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07 agosto 2009

Gabbie salariali e bandiere regionali: insistere

Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla.
La Lega.
Senza di lei il panorama politico sarebbe completamente privo di colpi d’ala, visto il basso livello delle quotidiane esternazioni dei Franceschini e dei Di Pietro e la soporifera “sermonosi” di Napolitano e Fini.
Fortunatamente la Lega è molto attenta ai mal di pancia dei suoi elettori e alle loro aspirazione ed esigenze, anche se, purtroppo, non porta pienamente a conclusione le sue brillanti intuizioni.
Speriamo invece che la doppia notizia scaturita dalla proposta di reintrodurre le gabbie salariali (poi vedremo meglio) e di dare dignità costituzionale alle bandiere regionali non sia abbandonata o non porti la Lega ad accontentarsi di una loro parodia come è per le Ronde, svilite e disarmate, quindi del tutto inutili.
Gabbie salariali
Prendendo spunto da una indagine sul costo della vita che ha dimostrato come al Sud la media sia del 17% inferiore che al Nord con punte fino al 60%, la Lega ha riproposto salari differenziati che, per comodità, indichiamo come “gabbie salariali”.
Naturalmente sono insorti i meridionalisti, in modo bipartisan, regalando sempre più il Nord alla Lega.
Stupisce che settentrionali come Franceschini e Fini ignorino il costo della vita nelle loro città di origine, visto che tanti lavoratori meridionali, quando accettano il trasferimento al Nord, si accorgono, sulla loro pelle, cosa vuole dire un costo della vita superiore anche solo del 17%.
Consideriamo la gestione della famiglia.
Per poter comprare casa e pagare il mutuo, pagare le utenze, abbigliamento, in una famiglia, al Nord, devono lavorare in due, costringendoli ad autentici tour de force, per la gestione delle “faccende” di casa oppure ad accollarsi il costo di una colf.
Nel Sud una famiglia può essere mantenuta con un solo stipendio, con netto risparmio sotto il profilo della gestione e del bilancio famigliare.
Ora se è vero che lo stesso tipo di lavoro necessita della stessa retribuzione, è altrettanto vero che le diverse condizioni ambientali necessitano di diversi trattamenti.
Così la soluzione, senza intaccare gli stipendi base dei contratti nazionali, può essere di due tipi:
1) la realizzazione di contratti territoriali per i quali sia destinata una parte dell’aumento contrattuale parametrato sul costo provinciale della vita partendo dall’indicatore “zero” della provincia con il costo minore;
2) agire sulla leva fiscale, riducendo proporzionalmente i carichi fiscali in base al maggior costo della vita.
Comunque sia le “gabbie salarialidevono trovare un loro applicazione per evitare che il cittadino del Nord paghi due volte per il Sud: una volta con il dirottamento delle proprie tasse in iniziative per il Mezzogiorno di dubbia efficacia ed una seconda con una capacità economica e di spesa inferiore a quella dell’omologo meridionale e ciò a causa del ben diverso livello del costo della vita.
Bandiere regionali
L’altra proposta della Lega che ha suscitato inviperite reazioni di chi, oggi, si scopre “nazionalista”, è quella di dare dignità costituzionale alle bandiere regionali.
In linea di principio sono d’accordo.
Anche gli Stati degli Stati Uniti hanno loro bandiere (veggasi, ad esempio, la gloriosa Lone Star del Texas) e anche alberi, fiori, animali come simboli del loro stato, simboli, tra l’altro e bandiere fortemente sentiti dai cittadini locali.
Tutto ciò senza minimamente incrinare lo spirito nazionalista e l’amore per la bandiera federale.
Altrettanto può accadere in Italia, anche se questo spirito di appartenenza non è ugualmente diffuso.
Credo che in Veneto nessuno contesti la scelta della bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia, come vessillo unificante.
Probabilmente anche in Lombardia, Piemonte e Sicilia ci sarebbe simile spirito di unità.
Più difficile trovarlo altrove, dove prevale più lo spirito del campanile municipale che della comunità regionale, concetto in molte zone d’Italia forzato e, quindi, estraneo.
Allora non sarebbe meglio dare a tutte le comunità la possibilità di unirsi in gruppi più o meno ampi in base alle caratteristiche storiche, geografiche, etniche, sociali, economiche, in modo da costituire autentiche comunità fondate su una base comune ?
Queste sì, allora, che potrebbero ritrovarsi attorno ad una bandiera comune che avrebbe lo stesso significato che ha quella della Serenissima per i Veneti.
Allora, cara Lega, ti aspettiamo al varco per vedere se queste giuste intuizioni saranno perseguite o se, come per le Ronde, saranno malamente realizzate con un compromesso a perdere inutile per tutti.

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3 commenti:

unedame ha detto...

Sono naturalmente d'accordo e non vedo i drammi che ne fa la stampa che demonizza sempre la Lega come se dicesse delle stupidaggini.
Eppure, se vai in Sardegna vedi come sono orgogliosi del loro dialetto che chiamano lingua ed in altre regioni é la stessa cosa.
La tassazione inferiore a chi é già subissato di balzelli é anche questa una cosa saggia. Pensaimo anche solo alle spese di riscaldamanto che al Nord si devono pagare molto piu' che al sud..
Lontana

Kizzy ha detto...

Non capisco tutto questo berciare ogni volta che la Lega propone qualcosa... e cmq le bandiere regionali ci sono già esposte davanti alle scuole: c'è il tricolore, la bandiera della UE e il 'drapò' piemontese (dove vivo io). Magari lo stesso drapò è esposto pure davanti al Comune e ad altri enti pubblici (controllerò) quindi le polemiche che si stanno facendo sulla faccenda sono assolutamenti inutili e pretestuose. Che male c'è ad AFFIANCARE le bandiere regionali vicino al tricolore? La Lega mica ha chiesto la sostituzione del tricolore con le suddette bandiere! Come al solito le proposte della Lega prima sono avversate e poi fatte proprie dagli altri, spero che la Lega non molli...
P.s. ho scoperto il tuo blog da poco e ho deciso di commentare anch'io, piacere.

Massimo ha detto...

Piacere mio, Kizzy.