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23 agosto 2010

Parrucconi da tastiera

Leggere la rassegna stampa dei “principali” quotidiani italiani e una sintesi di quel che pubblicano i più rinomati quotidiani internazionali, è un dovere, spesso noioso, che però offre spunti interessanti.
Avevo pensato di stigmatizzare il comportamento del Corsera che venerdì, con Claudio Magris, è salito in cattedra per deplorare il turpiloquio in politica ed ha saputo citare solo Stracquadanio e Santanchè, guarda caso entrambi del Centro Destra, colpito da evidente amnesia nei confronti, ad esempio, di D’alema e Bersani con i loro insulti ed espressioni volgari (pur ripresi da telecamere “amiche”) nei confronti di Sallusti e del Ministro Gelmini.
Ma Il Giornale ha già provveduto e denunciare l’ipocrisia di cui grondava quell’editoriale, affidando il compito alla penna di Giancarlo Perna.
Così, oggi, leggo e rimango, come sempre, perplesso davanti agli editoriali e ai commenti che trovo sulla stampa più citata (Sole 24 ore, Corsera, Stampa ...) .
Articoli imbalsamati, quasi più della Bindi davanti alle telecamere, che sembrano preoccuparsi solo degli aspetti formali, del sesso degli angeli, quando i turchi sono alle porte.
Parole vuote, banali, astratte.
Formalismi da accademia, avulsi da quella che è la realtà dell’Italia
.
Naturalmente il tutto è finalizzato a sostenere gli interessi di quei poteri forti che sono i proprietari dei quotidiani e che temono il voto popolare tanto quanto lo temono a sinistra, nonostante le roboanti dichiarazioni di Bindi e Franceschini.
Perchè è evidente che se non avessero paura del voto non starebbero a frignare per “rispettare” Napolitano (da che pulpito: come hanno trattato i presidenti Segni, Leone e Cossiga i loro neanche tanto lontani padri del pci/pds/ds/pd ?) e le sue “prerogative”.
Il punto, invece, non è se l’articolo 88 della costituzione conceda o meno al presidente della repubblica anche di stravolgere il volere del Popolo per mettere al governo chi ha perso le elezioni.
Qui non si tratta, come negli anni della prima repubblica o durante i governi della sinistra, di sostituire uno con un altro della stessa pasta (quale differenza mai esiste tra Prodi, D’alema e Amato o Rutelli, Veltroni e Bersani ?), ma di sostituire il Premier votato dagli Italiani con uno che non appartiene neppure ad un partito uscito vittorioso dalle elezioni.
E’ evidente che ove il salto di campo dei finioti dovesse far venire meno la grande maggioranza che Berlusconi aveva conquistato nel 2008 si dovrà andare a votare, “senza passare dal via”, cioè senza la melassa delle consultazioni, degli incarichi esplorativi, dei passaggi televisivi e di tutti gli ammennicoli vari di cui trasuda l’inutile liturgia pseudo costituzionale.
E il voto dovrà stabilire, una volta per tutte, in quale Italia vogliamo vivere e dando soluzione univoca, senza compromessi e coerente a:
tasse
immigrazione
giustizia
federalismo
sicurezza
moralità dei costumi
grandi opere
lavoro
istruzione.
Ecco i temi che interessano gli Italiani perchè le risposte che darà la politica potrà rendere migliore o peggiore la qualità della vita di ciascuno di noi e dei nostri figli.
Da sinistra, invece, si sente solo parlare di nuova legge elettorale, di “prerogative” di Napolitano e la stampa schierata dai poteri forti dà fiato ai parrucconi da tastiera con i loro sofismi da Azzeccagarbugli unicamente per prendere tempo e cercare di organizzare una derelitta opposizione che non ha alcuna speranza contro Berlusconi.
E non perchè sia Berlusconi, ma perchè affronta i temi che interessano veramente il Popolo, proponendo quelle soluzioni che sono “nella pancia” del Popolo.
Chiunque fornisse quelle risposte, sarebbe ugualmente votato, con buona pace di teoremi giudiziari e rancorosi funzionari di partito sopravvissuti alla prima repubblica.



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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Di governi "tecnici" ne abbiamo visti.
Ovvio che l'assetto maggioranza/minoranza deve rimanere invariato, come gli elettori hanno voluto.
Non credo che in una tale eventualità vengano cambiati gli schemi esistenti.
Se così invece avvenisse, concordo sulla necessità delle urne.
Ma, a differenza di te, la vedo ancora un'eventualità remota...anche se Berlusconi incita al voto.

Lasciami dire che gli ultimi mesi siamo davvero caduti in basso, rasoterra direi...destra, sinistra (se ancora tali si possono definire) uno spettacolo disgustoso.

Un saluto grande Massimo!

Massimo ha detto...

Cara Monica, io non userei la prima ("siamo davvero caduti in basso"), ma la terza plurale: sono davvero caduti in basso. Perchè noi, il Popolo, si è chiaramente espresso su tutto: non vogliamo gli immigrati, non vogliamo le tasse, vogliamo sicurezza e benessere, vogliamo che chi ci amministra, chi gestisce le cose di tutti sia legato al territorio, che la giustizia sia imparziale e senza teoremi. Sono "loro" che ci ostacolano e che agiscono contro il nostro volere, dando vita alle squallide esibizioni dei finioti e, anche, pubblicando gli articoli come quello di famiglia cristiana, l'ennesimo contro Berlusconi dove pur si riconosce che il Premier ha dalla sua il volere del Popolo, che detiene la Sovranità, ma pur tuttavia gli si scaglia contro. Dimostrandosi così uno strumento elitario, contro il Popolo perchè contro la sua volontà.