Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

19 agosto 2009

La questione identitaria

Mentre la stampa ideologicamente di sinistra e di proprietà dei “poteri forti” continua stancamente a sbirciare sotto le lenzuola di Berlusconi, il Premier tiene ben saldo il timone e gli Italiani capiscono che la rotta è chiara, tanto che il Cavaliere si permette di ipotizzare un taglio delle tasse che sarebbe benefico per la ripresa della nostra economia ed esiziale per la sinistra.
Così il vuoto politico dell’estate 2009 può essere riempito dall’unico partito identitario rimasto in Italia dopo la dissoluzione, pronubo Fini, della Destra erede del glorioso M.S.I.: la Lega.
Al centro del dibattito sono i temi della Lega: il controllo dell’immigrazione, la sicurezza dei cittadini, l’affermazione delle nostre radici, la difesa dei più deboli, la rivalutazione dei salari mangiati dal costo della vita, tutti temi che anche nei sondaggi dei media di sinistra, come sky tg 24, trovano consensi massicci, ben oltre il 70%.
Ma la Lega , per la sua natura identitaria, non può limitarsi a temi che solo a sinistra non capiscono essere condivisi dalla maggioranza del Popolo, ma in questa estate ripropone argomenti che riguardano direttamente l’”essere” una nazione.
Così le critiche all’Inno di Mameli, la proposta di affiancare, con dignità costituzionale, bandiere e inni locali a quelli nazionali, l’insegnamento del dialetto e la preferenza da accordare, per l’assunzione di cattedre e impieghi pubblici, a gente locale, diventano argomenti di discussione.
A volte seria, altre aprioristicamente ostile.
Il Conte di Cavour, nel 1861, commentando l’avanzata di Garibaldi e la totale cacciata dell’esercito borbonico dalla Sicilia, scrisse a Costantino Nigra, Ambasciatore a Parigi: “Gli aranci [la Sicilia] sono già in tavola, ma i maccheroni [Napoli] non sono ancora cotti!".
Con lo sfaldamento delle truppe borboniche pare che abbia integrato con un “adesso anche i maccheroni sono in tavola e ci tocca mangiarli”.
E’ ormai storicamente provato che Cavour, abile politico, non aveva affatto in mente l’Italia come la conosciamo e che essa fu il frutto dell’avventurismo militare di Garibaldi (sostenuto in odio allo Stato Pontificio dalla Massoneria e dalla Chiesa Anglicana) e dell’ambizione dei Savoia.
Così, invece di un Regno d’Italia che avrebbe compreso le regioni del Nord, abbiamo avuto l’Unità “dalle Alpi a Lampedusa”.
Una altra frase celebre attribuita a Massimo D’Azeglio è “L’Italia è fatta, ora dobbiamo fare gli Italiani”.
Perfettamente condivisibile, peccato che a 150 anni dall’Unità, gli Italiani non sembra che, ancora, siano stati “fatti” (a proposito: condivido con Bossi l'importo da destinare alle celebrazioni del 2011 di euro zero. Meglio risparmiarli, quei soldi, e limitarsi ad un discorso, tanto le parole dei politici non costano ...) .
Ci provò il Duce e probabilmente ci sarebbe riuscito se avesse avuto ancora un altro paio di decenni, ma il maggior contributo di conoscenza reciproca fu dato dalla Grande Guerra e dal servizio militare obbligatorio.
Non sembra però con quei risultati auspicabili.
La Lega prende quindi atto delle diversità culturali, storiche, sociali e anche – e soprattutto – di approccio mentale allo Stato tra i cittadini di questa Italia e reclama l’Identità per il Nord, estendendo questo concetto oltre i ristretti margini geografici, potendo facilmente comprendervi la Toscana, le Marche è quella parte settentrionale del Lazio fino a Roma.
Grosso modo si vede una profonda differenza tra quel blocco che fu il Regno delle Due Sicilie e il resto dello Stivale.
Nel Regno delle Due Sicilie sostanzialmente unificato sotto dominazioni o pesanti influenze straniere (spagnoli, francesi, arabi), il resto, soprattutto nel Nord Lombardo Veneto, orgogliosamente autonomo, con Repubbliche comunali che poterono estendersi come grandi potenze dell’epoca (Venezia, Milano, Firenze su tutti) ma con una Famiglia che, unica, riuscì, per la propria ambizione, a costruire un qualcosa di duraturo e proiettato nel futuro: i Savoia.
E’ così peregrina, dunque, la richiesta della Lega di dare dignità costituzionale a bandiere, inni e lingue locali ?
Non mi sembra.
Come non mi sembra fuori luogo chiedere che sia titolo preferenziale l’origine nel luogo per l’assegnazione di una cattedra o di un posto pubblico.
Ed è questione identitaria anche la conservazione di quei costumi che caratterizzano una comunità, come la cucina, le feste … perché allora non il “dialetto” che, in alcuni posti, come il Veneto, è una vera e propria Lingua ?
Del resto in Italia non abbiamo una festa nazionale, ne abbiamo tre o quattro a seconda dell’ideologia di riferimento, del periodo storico che si vive e di chi è al governo.
E, ammettiamolo, il Tricolore ci fa palpitare, ma è ancora giovane: quanta più Storia ci racconta il Leone di San Marco !
Perché, dunque, non dare il segno di continuità coniugando un passato glorioso e quello che, con il contributo di tutti, può essere un futuro altrettanto importante ?

Entra ne

Nessun commento: