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01 febbraio 2009

Cesare Battisti: non si molli la presa

Bene fa il governo italiano a non lasciare nulla di intentato tramite le procedure giudiziarie, per ottenere le consegne del terrorista rosso Cesare Battisti che, ora, si rivela anche uno che, per salvare se stesso, accusa, con trenta anni di ritardo, i suoi compagni di lotta, testimoniando con ciò il suo spessore morale non mutato rispetto agli anni in cui andava in giro pistola in pugno.
Ma anche se la corte suprema brasiliana dovesse rigettare la richiesta di restituzione del criminale, non devono essere spenti i riflettori sul caso e non deve essere considerata chiusa la vicenda.
Bene fanno alcuni ministri a chiedere di non giocare la partita “amichevole” con il Brasile il prossimo 10 febbraio.
Un fatto del genere colpirebbe sicuramente i brasiliani che se ne domanderebbero le ragioni e se anche dovessero, per spirito nazionalista, fare quadrato intorno alle scelte improvvide del loro governo, sarebbe reso noto a tutti che un classico del calcio non si giocherebbe perché il Brasile ha dato rifugio ad un criminale assassino.
Bene fa, come ha scritto un quotidiano brasiliano, il Presidente del Consiglio a rinunciare al viaggio in Brasile.
Male farebbe Berlusconi e male farebbe il governo se, “passata la festa, gabbato il santo”, dovesse invitare il Brasile al prossimo G8 o rinunciasse ad agire con tutti i mezzi disponibili nei confronti del Brasile.
Noi cittadini non possiamo fare altro che boicottare i prodotti brasiliani, rifiutarci di guardare la partita “amichevole” e continuare a protestare contro la scelta da “stato canaglia” assunta dal Brasile con la concessione della protezione ad un criminale assassino, ma il governo può andare oltre.
Sicuramente vi è personale addestrato per svolgere blitz all’estero.
Blitz che devono essere accuratamente preparati e non annunciati, ma che riaffermerebbero il diritto dell’Italia ad assicurare alla giustizia i criminali sfuggiti alla giusta (e forse sin troppo lieve) pena comminata dai nostri tribunali.
Blitz che, avendo già un precedente storico ammesso (la cattura dei fuggitivi nazionalsocialisti da parte di Simon Wiesenthal) non potrebbe trovare obiezioni in campo internazionale.
Ma vi è anche la strada della trattativa o, anche, del baratto.
Ad esempio, concordando con la Francia e il Brasile la restituzione alla giustizia di altri terroristi rossi che al momento vivono al sicuro all’interno dei loro confini.
Mi viene in mente, pensando al Brasile, ad Achille Lollo, responsabile del rogo di Primavalle, da anni rifugiato nel paese sudamericano, ma sicuramente gli schedari della Polizia saranno pieni di terroristi rossi che hanno trovato rifugio in paesi ospitali come il Brasile e la Francia.
Se vogliamo avere una politica estera credibile, dobbiamo anche saperci mostrare grintosi, decisi e disposti a rischiare la rottura delle relazioni diplomatiche, pur di far valere i nostri diritti, che sono anche quelli di assicurare ai criminali almeno la punizione cui sono stati condannati dai nostri tribunali.

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3 commenti:

Bisquì ha detto...

Ci vogliono le palle. Quelle che i nostri governi non hanno ormai da tempo immemore.

Il politicamente corretto ha rammollito la società.

PS: Vorrei tanto tornare come prima ma il tempo a disposizione è veramente poco. I problemi fisici li ho messi a dormire :)

Nessie ha detto...

Massimo, leggi un po' da chi è stato aiutato in Francia il pluriassassino Battisti:

http://euro-holocaust.splinder.com/post/19720210/Cani+da+guardia+del+regime

Ci sono pure i maitre à penser che si mobilitano per lui.
E certamente Sarkò & moglie a cui tanto piacciono i philosophes, sono della partita.

Unknown ha detto...

Sai com'è, fra Fiat ed altri, la nostra classe "dirigente" ha corporsi pezzi di portafogli in Brasile, anche senza voler considerare la vicinanza culturale fra collettivisti di vari colori (rossi, terroristici, neri nazionali e "cattolici sociali") ed i socialisti al potere a Brasilia.
Il coraggio è letale, nella "cultura" politica italiana.