Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 giugno 2009

Tutti in pensione a 65 anni.Per scelta,non per imposizione europea

Chi mi conosce sa che sono favorevole ad una profonda riforma delle pensioni, anche se dovesse essere momentaneamente dannosa nei miei confronti allungando il periodo lavorativo, perchè in prospettiva mi darebbe la certezza di una pensione dignitosa e stabile.
L’ho anche più volte scritto nel blog (basta usare il motore di ricerca per trovare i precedenti) l’ultima volta tre mesi fa .
Mi disturba, però, che l’innalzamente doveroso della pensione delle donne (e per giunta solo nel settore pubblico) avvenga per l’imposizione dell’europa.
Mi disturba perché rappresenta l’ennesima violazione della Sovranità che è la caratteristica essenziale di uno stato che sia tale.
Vorrei che al diktat del soviet europeo si rispondesse con un sonoro “no!” usando la relativa sanzione economica come si dovrebbe fare per tutte le direttive europee che violano la Sovranità di uno stato.
Mi piacerebbe, però, che dopo il “no!” all’europa si procedesse ad una vera riforma delle pensioni, provvedendo a quei tre punti che ritengo necessari per garantire la pensione futura a chi già ne usufruisce, a chi ci andrà tra poco e a chi è da poco entrato nel mondo del lavoro:
- equiparazione a 65 anni della pensione di vecchiaia per uomini e donne
- abolizione della pensione di anzianità;
- unificazione al sistema contributivo per tutti
.
Questo è ciò che deve essere realizzato, a prescindere dalle paturnie dirigiste del soviet di Bruxelles.

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29 giugno 2009

L'esame di maturità

Ancora una volta la visione dei dati di accesso al blog, mi ha fornito lo spunto per un post.
Giovedì 25 giugno il grafico segna un picco di oltre 400 accessi, il doppio di quel che avviene in un normale giorno feriale.
Cosa avrò mai scritto la sera del 24 ?
Vado a vedere ed avevo commentato la dichiarazione di Delbono che voleva convincere i bolognesi che non lo avevano votato.
Possibile che abbia attratto così tanti accessi ?
E non era neppure, visto gli orari (tra le 9 e le 13), il post di quel pomeriggio sul continuo ricorso alla magistratura per dirimere le polemiche politiche che aveva “spinto” gli accessi.
Controllo allora l’argomento e vedo che si tratta de La giornata della Libertà, dell’8 novembre 2007.
Tanto interesse per un post di due anni fa ?
Poi ho capito: era uno dei temi della maturità e dire che di blog dedicati alla scuola (come l’esilarante ed al tempo stesso educativo “Il salotto di Milady de Winter” ) ve ne sono parecchi !
Per il bene della votazione finale, mi auguro che non abbiano preso spunto da quel che ho scritto, sapendo quanto possano essere ideologizzati i nuovi insegnanti di sinistra, quelli cresciuti a occupazioni, ricostruzione delle vicende della seconda guerra guerra mondiale (dove ho l’impressione che facciano uscire studenti convinti che l’Italia l’abbia vinta) e “bella ciao”.
Ma ugualmente spero che leggere qualcosa totalmente controcorrente abbia fatto riflettere qualcuno sulla possibilità che quel che viene loro propinato a scuola, forse, non è tutta la verità, niente altro che la verità.
Anch’io ebbi insegnanti di sinistra, ma erano di un’altra tradizione che sapeva separare le valutazioni sulle nozioni dalle interpretazioni, anche se la mia professoressa di italiano non apprezzava certi temi e, così, per salvaguardarmi la media ne scrivevo due pieni di quelle teorie che la facevano andare il sollucchero, ed uno, l’ultimo, a sufficienza ormai ampiamente acquisita, in cui sparavo ad alzo zero contro gli antesignani del politicamente corretto, tema in cui, immancabilmente, mi beccavo non un voto ma un “non giudicabile”.
Alla maturità, poi, al diavolo la prudenza e affrontai il tema storico impostato sugli ultimi 50 anni di storia europea, dalla politica di potenza a quella di pace.
Mi andò bene perché la Commissione apprezzò “l’originalità” delle tesi esposte.
Ma, appunto, erano altri tempi e altre tempre di professori.

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28 giugno 2009

Boicottare il pessimismo

Suscita “indignazione” nella stampa all’85% simpatizzante o schierata con la sinistra, il proclama di Berlusconi che invita a boicottare, negando la pubblicità, quei media che indulgono nel pessimismo.
In effetti ci sono telegiornali (La7, Tg3 e Sky Tg24 in primis) che non perdono occasione per mettere l’accento sulle situazioni sgradevoli, sulle notizie più pruriginose, su quelle negative, sorvolando velocemente su quelle positive.
Altrettanto i quotidiani che pure dovrebbero essere più improntati alla riflessione colta visto che lo strumento non ammette la velocità e la notizia pubblicata su carta stampata è già vecchia alle sette del mattino, con il giornale fresco di stampa.
Berlusconi ha perfettamente ragione nel chiedere che la si smetta di crogiolarsi nel pessimismo, per impostare ad un maggiore ottimismo la nostra vita quotidiana.
Il pessimista merita le disgrazie che preconizza, l’ottimista merita le belle cose che si aspetta.
Se affrontiamo le giornate lavorative già con l’animo del disfattista, alla sera saremo inevitabilmente degli sconfitti dalla vita e dalla professione.
Se, invece, agiamo con spirito positivo, tutto quello che ci accadrà sarà voltato a nostro favore proprio grazie alla nostra capacità di voler trarre i maggiori benefici da qualsiasi circostanza si debba affrontare.
Guardiamoci poi introno.
L’Italia è la nazione che sta risentendo meno della crisi internazionale.
Nessuna banca è fallita.
Le grosse imprese continuano ad ottenere credito.
Tra le medie e piccole chiudono quelle che negli anni non hanno saputo rinnovarsi e proporre prodotti all’altezza e si sono ingessate con la testa rivolta al passato.
Ma il fallimento è un istituto tipico e fondamentale del sistema capitalista, ed è il grande spazzino dell’economia, perché rimuove le aziende ormai bolse che saranno sostituite da nuove imprese e nuovi imprenditori che porteranno idee e prodotti nuovi, migliori.
L’attenzione deve essere rivolta agli ammortizzatori sociale e questo il governo lo ha fatto.
Con la social card, ma anche con i bonus per le aziende che non licenziano e con la detassazione degli utili.
Il pessimismo di certi media è strumentale ed ideologico, quindi perverso perché finalizzato ad un obiettivo politico.
A Berlusconi possiamo solo chiedere di essere conseguente nella sua professione di ottimismo.
Scommettere sull’Italia e sugli Italiani riducendo le tasse anche ai singoli cittadini perché possiamo avere più soldi in tasca da spendere per i nostri piaceri, facendo anche ripartire i consumi.
Da dove trovare i fondi per il taglio delle tasse ?
Perché non iniziare con la revoca di tutti i contributi statali alla stampa ?

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26 giugno 2009

Farrah Fawcett il volto del futuro reaganismo

Non sembri blasfemo che, dopo il commosso ricordo che il mio amico Starsandbars ha dedicato alla sua amata zia (che ebbi il piacere di conoscere) io scriva un post “anomalo” rispetto alla sovrabbondanza di temi politici di questo blog e dedicato a Farrah Fawcett.
Non lo è per vari motivi e il più importante, per me, lo troverete nella riflessione finale.
Quando muore una persona possono esserci due tipi di sentimenti a seconda del rapporto che si aveva con quella persona e delle corde che può toccare in tema di ricordo e momenti della propria vita.
La morte di un congiunto colpisce negli aspetti più intimi, perché è qualcuno della famiglia che se ne va e che ci lascia, comunque, più soli.
La morte di un personaggio pubblico famoso, ci fa scattare immediatamente ricordi e fa riaffiorare episodi, circostanze, gioie più che dolori (siamo naturalmente portati a cancellare dalla memoria gli eventi negativi) che hanno scandito la nostra vita.
Mi ricordo che la morte di Corrado e Alberto Sordi rattristarono mio padre, certo in modo diverso rispetto ad altri eventi luttuosi più vicini, ma comunque in modo sensibile.
Erano episodi, legati ad una trasmissione agli inizi della nostra televisione e quando era ancora giovane o film visti in compagnia, che facevano sì che quei personaggi fossero quasi degli amici che ci hanno accompagnato per un tratto breve o lungo della nostra vita.
Farrah Fawcett entrò nelle nostre case a cavallo dell’inizio degli anni ottanta.
Bella, sorridente, interpretava una parte estremamente positiva in uno dei tanti telefilm che allora si chiamavano “giallorosa” e che mettevano d’accordo nelle famiglie la parte maschile e quella femminile.
Entrò da noi quando da poco in Italia era arrivata la televisione a colori (sperimentale con le olimpiadi di Montreal nel 1976, già diffusa con i mondiali argentini del 1978) e le prime televisioni private ci fornivano una alternativa rispetto alla paludata e lottizzata Rai, mai scalfita da Telemontecarlo, dalla TSI e da Capodistria.
Erano gli anni in cui gli Stati Uniti vivevano la sindrome del Vietnam e subivano la presidenza Carter prima di affidarsi ad un attore, Ronald Reagan, per tornare a sognare.
Erano gli anni della resistenza all’Apocalisse ben rappresentati da Charles Bronson con il suo Giustiziere della notte e da Clint Eastwood con l’Ispettore Callaghan, ma con Charlie's Angels si cominciava a tornare a sorridere con un telefilm dove i buoni erano anche … “bone” e, immancabilmente, sconfiggevano il cattivo.
Una perfetta rappresentazione della futura filosofia (positiva) reaganiana che avrebbe travolto l'inetto Carter proprio alla conclusione del ciclo del telefilm.
Così Farrah Fawcett, la più appariscente e solare delle tre originali “Charlie’s Angels” (anche se a me è sempre piaciuta molto Jaclyn Smith) , divenne famosa in tutto il mondo e una delle portabandiera di quella nuova America non più rinchiusa in se stessa, ma nuovamente proiettata a guidare il mondo.
Non fu una grande attrice, anche se nella maturità interpretò ruoli di maggior spessore come in “Oltre ogni limite” e “Il dottor T e le donne”, ma a me piace ricordarla piuttosto non solo per Charlie’s Angels, ma anche nelle sue apparizioni, minori ma più collegabili al suo personaggio, nel telefilm “L’uomo da un milione di dollari” con il primo marito Lee Majors (indimenticabile “Heath” nella “serie culto” western “La Grande Vallata”) e nei film “La fuga di Logan” (dove ha una particina) e Saturn 3 entrambi di fantascienza e in Sunburn, un tipico giallo rosa nella scia di Charlie’s Angels.
E’ però per me triste riflettere sul fatto che, come scrivono i giornali, Farrah Fawcett sia morta per un tumore al colon con metastasi al fegato.
Esattamente la stessa patologia che condannò mia madre.
E’ triste che dopo 13 anni, nonostante le cure e le opportunità che sicuramente Farrah Fawcett ha avuto in più rispetto a quanto era disponibile nel 1996, quella patologia sia ancora mortale.

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25 giugno 2009

Basta ricorsi alla magistratura !

Una volta si diceva che la notizia la fa l’uomo che morde il cane e non viceversa.
Perché?
Perché rappresenta il contrario di ciò che è logico.
Così oggi la notizia la fa il gruppo espresso che, dopo aver pubblicato ogni sorta di notizia contro Berlusconi, adesso fa l’offeso e annuncia querela perché il Premier ha osato parlare di “eversione” per il tentativo di costringerlo alle dimissioni sovvertendo così il voto elettorale e per aver auspicato che i gruppi industriali non finanziassero la stampa disfattista.
A Bologna dopo la querela di Delbono contro Cazzola che ha messo in dubbio la correttezza delle sue spese nelle missioni, ecco Raisi che minaccia querela se qualcun altro del Centro Destra oserà ancora dire, come ha fatto Manes Bernardini della Lega, che si è impegnato poco per Cazzola.
E se Guzzetta, affranto per la bastonatura rimediata dai suoi referendum, cerca di salvare la faccia contestando l’operato del ministero dell’interno, cosa fa Maroni ?
Annuncia querela
.
Sarebbe ora di smetterla di ricorrere alla magistratura ad ogni stormir di fronda e i nostri politici dovrebbero imparare a reagire più virilmente, rispondendo sul muso a chi li attacca.
Non dico di tornare ai tempi in cui l’Onore, con la “O” maiuscola, si difendeva a singolar tenzone, mandando i padrini a sfidare l’offensore e dando appuntamento all’alba dietro il convento delle Carmelitane Scalze.
Ma, almeno, si eviti di rendere la magistratura arbitra dei giochi politici, creando la percezione che il magistrato sia un soggetto che possa dirimere questioni che sono sostanzialmente di convinzione politica ed ideale.
Oltre ad offrire alle toghe l’opportunità di interferire nel campo da cui dovrebbero stare assai lontano per occuparsi dei reali problemi della giustizia italiana che non sono Berlusconi, le escort, i teoremi sul Premier e compagnia cantando, bensì le rapine, gli scippi, i furti negli appartamenti, le violenze, gli stupri, l’ingresso clandestino in Italia, le occupazioni abusive, le scritte sui muri, le interruzioni di pubblico servizio.
Questi sono i temi che interessano il cittadino comune perché sono le questioni che turbano e disturbano la sua vita quotidiana.
Tutto il resto è solo apparenza.

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24 giugno 2009

Delbono provi a convincermi

Delbono, forestiero di Mantova come Cofferati lo è di Cremona, neosindaco di Bologna ha dichiarato che si darà da fare per convincere chi non ha votato per lui di essere un buon sindaco.
Io non ho alcuna fiducia in lui, come non ne ho in nessun possibile candidato della sinistra.
Ma voglio prenderlo in parola ed elencargli le iniziative che potrebbero convincermi a dichiarare pubblicamente che sì, meritava di essere votato.
1) Moschea
Seppellire definitivamente ogni progetto di costruire una moschea a Bologna che richiamerebbe una miriade di musulmani nella nostra città.
2) Immigrazione
Dare disposizione alla Polizia Municipale di controllare a tappeto i permessi di soggiorno degli extracomunitari, per denunciare ed espellere gli illegali, e concedere la residenza solo a quanti possano dimostrare di essere autosufficienti con un lavoro ed una abitazione.
3) Sicurezza
Intensificare i pattugliamenti anche nelle zone periferiche, sottoscrivendo anche convenzioni con associazioni di vigilanza privata, in modo che possano garantire strade sicure e appartamenti non violati.
4) Rom
Smantellare tutti i campi rom e non concedere alcun permesso di campeggio al di fuori delle aree organizzate.
5) Metropolitana
Dare immediato avvio ai lavori per la metropolitana, trovando i soldi in ogni modo tranne mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
6) Civis
Rinunciarvi.
7) Traffico e viabilità
Provvedere ad una immediata manutenzione generale delle strade che dovranno essere conservate senza buche e avallamenti.
Abolire il blocco del traffico del giovedì senza più ripristinarlo.
Ridurre la zona a traffico limitato.
Spegnere Sirio e Rita.
8) Famiglia
Aiutare con sgravi fiscali le Famiglie nell’assistenza degli anziani e nella custodia dei bambini.
Cancellare ogni pretesa di riconoscimento giuridico a quanti pretendono di legittimare le pratiche sessuali tra persone dello stesso sesso.
9) Finanza
Abolizione delle iniziative pseudo culturali estive che sono solo un costo.
Riscuotere da ogni locale di proprietà del comune il canone di affitto stabilito in base al mercato.
10) Commercio
Libertà di licenza.
Libertà di orari.
Libertà di circolare per chi vuole andare a comprare in un negozio del centro.
Libertà di prezzo.
Libertà di scelta.
Caro Delbono, se realizzerai anche solo cinque dei dieci punti indicati senza agire in contrasto con i restanti cinquedichiarerò pubblicamente che mi sono sbagliato a votare Morselli al primo turno e Cazzola al ballottaggio, perché mi “avrai convinto”.

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23 giugno 2009

I numeri condannano la sinistra

CINQUANTA province erano amministrate da giunte di sinistra prima del 22 giugno 2009.
Solo VENTOTTO lo saranno dal 23 giugno 2009.
VENTISEI erano i comuni capoluogo amministrati dalla sinistra prima del 22 giugno 2009.
Solo SEDICI lo saranno da oggi.
Sul versante del Centro Destra invece i numeri sono questi:
TRENTAQUATTRO province che saranno amministrate da oggi contro le NOVE che lo erano fino a ieri.
QUATTORDICI i comuni capoluogo, contro i QUATTRO amministrati fino a ieri.
Dovrebbe essere sufficiente per qualsiasi persona normale per dichiarare con certezza chi ha vinto e chi ha perso nel turno elettorale amministrativo del 2009.
Naturalmente chi ha escogitato la singolare teoria per cui Berlusconi avrebbe perso le europee del 6 e 7 giugno perché dichiarava di aspirare al 45% ed ha ottenuto solo il 35%, mentre avrebbe “tenuto” chi, arrivando dal 33%, temeva di scendere sotto il 25% ed ha ottenuto il 26%, non fatica poi troppo a dichiarare che con queste elezioni è iniziata la discesa della “Destra”.
Lasciamoli nelle loro convinzioni (e ci conviene anche che non comprendano appieno la realtà) per svolgere alcune considerazioni a margine dei risultati.
Andato a vuoto l’attacco elettorale, spuntato quello giudiziario, la sinistra si è rifugiata sotto le lenzuola del Premier per cercare di demolirne l’immagine.
Qualcosina sicuramente ha ottenuto, non credo però un ritorno proporzionato allo sforzo messo in atto.
Forse ha sollecitato quell’astensionismo che ha evitato un successo di maggiori proporzioni del Centro Destra, ma potrebbe anche essere che i voti mancanti per tale traguardo derivino dalla mancanza della contrapposizione che si ha quando scende in campo Berlusconi.
A ben vedere, infatti, il secondo turno delle elezioni amministrative assume sempre più un carattere di scontro locale tra due figure e i temi locali prevalgono rispetto a quelli ideali e politici, anche del primo turno.
Ed è una situazione che, evidentemente, riscuote minore interesse tra gli elettori che preferiscono deidicarsi ad altro che non andare a votare.
Quindi prima domanda: vale ancora la pena di un sistema delle amministrative fondato sul doppio turno ?
O non sarebbe meglio far scendere a cascata in sede locale il sistema elettorale della legge Calderoli, che privilegia il premio di maggioranza a favore della coalizione vincente, in un turno unico ?
Seconda domanda: non sarebbe ora di semplificare il sistema eliminando tout court le province ?
Terza domanda: i referendum sono argomenti ben differenti dalle elezioni, di qualunque genere.
Non sarebbe il caso di evitare gli accorpamenti di mele e pere, disponendo peraltro la responsabilità economica, per il rimborso delle spese sostenute, dei promotori e dei firmatari dei referendum qualora non si raggiungesse il quorum ?
L’Italia sembra essersi ribaltata.
Una volta il serbatoio di voti per i partiti che oggi potrebbero essere nel Centro Destra era il Sud.
Oggi è il Nord, mentre il Sud sconta una forte instabilità, spesso legata alle correnti di potere locale.
Incredibile poi la dichiarazione che ho ascoltato ieri da parte del sindaco di Bari rieletto, circa personaggi pugliesi che, nel governo, farebbero il gioco della Lega.
L’apice, però, l’ha raggiunta nel finale quando ha parlato della sua vittoria come della vittoria di Bari, della Puglia, di tutto il Sud.
Bene, il signor Emiliano può dimostrare da subito quanto vale, rinunciando, lui e il suo compagno di schieramento Vendola, ai finanziamenti di Roma e basandosi solo sulle risorse locali, come vorrebbe un vero federalismo fiscale.
Un’altra considerazione è sul ruolo degli ex (o forse tuttora tali ?) democristiani.
Prodi e i suoi hanno contribuito per due volte a portare i comunisti al governo.
Non paghi si sono fusi con i comunisti in un unico partito
.
Finora, però, era la vecchia sinistra democristiana, con l’aggiunta di qualche notabile alla ricerca di una pensione dorata, ad aver favorito i comunisti che si stavano riducendo ai minimi termini.
Oggi però, in molte località, sono anche gli ex democristiani dell’Udc ad aver interpretato il ruolo del “soccorso rosso”, rianimando candidature comuniste ormai allo stremo delle forze.
Ed è notevole come gli eredi della dc e del pci, partiti che arrivarono al 70% dei voti, oggi fatichino a raggiungere il 50%.
Grave è la colpa in Italia degli ex dc per la permanenza di un forte nucleo comunista che ha solo cambiato il pelo (cioè il nome del partito) ma non il vizio (cioè il modo di agire e le idee).
So che Casini non è mai stato tenero con i comunisti, non vorrei però che abbia ingaggiato una personalissima gara con Fini per distruggere Berlusconi, pensando di potersi sostituire a lui e, invece, danneggiando non solo il Centro Destra cui culturalmente ed elettoralmente appartiene, ma l’Italia intera che ha bisogno proprio delle riforme che, solo timidamente, Berlusconi sta mettendo in cantiere.
Abbiamo citato Fini.
Un perdente di lusso, come Veltroni.
Ancora una volta si è schierato con i referendum, come già nel 2005 ed ha perso nel momento in cui sperava di brillare di luce propria, uscendo dal cono d’ombra di un Berlusconi che è e resterà ancora a lungo il valore aggiunto del Centro Destra.
Come hanno dimostrato anche queste elezioni.

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22 giugno 2009

L’Italia spernacchia i referendari

Per la seconda volta consecutiva le vestali del referendum sono state sconfitte con una maggioranza bulgara di astensioni.
L’abuso dello strumento lo ha reso inutilizzabile, solo un pozzo in cui sprecare denaro.
Credo che in questo momento non ci sia tema referendario che potrebbe raggiungere “in solitaria” il quorum del 50% + 1 dei votanti.
E la stessa manfrina dell’ “election day” è un imbroglio, perché i temi del referendum non possono essere mischiati, come le mele con le pere, ad elezioni politiche o amministrative.
Al più si possono accorpare tutti i referendum in una unica tornata.
Tanto meno poteva raggiungere il quorum con un cervellotico quesito ripartito su tre schede, di pura tecnica elettorale, privo di ogni afflato ideale o etico, motivazioni che fecero la fortuna dei primi referendum su divorzio, aborto, fermo di polizia.
E non poteva accadere perché l’attuale legge elettorale svolge egregiamente il suo compito ed è funzionale alla coscienza civile degli italiani che vogliono, sì, la governabilità e lo scontro tra due blocchi, ma vogliono anche poter scegliere, all’interno della parte prescelta, il partito loro più congeniale.
Perfetta è quindi la legge elettorale di Calderoli che attribuisce un sostanzioso premio di maggioranza alla coalizione (e non alla lista) vincente.
Perfetta la scelta degli italiani di mantenere questa legge.
L’unica imperfezione è imputabile a Ciampi che non volle il premio di maggioranza su base nazionale per il senato.
Ma è storia passata.
La legge elettorale di Calderoli presupponeva però una trasformazione in senso federalista della repubblica.
Sarebbe ora di completare quel passo, in modo che un senato eletto su base regionale, abbia funzioni e materie differenti da quelle della camera bassa.
Nel frattempo, come nel 2005, non possiamo che esprimere soddisfazione per l’ennesima batosta subita dai referendari e, in particolare, da Gianfranco Fini che sembra non azzeccarne una quando cerca di mettersi in proprio uscendo dal cono d’ombra del Cavaliere.
Mi auguro che questo risultato possa servire a fermare le altre richieste di referendum o, quanto meno, a cambiare i termini sui costi della consultazione priva di quorum.
Adesso ci si limita a non attribuire rimborsi al comitato per il referendum quando non si raggiunge il quorum.
Sarebbe ora di fare un passo in avanti: quando non si raggiunge il quorum i cittadini che firmano per il referendum siano tenuti, in solido con i promotori, a rimborsare tutte le spese sostenute per la consultazione.

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21 giugno 2009

Con Berlusconi.Per scelta e per forza.

Lo scorso 24 maggio, all’inizio del rigurgito di antiberlusconismo spinto, ho pubblicato un lungo post intitolato Pro e contro Berlusconi contenente mie considerazioni a favore e contro il Premier.
I dati di Google Analytics (che forse dovrei controllare più spesso) me lo indicano tra i primi cinque post di tutto l’anno.
L’ho appena riletto e non ho nulla da aggiungere: quel che ho elencato sono i motivi che, in sintesi, ascrivo nelle due colonnine accanto al nome di Silvio Berlusconi.
Le cose positive e quelle negative, dove però le prime sono prevalenti rispetto alle seconde.
Naturalmente, noi italiani siamo 60 milioni di commissari tecnici della Nazionale di calcio e 60 milioni di Premier potenziali, per cui mi piacerebbe che Berlusconi ponesse maggiore attenzione a certi temi piuttosto che ad altri, accentuasse certi toni piuttosto che altri.
Per questo, ove mai fosse possibile, dichiaro sin da ora la mia adesione ad una Destra unita che ritrovi quello spirito di lotta che appartenne all’Msi e che, adesso, esiste, ma si è indebolito scorrendo in mille rivoli.
Ma oggi ci troviamo davanti ad una situazione del tutto particolare.
La sinistra ha compreso che, elettoralmente, è minoranza e lo è indipendentemente dai risultati dei ballottaggi (che hanno già visto il Centro Destra doppiare gli eletti di cinque anni fa e che può solo mettere a segno qualche colpo mediatico di rilievo senza cambiare la sostanza del risultato) e lo è anche qualora riuscisse ad irretire i dirigenti dell’Udc di Casini (anche se ho molti dubbi che Casini si legherebbe alla sinistra, magari qualche alleanza tattica sì, organica no).
Persa la sfida democratica, restava quella giudiziaria, usata ed abusata sin dal 1994.
Ma, ormai, anche quella è agli sgoccioli.
Gli italiani non credono ai “teoremi” che venivano fantasiosamente elaborati e l’unico risultato della campagna giudiziaria è stato quello di demolire la credibilità della magistratura, arrecando quindi un grave danno a tutto il sistema istituzionale nazionale.
In più il tempo ormai trascorso in politica (15 anni) fa sì che a Berlusconi possano essere attribuite sempre meno responsabilità nella conduzione delle sue aziende e nessuno crederebbe (o si sognerebbe di far credere) che il Premier agisca in politica per “sistemarsi” economicamente.
Così quegli stessi che fecero quadrato difensivo nella squallida e morbosa vicenda del portavoce di Prodi “pizzicato” in trattative con un transessuale, oggi si ergono a moralisti per la passione del Premier verso le belle donne, un sentimento normale, positivo e apprezzabile.
Archiviato, nella consapevolezza che era l’ennesimo boomerang, il filone sentenza Mills, ci stanno provando con la carta del puritanesimo contro il Premier gaudente.
In ciò aiutati della attuale consorte di Berlusconi che si è comportata non all’altezza del ruolo e più similmente ad una acida zitella che non ad una elegante signora di mezza età.
Il Premier è dunque sotto tiro perché gli piace divertirsi, gli piacciono le feste, gli piacciono le donne e più sono giovani meglio è.
Praticamente è "accusato" di amare ciò che anche tutti noi italiani, maschi normali, dai 9 ai 90 anni amiamo.
Al massimo posso dire che i gusti sono differenti, visto che, dopo una accurata analisi delle fotografie, io preferisco la signorina Montereale piuttosto che la signorina D’Addario, ma è una questione di gusti e … per fortuna che non li abbiamo tutti uguali !
Eppure la sinistra è scatenata ed è anche riuscita a sollecitare i mai del tutto sopiti pruriti sessuali della Chiesa Cattolica che, in fatto di morale, dovrebbe combattere ben altri nemici che non la normalissima relazione platonica extraconiugale e secondo natura del Premier con giovani donne.
Ma se anche la relazione fosse stata men che platonica, se anche Berlusconi avesse praticato con una o più di quelle signorine, che cosa mai gli si potrebbe imputare politicamente ?
Nulla.
L’Ici l’ha tolta quasi completamente, si spera che faccia anche l’ultimo passo.
Le tasse non le ha aumentato come fece Prodi appena tornato al governo e, anzi, entro la fine della legislatura è impegnato a ridurcele.
Ha affrontato il terremoto in Abruzzo con piglio manageriale ed è veramente probabile che, per la prima volta, non ci siano terremotati che passano un inverno nelle tende.
L’Italia è coinvolta nella crisi finanziaria mondiale, ma molto meno di altre nazioni, dimostrando fondamentali più solidi.
Il nostro ruolo nel mondo è riconosciuto e riconoscibile, tanto che Berlusconi è il leader mondiale più longevo nei vari consessi, dando quindi una grande opportunità all’Italia di intervenire ed essere ascoltata nelle vicende globali.
Il gas dalla Russia arriverà comunque, grazie ai rapporti privilegiati con Putin.
Per la prima volta si è invertita la rotta e si sono cominciati timidi respingimenti di immigrati a tutela della integrità culturale e sociale della nostra Patria e della sicurezza interna di tutti noi.
Sempre sulla sicurezza interna si sono assunti dei provvedimenti che, pur se molto blandi (come le Ronde disarmate o l’introduzione del reato di clandestinità ma senza carcere e senza obbligo di denunciarli) sono comunque più di tutto quello che hanno prodotto in passato.
Vorrei di più ?
Certo che vorrei di più, molto di più.
Anche perché nel momento in cui saremo soddisfatti e senza ambizione al miglioramento, la nostra sarà una società morta.
Ma se mi guardo indietro, vedo che l’Italia è cambiata, non è più lo stuoino dove chiunque poteva spazzarsi i piedi e questo lo dobbiamo essenzialmente al carattere di Berlusconi, orgoglioso e con una grande considerazione di se stesso, che si riflette anche nel nuovo approccio del governo italiano ai vari problemi.
In buona sostanza la politica di Berlusconi non ne ha risentito affatto delle sue serate rilassanti, anzi è probabile che grazie a quelle serate potesse avere la mente più libera, scaricando stress e altre tossine per poter vedere con maggiore lucidità cosa poteva essere utile alla nazione.
Costringere Berlusconi a “difendersi” da accuse (ma quali ?) sul come passa i momenti liberi dagli impegni governativi oltre ad essere eminentemente stupido, è anche controproducente per l’Italia intera e ci fornisce la misura dell’infimo livello cui sono arrivati gli oppositori di Berlusconi.
Ed è un danno per tutti perché spostando l’attenzione dalle singole vicende politiche e dai singoli provvedimenti, si obbliga a fare quadrato attorno al Premier anche quando si potrebbe condizionarlo meglio perché faccia quei passi in più che mancano al completamento delle opere iniziate nel campo delle tasse, dell’immigrazione, della sicurezza, della riforma di giustizia e magistratura e delle riforme in generale.
Senza considerare che nei confronti di Berlusconi c’è un collante che, per quanto mi riguarda, supera ogni altra considerazione.
Non ho mai votato comunista o genericamente a sinistra.
Grazie a Dio in famiglia ho sempre respirato aria pura, scevra da ogni inquinamento socialista.
Non voterei mai un comunista o uno di sinistra neppure se mi ricoprissero d’oro, chiunque possa essere candidato da una parte o dall’altra.
Per cui se la sinistra strepita tanto e ulula contro Berlusconi come una bestia ferita, allora il mio sostegno a Berlusconi viene rafforzato.
A prescindere.

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19 giugno 2009

Il pettegolezzo è di sinistra

Ricordate la canzone di Gaber in cui venivano, ironicamente, elencati oggetti, usi e altro per poi qualificarli “di Destra” o “di sinistra” ?
Chissà cosa uscirebbe dalla sua penna oggi che viene dimostrato come il pettegolezzo sia di sinistra.
Nonostante la spocchia che gli aderenti a vario titolo del pci/pds/ds/pd mettono su ogniqualvolta aprono bocca, nonostante l’ostentazione con la quale espongono le loro letture quali Repubblica o le visioni di trasmissioni televisive più urlate che pensate, ecco che, terminate ormai per esaurimento del materiale (e anche della fantasia che doveva articolare i vari “teoremi”) il filone delle inchieste sulle presunte corruzioni tutte facenti capo a Silvio Berlusconi, non trovano di meglio che spiare dal buco della serratura ed infilarsi sotto le lenzuola del Premier.
Come se, in Italia, potesse essere un difetto amare le donne, soprattutto se giovani, carine e disponibili.
Ben diverso sarebbe se si scoprisse che a Berlusconi piacciono gli uomini, ma dubito che ciò possa venir fuori se non in una qualche disperata fantasia da ultima spiaggia dei compagnuzzi biliosi.
Gli eredi di Marx, Lenin, Stalin, Togliatti e Berlinguer stanno dando il meglio di se in questa campagna elettorale ormai giunta al termine e mostrano la loro bramosia di potere nel cercare, in ogni modo, di disarcionare Berlusconi.
Non riuscendoci con il voto popolare, dimostrano la loro signorilità, sportività e recepimento dei principi fondamentali della democrazia di cui si riempiono la bocca ogni tre per due, cercando di eliminare il babau con mezzi che contrastano con il voto e la volontà popolare ma, soprattutto, con ogni etica della democrazia.
Incuranti dei danni che portano non a Berlusconi, ma all’Italia.
Così obbligano anche coloro che qualche riserva su Berlusconi (e soprattutto sul suo partito “moderato, di centro e liberale”) l’hanno, a sostenerlo.
Berlusconi può essere scalzato solo da una congiura di palazzo, di cui già si conosce il Bruto ma non se avrà il coraggio di rischiare uscendo allo scoperto come il suo antico predecessore.
Non si può quindi che auspicare che il Premier reagisca nei confronti di chi lo aggredisce agendo nel modo in cui, metaforicamente, si esprime nella fotografia che correda questo post.


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18 giugno 2009

Me ne frego del voyeurismo della sinistra

La sinistra ha ormai perso ogni dignità, rinunciando a fare politica e pensando di conquistare le agognate poltrone del potere tramite lo strumento giudiziario.
Non passa giorno senza che vi sia una intromissione della magistratura in politica.
E non passa giorno senza che vi sia una querela annunciata o depositata da parte di esponenti della sinistra che, sembra, non avendo argomenti e neppure il coraggio per affrontare virilmente i loro avversari de visu in dibattiti davanti ai cittadini, non sanno fare altro che andare a piagnucolare dai magistrati.
A me non frega assolutamente nulla delle feste che dovesse dare o aver dato Berlusconi, a parte il fatto di essere dispiaciuto di non essere stato invitato: probabilmente mi sarei, come minimo, “rifatto gli occhi”.
Non mi interessa chi Berlusconi porta al suo seguito, visto che non comporta l’aumento di un solo centesimo dei costi pubblici.
Non mi scandalizza se la Brambilla ha fatto, volutamente o meno, il Saluto Romano manifestando un suo diritto alla libertà di opinione o se ha solo salutato la folla.
Non invidio Berlusconi per i miliardi che ha saputo guadagnare, rendendosi uomo libero ancor più di tanti altri.
A me interessa che l’Italia sieda tra le nazioni più importanti.
A me interessa che, anche se fosse solo per l’amicizia con Putin, il prossimo inverno non manchi il gas per il riscaldamento.
A me interessa che lo stato la smetta di ficcare le sue mani nelle mie tasche.
A me interessa di poter girare liberamente e senza pericoli per le strade della mia città, senza aggiungere la preoccupazione se casa mia è al sicuro dalle intromissioni di ladri, rom e rapinatori vari.
A me interessa che non vengano stravolti gli usi e i costumi fondati sulla nostra Tradizione per compiacere torme di immigrati, per lo più illegali, che sono stati inopinatamente introdotti in Italia ed ora sciamano portando ogni genere di disordine.
A me interessa vivere in uno stato ordinato, dove non si devono compiacere quanti vorrebbero un timbro giuridico sulle loro pratiche sessuali o quanti hanno un concetto anomalo della Famiglia o strambo della tutela della Vita, per cui si vorrebbe lasciar morire un innocente e si concede ogni sorta di impunità e difesa ad assassini di vario genere.
Questo mi interessa e se Berlusconi questo mi darà, per parte mia potrà continuare a divertirsi come più e meglio gli pare.

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17 giugno 2009

Chi ha paura del Saluto Romano ? (2)

Il 20 dicembre 2005 scrissi un post con lo stesso titolo del presente (al quale ho aggiunto un “2” per distinguerlo).
Commentavo la buffonata della squalifica del calciatore Di Canio per aver salutato i tifosi con il Saluto Romano, impropriamente chiamato “Fascista”.
Oggi leggo della caciara organizzata dalla sinistra per cercare di condizionare il ministro Brambilla, ripresa mentre saluta la folla con il braccio teso e la mano aperta.
Contemporaneamente la cassazione confermava una condanna ad un tifoso che aveva usato il saluto romano nei pressi dello stadio calcio.
Se il ministro ed il tifoso avessero avuto l’accortezza di chiudere la mano e mostrare il saluto comunista (che, tra l’altro, non ha alcun glorioso precedente nella nostra Storia) non sarebbero incorsi in alcun problema, anche se il saluto a pugno chiuso gronda del sangue di ben centomilioni di morti assassinati.
E non possiamo che domandarci di nuovo: dopo quasi 70 anni dalla fine del Fascismo, chi ha ancora paura del Saluto Romano ?

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16 giugno 2009

Ronde e libertà

Dobbiamo essere grati a Gaetano Saya che, con la sua provocazione delle cosiddette “Ronde Nere”, ci ha dimostrato quanto in Italia la libertà individuale e di pensiero sia ancora a sovranità limitata.
Oltre ad evidenziare, per quanti avessero ancora fiducia negli Alemanno e nei Fini, quanto siano inaffidabili per il futuro, coloro che sono così pronti a dimenticare e rinnegare il proprio passato.
Ma il punto principale è quello della libertà limitata.
Alle “Ronde Nere” cosa viene imputato ?
Viene attribuita una presunta apologia di Fascismo e anche il tentativo di ricostituire il Partito Nazionale Fascista.
Vengono cioè attribuiti dei reati di opinione.
Una democrazia solida è in uno stato in cui la libertà dei cittadini si misura anche dalla offerta politica e dalla possibilità di esprimersi liberamente su ogni tema in discussione.
Aprire un fascicolo di indagine solo per aver esposto un simbolo o per aver richiamato termini o gestualità del passato, vuol dire limitare la libertà di opinione ma, soprattutto, vuol dire che viviamo ancora in una democrazia stitica.
Una democrazia forte non ha paura della presenza di simboli e di idee a lei contrari.
C’è solo da limitarsi ad un accenno alle reazioni isteriche della sinistra davanti alle “Ronde Nere”.
Una reazione sproporzionata alla portata dei fatti perché, purtroppo, il provvedimento di Maroni è debole, anzi controproducente.
Perché illude che possa servire a portare maggiore ordine nelle strade, ma se alle Ronde, siano esse nere, bianche o rosse, non consentiamo di portare armi e di usare metodi di coercizione nei confronti dei teppisti e dei criminali, allora impediremo loro di svolgere una funzione utile, che non sia quella di suscitare ilarità nei criminali che si vedranno affrontati da soggetti impossibilitati a torcere loro un capello e armati di quella pericolosissima arma che è il telefono cellulare.

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15 giugno 2009

Cazzola colpisce duro

Primi dibattiti all’insegna della sonnolenza, secondo quanto riferisce Il Resto del Carlino , finchè Delbono non tenta di sollevare la cosiddetta “questione morale” che, nei corridoi della sinistra, non riguarda le problematiche sui temi della Vita, della Famiglia, del Matrimonio, della droga, bensì i presunti (sempre presunti … ) rapporti degli avversari con il denaro.
Cosa è venuto in mente a Delbono ?
Forse ha avuto l’impressione che il più aggressivo e scoppiettante Cazzola lo stesse mettendo sotto ?
O forse era una strategia studiata a tavolino ?
Forse non lo sapremo mai, sta di fatto che Cazzola ha reagito rifiutando di cambiare argomento ed ha sferrato un paio di colpi al limite del livello della cintura.
Ha ironicamente portato a Delbono i “saluti della sua ex” ed ha ribaltato i dubbi “morali” sul suo avversario.
Delbono ha accusato il colpo e come ha reagito ?
Dichiarando di aver incaricato i suoi legali di querelare Cazzola.
Siamo alle solite manfrine.
Da sinistra possono sollevare dubbi, dal Centro Destra no.
Non so come andranno i prossimi giorni di una fase finale della campagna elettorale che si preannuncia al calor bianco.
Indubbiamente l’energia che Cazzola sta dimostrando nel contrastare il suo avversario mi piace e mi fa considerare con maggior piacere il voto che gli darò domenica prossima (rifiutando rigorosamente le schede referendarie).
Delbono, invece, sta mostrando i suoi limiti caratteriali.
Invece di replicare con durezza, si è rifugiato nella querela.
Invece di affrontare il “nemico” de visu, ha disdettato, sempre secondo quanto riferisce il Carlino , tutti i “faccia a faccia” già programmati.
Per Bologna, per avviare a soluzione i nostri problemi, è indubitabile che ci vorrebbero più Cazzola e meno Delbono.
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14 giugno 2009

E adesso Berlusconi riformi la magistratura

Ancora una volta, davanti ad una pesantissima sconfitta (“tenuta” secondo i suoi funzionari…) della sinistra, emerge il ruolo di opposizione sussidiaria di cui una parte della magistratura si sente investita contro il Centro Destra e contro Berlusconi.
E qui non stiamo parlando di sentenze pronunciate o le cui motivazioni sono diffuse prima di una elezione o di inchieste in cui si cerca di infilarvi anche il Premier sulla base di spericolati teoremi.
No, qui si parla di vere e proprie invasioni di campo della magistratura nei confronti di un organo istituzionale come il parlamento.
E’ stata approvata alla camera (ora è il turno del senato) una normativa necessaria: contro le intercettazioni usate come caramelle.
E’ la logica e naturale conseguenza di un abuso, costosissimo sul piano del bilancio e anche per la credibilità della giustizia italiana.
L’Italia è la nazione in cui, più diffusamente, i cittadini vengono spiati per ordine dei magistrati, a spese dei cittadini stessi (per le società telefoniche è quasi un business l’intercettazione) e le cui risultanze non sono riservate ma spiattellate sulla stampa.
Famosissimi gli affettuosi sms di Anna Falchi a suo marito, che nulla avevano a che vedere con la vicenda dei “furbetti del quartierino”, ma che furono, con sbavante piacere, pubblicati da molti giornali.
Costi, dunque, economici e di credibilità del sistema, ma non solo.
Anche credibilità dei singoli che agiscono, tanto di chi dispone le registrazioni, quanto di chi le lascia incustodite e di chi le pubblica.
A me sembra giustissima una severa punizione per chi compie simili atti, magistrato, dipendente pubblico nei tribunali, editore o giornalista che sia.
Eppure i magistrati hanno usato toni apocalittici, denunciando una presunta “fine” del processo penale, evidentemente hanno loro stessi poca fiducia nelle loro capacità di analisi ed indagine, tanto che le intercettazioni diventano l’unico strumento con il quale articolare una accusa, dando così implicitamente ragione non solo a Berlusconi, ma anche alla stampa estera come il NYT che ha pesantemente criticato la nostra magistratura e giustizia per il caso di Amanda Knox e dell’omicidio di Perugia.
Quasi contemporaneamente, davanti ad una norma lungamente attesa dal Popolo e, forse, in dirittura di arrivo, lo stesso Consiglio Superiore della magistratura, ha contestato l’introduzione del reato di clandestinità.
Certo non può essere un reato in linea con la loro ideologia, considerate la quantità di sentenze che vanno incontro agli immigrati e contro le aspettative del Popolo per maggiore sicurezza e benessere.
E ancora una volta la magistratura diventa il surrogato di una opposizione schiacciata dall’esito delle elezioni perché non in linea con il sentimento popolare.
I magistrati, invece, che non sono eletti, non hanno preoccupazioni di consenso, allora cercano di contrastare il governo, dimenticandosi che il loro compito è applicare le leggi che il parlamento approva.
Non è quello di interpretarle in base ai propri convincimenti politici ed ideologici o di esercitare pressione sul parlamento per contestare una norma approvata.
Se vogliono trasformarsi in legislatori hanno una sola strada: candidarsi e farsi eleggere … se il Popolo li voterà.
Ecco perché Berlusconi deve smetterla di parlare e cominciare ad agire, riformando la magistratura nel senso indicato da Bossi, con i pubblici ministeri eletti dal Popolo al quale, così, dovranno rispondere delle loro scelte e di come hanno speso i soldi destinati alla giustizia e completandola con la nomina dei giudici tra gli avvocati, i giuristi, gli esperti di diritto più noti e di esperienza e non in base ad un concorso che li rende inamovibili padroni del destino altrui appena dopo la laurea.
E, magari, anche riducendone i lauti stipendi, adeguandoli a quelli di un qualsiasi altro dipendente pubblico.
Perché anche la migliore delle riforme della giustizia è destinata ad infrangersi se dovrà essere applicata da chi la filtrerà attraverso una lettura ideologica.

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12 giugno 2009

Rivalutare il Colonialismo:sia la Libia a risarcirci

Con una spericolata manovra, Berlusconi ha sottoscritto un accordo ripugnante con la Libia.
Ed è ripugnante non per gli obblighi che pone in capo alla Libia in merito al blocco degli immigrati che partono dalle sue coste, ma lo è per le scuse, totalmente immotivate, che ha presentato per il nostro glorioso e nobile passato Coloniale e per il cospicuo risarcimento che, a nome dell’Italia, si è impegnato a versare alla Libia.
Un risarcimento che, come le scuse, non ha alcuna motivazione e, anzi, è contrario alla logica ed alla storia, visto che se c’è una nazione che deve essere rimborsata, indennizzata e risarcita, questa è l’Italia.
E dobbiamo essere rimborsati perché abbiamo portato in Libia la Civiltà, l’Istruzione, la Legge, gli ospedali, le strade, le infrastrutture, le analisi e l’utilizzo del terreno, dei suoi frutti e di ciò che contiene, tanto che Re Idris, collocato sul trono dopo che le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale vollero sottrarci le Colonie, che non era turbato dall’odio che mostra Gheddafi, fece ponti d’oro agli italiani che vollero restare in Libia perché si era reso conto che erano una risorsa ed un bene per il suo popolo.
Gheddafi invece, ideologizzato fino al midollo, ha cacciato gli italiani, sequestrando i loro beni e qui, dopo il rimborso per tutto ciò che abbiamo realizzato in Libia, scatta anche il risarcimento per tali sequestri, visto che noi tutti, tramite il nostro stato, abbiamo riaccolto in Patria i nostri fratelli cacciati dal tiranno, dando loro – che avevano perso tutto e devono essere indennizzati a loro volta dalla Libia – quegli aiuti di cui avevano bisogno per ricostruire la loro vita.
Ma è tutto il nostro (non solo italiano, ma di tutte le potenze europee) Colonialismo che dobbiamo difendere da un revisionismo alterato dalla lettura ideologica come appare anche dagli interventi di Gheddafi che, non pago di aver ottenuto un accordo con Berlusconi, è venuto in Italia ostentando la fotografia di un terrorista antiitaliano e non perdendo occasione per strologare sui presunti danni provocati dal Colonialismo italiano e in generale occidentale.
Il Colonialismo fu l’accelerante di un processo, che sarebbe stato lentissimo, e che ha trasformato società preistoriche facendole entrare nell’era moderna.
Il problema non fu il Colonialismo quando era posto in atto, fu la sua repentina cancellazione, voluta da un diktat degli Stati Uniti (guidati prima da un presidente malato e succube di Stalin e poi da uno inesperto ) durante e dopo la seconda guerra mondiale che, oltre a sottrarre le Colonie alle nazioni sconfitte come l’Italia, impose anche alle più grandi nazioni vincitrici (Inghilterra e Francia) di dismettere i loro possedimenti, mettendo a governare persone inadatte e ancora mentalmente orientate ad usi tribali.
Il risultato fu la confusione, terremo fertile per la propaganda marxista, che ha caratterizzato l’Africa e gran parte dell’Asia nei decenni che vanno dal 1960 ad oggi.
Una confusione unita ad un socialismo reale che, quando non ha fatto regredire nel tempo tutto quel che si era faticosamente costruito, ha come minimo fermato il progresso di quelle genti verso una società civile, dal benessere diffuso.
Da qui la nascita del terrorismo, il prevalere di una religione, come quella islamica, nata nella violenza e diffusasi sulla punta delle lance dei guerrieri e, oggi, l’invasione mascherata da immigrazione massiccia.
Ed oggi dobbiamo sopportare che Gheddafi venga prenderci in giro, usando l’arma dell’immigrazione come ricatto per farci accettare le sue strambe teorie sulla presenza coloniale italiana (e dell’Occidente tutto) in Africa e in Asia.
La vicenda che caratterizza l’accordo con la Libia (che se fossi io “il” governo NON rispetterei !) è il peggior atto di governo di Silvio Berlusconi che, oggettivamente, pur non facendo tutto quello che ci si aspetterebbe da lui, forse anche frenato dalle resistenze che incontra da parte dei “poteri forti”, ha pur tuttavia adottato una politica in linea di massima condivisibile come indirizzo di carattere generale.
Non la genuflessione davanti a Gheddafi.
Se non lo avessimo pagato Gheddafi avrebbe dato via libera ai barconi ?
Ma chi ha detto che si debba pagare Gheddafi perché sia obbligato a tenersi i suoi immigrati ?
Non avete notato che Gheddafi, dopo il bombardamento di Reagan del 1986 è stato a cuccia, rialzando la testa solo con la presidenza Clinton e riabbassandola con Bush, osando solo adesso manifestare la sua natura ?
Come abbiamo sempre sostenuto, chi nasce e cresce con una mentalità condizionata da un insegnamento – in questo caso la religione musulmana – che rispetta la forza e disprezza la debolezza, se ne approfitta e affonda il coltello perché ci mostriamo deboli, rinunciatari e remissivi.
Il fatto grave è che con l’atteggiamento che abbiamo adottato, abbiamo irritato (e ne hanno ben d’onde) le altre nazioni Coloniali che, ora, vedono Gheddafi pretendere persino da loro assurdi e immotivati risarcimenti e, soprattutto, ci siamo messi nelle mani di Gheddafi che, ogni volta che vorrà qualcosa da noi, potrà dare il via libera a qualche barcone di immigrati, invece di stroncare gli arrivi con i nostri mezzi, obbligando la Libia a non essere il trampolino di lancio dell’invasione.
La visita di Gheddafi in Italia è una brutta pagina per la storia della nostra nazione, per il palmares di Berlusconi e della sua carriera politica e a nulla vale evidenziare lo squallore della sinistra che nulla disse quando il tiranno libico divenne presidente della commissione onu per i diritti umani ed oggi, per mera propaganda strumentale in chiave antiberlusconiana, lo contesta.
Naturalmente un vero governo di Centro Destra quando non ci sarà più Berlusconi, dovrà denunciare e non rispettare gli onerosi accordi con la Libia, revocando le scuse e, anzi, richiedendo tutti i rimborsi e risarcimenti che spettano all’Italia, maggiorati con i presenti esborsi rivenienti dal ricatto sull’immigrazione.
Obbligando (e ne abbiamo ancora i mezzi) peraltro la Libia a non consentire di trasformare le sue coste in trampolini di lancio per l’invasione degli immigrati.

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09 giugno 2009

Lassù Qualcuno ama Bologna

Le amministrative stanno confermando una inequivocabile tendenza nazionale: il pci/pds/ds/pd crolla (chiedo scusa: tiene …) perdendo al primo turno 15 delle 50 province che governava e mandandone al ballottaggio altre 20.
Non che il ballottaggio significhi, per il Centro Destra, vittoria, anzi, sarà molto dura riportare alle urne gli elettori, soprattutto quelli che non vorranno litigare con gli scrutatori per rifiutare le schede del referendum.
Nei comuni la storia si ripete con, in più, due assi come Bologna e Firenze che costringono ai tempi supplementari la sinistra nel cuore del loro potere.
Sì, perché sembra di essere tornati a più di 40 anni fa, quando solo l’Emilia Romagna e la Toscana erano tinte di rosso.
In sostanza il pci/pds/ds/pd è regredito (pardon: ha tenuto) fino ai livelli antecedenti il grande boom del 1975 e persino la prima avanzata post sessantottina delle prime elezioni regionali nel 1970.
E se a livello nazionale si parla di Milano e Torino, Napoli e Firenze, a me interessa Bologna.
Bologna era posizionata nel modo migliore per poter scalzare la sinistra.
La giunta del sindaco forestiero aveva fallito e solo “i svulazen” potevano esserne contenti.
Ebbene, in una situazione così favorevole, il Centro Destra ha cercato in tutti i modi di perdere: la lunga telenovela per scegliere il candidato, le ripicche e le meschinità personali, la candidatura di Guazzaloca, i veleni, le querele.
Per concludere con le due enormi gaffes che hanno portato molti elettori ad abbandonare l’ex sindaco ai suoi inutili ed esiziali sogni terzaforzisti: la presentazione di liste antagoniste nei quartieri cittadini e l’infelice uscita sulla “libertà di voto” nel caso in cui al ballottaggio fosse andato Cazzola.
Così, sin dall’inizio dello scrutinio, si è visto chiaramente che l’ex presidente del Bologna (e della Virus, ahimè) era riuscito a conquistarsi il primato nel Centro Destra, anche se restava sotto di cinque, sei punti rispetto ai voti delle liste che lo sostenevano e il candidato sinistro era oltre il 50% ..
Poi, il miracolo: il candidato della sinistra scendeva sotto il 50% non appena arrivavano i risultati dei seggi dei quartieri Santo Stefano, Saragozza e Savena.
E’ ballottaggio il prossimo 21 giugno.
Non lo merita Cazzola, non lo meritano i maggiorenti del Centro Destra a Bologna perché hanno fatto errori enormi, ma una occasione così non va sprecata e, quindi, turandomi il naso e rifiutando le tre schede referendarie, parteciperò al ballottaggio votando Cazzola, per il bene di Bologna.
Anche perché il miracolo del ballottaggio non è stato unico.
E se il Saragozza, il Porto, il Savena sono andati persi per la follia di presentare due liste concorrenti, il Santo Stefano, il mio quartiere, avrà una maggioranza Lega-pdl.
Pochi punti di vantaggio sono bastati per ribaltare un destino che Guazzaloca aveva voluto scrivere a favore della sinistra.
E questo la dice lunga sul clima sfavorevole alla sinistra che c’era a Bologna (e che non è stato utilizzato al meglio dai dirigenti del Centro Destra) e sulla estrema debolezza del candidato sindaco della sinistra.
Un candidato che Cazzola, irruento e sanguigno come è, non avrà difficoltà a mangiarsi in qualsiasi dibattito, sulle ali anche dell’entusiasmo per il raggiunto ballottaggio.
Mi auguro che saprà mettere a frutto l’esperienza di questi mesi, ponendo al centro dei temi di queste prossime due settimane la situazione di estremo degrado in cui versa la nostra città per colpa di una politica della sinistra di cui il suo avversario odierno è solo l’ultimo continuatore.
Sicurezza, immigrazione, ordine pubblico, sono i tre temi fondamentali sui quali impostare la campagna elettorale del ballottaggio perché persino gli elettori comunisti vogliono sicurezza, comandare a casa loro e vivere senza il timore di manifestazioni che spacchino le loro vetrine o imbrattino le mura delle loro case.
E, ultimo ma non per questo meno importante, l’apparentamento con tutte le liste di Destra e Centro, a cominciare, certo, da Guazzaloca (che potrà così fare ammenda dei suoi errori) ma comprendendo anche quelle civiche e di Destra.
Liste che hanno subito una autentica debacle, ottenendo, complessivamente, la metà dei voti di quelli ottenuti dalle due liste di Destra del 2004 ed un quarto di quelli ottenuti da Forza Nuova e La Destra/Fiamma Tricolore alle politiche del 2008, ma avremo modo di parlarne, perché una Destra dovrà risorgere e, nel frattempo, sarà necessario continuare a votare per chi, nonostante tutto, riesce a tenere accesa la Fiamma, sia pur ridotta al lumicino.
Venti punti di distacco possono sembrare tanti, ma intanto credo che Cazzola potrà contare su una buona metà dei voti ottenuti da Guazzaloca e questo consentirebbe di portare già intorno al 10% il differenziale e, poi, normalmente è chi corre da dietro ed è in recupero che ha ancora l’entusiasmo per sprintare e superare l’avversario, demoralizzato dal mancato raggiungimento dell’obiettivo al primo turno.
I dirigenti del Centro Destra bolognese non meriterebbero di vincere, soprattutto perché poi si vanterebbero di aver ottenuto un risultato che, con meno errori, sarebbe stato più possibile.
Ma se i dirigenti del Centro Destra bolognese non meritano Palazzo d’Accursio, Bologna sì.
E’ ora di porre fine ai disastri che sindaci di sinistra, estranei al tessuto culturale, economico e sociale della città hanno combinato.
Votare Cazzola è ora diventato un dovere civico che appartiene ad ogni buon bolognese.


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08 giugno 2009

Dal voto un forte NO all'immigrazione

Ma i politici seguiranno l’indicazione del Popolo ?
Rimandando a domani, con i risultati certi, il commento sulle amministrative, oggi possiamo valutare l’impatto delle elezioni europee.
L’avanzata delle liste – che hanno saputo organizzarsi e trovare un leader – che le vestali del “politicamente corretto” definiscono “razziste e xenofobe” è un segnale molto forte e molte positivo.
Anche se le elezioni europee non hanno portato ad un voto per l’europa, ma ad una scelta completamente influenzata dalle vicende nazionali (alla faccia della “unione europea”), il dato comune è che, un po’ ovunque, prevalgono i partiti di Centro Destra e fioriscono liste contro l’immigrazione, contro il degrado morale, per i Valori che l’europa romana e cristiana ha rappresentato nel corso dei secoli.
Certo, ognuno tradotto nella rispettiva lingua nazionale, ma è esaltante vedere come, davanti ad una invasione che è differente solo nei mezzi rispetto a quelle tentate più volte dall’est e dall’islam, molti europei abbiano istintivamente riaffermato le antiche virtù dei nostri popoli.
Popoli che furono gli artefici delle battaglie di Vienna e di Lepanto, ma anche, andando a ritroso nei tempi, di Maratona, Salamina, Platea.
Adesso non dovremo “mollare l’osso”.
Gli gnomi di Bruxelles cercheranno di riportare tutto nell’alveo della gestione burocratica e arrendevole, toccherà quindi a chi abbiamo eletto, anche se rappresenterà una minoranza in quell’inutile parlamento europeo, insistere e battersi perché la nostra volontà di fermare l’invasione sia rispettata.
Di particolare rilievo l’ingresso in parlamento europeo di un rappresentante del British National Party e di alcuni parlamentari dello United Kingdom Indipendent Party che diventa il secondo partito della Gran Bretagna, superando un Labour in piena disfatta.
E così entriamo nella seconda valutazione di queste elezioni.
La sinistra ha perso.
E ha perso di brutto
.
A parte alcune eccezioni (Svezia, Grecia, Danimarca) i partiti di sinistra, fossero al governo o all’opposizione, sono stati bastonati.
Ugualmente i partiti di Centro Destra, fossero al governo o all’opposizione, hanno vinto o tenuto.
Non è che ci sia stato uno slittamento a destra, ma un riposizionamento delle forze.
Se sul versante destro emergono le forze più Identitarie, a sinistra vengono abbandonati i socialisti, che non sono né carne, né pesce, né statalisti, né liberisti, sempre in mezzo al guado e sempre abbarbicati al potere fine a se stesso, mentre crescono le ali estreme, quelle che, ignorando ogni concetto di buon governo, le “sparano” più grosse.
Così in Francia e in Germania prevalgono – a sinistra – gli estremisti ecoambientalisti, mentre in Italia quasi raddoppia i suoi voti Antonio Di Pietro con la sua campagna tutta fondata sull’aggressione a Silvio Berlusconi.
Ed eccoci, dunque, all’Italia, dove Berlusconi ha confermato al suo pdl una netta maggioranza relativa, senza però imporre il distacco sperato al pci/pds/ds/pd.
Questo partito, erede diretto del ben più serio pci, è veramente atterrato da un altro pianeta.
Ha subito una solenne bastonatura, perdendo il 7% secco dei voti, eppure i suoi dirigenti cercano di infinocchiare i propri elettori blaterando su una “tenuta”.
Ma quale tenuta ?
Leggo che Franceschini dichiara che “gli elettori confermano la strada del pd”: con un meno sette per cento dopo solo un anno ?!?!?
Leggo che Fassino dichiara che le elezioni sono una bocciatura per il governo: si è dimenticato che la Lega fa parte del governo e, anzi, è quel partito che propone le soluzioni che sono più distanti a quelle del pci/pds/ds/pd ?
La verità è che anche in Italia i due schieramenti si sono rivelati stabili, con solo uno slittamento di voti dall’uno all’altro dei partiti della coalizione.
I sette punti sette persi dal pci/pds/ds/pd sono finiti parte (2.5) ai radicali, parte (3.5) a Di Pietro e parte (1) alle altre liste di sinistra (ricordo che nel 2008 i socialisti ottennero il 2% dei voti …).
I 2 punti percentuali persi dal pdl sono andati praticamente interamente alla Lega.
L’udc ha avuto un aumento che io attribuisco al peso delle preferenze (è noto che in ambiente democristiano i candidati, nella lotta per primeggiare, hanno sempre lottato per se stessi, ma anche portando voti alla lista: ecco perché Casini si batte così vigorosamente per il ripristino delle presenze !).
E la Destra ?
Ahimè, la Destra è divisa, troppo divisa.
Suicida e lo dico con grande affetto nei confronti degli amici, caro Starsandbars , la scelta di Storace di dare vita ad una lista del sud con Lombardo e il voto lo punisce duramente visto che con i suoi nuovi compagni di viaggio Storace ottiene meno voti di quelli che ha ottenuto nel 2008 assieme alla Santanchè ed a Fiamma Tricolore.
In molte regioni (non le ho controllate tutte !) la lista di Storace è quasi raggiunta da Forza Nuova e è dietro sistematicamente alla Fiamma Tricolore.
Anche a livello locale i primi dati indicano che queste tre liste di Destra stanno raccogliendo voti sostanzialmente equivalenti.
Ma ci vuole tanto a capire che divisi non si riuscirà mai ad emergere e saremo sempre l’obiettivo del “voto utile” ?
Manca un Leader, alla Destra, come lo è stato Haider in Austria e come sono Griffin in Gran Bretagna, Le Pen in Francia, Wilders in Olanda.
Non dubito che, una volta trovato un Leader che sappia unificare le varie anime della nostra Area e con il pdl che ha gli anni contati ed imploderà appena Berlusconi non riuscirà più ad esercitare una leadership forte e unica, la Destra potrà ritrovare il suo ruolo anche in Italia, reimpadronendosi di quei temi che sono di Destra e che temporaneamente sono il trampolino di lancio della Lega.
Perché queste elezioni, anche in Italia, dicono che il Popolo vuole chiudere all’immigrazione e contrastare il declino, anche morale, per riaffermare quei Valori Identitari che appartengono alla nostra Civiltà, alla nostra Storia, alla nostre Radici romane e cristiane.


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07 giugno 2009

Domani

Poche ore e sapremo se in europa esiste un movimento diffuso che abbia la voglia di battersi per dei Valori Identitari.
Abbiamo solo alcune anticipazioni (Olanda, Gran Bretagna) che ci forniscono motivi di fiducia, ma il cammino è ancora molto lungo.
In Italia le urne si chiuderanno solo alle 22, anche se già adesso i soliti bene informati (quelli che conoscono il fratello della moglie di un centralinista di un qualsiasi sondaggista …) con atteggiamento cospiratorio ci forniscono i primi “certi” exit poll.
In realtà anche gli exit poll spesso hanno sbagliato, se non altro perché l’italiano è un burlone nato e non è certo che ripeta nell’intervista il voto che ha realmente espresso.
La speranza, è ovvio, è per una grande affermazione che schiacci la sinistra sulla meschinità della sua campagna elettorale.
Ma qualunque sarà il risultato elettorale, la guerra continuerà.
Sì, perché l’affermazione dei Valori Identitari, delle Tradizioni, delle Radici Romane e Cristiane, dell’Integrità Morale, della Famiglia, della Vita, è una guerra continua contro chi cerca di minare queste fondamenta del vivere civile, della Civiltà, la nostra, che ha dato di più al maggior numero di persone, come mai è accaduto nella Storia dell’Umanità.
La distruzione, il degrado, le devianze da tali Valori comportano inquinamento anche nel benessere e nella sicurezza della nostra vita quotidiana.
Una immigrazione massiccia, come non si è mai vista se non in periodi di crolli epocali di imperi e civiltà, mette in pericolo lo stesso diritto a comandare nella propria terra ma, soprattutto, modifica forzosamente e violentemente la composizione sociale, gli usi, le tradizioni consolidate della nostra terra.
Così domani, dopo la pausa per commentare i vari risultati, dovremo riprendere la buona battaglia, nella vita reale e in quella virtuale, per difendere e riaffermare quei Valori Identitari che non possono prescindere dal binomio inscindibile: blocco dell’immigrazione, blocco della deriva morale.

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06 giugno 2009

Nell’attesa rallegriamoci per l’Olanda

Mentre aspettiamo l’apertura delle urne e il risultato delle varie elezioni, brindiamo con soddisfazione all’esito delle elezioni in Olanda, svoltesi giovedì scorso.
Già quattro anni fa l’Olanda ci aveva regalato il “no” al trattato “costituzione” europea ed oggi ci rallegra due volte.
La prima perché, disattendendo il diktat di Bruxelles, ha scrutinato i voti e ne ha reso disponibili i risultati “provvisori”.
La seconda perché il Partito della Libertà di Geert Wilders ha triplicato i suoi voti, superando i socialisti e arrivando molto vicino a diventare il primo partito dell’Olanda.
Il Partito della Libertà è qualificato dai suoi detrattori, i sacerdoti del “politicamente corretto”, i difensori dell’invasione straniera, quale movimento “xenofobo”, antislamico, antimmigrazione.
In sostanza equivale, nell’immaginario di chi vorrebbe svendere la nostra Civiltà, alla parte migliore della Lega e del pdl e a Forza Nuova.
Quindi possiamo considerarlo un partito “fratello” che si batte nella sua nazione per gli stessi principi per i quali ci battiamo noi in Italia e con il quale è sicuramente possibile trovare un collegamento per tutto quello che dovrà essere fatto per difendere l’europa dalle radici romano-cristiane dalla invasione di elementi estranei alla nostra cultura, alle nostre tradizioni, alla nostra storia.
Il successo di Geert Wilders e del Partito della Libertà è di buon auspicio per il nostro futuro perché dimostra che non tutti in europa si sono rassegnati a consegnare, senza combattere, il nostro benessere e la nostra terra agli stranieri.
E se il voto europeo confermerà quello amministrativo, è pronta anche una bottiglia per brindare al successo, in Inghilterra del British National Party e dello United Kingdom Indipendence Party

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