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No alla deriva

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14 settembre 2008

Perché Sofri è ancora libero ?

Adriano Sofri fu liberato dal governo Berlusconi (unica macchia nei cinque anni dell’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli) per “motivi di salute”.
Sembra che una strana epidemia colpisca gli estremisti di sinistra condannati con sentenza definitiva per atti di terrorismo o per omicidi o quali mandanti di omicidi: si ammalano così gravemente da costringere lo stato a rinunciare a far loro terminare l’espiazione in carcere e poi, miracolosamente, guariscano e vivano allegramente per anni ed anni.
Fu così per Scalzone, Baraldini ed ora per Petrella e Sofri.
Naturalmente loro hanno sempre l’accogliente Francia che se giustiziò senza tanti complimenti l’italiano Felice Orsini reo di aver solo tentato di assassinare il loro Napoleone III, nei confronti dei criminali italiani offre ampia e sicura ospitalità, tirando tanto per le lunghe la loro estradizione, da consentirne anche la fuga altrove (Cesare Battisti – non l’eroe risorgimentale, ma il terrorista assassino – docet).
Con tutte le questioni che occupano la testa degli italiani, ci si potrebbe anche dimenticare di questi figuri liberi per malattia non incurabile, se non fosse che loro stessi ci danno motivo di domandarci: ma sono ancora vivi ?
E se sono ancora vivi, perché sono liberi e non in galera a scontare la loro giusta pena ?
Ultimo in ordine di tempo, Adriano Sofri, colui da cui siamo partiti, che con un articolo sul quotidiano di Giuliano Ferrara, suo antico compagno di battaglia nonché sostenitore della “grazia”, ha scritto un articolo a dir poco indecente.
Anzi, un articolo illuminante, che conferma la bontà del proverbio “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, perché Sofri, in questo modo, getta la maschera.
Adriano Sofri sostiene che l’assassinio del Commissario Calabresi non fu atto terroristico, derubricando in questo modo il reato e, indirettamente, anche la sua condanna.
E’ evidente che Sofri si sente tranquillo e sicuro, tanto da poter riprendere le sue antiche funzioni da “cattivo maestro”, protetto da tanti suoi ex compagni di lotta (continua) che oggi purtroppo allignano in politica.
Allora deve sorgere un movimento di popolo che chieda al ministro Alfano: perché Sofri – che è evidentemente guarito – è ancora libero ?
Perché non sconta in galera, fino all’ultimo secondo della condanna definitiva, la sua pena ?
Perché lo stato non riesce a dare un messaggio di forza contro chi ha insanguinato l’Italia, neppure quando questi non sono riusciti a rifugiarsi all’estero ?
Ma, dopo tutto, rimane la domanda: perché nel nostro sistema giudiziario le maglie sono così larghe, tanto che anche gli assassini non scontano per intero la loro pena ?

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