Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

22 giugno 2009

L’Italia spernacchia i referendari

Per la seconda volta consecutiva le vestali del referendum sono state sconfitte con una maggioranza bulgara di astensioni.
L’abuso dello strumento lo ha reso inutilizzabile, solo un pozzo in cui sprecare denaro.
Credo che in questo momento non ci sia tema referendario che potrebbe raggiungere “in solitaria” il quorum del 50% + 1 dei votanti.
E la stessa manfrina dell’ “election day” è un imbroglio, perché i temi del referendum non possono essere mischiati, come le mele con le pere, ad elezioni politiche o amministrative.
Al più si possono accorpare tutti i referendum in una unica tornata.
Tanto meno poteva raggiungere il quorum con un cervellotico quesito ripartito su tre schede, di pura tecnica elettorale, privo di ogni afflato ideale o etico, motivazioni che fecero la fortuna dei primi referendum su divorzio, aborto, fermo di polizia.
E non poteva accadere perché l’attuale legge elettorale svolge egregiamente il suo compito ed è funzionale alla coscienza civile degli italiani che vogliono, sì, la governabilità e lo scontro tra due blocchi, ma vogliono anche poter scegliere, all’interno della parte prescelta, il partito loro più congeniale.
Perfetta è quindi la legge elettorale di Calderoli che attribuisce un sostanzioso premio di maggioranza alla coalizione (e non alla lista) vincente.
Perfetta la scelta degli italiani di mantenere questa legge.
L’unica imperfezione è imputabile a Ciampi che non volle il premio di maggioranza su base nazionale per il senato.
Ma è storia passata.
La legge elettorale di Calderoli presupponeva però una trasformazione in senso federalista della repubblica.
Sarebbe ora di completare quel passo, in modo che un senato eletto su base regionale, abbia funzioni e materie differenti da quelle della camera bassa.
Nel frattempo, come nel 2005, non possiamo che esprimere soddisfazione per l’ennesima batosta subita dai referendari e, in particolare, da Gianfranco Fini che sembra non azzeccarne una quando cerca di mettersi in proprio uscendo dal cono d’ombra del Cavaliere.
Mi auguro che questo risultato possa servire a fermare le altre richieste di referendum o, quanto meno, a cambiare i termini sui costi della consultazione priva di quorum.
Adesso ci si limita a non attribuire rimborsi al comitato per il referendum quando non si raggiunge il quorum.
Sarebbe ora di fare un passo in avanti: quando non si raggiunge il quorum i cittadini che firmano per il referendum siano tenuti, in solido con i promotori, a rimborsare tutte le spese sostenute per la consultazione.

Entra ne

Nessun commento: