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06 settembre 2010

Ma quella Sakineh ... è colpevole o innocente?

Il polverone che viene sollevato ciclicamente su questa o quella vicenda strettamente personale (ed è forte il sospetto che ci sia una regia occulta di qualcuno che ha interessi inconfessabili ben distinti e distanti da quelli per i quali si protesta) oggi punta ad una donna condannata in Iran, per adulterio e complicità nell'omicidio del marito, alla lapidazione.
Molto ambiguamente la chiesa ha “ricordato” la sua opposizione alla pena di morte.
Posizione legittima, come è legittima quella di chi, come il sottoscritto, ritiene tale punizione conforme al diritto naturale e all’interesse generale .
Poi si può discutere in quali casi applicarla.
Più correttamente il Ministro degli Esteri, Frattini, ha auspicato “clemenza” da parte dell’Iran.
La “grazia” è un istituto presente ovunque e presuppone la colpevolezza del soggetto.
Alla nostra mentalità di Occidentali ripugna il pensiero che una donna sia giustiziata mediante lapidazione.
La nostra cultura civile e giuridica si è sufficientemente evoluta per chiedere che anche la pena capitale sia comminata nel rispetto della persona del reo, senza imporgli inutili sofferenze.
Ma possiamo noi interferire sui costumi e sulle leggi altrui ?
Noi possiamo legittimamente e dobbiamo imporre, anche con la forza, il rispetto delle nostre leggi all’interno del nostro stato.
Così è giusto e sacrosanto che i genitori e parenti che, pur in base ai loro costumi e alle loro regole, hanno partecipato all’omicidio, in Italia, di figlie che volevano “vivere all’Occidentale”, siano severamente condannati a lunghi anni di detenzione, senza sconti e, anzi, personalmente sarei per la loro espulsione dall’Italia e, ove avessero acquisito la cittadinanza, la revoca della stessa.
Ma in Iran, nei paesi musulmani, la legge del Corano e quella del Taglione è applicata, appartiene alla loro tradizione, al loro costume, non viene contestata se non in un elitario ambito di “intellettuali”.
In buona sostanza comminare la pena di morte e il metodo che viene utilizzato per applicare la sentenza è un affare interno iraniano (o musulmano) finchè si sviluppa nei paesi islamici e nei confronti di cittadini iraniani e non verso cittadini occidentali (in questo caso l’intervento delle nostre Autorità sarebbe non solo legittimo, ma anche dovuto, almeno per cercare di commutare la pena capitale in pena detentiva e, comunque, nel rispetto delle leggi locali che non possono essere violate così come non vogliamo che siano violate le nostre).
E’ ridicolo vedere i soliti esagitati che sono scesi in piazza contro la liberazione dell’Iraq e dell’Afghanistan, quando avevamo un grave motivo a tutela del nostro benessere e della nostra sicurezza, chiedendo a Bush, Berlusconi e Blair di non interferire negli affari interni di un altro stato, stracciarsi ora le vesti perchè si interferisca negli affari interni dell’Iran su una questione che non tocca minimamente la nostra sicurezza nazionale.
Ma questo fa parte del folklore incoerente dei contestatori in s.p.e. sui quali non vale affatto la pena dilungarsi.
Dalla lettura dei giornali e dai servizi dei telegiornali, però, non si capisce bene se l’accusa mossa a quella Sakineh e per la quale è stata condannata, corrisponda alla realtà o meno.
Questo è il punto fondamentale che mi piacerebbe conoscere: Sakineh è colpevole o innocente ?
La condanna, da quel che ho capito, verte su due capi d’accusa: adulterio e complicità in omicidio del marito.
Anche qui si può discutere se la pena di morte per tali reati sia proporzionata o meno e se personalmente non la ritengo tale per l’adulterio, sulla complicità in omicidio – che presuppone non solo il tradimento ma anche la premeditazione – non sarei così categorico.
Ma qui non possiamo disquisire sulle scelte giuridiche di un’altra nazione (in fondo il Brasile non ci ha ancora restituito quell’assassino, condannato con sentenza passata in giudicato, che è Cesare Battisti: perchè non protestano ?) che rispecchiano la civiltà, i costumi, le usanze e le tradizione di quella nazione e non devono essere piegati ai nostri.
Qui possiamo solo disquisire sul fatto se è colpevole o innocente e di questo non si sa nulla.
Così come non si sa nulla se il processo sia stato giusto, con la possibilità dell’imputata di discolparsi e di avere una completa difesa.
Questi sono i due fattori, assieme alla preesistenza della norma penale applicata, che determinano se la legge di quello stato è stata rispettata e applicata o meno, escludendo quindi interferenze esterne.
Mi sembra quindi improprio criticare l’Iran per una questione interna, quando sono ben altri i problemi che dovremmo porci nei suoi confronti: ad esempio il loro programma nucleare, quello sì che ci minaccia direttamente.
Anche per questo credo che ci sia un manovratore occulto in queste vicende, che stornano l’attenzione da ciò che è veramente pericoloso per la nostra sicurezza, ad una questione che è e resta di esclusiva pertinenza interna all’Iran.

Correlato: Teresa Lewis e Sakineh

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11 commenti:

nessuno ha detto...

Massimo sarò estremamente franco con te perchè l'argomento mi sta molto a cuore. Non so se Sakineh sia colpevole o innocente e dubito che qualcuno in occidente lo saprà mai veramente, ma il punto non è questo. La questione è ormai da anni il rapporto fra noi, la nostra società e i nostri valori e quelli del medioevo vivente nei paesi islamici. Su questo si gioca il nostro futuro per il semplice fatto che l'islam è da noi, e ci sarà sempre più poichè noi non siamo stati capaci di "controllarlo". Quando si protesta anche per le vie diplomatiche ufficiali lo si fa per dare uno schiaffo a chi da anni rompe i coglioni a casa nostra con la storia dell'equaglianza di civiltà. Ritengo che non ci sia cosa più abietta e barbara del massacro a colpi di pietre di un essere umano, ritengo altresì che sia necessario fare pesare la nostra superiorità civile e morale nei confronti dei musulmani presenti sul nostro territorio e non voltare sdegnosamente le spalle o, peggio, cercare giustificaziioni o ragioni storiche e sociali. Al problema TREMENDO dell'atomica iraniana, di cui nessuno parla distesamente, si arriva anche attraverso la vita di una presunta adultera.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Esattamente, il problema è sapere se il processo è stato giusto o meno.

Io dei giudici iraniani, però, non mi fiderei.

Massimo ha detto...

Press. L'ho scritto che il sistema ripugna. Ma dobbiamo intenderci se la superiorità (che ritengo esista tutta) della nostra Civiltà debba essere imposta manu militari o meno. E, ancora, se si dice che dobbiamo "imporre" la nostra superiorità per una vicenda privata come quella di Sakineh, a maggior ragione dobbiamo farlo quando è in gioco la sicurezza nazionale. Personalmente ritengo che noi si debba far valere i millenni di progresso civile e sociale che ha caratterizzato l'Occidente, ma non sono disponibile a farlo a corrente alterna, anteponendo questioni private a questioni ben più rilevanti che mettono in pericolo la sicurezza di tutti noi.

Jet. In Italia abbiamo imparato a diffidare dei giudici ... ;-)

nessuno ha detto...

@MASSIMO- Preferisco anch'io la corrente continua ma sui quesiti che poni a proposito della "qualità" del processo iraniano resto della mia opinione e sulla lapidazione pure.

Nessie ha detto...

Leggi quel che ha detto Catherine Deneuve della Bruni:

http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2010/venezia-festival-cinema-2010/notizie/05-09-deneuve-bruni-venezia-manin_34167680-b8c5-11df-aec9-00144f02aabe.shtml

:-) Un pluriassassino come Battisti, invece, non si deve estradare e magari lo si deve pure perdonare, secondo Carlà.

La faccenda di Sakineh si inserisce di buon grado nel grande mercato universale delle vacche dell'industria dei "diritti umani". Che funzionano a corrente alternata a seconda dei tornaconti. Zittificio globale su Cina, Arabia Saudita e altro; grande bombardamento mediatico sul pecoraio di Teheran. Che non mi è mai stato simpatico, ma che non è il solo despota del pianeta.

Nessie ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Johnny 88 ha detto...

Diciamo che ho avuto pensieri simili ai tuoi sul caso di Sakineh. Pur non ritenendo l'Iran uno stato di diritto, la grancassa mediatica attorno alla faccenda puzza. Mi chiedo per quale motivo non ci sia la stessa grancassa nei confronti di Cina ed Arabia Saudita ed altri regimi che si macchiano di atrocità assolutamente simili a questa. Evidentemente il regime iraniano, verso cui provo 0 simpatia sia ben chiaro, sta sulle scatole a certi poteri a cui invece i regimi di Cina, Arabia Saudita & co. vanno più che bene. Guarda poi il caso, gli stessi poteri che si sperticano per il caso-Sakineh sono gli stessi identici che vogliono moschee, minareti e porte aperte verso l'islam.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Bravo Massimo esatto...e poi in quei paesi di che giudici si avvalgono e soprattutto, di quali leggi? Se qui massacrano uno solo perché è stato eletto premier a loro sgradito, figuriamoci in Iran, in Cina, In Corea del Nord etc... dove è considerato istituzionalmente REATO punibile con la morte il semplice aprir bocca contro il regime.

Massimo ha detto...

Mi fa piacere leggere una serie di commenti quanto meno dubbiosi sulla vicenda. Press, il punto è però proprio la colpevolezza o meno di Sakineh. Qui in Italia ad ogni violenza contro una donna, si sparano cannonate ad alzo zero, forse che l'omicidio di un marito, perchè uomo, perchè iraniano, è meno grave ? E il dubbio che una furbetta possa aver cercato di liberarsi del marito e poi, presa con le mani nel sacco, cerchi di sfangarla in forza delle varie iniziative per i diritti umani (che, sì, spesso sono calpestati) in Iran, mi disturba assai. Per cui, primo: colpevole o innocente ? Secondo: rispettare le leggi e le modalità interne di amministrazione della giustizia anche se ripugnano alla nostra coscienza civile. L'alternativa è gettare la maschera dell'ipocrisia e dire chiaro e tondo: non sapete governare, noi, quali rappresentanti di una Civiltà Superiore, nomineremo un Governatore in ognuna delle nazioni del terzo mondo perchè agisca secondo i concetti di libertà e civiltà che ci sono propri. Tra tali alternative io sono da uova e da latte, mi stanno bene entrambe, però non è accettabile il "ma anche" veltroniano o usare due pesi e due misure.

nessuno ha detto...

Massimo ci sono momenti e stagioni nei quali le parole e le idee, certe idee, hanno un peso particolare. Vengo adesso dal blog di ORPHEUS e da un altro in cui viene diffuso un articolo di Massimo Fini sul caso Sakineh. Se tu e Jetset voleste avere la pazienza di andare a leggerlo trovereste una notevole identità di vedute fra voi e Fini. Vi sentite davvero tranquilli in una simile condizione? Dove può portare un ragionamento corretto per logica in un contesto osceno per tutto il resto? Ve lo chiedo con un grande disappunto perchè certe "convergenze" a me sono sempre sembrate sospette nel 68 come oggi.

Massimo ha detto...

Press. Il fatto che su singoli argomenti si arrivi alla stessa conclusione di persone che non si stimano non significa che ci sia una identità di visione. Del resto gli americano combatterono la seconda guerra mondiale contro di noi e assieme a Stalin ...
Il punto è che il polverone che viene sollevato è centrato sul metodo con il quale viene comminata la punizione e non sul fatto se c'è stata o meno complicità nell'omicidio del marito. Forse che la vita del marito vale meno di quella di Sakineh ?