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08 settembre 2008

Mi ritorni in mente ... Lucio Battisti

Ogni giorno ha la sua ricorrenza, il suo anniversario, la sua celebrazione.
Ormai è il destino di una memoria lunghissima, alla quale sono stati aggiunti i gigabyte dei computer.
Ma non voglio qui parlare dell’8 settembre 1943, data infausta in cui un pugno di piccoli omuncoli perpetrò un tradimento che portò infamia all’Italia ed agli Italiani.
Domani - 9 settembre 2008 - ricorre il decimo anniversario della morte di Lucio Battisti, cantautore di una generazione, la mia generazione, che nelle canzoni di Battisti ritrovava e ritrova la voglia di sognare, di amare e adesso il piacere di ricordare.
Ognuno di noi ha il suo film, il suo attore, il suo spettacolo, la sua partita indimenticabile.
Per le canzoni è più difficile, perché sono tante, ognuna legata ad un momento di particolare gioia o di particolare sofferenza, che viene ad esso collegata.
E non è mai la stessa.
Ma se ad un cinquantenne come me venisse chiesto il nome di un cantautore che ha rappresentato un filo conduttore della sua adolescenza, credo che la maggior parte, se non tutti, indistintamente dal colore politico (anche se Battisti ha rappresentato qualcosa in più per i “cuori neri”) direbbe Lucio Battisti.
Fu un’epoca contraddistinta da grandi lotte, divisioni, speranze e delusioni.
Le canzoni di Battisti furono la colonna sonora di quegli anni, perché ci consentivano di evadere dal nostro piccolo mondo, per far correre la fantasia tra “distese azzurre e le verdi terre”.
Una colonna sonora anche per l’unica gita scolastica di una classe, la mia, profondamente spaccata (più nel campo femminile, perché per noi maschietti il collante era lo sport) caratterizzata dalle canzoni di Battisti che una compagna di classe fece suonare per tutto il viaggio.
Una canzone che nobilita anche il Carosello di un dentifricio.
Le canzoni di Battisti erano innocenti evasioni da una routine che ci voleva “impegnati” a salvare il mondo, gli uni dai Fascisti, gli altri dai comunisti (intanto governavano i socialdemocristiani).
Magari molti di noi, cittadini, proprio da Battisti impararono che rosa sono i fiori di pesco.
E se nei giardini di marzo, ogni anno tutto diventa profumato tanto da farci perdere il conto di che ora è e di che giorno è, i 10 hp della motocicletta tutta cromata chissà se qualcuno li ha veramente regalati per un “sì”.
Ma Battisti ha cantato anche le emozioni più profonde, quelle che promanano da pensieri e parole che molti di noi non riescono a scrivere, a pronunciare, ma che hanno trovato in lui il canto libero della nostra gioventù, i sogni, le speranze che abbiamo sicuramente ancora nel nostro cuore, basta saperle cercare.
Io vorrei … non vorrei …

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3 commenti:

Nessie ha detto...

Grande, grandissimo, unico e indimenticabile, Lucio, il nostro caro Angelo.
E davvero rivoluzionario visto che al sessantotto e al sessantottismo ideologico e finto-impegnato del cantautorame d'allora, lui è rimasto completamente indenne, cantando la VITA e l'amore. Abbiamo onorato anche noi superLUCIO nell'altro blog de Il Giardino delle Esperidi. Trasformato per l'occasione nei Giardini di Lucio. Era doveroso. Ciao.

Nessie ha detto...

Ho messo in link il tuo post sul mio blog, in morte di Lucio.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Io ricordo pure la copertina di un disco con una selva di mani tese...
;-) !

E, naturalmente, "Luci dell' Est" !