quella per il parlamento nazionale, ma anche (veltronianamente ...) quella per il parlamento europeo, così, tanto per alzare l'asticella contro chi potrebbe disturbare i manovratori delle due sponde.
Non so la sinistra, ma mi auguro che a Destra si risponda con forza a questo disegno, rifiutandosi di essere donatrice di sangue per il "partito di centro, moderato e liberale" là dove questo non dovesse essere autosufficiente.
La risposta non può che essere una e una sola: dimenticatevi i nostri voti.


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13 maggio 2008

L'alternativa ? A Destra

Francesco Storace ha ormai metabolizzato il risultato elettorale ed è tornato a prendere in mano le redini della Destra Italiana in vista del Congresso (ri)costitutivo.
Oggi nel suo blog ha scritto quel che molti, tanti, forse tutti gli elettori di Destra speravano di leggere da tempo.
Una chiara scelta di campo ed una strada da percorrere in autonomia, alternativi al centro e alla sinistra, pronti a dare corpo e voce a quei venti milioni di Italiani che non hanno scelto Veltrusconi.
Ho poco da aggiungere a quanto scritto da Storace .
Sono personalmente convinto della buona fede delle intenzioni di Berlusconi, anche se oggi, da gennaio per la verità, si manifestano con scelte discutibili che daranno a lui la possibilità di entrare nei libri di storia, ma che lasceranno dietro di lui solo le macerie del "partito di centro, moderato e liberale" che ha voluto creare, escludendo la Destra.
Le tensioni che sono apparse evidenti nella formazione del governo sono solo la punta di un iceberg destinato ad emergere in tutta la sua mostruosa e devastante imponenza a fine legislatura se non prima, qualora Berlusconi, per un qualsiasi motivo, dovesse abbandore la scena attiva.
Allora e per allora ci dovrà essere una Destra rinnovata e ricostruita, che saprà accogliere i delusi del "partito di centro, moderato e liberale", della Lega (che vergogna, dopo le scuse di Calderoli, accettare il declassamento a sottosegretario una persona di spessore come Castelli !), aggregando tutta la Destra Italiana.
Le parole di Storace spazzano i dubbi - artatamente fomentati, ma anche alimentati da alcune opinabili scelte come il sostegno gratuito ad Alemanno - sulla tenuta della Destra e sulla sua futura collocazione.
L'alternativa al Veltrusconi è a Destra, senza "se" e senza "ma".



Intanto annotiamo che anche la SECONDA riunione del consiglio dei ministri si è occupata di poltrone per la casta, NON si è svolta a Napoli (dove sono ripresi gli incendi della spazzatura) e NON è stata abolita l'ICI sulla prima casa (e il 20 giugno si avvicina).

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11 maggio 2008

La Destra riprende il cammino

Dopo la campagna elettorale che ha visto La Destra/Fiamma Tricolore ottenere un buon risultato in termini di voti, ma nessun seggio a causa dello sbarramento previsto, la Destra Italiana riorganizza l'azione politica.
Preceduto da un corposo dibattito pubblico sul blog di Storace con migliaia di commenti di iscritti, elettori e anche oppositori, si è svolto un comitato politico nazionale che ha definito i passaggi per arrivare al primo Congresso de La Destra e che porterà a compimento la ricostituzione della Destra Italiana.
Al prossimo congresso si confronteranno, fondamentalmente, due tesi.
La prima vorrebbe riallacciare i rapporti con il "partito di centro, moderato e liberale", la seconda propone di ampliare i confini della Destra con una federazione se non unificazione con altri movimenti e partiti di Area, a cominciare dalla Fiamma Tricolore e dal Fronte Nazionale.
Inutile dire che personalmente auspico prevalga la seconda linea.
Innanzitutto perchè in Italia deve esistere una Destra che riprenda il filo interrotto dal ritorno all'ovile berlusconiano di Fini e dei suoi.
Quindi una Destra che sia alternativa tanto al centro quanto alla sinistra, con una sua autonoma proposta politica, aperta ad un accordo paritario di coalizione, rifuggendo da ogni annessione con relativa scomparsa nel contnitore berlusconiano.
Infine perchè è poco, anzi punto, dignitoso accettare quel che si è rifiutato a gennaio.
Se fosse questa linea a prevalere, mi orienterei al voto verso altri movimenti della Destra Radicale che si presentassero autonomamente.
Invece condivido la posizione di chi dice: organizziamo il partito, ampliamo il radicamento territoriale, partecipiamo in autonomia alle prossime elezioni europee e amministrative.
Inoltre si apra un percorso federativo ed unificante con gli altri movimenti di Destra.
Aggiungo: con tutti gli altri movimenti di Destra, nessuno escluso, perchè tutti hanno pari dignità e possono contribuire alla rinascita della Destra Italiana.
Questo percorso implica la rinuncia ad ogni proiezione governativa, ma dovrebbe anche chiudere ogni ipotesi di collaborazione con il "partito di centro, moderato e liberale", perchè, come ha scritto Storace nel suo blog: "Non ci hanno chiesto – gli italiani – di fare i sottosegretari, non possiamo l’anno prossimo promettergli che faremo gli assessori. Se faremo gli assessori sarà in base a rapporti di forza che sapremo costruire e non per grazia ricevuta. Laddove siamo andati bene ci verranno a cercare; laddove non siamo determinanti non lo faranno. Ma non possiamo essere il bancomat del Popolo delle Libertà" .
E' una indicazione molto chiara, che spazza via voci (forse interessate e appositamente messe in circolo) circa il futuro de La Destra.
Ma proprio questo tentativo di insinuarsi nel momento del naturale rilassamento del dopo voto induce a ritenere che la Destra sia ancora temuta, che i 900mila voti ottenuti il 13 aprile da La Destra/Fiamma Tricolore e i 300mila di Forza Nuova sono una realtà che fa gola, soprattutto se si considera che il differenziale tra i liberalcentrini e la sinistra è minimo e legato alla figura personale di Berlusconi ed al ruolo della Lega.
Quindi Destra e unità, nell'autonomia elettorale e nell'essere alternativa al centro ed alla sinistra per costruire il partito del futuro con le radici saldamente ancorato nella Storia e nei Valori della Destra Italiana.

In questo ambito mi piace ricordare l'iniziativa de Il Castello che si è rinnovato per dare spazio e voce alla Destra Italiana, proponendosi come Aggregatore di Area.


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10 maggio 2008

Senza Destra è un governo calabraghe

Quando durante la campagna elettorale si sosteneva da questo spazio che era necessario dare più forza alla Destra rispetto ai liberalcentrini perchè questi, in assenza di Valori, rimuovendo La Destra dalla Coalizione ne avevano costruita una senz'anima, senza nerbo, si pensava proprio a situazioni come quelle che hanno visto protagonista Gheddafi.
Il tiranno libico, messo a cuccia dal timore che il Presidente Bush rivolgesse a lui le stesse attenzioni che ha dedicato a Saddam (magari con la identica conclusione giudiziaria e sanzionatoria) sta ora rialzando la testa.
E se la prende con chi, di nuovo, appare come il ventre molle dell'Occidente e dell'europa: l'Italia.
L'azzardo di Gheddafi con il nuovo governo liberalcentrino è riuscito.
Invece di una risposta energica e maschia, ha ottenuto le scuse pubbliche del Ministro Calderoli - che in questa occasione ha profondamente deluso - dimostrando come, senza la Destra al governo, il centro sia tornato ad essere quello molle e indecisionista della prima repubblica, disposto a farsi mettere i piedi in testa da chiunque per "quieto vivere".
Cioè il contrario di quel che dovrebbe essere un governo consapevole della Storia e della posizione dell'Italia nel mondo.
L'azione intimidatoria di Gheddafi è pienamente riuscita grazie ad una diplomazia debole e ad una mancanza di Valori che rafforzino la determinazione di un governo che sia reale espressione delle aspirazioni di un Popolo forte e proiettato ad imprimere il suo marchio nel futuro dell'Umanità.
Calderoli non avrebbe dovuto scusarsi.
Frattini non avrebbe dovuto definire "giuste" le affermazioni di Gheddafi.
La risposta alla minaccia libica di dare il via libera all'invasione degli illegali doveva spettare a La Russa.
L'Italia avrebbe dovuto affermare, con forza e, se necessario, con La Forza, il suo ruolo nel Mediterraneo, Mare Nostrum per eccellenza, e come terzo fornitore di truppe nelle missioni internazionali.
Purtroppo la politica da calabraghe indurrà il tiranno di Tripoli ad alzare la posta ed a pretendere, di nuovo, risarcimenti per la civiltà, le scuole, le strade, l'istruzione che L'Italia ha esportato in Libia.
E questo governo senza Destra, senz'anima e senza nerbo, sperpererà denaro pubblico per accontentarlo, non capendo che ad ogni passo indietro Gheddafi alzerà ancora la posta e le sue pretese.
Ma l'atteggiamento con Tripoli è parallelo a quello in Libano dove il defunto governo Prodi inviò un corpo di spedizione con regole di ingaggio concordate in modo tale da essere solo una presenza estetica.
Berlusconi aveva affermato in campagna elettorale che avrebbe cambiato quelle regole e oggi più che mai se ne sente il bisogno con i guerriglieri di Hetzbollah che hanno occupato metà Beirut nella totale assenza delle truppe internazionali (comandate dall'Italia).
Invece è stato sufficiente un monito del caporione Hetzbollah per far accantonare ogni richiesta di nuove regole di ingaggio.
Era meglio la politica estera del Berlusconi II e III: infatti erano espressione di una coalizione di Centro Destra e non del solo centro.

Con l'occasione annotiamo la mancata esecuzione di due solenni promesse elettorali.
La prima riunione del governo NON si è svolta a Napoli.
Alla prima riunione del nuovo ministero NON è stata abolita l'Ici sulla prima casa, ma ci si è preoccupati solo di nomine e di poltrone per la nuova casta.

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08 maggio 2008

L'ordalia ministeriale

Il Berlusconi IV ha emesso il primo vagito e si contano i morti che lascia sul tappeto.
L’ordalia che ha caratterizzato il periodo dal 14 aprile al 7 maggio è degna di essere annotata negli annali.
Ci hanno lasciato le penne personaggi del calibro di Martino (mai entrato nelle liste di governo), Pera (ex presidente del senato che sembrava dovesse, con 7 anni di ritardo, sedersi sulla poltrona della giustizia), Lucio Stanca, un tecnico che si è prestato alla politica pensando che fosse sufficiente il proprio – validissimo – curriculum, Formigoni, rimasto a presidiare il fortino lombardo, Pisanu, scomparso da ogni organigramma, Adriana Poli Bortone che ha dovuto sacrificarsi davanti ad Andrea Ronchi (no, dico, ad Andrea Ronchi, portavoce di Fini !!!).
Roberto Castelli, ottimo ministro della giustizia nel Berlusconi II e III, deve accontentarsi di un posto da vice ministro.
Fuori – probabile vice ministro – anche Michela Vittoria Brambilla, nonostante la fedeltà dimostrata a Berlusconi e la caparbietà con cui, nei momenti peggiori, ha sempre sostenuto il premier, questo a dimostrazione di quanto sia cambiato Berlusconi, una volta ben noto – e stimato – per sostenere sempre gli amici e riconoscere i meriti acquisiti sul campo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Bonaiuti, che invece di diventare ministro, tornerà a fare il sottosegretario alla presidenza e portavoce.
Naturalmente i quotidiani sono pieni di retroscena e di gossippate che lasciano il tempo che trovano.
Ogni costituzione di governo porta in se i semi per la futura crisi.
E non ci meraviglieremmo se, nel più classico degli stili democristiani, i trombati di oggi stessero già preparando la rivincita, “affilando nell’ombra le spade”.
Alla prima occasione faranno sentire il potente segnale di insoddisfazione, soprattutto se un governo oggettivamente deboluccio, dovesse mostrare i segni dell’inesperienza davanti a problemi che avrebbero richiesto una compagine forte e qualificata in ogni dicastero, anche in quelli senza portafoglio.
A ben guardare pochi sono i ministri sui quali Berlusconi potrà fare affidamento.
Frattini è un fedele esecutore, ma sicuramente Berlusconi vorrà metterci molto del suo nella politica estera.
Tremonti, con le ultime sbandate stataliste, è divenuto una incognita, soprattutto se nutre, come nutre, l’ambizione di ereditare la leadership del “partito di centro, moderato e liberale”.
Calderoli è il ministro che mi è più simpatico e che sento maggiormente in sintonia con il mio modo di pensare, per questo lo ritengo sprecato alla semplificazione legislativa, perché a lui doveva essere attribuito il compito di portare ordine davanti all’invasione degli illegali ed alla diffusione senza reciprocità di costruzioni delle moschee.
Naturalmente sono alquanto apprezzabili Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, poi le giudicheremo all’opera …
A proposito: ma non dovevano essere cinque le “ministre” ?
In ogni caso, aspettiamo anche la lista dei vice e dei sottosegretari e vedremo quale sarà la compagine che dovrebbe salvare la Patria.
Buon lavoro e ricordatevi: abolizione dell’Ici sulla prima casa alla prima riunione di gabinetto

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06 maggio 2008

Prodi e Napoleone

Ho vinto due volte contro Berlusconi”.
Questo il refrain di Romano Prodi alla vigilia della sua definitiva uscita di scena.
Dopo le presidenziali americane del 2000 mi ricordo gustosi pezzi di colore da Washington, che descrivevano un Al Gore sull’orlo della pazzia che girava per la Casa Bianca dicendo a tutti: “ma ho vinto io!”, “ho preso più voti!”.
Ma, forse, il paragone più appropriato è con il Napoleone del Manzoni (del resto abbiamo appena passato il 5 maggio) “ due volte nella polvere, due volte sull’altar” finchè “cadde, risorse e giacque”.
Anche se, con tutta la buona volontà e la misericordia che si deve agli sconfitti, non credo che qualcuno veda in Prodi un condottiero dalla stoffa napoleonica.
Si consoli, comunque, il reggiano di Scandiano, perché il suo successore e predecessore non riuscirà a combinare granchè più di lui a meno di averne ereditato il primigenio “fattore c”.
Già l’inizio sembra alquanto claudicante, con l’Alitalia che ci costa 300 milioni e con una lunga telenovela per la formazione di un governo che, stando ai nomi proposti, non appare all’altezza del precedente che resse molto bene dal 2001 al 2006.
Del resto, quando il miglior ministro del futuro governo Berlusconi IV si chiama Roberto Calderoli (e grazie all’ostracismo musulmano) o bisogna ricorrere a minestre riscaldate come Tremonti e Frattini per non ridursi agli uomini di apparato (addirittura ben tre dovrebbero essere i portavoce divenuti ministri) non c’è tanto da sperare in quel che realizzerà il Berlusconi IV se non in una levata di ingegno del solo Berlusconi.
Prodi ?
Requiescat in pace
.

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04 maggio 2008

Riuscirà il Cavaliere a mantenere le promesse ?

La settimana che si apre domani vedrà l’archiviazione di Prodi e la salita a Palazzo Chigi, per la quarta volta, di Berlusconi.
Credo sia l’occasione giusta per un “ripassino” delle principali promesse di cui il Cavaliere è stato prodigo in campagna elettorale, certo che, essendo Berlusconi un uomo d’onore come si è visto con l’atteggiamento nei confronti de La Destra, le manterrà.
Le manterrà … ?
1) La prima promessa al vaglio dei fatti è quella sulla composizione del governo.
60 e non di più i componenti del governo.
Il che significa che se vogliamo considerare 12 ministri con portafoglio e il presidente stesso del consiglio, non potranno essere più di 47 tra ministri senza portafoglio, vice ministri e sottosegretari.
Entro la settimana vedremo se il buongiorno si vede dal mattino.
2) Al primo consiglio dei ministri, promise il Cavaliere, aboliremo l’Ici sulla prima casa.
Anche qui la cartina di tornasole arriverà prestissimo.
Dalla prima riunione di gabinetto dovranno uscire i sottosegretari in numero tale da contenere la compagine governativa entro i 60 posti “chiavi in mano” e l’abolizione dell’Ici.
Poiché il Cavaliere, come ha dimostrato con La Destra, è uomo d’onore, io non ho indicato il pagamento dell’Ici nella dichiarazione dei redditi, riservandomi di provvedere eventualmente, nella malaugurata ipotesi di violazione della promessa, a giugno con bollettino postale di cui invierò copia a Palazzo Chigi per il rimborso.
Ma sono sicuro che non ne avrò bisogno, perché alla prima riunione di gabinetto Berlusconi abolirà l’Ici sulla prima casa.
O no ?
3) La prima riunione del Consiglio dei Ministri a Napoli e lì si trasferirà finchè non avrà risolto il problema dei rifiuti.
Anche qui lo aspettiamo alla prova dei fatti.
4) L’Alitalia ad una cordata di imprenditori italiani perché deve essere salvaguardata l’italianità della compagnia aerea.
Questo significa che un gruppo, piccolo o grande che sia, di imprenditori italiani dovrà comprare Alitalia.
Ma con i propri soldi, non con quelli pubblici (cioè di tutti noi) e senza la partecipazione di “cavalieri bianchi” provenienti da Berlino o da Mosca.
Troppo facile fare “gli spanizzi” (come si dice a Bologna) cioè i generosi, con i soldi altrui !
Troppo facile parlare di italianità per poi limitarsi a sostituire i francesi con i tedeschi o i russi della serie “Franza o Spagna purchè se magna” !
5) Ultimo pro memoria per il Cavaliere.
Meno tasse.
In campagna elettorale, oltre all’abolizione dell’Ici sulla prima casa per la quale si è impegnato in tempi ristrettissimi, direi immediati, come abbiamo visto al punto 2), è stato il suo cavallo di battaglia.
Subito, meno tasse e che sia con il “mese sabbatico”, cioè un intero mese senza tasse (?) o con una ridefinizione delle aliquote (sarebbe sufficiente l’immediato e con decorrenza 1/1/2008 ripristino delle “sue” aliquote decise nel 2005) ma che ci sia questa riduzione delle imposte: subito, non sotto elezioni.
E che non si dimentichi della abolizione del bollo auto … a metà mandato, come promesso.
Allora apriamo questa settimana che ci darà, immediatamente, un governo snello, l’abolizione dell’Ici e i primi provvedimenti per la soluzione del problema dei rifiuti napoletani.
Buona settimana a tutti !

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02 maggio 2008

Valori per far vincere la Politica

In Italia, dopo soli due anni di governo, la sinistra ha subito il peggior tracollo della sua storia recente.
In Inghilterra i laburisti hanno subito una debacle alle amministrative, la stessa che due mesi fa conobbe Sarkozy in Francia (con sondaggi che continuano a penalizzarlo).
Negli Stati Uniti, George W Bush ha un rating di disapprovazione che risulterebbe al 71%.
Quattro situazioni in cui chi è al timone viene brutalizzato da consensi calanti, quando non da autentici schiaffoni elettorali.
E’ evidente che non c’è una questione relativa ad un elettorato ideologicamente ondivago, trattandosi sostanzialmente tutti di partiti centristi o prevalentemente orientati al centro, sia quelli vincenti che quelli perdenti, ad eccezione del Presidente degli Stati Uniti autenticamente Conservatore (in questo caso è da sottolineare però, come, al momento, il candidato repubblicano McCain risulterebbe in testa ai sondaggi contro Hillary e contro Obama).
Se non è una questione di differenze ideologiche, è un problema di gestione del governo, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando.
L’economia sta prendendo il sopravvento sulla Politica.
Le scelte di grandi, pochi gruppi di pressione, potentati economici, condizionano pesantemente l’azione della politica e dei governi, che si trovano costretti ad adeguare e adattare le loro politiche sulle scelte di organismi o di gruppi lobbistici sovranazionali.
E’ un male.
Un male accentuato dalla convergenza al centro da parte delle maggiori forze politiche interne alle nazioni sviluppate.
Un male derivato dalla cessione di sovranità ad organismi esterni, non controllati dalla politica, come la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, dove contano più “gli affari”, della Nazione.
Un male in europa moltiplicato dalla scellerata scelta dell’unione europea, cui è stata consegnata una parte consistente della sovranità formale ed alla quale gli stati membri devono sottostare per propria autonoma scelta suicida.
E’ un male che discende anche e soprattutto dallo smarrimento morale delle nazioni una volta forti e consapevolmente convinte delle proprie ragioni.
La perdita del senso del proprio passato, delle proprie Radici, delle proprie Tradizioni, della propria Identità, quindi dei Valori fondanti di una vera Nazione, porta al trasformismo nella politica interna ed alla debolezza di questa davanti ai forti interessi economici che sono scesi in campo a dettare le condizioni e i tempi della politica stessa.
Questa gigantesca Spectre può essere sconfitta solo dalla presa di coscienza dei popoli, dal loro ritrovarsi su Valori e Ideali che tornino ad essere posti al centro dell’attenzione e delle scelte politiche.
La Civiltà Occidentale è a un bivio: affidarsi agli stregoni dell’economia o reimpadronirsi del proprio destino anteponendo la Politica all’economia.

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01 maggio 2008

Voyeurismo fiscale

Incredulo, ieri mattina ho saputo che il fisco italiano che non tocca mai il fondo, aveva pubblicato i redditi 2005 di tutti, tutti, i cittadini.
Chiunque avrebbe potuto digitare il mio nome e venire a conoscenza dei miei privati e riservati interessi, fin nel minimo particolare.
E così per tutti i contribuenti, schedati come se fossero criminali, come neanche viene fatto per gli illegali che a frotte entrano in Italia.
E gli italiani affetti dal vizio compulsivo che si manifesta anche nel successo di giornaletti, articoli e programmi di pettegolezzi, si sono dimostrati migliaia, tanto da mandare in tilt il sistema.
Poi, tardivi interventi, hanno bloccato la squallida operazione da grande fratello fiscale, adatta solo ai guardoni telematici.
La pubblicazione dei redditi dei cittadini è l’altra faccia di una stessa medaglia, quella che ieri ha portato alla elezione di Fini a presidente della camera.
E’ l’immagine di uno stato senz’anima.
E’ uno stato preagonizzante come dimostra la soap opera di Alitalia.
E’ uno stato che dovrebbe essere ricostruito dalle fondamenta, non rialzato
.
Lo spionaggio e la delazione fiscale sono una costante degli stati deboli con i forti e forti con i deboli.
Proprio ieri, 30 aprile, è entrata in vigore l’ennesime perversa vessazione nei confronti dei cittadini: la stretta sugli assegni.
Nel 1990, con una serie di decreti legge poi trasformati in legge solo nel luglio 1991, si cercò di affrontare alcuni, gravi, problemi che allora sferzavano la nazione (usura, terrorismo, rapimenti, droga) con un provvedimento che limitava l’uso del contante.
Proprio l’andamento dei decreti legge denota come il legislatore di allora era molto prudente nei confronti di un provvedimento limitativo delle libertà individuali, poi reso definitivo, ma solo in casi limitati e tassativamente elencati, con quei limiti in vigore fino al 29 aprile (sintetizziamo in euro 12.500,00).
Con la scusa dell’europa, al governo che sta per essere sepolto senza rimpianti, non è parso vero introdurre ulteriori e più pesanti limiti, finalizzati allo spionaggio fiscale, naturalmente accompagnati da sanzioni spropositate che colpiranno senza pietà i più deboli, i più anziani, i più ignoranti (nel senso etimologico del termine), e dalle quali si salveranno, grazie a scappatoie e furbizie proprio coloro contro i quali le norme volevano essere indirizzate.
Ecco che il fisco italiano mostra, in una sola giornata, la propria perversione, dando il via a nuovi limiti nella circolazione del contante e pubblicando le dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani.
Una cosa ha detto bene Veltroni durante la campagna elettorale: bisogna ridurre le leggi esistenti in Italia.
Ma ridurle in modo drastico.
Anzi, sarebbe meglio abolirle tutte e ricominciare dal contratto di base, quello che sancisce il patto tra un gruppo di persone per la costituzione di uno stato.
Che sia serio, però, e fondato su Valori solidi, su radici robuste.

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