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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

23 marzo 2010

Perchè mai dovremmo dialogare con i comunisti ?

Ad ogni tornata elettorale di rilievo si ripete la stessa storia: chi è dietro cerca lo scontro, faccia a faccia, lanciando i dadi sul tavolo verde, per raccattare qualche punto.
A volte riesce, altre no.
Non riesce soprattutto quando il concorrente migliore, il purosangue, viene imbrigliato da regolamenti e formalismi come accadde nel 2006 contro Berlusconi.
Oggi è il primo travet del pci/pds/ds/pd, Bersani … di cui non ricordo neppure il nome di battesimo, a volere il dibattito con il Premier.
A ruota arrivano Casini e Di Pietro che pretenderebbero uguale trattamento e così comprendiamo come finirebbe: in caciara, con continue interruzioni e l'impossibilità per Berlusconi di esporre i risultati del suo governo e il programma per le regioni.
Berlusconi lo ha capito ed ha respinto l'ipotesi (senza neppure degnare di una occhiata il “guanto di sfida” di Di Pietro e Casini) motivandolo correttamente con l'impossibilità, davanti alle parole intinte nel livore che quotidianamente pronunciano quelli dell'opposizione, di un qualsivoglia spirito dialogante.
Berlusconi ha fatto benissimo, ma io aggiungo un'altra considerazione: a che pro aprire un dialogo con i comunisti ?
Cosa mai abbiamo in comune ?
Quali Valori di base possiamo condividere per costruire un utile dibattito sul futuro dell'Italia ?
Anche la recente e legittima esternazione della Cei ha sancito come i Valori morali che dovrebbero essere posti a fondamenta del nostro vivere civile, sono negletti e, anzi, contrastati a sinistra.
La Famiglia come istituzione di base di una società civile, l'unica Famiglia possibile quella tra un Uomo e una Donna, è messa in pericolo da una deriva che vorrebbe riconoscere una qualche legittimità alle unioni tra persone dello stesso sesso.
La Vita, dal concepimento alla morte naturale, è messa in pericolo da ardite tesi che vedono nella sua soppressione un “diritto” e persino una “conquista”.
E che dire dei torbidi interessi che vorrebbero ingrossare le entrate fiscali con il raddoppio delle trattenute sui risparmi ?
E di uno stato di polizia, con lo spionaggio legalizzato delle intercettazioni ?
E dei divieti ad esprimere, scrivere e diffondere liberamente i propri pensieri, le proprie idee se non sono state certificate da un sinedrio di “politicamente corretti” che pretenderebbero persino di obbligarci ad utilizzare alcune parole anziché altre ?
E la questione Identitaria che vede la sinistra auspicarne l'annacquamento e spingerne le Radici nell'oblio, nel malinteso nome di una società multiculturale e multietnica che, però, nessuno sa cosa realmente sia e a danno di chi dovrebbe essere realizzata (perchè se arrivano milioni di estranei alla nostra terra, chi ha diritto a vivere e prosperare su questa terra dovrebbe farsi da parte … ma questo non lo dicono !) ?
Quale senso, dunque, avrebbe un “dialogo” con costoro ?
Berlusconi sa tutto questo e sa che, anche queste elezioni, pur regionali, sono una scelta di campo tra la nostra Civiltà tradizionale e un qualcosa di non ben definito che, come un “blob” emerge dalle invettive di una opposizione sempre più livorosa e sempre meno nazionale.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Culatello Bersani si chiama Pierluigi :-)

Massimo ha detto...

Ecco ! A me ronzava in testa il nome Giovanni che forse appartiene ad un ex parlamentare del dopoguerra della dc bolognese. E, comunque, non ho ritenuto che trovare il nome di Bersani valesse il tempo perso per una ricerca in internet ... ;-)