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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 marzo 2009

Più proprietari, meno comunisti

Oltre l’80% degli italiani è proprietario della casa di abitazione.
Un buon 25% usufruisce anche di una seconda o terza abitazione per le vacanze.
Adesso Berlusconi lancia un nuovo piano casa che è, essenzialmente, una opportunità per svolgere lavori di ristrutturazione, anche piccola, tali da rendere meglio fruibile più godibile la casa.
Naturalmente vi si comprende anche la possibilità di costruire, sopraelevare, ristrutturare in modo più rilevante.
A me sembra una ottima idea ed è strano che ci abbia pensato solo adesso.
Per chi la casa già ce l’ha, è una occasione da non perdere per svolgere quei lavori rinviati a causa dell’asfissiante burocrazia che formalmente iniziano con la dia (denuncia di inizio lavori) ma sostanzialmente con la faticosa ricerca di un geometra/architetto/ingegnere amico che possa realizzare, firmare e depositare il progetto e che prosegue con una serie pressoché infinita di adempimenti e di carte bollate, tali da dissuadere chi proprio non può farne a meno dallo svolgere qualsiasi attività.
Se Berlusconi terrà fermo il suo proposito, senza farsi irretire dalle isterie ecoambientaliste, avremo la possibilità di rinnovare anche in profondità le nostre case e con il minimo di burocrazia e di perdita di tempo per girare da un ufficio ad un altro in cerca del timbro di qualche pedante – o magari assente - funzionario della pubblica amministrazione.
Ma viene anche data la possibilità al restante 20% della popolazione italiana di conquistare il suo angolo di mondo, con una casa, magari di edilizia popolare, magari a riscatto, ma “di proprietà”.
E probabilmente è questo che fa scattare il “no” compulsivo e bilioso che accompagna le quotidiane esternazioni del sostituto di Veltroni.
A sinistra sono consapevoli che più aumentano i proprietari, più si riduce la loro base elettorale, perché con più proprietari, ci sono meno comunisti in giro.
L’unico pericolo è stato individuato da Bossi: le case vadano agli italiani.
Ogni assegnazione dovrà quindi privilegiare la nazionalità (italiana) e, quindi, la cittadinanza (italiana), solo come criterio residuale quella comunitaria.
Ma la proposta di Berlusconi – semprechè sia mantenuta come nell’originale – darà anche un forte impulso al comparto dell’edilizia, con un incremento di fatturato e occupazione.
Insomma è una proposta che viene incontro alle esigenze dei cittadini che vogliono meno burocrazia nella gestione delle loro proprietà, di chi aspira ad avere una proprietà e dell’economia nazionale.
La sinistra vi si oppone, come sempre, come con tutto ciò che è utile all’Italia.


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