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21 ottobre 2008

Reprimere e sanzionare i disordini

Nel leggere le cronache dei disordini studenteschi, con occupazioni di scuole e facoltà, irruzioni nei rettorati, lezioni interrotte, programmi stravolti, anche con la complicità di alcuni insegnanti e genitori, il tutto condito dalle solite devastazioni (e temo siamo solo all’inizio) mi è venuto spontaneo, da cittadino costretto a pagare troppe tasse, pensare che a costoro (docenti, genitori e studenti) dovrebbero essere addebitati tutti costi dei loro comportamenti.
Purtroppo in passato abbiamo visto che mentre un gruppo di esagitati rompevano, i danni erano a carico della collettività.
E’ ora di finirla con questo sistema.
O pagano o venga revocato il loro diritto di voto.
Chi rompe paga e i cocci sono suoi, recitava un antico proverbio della saggezza popolare.
Al giorno d’oggi, però, chi rompe non paga (veggasi Genova luglio 2001) e, anzi, chi cerca di impedire le devastazioni finisce pure sotto processo per qualche scappellotto educativo finito sulle zucche dei contestatori.
Credo che i cittadini onesti ne abbiano abbastanza dei disordini di piazza, degli scioperi, dei ritardi, delle tasse che si pagano in misura esorbitante anche per colpa di chi rompe senza pagare.
Il governo Berlusconi è andato al potere con i voti di chi voleva fortissimamente ripristinare l’ordine e la sicurezza.
In pochi mesi la Lega, che pure era la punta di diamante in tale ambito, ha perso per strada:
- il reato di ingresso clandestino
- le impronte ai rom
- il divieto di costruire altre moschee
- l’opposizione all’europa
- il blocco degli sbarchi e relative espulsioni
.
Come se non bastasse, anche la proposta di creare classi differenziate sta, gradualmente, perdendo forza e davanti a nuovi moti studenteschi, invece di garantire il diritto allo studio a chi vuole studiare, la presenza della Polizia e dei Carabinieri sembra inesistente.
In compenso si vocifera della candidatura dell’Avv. Frigo alla corte costituzionale.
Ottimo avvocato, principe del Foro, già presidente dell’Unione Camere Penali, ma un po’ troppo formalista e, invece, adesso avremmo bisogno di sostanza, non di formalità.
Se non ci riesce con le buone, allora dobbiamo ottenerlo con le cattive.
Con la repressione, ma anche con una sanzione che, forse, è quella più temuta da tutti noi: far pagare i danni.
Ma non simbolicamente, come è accaduto finora, bensì materialmente, al costo di riparazione o sostituzione, mano d’opera inclusa.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Purtroppo hai ragione su tutta la linea. Siamo sempre fermi alla politica degli annunci, ma quando c'è da passare alle azioni, allora si comincia adagio adagio a sguarnire e ad alleggerire i "pacchetti", parola a me indigesta. Vedrai che le classi -ponte non si faranno, il maestro unico verrà affiancato da qualche inutile angelo custode, e lo studentame fancazzista okkuperà aule, atenei e scuole d'ogni ordine e grado fino alle vacanze.
Un consiglio ai politici: FATTI e non PAROLE o annunci. Anche perché poi queste ultime vengono regolarmente criminalizzate dalla stampa, amica del Giaguaro.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

A qualcuno con qualche annetto, ricorderei un vecchio film degli anni '70:"I Cannibali": studenti fucilati in strada e lasciati sul posto come monito...
:-) !!!