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02 luglio 2009

Chi va a cena con chi non lo decide Di Pietro

Oggi avevo preparato un post sul caso Moggi e il suo ventilato e smentito ingresso quale consulente della famiglia che ha la proprietà del mio Bologna, ma il berciare di Di Pietro per una cena tra Berlusconi, Alfano e due giudici della corte costituzionale mi ha portato a cambiare il programma.
Di Pietro, lo conosciamo, anche da magistrato cercava di impressionare, coprendo il vuoto di argomenti con le urla e il tintinnio delle manette e da politico continua ad urlare anche se, senza quel sinistro rumore che intimoriva i pavidi politici di allora, non fa più paura, ma solo ridere.
Dopo aver paragonato Berlusconi al Duce e poi persino all’Imperatore Nerone (?!?), eccolo di nuovo in pista, sfruttando il momentaneo appannamento del suo emulo Franceschini, che sgomitando per conquistarsi un titolo di telegiornale vorrebbe impedire a Berlusconi (è sempre lui il suo chiodo fisso) di andare a cena con chi gli pare.
Di Pietro dimentica che Berlusconi, come capo del governo voluto e votato dagli italiani, interviene su ogni questione che interessa la nazione e, quindi, se dovesse seguire il suo ragionamento, dovrebbe consumare tristemente da solo ogni pasto.
E non mi sembra (per fortuna) che Berlusconi sia così immalinconito dal volersi deprimere con pasti solitari.
Ma l’atteggiamento di Di Pietro, seguito a ruota dal resto della sinistra, è sintomatico di una mentalità irrispettosa nei confronti del prossimo e fortemente pericolosa per la libertà di tutti.
Perché se dovesse prendere piede una simile ridicola interpretazione estensiva del “conflitto di interessi”, allora tutti noi dovremmo vivere, camminare e lavorare chiusi in una campana di vetro, senza contatto alcuno con il prossimo.
Che dire, ad esempio, dell’insegnante che ha nella sua classe il figlio di un conoscente ?
O del direttore di banca che va dal barbiere affidato dalla sua filiale ?
E i magistrati ?
Quale “conflitto di interessi” maggiore c’è di un magistrato chiamato a dirimere una querelle – a volte anche una querela – di un suo collega contro un comune mortale ?

Queste piazzate di Di Pietro, come quelle di Franceschini, non fanno altro che portarci a ringraziare il Fato che ha voluto far loro perdere le elezioni.
Intanto il senato ha approvato il decreto sicurezza.
Le Ronde e il reato di clandestinità sono legge.
Adesso bisogna operare per fare un passo in avanti, perché le Ronde possano essere armate ed agire con i poteri di Polizia e il reato di clandestinità non si risolva solo con una ammenda, ma porti alla espulsione immediata del reo, che dovrà anche essere denunciato da chiunque abbia conoscenza del suo status.
Purchè, come per la legge sulla fecondazione assistita, non si faccia una legge che poi non viene applicata …

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5 commenti:

Nessie ha detto...

Quest'uomo è solo un forkaiolo (con la K) malato di protagonismo e di demagogia da arruffapopolo.
Non può avere pertanto alcun futuro politico. Sta scritto nel DNA dei vari Masanielli.

gius ha detto...

La voglia di protagonismo a tutti i costi irretisce il buon senso e l'intelligenza

Massimo ha detto...

Purtroppo nella sinistra italiana tutti, chi più, chi meno, parla e agisce come un nocivo Masaniello. E qualcuno nel Centro Destra segue il loro esempio da demagoghi senza limite, come dimostrano le reiterate dichiarazioni (quindi non casi sporadici) di un certo signor Gianfranco Fini.

sinedie ha detto...

Approvo incondizionatamente l'opinione di Nessie; Il tempo ci darà ragione.

Massimo ha detto...

Io spero di vedere quel giorno in cui il tempo ci avrà dato ragione ... ;-)