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No alla deriva

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16 giugno 2010

Scialacquatori sciamannati dei soldi nostri

Dopo i nani e le ballerine del culturame di regime che pretendono di continuare a godere dei privilegi derivanti dai finanziamenti pubblici fatti con i nostri soldi, dopo i dipendenti pubblici (il più grande esercito di burocrati che abbia messo in piedi uno stato), dopo la cgil i cui leaders non perdono occasione per proporre nuove tasse sui nostri risparmi e continuare la politica dell’assistenzialismo improduttivo, ecco arrivare, rigorosamente bipartisan, i presidenti delle regioni che non ci stanno a ridurre le spese.
E’ certamente facile poter attingere senza limiti ad un fondo costituito da soldi che non si è faticato a guadagnare perchè sono stati sottratti, con balzelli degni dello sceriffo di Nottingham, alla disponibilità dei singoli cittadini e poi elargire,munifici, facendo bella figura.
Ma quello non significa “amministrare”, bensì “dilapidare.
E’ ridicolo leggere la minaccia dei presidenti che sperperano denaro in rappresentanze all’estero (neanche fossero la Farnesina) o in contributi (i nostri ) a fondo perduto per improbabili attività culturali o umanitarie, sempre rigorosamente all’estero (mai che servissero a chi paga) minacciare i cittadini che contribuiscono alla loro arrogante grandeur di ridurre o togliere “i servizi” (sanità, trasporti etc.).
Pessimi amministratori sono quelli che non riescono a far di conto e capire che se un servizio, per effetto delle riduzioni dei trasferimenti dallo stato, deve essere ridotto o eliminato, vuol dire che quello stesso servizio è erogato fuori mercato, cioè ad un prezzo inferiore a quello che costa.
Allora i buoni amministratori devono scegliere: o aumento del prezzo di erogazione del servizio per farlo pagare non a tutti ma a chi ne usufruisce, oppure riducono i costi revisionando tutta la organizzazione che realizza il servizio, oppure lo finanziano tagliando o eliminando gli sprechi quali i contributi ai consiglieri, le auto blu, le erogazioni all’estero, le “ambasciate” autoreferenziali in capitali straniere, gli spettacoli modello “giochi” dell’antica Roma (che, però, allora erano “offerti” e pagati in proprio da senatori, generali, magistrati, candidati, imperatori).
L’unica cosa che non devono fare è ridurre o eliminare quei servizi di base per i quali i cittadini hanno già abbondantemente pagato con tasse stabilmente oltre ogni limite di tollerabilità.
La manovra di Tremonti, per la prima volta, riduce strutturalmente il fabbisogno dello stato, senza metterci le mani in tasca, ma solo assumendo quei provvedimenti che, se fossero stati presi 20 anni fa, avrebbero fatto dell’Italia una nazione ricca e stabile.
Riduzione della spesa pubblica, aumento dell’età pensionabile con l’aumento della aspettativa di vita, eliminazione dei finanziamenti improduttivi come quelli per la realizzazione di film per il solo piacere di registi e attori (profumatamente retribuiti con i soldi nostri), ipertrofia dell’apparato burocratico dello stato, organizzazione di spettacoli a spese nostre ma con “artisti” pagati, sempre con i soldi nostri, in base alle tariffe di mercato, munifiche elargizioni a stati esteri, tutto ciò si può e si deve fare per eliminare il debito pubblico e procedere con la riduzione delle tasse.
Può sembrare paradossale ma le esternazioni di Formigoni ed Epifani, su due temi tra loro differenti come la manovra economica e l’accordo sulla fabbrica di Pomigliano, danno ragione al Premier Silvio Berlusconi quando afferma che la costituzione è superata per i tempi in quanto è un ostacolo alle realizzazioni concrete e danneggia così i cittadini.
Formigoni giudica “incostituzionale” il taglio ai trasferimenti alle regioni mantenendo loro le competenze (ma non mi risulta ci sia quella di avere ambasciate o di finanziare i film o corsi scolastici nei paesi esteri), mentre Epifani ha rilevato profili di incostituzionalità nei limiti che l’accordo per salvare Pomigliano impone allo sciopero.
In sostanza i sacerdoti del bigottismo costituzionale preferirebbero che l’Italia fallisse come l’Argentina o la Grecia o che 5000 operai perdessero il lavoro perchè la Fiat chiude Pomigliano, purchè sia rispettata la costituzione formale (ed è tutto da dimostrare che la loro interpretazione sia corretta).
Sicuramente troveranno un magistrato ideologizzato che darà loro ragione.
E poi agli Italiani cosa daranno da mangiare ?
Le pagine della costituzione ?


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2 commenti:

sarcastycon ha detto...

Massimo
ormai il gioco è scoperto questa feccia di sx gioca allo sfascio: 5000( che poi con l'indotto sono molti dipù) disoccuoati fanno buon gioco per dare la colpa al governo...
San Guillotin
ciao
Sarc.

Massimo ha detto...

Caro Sarc, quel che mi indispone non sono le litanie dei finioti e della sinistra, ma la rassegnazione a subire e la politica della mediazione del Centro Destra. In tutta onestà: se fossi Berlusconi manderei l'Italia al diavolo e mi godrei gli ultimi anni di vita nelle mie ville ai Caraibi. Non si può tollerare tutti questi sofismi che bloccano ogni provvedimento !