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09 settembre 2010

Berlusconi sbaglia a dilatare i tempi

Credo che Berlusconi e i suoi consiglieri non siano degli sprovveduti e, quindi, spero che la loro decisione di rinviare il redde rationem sia fondata su elementi che garantiscano la tenuta del governo sui provvedimenti essenziali della giustizia, immigrazione, tasse, riforme, indipendentemente dalle decisioni dei finioti.
Non mi interessa come, mi interessa il risultato.
Ciò non toglie che abbia profonda sfiducia verso le “colombe”, dei Letta, che già nel 1994 presero una solenne cantonata fidandosi di Scalfaro.
Ed è notorio che preferisco il Berlusconi da comizi elettorali, quello, tanto per intenderci, che ridicolizzò Della Valle a Vicenza, che chiamò “coglioni” quelli che avrebbero votato contro i loro interessi e “kapò” un parlamentare socialista tedesco, che in un comizio citò gli omosessuali che tanto “stanno tutti dall’altra parte” o che definì “Civiltà Superiore” quella Occidentale rispetto a quella islamica.
Il Berlusconi ecumenico, oltre a non rispecchiare la sua immagine di uomo del fare, mi spaventa, perchè l’ecumenismo vuol dire compromesso, vuol dire cedere in tutto o in parte alle richieste altrui, incompatibili con una sana gestione della cosa pubblica.
O, almeno, incompatibile con quella che io ritengo essere una sana gestione della cosa pubblica, finalizzata alla sicurezza ed al benessere dei cittadini, nel nome del principio: prima di tutti gli Italiani.
Allora non posso che sentirmi più attratto dal Bossi ruspante che spernacchia Fini e la sua pretesa di restare incollato alla poltrona di presidente della camera e che ipotizza di forzare il gioco non votando la fiducia al governo e, quindi, rendendo inutili i voti sottratti dai finioti alla loro casa madre.
Aspettare, secondo me, significa dar tempo alla sinistra di organizzare l’ammucchiata antiberlusconiana con l’unico scopo di impedire a Berlusconi di governare, non potendo trovare loro, tutti assieme, un progetto da proporre e, tantomeno, da realizzare.
Ha, quindi, ragione Bossi che vorrebbe votare a fine novembre, lasciando una vacatio di soli tre mesi scarsi e, quindi, con un governo a pieno regime sin da gennaio.
E senza la palla al piede dei finioti.
Non dobbiamo infatti credere agli editoriali interessati scritti sulla stampa dei poteri forti che, per dissuadere dal voto, un giorno sì e l’altro pure cercano di proiettare l’idea che dalle elezioni non uscirebbe alcuna maggioranza, operando alchimie matematiche applicate ai sondaggi e ai risultati delle precedenti elezioni.
Nel 2006 non uscì maggioranza al senato, perchè la sinistra non era (e non è) maggioranza e nel contempo perchè ancora non sono stati chiariti gli esatti termini dei voti espressi, essendo mancato quel riconteggio negato allora al Centro Destra e invece concesso in tutta fretta alla sinistra in Piemonte per contrastare la vittoria di Cota.
Solo il voto, quindi, può definitivamente chiarire i rapporti di forza e chi deve governare per i prossimi cinque anni.
Fossi in Berlusconi non mi fiderei delle “colombe”, troppo legate, anche nel loro ruolo da “pontieri”, con quei “poteri forti” che lo ostacolano in ogni modo perchè desiderano una Italia di sudditi e per ottenere ciò hanno bisogno non di uno statista indipendente e ricco di suo, ma di semplici funzionari di partito, ansiosi di salire le scale sociali.
Berlusconi, purtroppo, ha ormai 74 anni e il tempo,comunque, non gioca a suo favore, quindi deve cogliere l’attimo di quella che, oggi, potrebbe essere la sua ultima campagna elettorale intensa e vincente, proponendo tutti quei temi che hanno scaldato e scaldano il cuore del Popolo del Centro Destra e, in parallelo, fanno schiattare di bile quello di sinistra.

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