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22 settembre 2009

Non si governa con i divieti

L’Italia sta diventando sempre più una repubblica a libertà limitata o sorvegliata.
Non bastavano le leggi Scelba e Mancino (che limitano la possibilità di esprimere delle idee, di parlarne, di diffonderle con lo scritto, con le immagini e con i simboli) e il permanere - dopo oltre 60 anni ! - dell’anacronistica XII disposizione transitoria e finale della costituzione (nata dalla resistenza antifascista bla … bla … bla …).
Non bastavano i cervellotici divieti sul traffico, sull’uso dei propri mezzi (pur certificati “a norma”) di trasporto, sul riscaldamento, sul come andare allo stadio.
Non bastavano le tasse che tra un balzello di un tipo e una gabella di un altro ci sottraggono più del 50% del nostro reddito.
Poiché tutto ciò (ed altro ancora) evidentemente non era sufficiente a chi dovrebbe rappresentare il Popolo per manifestare la sua volontà di comando, si prendono a pretesto eventi singoli per introdurre ulteriori leggi liberticide o, comunque, fortemente limitatrici della libertà individuale, spesso scimmiottando – con una esterofilia provinciale – leggi straniere e tutto ciò nonostante già esistano norme che potrebbero adeguatamente far fronte a quei singoli casi-pretesto.
Così abbiamo avuto una inutile legge sullo stalking quando il nostro codice penale è pieno di norme a tutela della persona.
Adesso si prendono a pretesto delle presunte aggressioni agli omosessuali per proporre una legge liberticida che “punisca l’omofobia” (e sarebbe utile una tassativa elencazione di tutto ciò che intendono per “omofobia” per non lasciarla alla interpretazione dei magistrati ).
Dopo l’aggressione subita dalla Santanchè, ecco che viene fuori una certa Saltamarini (o come si chiama) che vorrebbe vietare il burka “come in Francia”.
Dimentica, questa signora, che la legge 152/1975 esiste già e deve solo essere applicata, perché – e qui rispondo al commento sul post di ieriuna circolare non è fonte di legge, ma è solo una norma “aziendale” cui devono attenersi i dipendenti di quella azienda, ma se si segnala la violazione di una legge, ancorché in presenza di quella circolare, le Forze dell’Ordine sono obbligate a identificare e segnalare all’autorità giudiziaria le donne mascherate.
Certamente una legge di divieto specifico sul burka non può essere più accettabile di una legge che punisca l’omofobia o di qualsiasi altra legge che, rendendo generale casi specifici, limiti una libertà individuale che è il bene primario di ogni individuo.
Soprattutto quando esistono già norme nel codice penale e nella legislazione che possono essere ugualmente utilizzate per reprimere e punire quei singoli episodi.
Fino a quando potremo tollerare questa ventata di proibizionismo ideologico ?

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6 commenti:

Nessie ha detto...

In ogni caso io non metterei in relazione una legge sui reati d'opinione come la Mancino, con una legge antiburqa. Ho già risposto nel merito nel post sottostante.
La legge c'è ma non è chiara, perché se entri in banca col casco scattano gli allarmi. Chi va col burqa invece ha gli attenuanti religiosi. E qui casca l'asino.

Ricordo che in GB hanno proprio fatto una rapina in burqa e che in Algeria sotto gli chador gli algerini guerriglieri tenevano dei mitra ai tempi della guerra contro la Francia.
Dunque, fermo restante che condivido il tuo post contro di DIVIETI, un conto sono i reati d'opinione, un altro conto è una legge che vieti un abbigliamento che attenta alla SICUREZZA
di tutti noi.
Senza contare che se una donna imburqata va in giro per le strade di MIlano in mezzo al traffico rischia la pelle perché non vede un tubo. E allora il poveretto che la investe passa il fior fiore dei guai e la deve pagare nuova. Dunque certa gente o si adegua alle norme della sicurezza o se ne va fuori dalle palle.

Massimo ha detto...

Nessie, il post è funzionale alla critica nei confronti di chi, invece di far funzionare le leggi che ci sono, ne introduce di nuove, vanificando l'opera di pulizia del ministro Calderoli.
Certo, comunque, che sono di gran lunga più gravi le leggi liberticide che vorrebbero imporre un pensiero unico limitando o eliminando la libertà di opinione, rispetto a quelle che vorrebbero proibire il burka o che impongono limiti al riscaldamento nelle case.
Sul tenore della legge, commento nel post precedente. :-)

gianni ha detto...

Direi che sia illiberale e ingiusta, una legge che impedisse di tenere il burqa in luoghi in cui non esistono esigenze di sicurezza pubblica(locali privati, domicilio...).

Nessie ha detto...

Il burqa è da inserire nel problema più ampio dell'immigrazionismo. In caso contrario, non se ne esce e si gioca al serpente che si morde la coda. Le usanze bedune si addicono al deserto, alle capre e ai cammelli. Non alle aree urbane metropolitane.
Ospitare enclaves separate con proprie leggi tribali (sharia e poligamia) e usanze pre-medievali è il vero problema dell'Europa e dell'occidente.
La loro libertà in questo caso, diverrebbe la nostra oppressione.
Inaccettabile il commento di cui sopra perchè incapace di inquadrare il problema.

gianni ha detto...

La legge è generale ed astratta,non può fare riferimento specifico alle singole problematiche.Il burqa può essere vietato per motivi di ordine pubblico, in ambito privato può essere indossato privatamente perchè è la nostra stessa cultura giuridica occidentale che insegna l'intangibilità del domicilio e della libertà personale.Se poi viene imposto alle donne dai maschi o dagli islamci, il codice penale offre gli strumenti per reprimere tali abusi(violenza privata, molestie,ingiurie, percosse, sequestro...).
La poligamia e la sharia invece riguardano i rapporti intersoggettivi e non le libertà individuali. Non possono essere tollerati, non perchè contrari alla nostra cultura, mna perchè ingiusti secondo la nostra cultura.

Nessie ha detto...

"La poligamia e la sharia invece riguardano i rapporti intersoggettivi e non le libertà individuali. Non possono essere tollerati, non perchè contrari alla nostra cultura, mna perchè ingiusti secondo la nostra cultura".
Il Burqa è parte integrante di questo discorso. Ti piaccia o meno. E Santanché l'ha capito.