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01 maggio 2009

USA=Unione Socialista d'America

La pesante interferenza del governo federale nella vicenda che ha visto la Fiat acquisire una quota di Chrysler è solo l’ultima “perla” inanellata da quello “giovane, bello (?) e abbronzato” eletto dagli americani il 4 novembre scorso.
La politica interventista (con quali fondi?) del governo Usa sembra ricalcare, all’ennesima potenza, la politica dirigista dell'Unione Sovietica i cui risultati non sono certo rimpianti dalla popolazione russa.
Gli Usa di questo presidente stanno seguendo la medesima strada.
Elargizioni miliardarie, con il pretesto di “rilanciare” l’economia, in una situazione già di pesante deficit.
La (immotivata) sudditanza psicologica nei confronti di una politica devastante impostata da un presidente negro (votato probabilmente solo perché tale e a seguito di un altrettanto immotivato “complesso di colpa” di molti americani) sta rapidamente collocando gli Usa tra quei paesi che, nel mondo, stanno ricevendo letali dosi di socialismo.
Come i salvataggi di aziende decotte che, in un sistema di libero mercato, avrebbero avuto una sola conclusione: il fallimento.
Ci si dimentica che il fallimento, istituto liberale per eccellenza, è il “grande spazzino” dell’economia.
Che senso ha mantenere in vita aziende decotte, quando il loro fallimento aprirebbe la strada a nuove iniziative imprenditoriali, prive delle ingessature del passato, che porterebbero maggior dinamismo e, quindi, in prospettiva un incremento dell’occupazione, della produzione e dei guadagni ?
Ci si dimentica che uno stato non deve entrare in competizione, alterando pesantemente la libera concorrenza, nel mercato privato, mentre invece deve garantire quella rete di tutele per chi, momentaneamente, perde il posto di lavoro.
In Italia abbiamo già sperimentato lo stato imprenditore: è stato un fallimento (come del resto in qualsiasi materia si veda lo stato interferire nel privato).
La stessa Fiat è ben lungi dal poter essere considerata una azienda privata, visto che tra cassa integrazione, rottamazioni, agevolazioni e quant’altro noi italiani ce la siamo comprata innumerevoli volte ed i dividendi non dovrebbero essere assegnati a chi formalmente ne è azionista, bensì ripartiti tra i cittadini italiani che l’hanno foraggiata, subendo il principio della “socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili”.
Gli Usa che dovessero perseverare in questa politica interventista nell’economia, invece di organizzare le regole all’interno delle quali lasciar operare il mercato, cesserebbero di essere un riferimento e un modello non solo economico, ma anche politico, per diventare un pachiderma socialista, di cui non abbiamo alcun bisogno.

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2 commenti:

elino ha detto...

chrysler --> salvataggio di aziende decotte tramite soldi pubblici --> socialismo --> obama è socialista

alitalia --> salvataggio di aziende decotte tramite soldi pubblici --> socialismo --> !!!!!!!!!

ecco cosa volevate dire continuando a sostenere che i comunisti erano ancora in agguato! ora è chiaro!

Massimo ha detto...

Alitalia doveva fallire, da anni, anche perchè non restituirà mai tutto quello che ci è costata, come la Fiat.
Il socialismo è pratica ripugnante ad ogni latitudine.

P.S.: Hai mancato i post contro l'inquinamento socialista nel pdl ...