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17 gennaio 2010

La “nuova destra” di Fini è la vecchia (e solita) sinistra

Davanti ad una entusiasta nomenklatura del pci/pds/ds/pd, Gianfranco Fini ha fatto un altro passo per diventare il leader della sinistra presentando a Bologna, nella libreria delle coop rosse, il suo libro che vorrebbe indicare cosa la Destra dovrebbe fare.
La cronaca della stampa – di sicuro non entro (e tanto meno compro) nelle librerie coop o Feltrinelli – racconta di un Fini accolto come “uno di loro”, probabilmente nella speranza che gli riesca di fare lo sgambetto all’odiato Berlusconi.
Penso che sia lo stesso identico sentimento con il quale accoglierebbero chiunque si proponesse al pubblico attaccando il Premier, la sua politica e indicando, come strada da seguire, lo smantellamento dell’Italia tradizionale e il meticciato permanente, con la perdita di qualsivoglia identità nazionale.
Fini si è così giocato un’altra grossa fetta di fiducia che, ormai, con il comportamento tenuto da quel settembre 2003 quando gli venne in mente di proporre il voto agli immigrati, è ridotta, tra il Popolo di Destra, alla temperatura della superficie di Plutone.
Del resto per uno che, ostinatamente, insiste nel proporre “il dialogo” con la sinistra e che si riduce in riforme “condivise”, quindi concedendo il diritto di veto alla sinistra e, soprattutto, nel mutuare le idee della sinistra quali:
- accoglienza, integrazione, cittadinanza e voto per gli immigrati
- testamento biologico
- riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso

quale potrà mai essere il gradimento da parte di chi vota per il Centro Destra ?
Quelle elencate non solo non sono idee di Destra, ma non sono neppure nuove, visto che sono il classico grimaldello con il quale la sinistra, da decenni, cerca di sgretolare le basi morali e civili della Nazione.
Che Fini le sostenga, che le “presenti” ospite di una organizzazione fiancheggiatrice, da sempre, dei comunisti, alla entusiastica presenza di tutta la nomenklatura comunista di Bologna, la dice lunga sulla sua “nuova destra” e ci dice cosa dovremo fare alle prossime elezioni.
Innanzitutto bocciargli i candidati prediletti a cominciare dalla Polverini in Lazio.
In secondo luogo aumentare i consensi di chi propone strade alternative a quelle di Fini, come la Lega o Forza Nuova.
Piccola annotazione personale e locale.
Mi è dispiaciuto leggere che tra il piccolo manipolo di finioti presenti nella coop rossa ad ascoltare Fini ci fosse anche il candidato del Pdl per la presidenza della regione Emilia Romagna, Giancarlo Mazzuca.
Mi dispiace che non abbia seguito l’ottimo comportamento di Fabio Garagnani che si è rifiutato di presenziare in quel contesto.
La sua presenza mi farà votare per Forza Nuova, visto che la Lega si presenterà alleata con il pdl.


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1 commento:

unedame ha detto...

Certo che il PDL si é dato la zappa sui piedi con la candidatura della Polverini, meno male che se la vedranno i laziali! :-))t