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17 settembre 2010

Rieccolo il Valter, africano mancato

Pur nella ovattata cautela con la quale gli organi di stampa di proprietà e asserviti ai poteri forti trattano le vicende di una sinistra amica ed alleata, veniamo finalmente a conoscenza che se nel Pdl sono volati gli stracci con un Fini che ha ribaltato tutti i Valori e gli Ideali di una vita, cambiando, come giustamente ha detto La Russa, bandiera e abbandonando colonnelli ed esercito, nel pci/pds/ds/pd la faida interna non solo non è finita, ma sta riprendendo vigore con la evidente nostalgia della luce della ribalta da parte di Veltroni.
L’ex sindaco di Roma, l’ex vicepresidente di Prodi, l’ex due volte segretario del pci/pds/ds/pd che perdendo le elezioni nel 2001 e nel 2008 si è dimostrato il miglior capo comunista che l’Italia abbia mai avuto, non è mai partito, come promesso, per l’Africa e adesso non si accontenta più di scrivere insulsi libercoli non catalogabili e incensati solo da una compiacente stampa, ma vorrebbe indietro quella poltrona da leader che, evidentemente, gli manca tanto.
Sono convinto, però, che Veltroni non sia una minaccia per Bersani che, comunque, ha poco da ridere e, infatti, si presenta alle telecamere con la faccia sempre più funerea, ma che la sua iniziativa – che porterà anche il pci/pds/ds/pd a subire una scissione – sia ispirata dalle stesse fonti che hanno fornito altrettanta ispirazione a Fini.
Probabilmente chi aveva pensato che sarebbe stato sufficiente il valzer di Fini per abbattere Berlusconi, si è accorto di aver fatto male i suoi conti, così è obbligato ad imbarcare un altro passeggero sulla traballante arca del “terzo polo” centrista che, adesso, vede Casini, Fini, Rutelli, Veltroni e il convitato di pietra, Montezemolo.
Ma potrà questo terzo polo raccogliere sufficienti consensi ?
Ne dubito.
La sinistra da diciassette anni ha promosso una violenta campagna d’odio contro Berlusconi e il Centro Destra, imbarbarendo la politica ma ottenendo, come unico risultato, la radicalizzazione dello scontro politico, acuito anche dai nuovi strumenti di comunicazione (forum, blog, social network) che non lasciano spazio a riflessioni pacate, ma solo allo scontro al calor bianco tra le fazioni.
Dobbiamo quindi prendere atto che non esiste spazio per una proposta che sia “ma anche”, bensì solo per scelte radicalmente tra loro in opposizione e in conflitto.
Non tanto su una miriade di azioni che, nel mondo globalizzato, sono pressochè obbligate (come il mercato e la politica di contenimento dei costi del lavoro e delle politiche sociali) e comuni a tutte le Nazioni evolute, quanto su quegli aspetti che toccano sul vivo Sentimenti, Ideali e Valori che, comunque, nobilitano la politica e chi la segue.
Così il terzo polo centrista avrà difficoltà, con o senza Veltroni, a raccogliere adesioni se non prenderà posizione netta, o di qua o di là, su temi quali:
- immigrazione e rom (cittadinanza, voto, espulsioni, respingimento, burqua, usi e costumi)
- tasse
- federalismo
- eutanasia
- accoppiamenti omosessuali
- fecondazione assistita e manipolazione genetica
- giustizia.
Tanto per dirne alcuni, quelli sulla bocca di tutti e maggiormente motivanti e dubito che un terzo polo composto da esperti nel “ma anche” non solo assuma una posizione netta, ma possa sottrarre grandi consensi a chi, invece, quella posizione netta ha sostenuto coerentemente e da lungo tempo.
In sostanza: meglio Di Pietro e Grillo, nemici dichiarati di (quasi) tutto quel che ritengo sia giusto, che Veltroni e Casini (e soci) dei quali non è possibile conoscere i reali pensieri e intendimenti.
Tranne quello di occupare poltrone ben remunerate e di prestigio ...

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