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13 gennaio 2009

Che Alitalia del Cai !

Berlusconi ha molte qualità.
Tra queste la capacità progettuale e la determinazione per perseguire la realizzazione della sua visione.
Fininvest/Mediaset e Forza Italia/Pdl sono le prove tangibili di tali doti.
Anche Alitalia appartiene ad una sua visione più che condivisibile.
Un anno fa la sinistra stava per svendere ai francesi di Air France la Compagnia di Bandiera, affossata dai debiti.
Berlusconi ha una geniale intuizione: Alitalia deve restare italiana.
Rincuorati dalla presa di posizione del leader di una opposizione che era data per vincente alle elezioni, i sindacati autonomi, ma anche i confederali per effetto traino, hanno impedito che si consumasse la svendità di Alitalia ai francesi del signor Spinetta.
Berlusconi vince le elezioni e, tra le tante cose, cerca di rendere realtà quella che fino ad allora era stata solo una sua visione.
Infatti, nonostante le sue affermazioni non esisteva alcuna cordata italiana che, invece, è stata faticosamente composta dopo il voto.
Nacque la Cai.
Purtroppo nella Cai c’era un solo imprenditore della navigazione aerea, Carlo Toto, che aveva le sue gatte da pelare con la sua compagnia, Air One.
Gli altri erano manager di banche, industriali del ferro, finanzieri.
Tutti usi a cercare il guadagno immediato, hic et nunc, non a costruire una impresa proiettata verso il futuro.
In cambio di forti agevolazioni – pagate con i soldi di tutti noi – Berlusconi riesce ad ottenere una clausola che impegna a mantenere italiana la compagnia per 5 anni.
E dopo ?
Il dopo si intravede già adesso.
Bisognosi di un partner del settore, Cai ha ceduto il 25% delle quote azionarie proprio ad Air France, la sposa rifiutata un anno prima.
Si può ragionevolmente presumere che, se non accadrà qualche ribaltone tipo il fallimento di Air France ..., fra 4 anni Alitalia sostituirà il verde con il blu.
In questa situazione sono state rifiutate altre alleanze o, forse, non sono state né sollecitate, né alcun pretendente si è fatto avanti.
Berlusconi forse pensa a qualche colpo di scena fra 4 anni (intanto c’è tempo) ma è opportuno evidenziare un paio di aspetti critici:
- l’essersi affidato a finanzieri orientati a sinistra (il presidente di Cai è il padre di un parlamentare di sinistra ed altri hanno sistematicamente espresso le loro simpatie per la parte politica ostile a Berlusconi);
- aver accettato Air France come partner.
Sarebbe stato molto meglio (anche per le nostre tasche) lasciar fallire Alitalia e sostenere la nascita di più compagnie nazionali, magari collegate a più partner stranieri.
In questo modo la ciambella (cioè la giusta visione) di Berlusconi non è riuscita con il buco, tranne con quello nel bilancio dello stato.

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1 commento:

Nessie ha detto...

Infatti. Io avei preferito Luftahansa. Se non altro per non darla vinta alla gestione precedente del nogoziato Prodi-Spinetta. Ora Air France sembra rientrare dalla porta di servizio.