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No alla deriva

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09 giugno 2009

Lassù Qualcuno ama Bologna

Le amministrative stanno confermando una inequivocabile tendenza nazionale: il pci/pds/ds/pd crolla (chiedo scusa: tiene …) perdendo al primo turno 15 delle 50 province che governava e mandandone al ballottaggio altre 20.
Non che il ballottaggio significhi, per il Centro Destra, vittoria, anzi, sarà molto dura riportare alle urne gli elettori, soprattutto quelli che non vorranno litigare con gli scrutatori per rifiutare le schede del referendum.
Nei comuni la storia si ripete con, in più, due assi come Bologna e Firenze che costringono ai tempi supplementari la sinistra nel cuore del loro potere.
Sì, perché sembra di essere tornati a più di 40 anni fa, quando solo l’Emilia Romagna e la Toscana erano tinte di rosso.
In sostanza il pci/pds/ds/pd è regredito (pardon: ha tenuto) fino ai livelli antecedenti il grande boom del 1975 e persino la prima avanzata post sessantottina delle prime elezioni regionali nel 1970.
E se a livello nazionale si parla di Milano e Torino, Napoli e Firenze, a me interessa Bologna.
Bologna era posizionata nel modo migliore per poter scalzare la sinistra.
La giunta del sindaco forestiero aveva fallito e solo “i svulazen” potevano esserne contenti.
Ebbene, in una situazione così favorevole, il Centro Destra ha cercato in tutti i modi di perdere: la lunga telenovela per scegliere il candidato, le ripicche e le meschinità personali, la candidatura di Guazzaloca, i veleni, le querele.
Per concludere con le due enormi gaffes che hanno portato molti elettori ad abbandonare l’ex sindaco ai suoi inutili ed esiziali sogni terzaforzisti: la presentazione di liste antagoniste nei quartieri cittadini e l’infelice uscita sulla “libertà di voto” nel caso in cui al ballottaggio fosse andato Cazzola.
Così, sin dall’inizio dello scrutinio, si è visto chiaramente che l’ex presidente del Bologna (e della Virus, ahimè) era riuscito a conquistarsi il primato nel Centro Destra, anche se restava sotto di cinque, sei punti rispetto ai voti delle liste che lo sostenevano e il candidato sinistro era oltre il 50% ..
Poi, il miracolo: il candidato della sinistra scendeva sotto il 50% non appena arrivavano i risultati dei seggi dei quartieri Santo Stefano, Saragozza e Savena.
E’ ballottaggio il prossimo 21 giugno.
Non lo merita Cazzola, non lo meritano i maggiorenti del Centro Destra a Bologna perché hanno fatto errori enormi, ma una occasione così non va sprecata e, quindi, turandomi il naso e rifiutando le tre schede referendarie, parteciperò al ballottaggio votando Cazzola, per il bene di Bologna.
Anche perché il miracolo del ballottaggio non è stato unico.
E se il Saragozza, il Porto, il Savena sono andati persi per la follia di presentare due liste concorrenti, il Santo Stefano, il mio quartiere, avrà una maggioranza Lega-pdl.
Pochi punti di vantaggio sono bastati per ribaltare un destino che Guazzaloca aveva voluto scrivere a favore della sinistra.
E questo la dice lunga sul clima sfavorevole alla sinistra che c’era a Bologna (e che non è stato utilizzato al meglio dai dirigenti del Centro Destra) e sulla estrema debolezza del candidato sindaco della sinistra.
Un candidato che Cazzola, irruento e sanguigno come è, non avrà difficoltà a mangiarsi in qualsiasi dibattito, sulle ali anche dell’entusiasmo per il raggiunto ballottaggio.
Mi auguro che saprà mettere a frutto l’esperienza di questi mesi, ponendo al centro dei temi di queste prossime due settimane la situazione di estremo degrado in cui versa la nostra città per colpa di una politica della sinistra di cui il suo avversario odierno è solo l’ultimo continuatore.
Sicurezza, immigrazione, ordine pubblico, sono i tre temi fondamentali sui quali impostare la campagna elettorale del ballottaggio perché persino gli elettori comunisti vogliono sicurezza, comandare a casa loro e vivere senza il timore di manifestazioni che spacchino le loro vetrine o imbrattino le mura delle loro case.
E, ultimo ma non per questo meno importante, l’apparentamento con tutte le liste di Destra e Centro, a cominciare, certo, da Guazzaloca (che potrà così fare ammenda dei suoi errori) ma comprendendo anche quelle civiche e di Destra.
Liste che hanno subito una autentica debacle, ottenendo, complessivamente, la metà dei voti di quelli ottenuti dalle due liste di Destra del 2004 ed un quarto di quelli ottenuti da Forza Nuova e La Destra/Fiamma Tricolore alle politiche del 2008, ma avremo modo di parlarne, perché una Destra dovrà risorgere e, nel frattempo, sarà necessario continuare a votare per chi, nonostante tutto, riesce a tenere accesa la Fiamma, sia pur ridotta al lumicino.
Venti punti di distacco possono sembrare tanti, ma intanto credo che Cazzola potrà contare su una buona metà dei voti ottenuti da Guazzaloca e questo consentirebbe di portare già intorno al 10% il differenziale e, poi, normalmente è chi corre da dietro ed è in recupero che ha ancora l’entusiasmo per sprintare e superare l’avversario, demoralizzato dal mancato raggiungimento dell’obiettivo al primo turno.
I dirigenti del Centro Destra bolognese non meriterebbero di vincere, soprattutto perché poi si vanterebbero di aver ottenuto un risultato che, con meno errori, sarebbe stato più possibile.
Ma se i dirigenti del Centro Destra bolognese non meritano Palazzo d’Accursio, Bologna sì.
E’ ora di porre fine ai disastri che sindaci di sinistra, estranei al tessuto culturale, economico e sociale della città hanno combinato.
Votare Cazzola è ora diventato un dovere civico che appartiene ad ogni buon bolognese.


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8 commenti:

Nessie ha detto...

Il PdL e la Lega stanno vincendo dappertutto, ma è acclarato che esiste anche una paura di vincere, forte almeno quanto quella di perdere. Perciò finché non ci sono risultati chiari col ballottaggio, sarà bene starsene schisci. Non è la prima volta che il centrodx regala comuni alla sx, perché le urne al ballottaggio sono regolarmente deserte.

Massimo ha detto...

Onestamente, se dovessi scegliere tra bocciare il referendum e votare al ballottaggio, sceglierei la prima strada, cioè l'astensione. Ma poichè si possono rifiutare le schede del referendum, posso anche votare il ballottaggio. Ma quanti saranno disponibili a discutere al seggio per rifiutare le schede referendarie ?

Nessie ha detto...

E' quel che mi chiedo anch'io. Beh...confidiamo nella Provvidenza. Lassù qualcuno dovrà ben amare questa tua disgraziata città che ogni volta che passo in visita da quelle parti peggiora sempre più. E non è la sola, purtroppo.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Io infatti faccio così, rifiuto le schede del referendum ma voto per il ballottaggio. Il bello è che a Ferrara andiamo al ballottaggio dopo 65 anni proprio nella città di Franceschini! CHE BEFFAAAAAA!!!

A proposito...guarda come Gheddafi fa incazzare la sinistra hihihi
Se lo bombardi s'incazzano. Se fai la pace s'incazzano.

Che schifosi ipocriti!

Massimo ha detto...

A Franceschini, Jet, calza a pennello il "nemo propheta in patria" :-D

Su Gheddafi, invece, non concordo con Berlusconi, anzi ritengo la sua genuflessione davanti al beduino una delle peggiori decisioni, offensive della nostra Storia e della nostra Gente.
A parte la mia personalissima considerazione che il Colonialismo sia stato una pagina gloriosa e nobile della Storia non solo italiana, ma di tutte le nazioni europee.
Ma, dicono, Gheddafi ci prende gli immigrati. Sì, ma a quale costo ? Certo, se non ci fossero le scuse sul passato si poteva anche accettare di pagare un obolo a Gheddafi, piuttosto che riportargli a forza i barconi che lui stesso consentiva di salpare. Ma con le scuse, no, il prezzo non vale la candela.
Che, poi, i sinistri siano incoerenti (eufemismo), non avevamo bisogno di Gheddafi per saperlo ... :-)

Nessie ha detto...

Su Gheddafi, quoto Massimo. Si possono fare buoni affari col petrolio, senza genuflessioni. Catastrofica poi quella tenda beduina concessa nel bel mezzo di una villa settecentesca come Villa Doria Pamphili a Roma. Manco i terremotati d'Abruzzo vengono ospitati in un simile obbrobrio. Il colonello vuole sentirsi tra camelli e palmizi? Prego, vada nel Sahara. Ma non a Roma.

Tommaso Pellegrino ha detto...

E speriamo che Cazzola vinca! Persino nella tradizionalmente rossissima Bologna, il miracolo di avere un sindaco non di sinistra è già riuscito. Non così a Torino, purtroppo: qui è proprio utopia. Mi sa che non si riuscirà ad avere un presidente di provincia di centro-destra neppure in questo momento storico straordinariamente favorevole per il medesimo.
Personalmente ho concentrato l'attenzione più sull'esito delle europee, le mie riflessioni sulle quali potrete trovarle, se potranno interessarvi, sul mio blog www.tommasopellegrino.blogspot.com.
Ancora augurissimi per Cazzola.
Tommaso Pellegrino-Torino

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

mmm Credo che nelle regioni rosse tranne poche realtà non ci sia nulla da fare, però è sintomatico il fatto di avere costretto i rossi al ballottaggio. A Ferrara è la prima volta che i sinistri arrivano sotto il 50% dopo ben 65 anni!