Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

29 ottobre 2010

Il re del quartiere

Mi ricordo che da piccolo mi colpì il racconto di un vecchio cane, da sempre il più forte del quartiere, al quale tutti gli altri animali, anche i più giovani, cedevano il passo ed al quale le cagne, anche le più viziate, si concedevano.
Ogni tanto qualche cane lo sfidava per subentrare, ma il vecchio mastino vinceva sempre.
E così giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Un giorno uno dei più giovani cercò di ribellarsi.
Il vecchio mastino si limitò a scacciarlo dal branco.
Gli altri animali lessero negli occhi del vecchio mastino la stanchezza per le tante battaglie combattuta e l'approssimarsi della fine e lo attaccarono tutti assieme.
Di questa storia lessi più finali.
Uno diceva che il vecchio mastino lottò con tutte le sue forze e riuscì, per l'ultima volta, a sopraffare i nemici, ma fu talmente ferito che dopo il combattimento morì anche lui.
Un'altra raccontava che il branco sopraffece il vecchio mastino e, subito dopo, cominciò una feroce lotta intestina per chi dovesse prenderne il posto che uccise tutti gli animali, disperdendo il branco i cui componenti furono prede di altri branchi più organizzati.
Ambedue i finali portano alla morte di tutto il branco.
Provate a sostituire il branco con l'Italia.
Il vecchio mastino con Berlusconi.
E i vari cani con i funzionari di partito e delle varie altre caste ostili al Premier ed avremo una morale.
I deboli possono anche riuscire, unendosi, a sconfiggere il più forte, ma non possono sostituirsi alla sua guida perchè non ne sono all'altezza.
E nell’anarchia che seguirebbe perderebbero tutti a beneficio di chi arrivasse dall’esterno ... immigrati o “sovrastrutture” politico-economiche non farebbe, per noi trasformati in sudditi, grande differenza.


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27 ottobre 2010

La fronda degli "importanti"

La Francia ha avuto un processo di unificazione e di costituzione dello stato unitario completato e consolidato molto prima di quello italiano.
L’unità amministrativa fu garantita da una figura, quella del re, cui, poco alla volta, si inchinarono tutti i pari del regno, anche quelli che, discendendo direttamente dai feudatari di Carlo Magno, potevano vantare “sangue” ancor più nobile del monarca.
Non fu un processo pacifico, ma fu aiutato dalla presenza sulla scena politica francese di due grandi politici, entrambi cardinali, che caratterizzarono il XVII secolo, consentendo a Luigi XIV di passare alla storia del mondo come “il Re Sole”.
Quei due signori furono Armand Jean du Plessis de Richelieu, piccola nobiltà di provincia francese, divenuto per tradizione di famiglia vescovo di Lucon, che affiancò prima il Maresciallo Concini sotto la reggenza di Maria de Medici, quindi riuscì ad evitare di essere travolto dalla caduta dei Concini e fu il primo ministro di Luigi XIII dal 1624 alla morte avvenuta nel dicembre 1642.
Più statista che cardinale, nonostante l’immagine negativa che ne diede Dumas nei suoi romanzi, Richelieu merita di essere ricordato dai francesi per aver assoggettato i nobili di Francia al re e aver eliminato tutte le città-stato, le fortezze, come La Rochelle, che minavano l’autorità del monarca.
Ma fu un grande statista anche per essere stato capace di preparare e poi suggerire al sovrano il suo sostituto, il Cardinale italiano Giulio Raimondo Mazzarino che lo sostituì, divenne in sostanza il mentore del futuro re Luigi XIV e, alla morte di Luigi XIII avvenuta neppure un anno dopo quella di Richelieu, si dice prese il suo posto anche nel letto della vedova Anna d’Austria che a lui si affidò completamente per difendere il trono del piccolo figlio, futuro Re Sole.
Mazzarino oltre ai nemici esterni dovette affrontare anche le ribellioni interne che passarono sotto il nome di “Fronda”.
Una, di carattere nobiliare cioè con la testa rivoltaalpassato, fu definita, dai suoi stessi promotori, degli “importanti” ma furono solo mezze figure dietro alle quali si celavano ben altri e più imponenti interessi.
Erano i vecchi nobili, potenti, tra loro imparentati, che cercarono l’ultimo assalto per riprendersi ciò che Richelieu aveva loro tolto per conferirlo al sovrano.
Pagarono la sconfitta, perchè Mazzarino alla fine vinse e impose la sua legge, solo le mezze figure.
Se passiamo a quasi quattro secoli dopo, in Italia,vediamo che gli “importanti” sono una unione di due o tre caste che vorrebbero tornare a fare il bello e brutto tempo in Italia, espropriandoci dei nostri soldi per i loro disegni e impedendoci di pensare con la nostra testa e promuovere le nostre idee perchè vogliono che si pensi tutti allo stesso modo.
Questi “importanti” in realtà fanno, più o meno coscienti, il gioco di una “sovrastruttura”, la cui esistenza è stata svelata in una intercettazione dall’ex portavoce della Marcegaglia, che ha tutto l’interesse a non consentire che il Popolo comandi e possa scegliere da chi farsi governare.
Questi “importanti” trovano però un ostacolo troppo alto per le loro sole forze anche riunite e il Mazzarino odierno ha il nome di Silvio Berlusconi.
Ecco che, una volte leccate le ferite delle precedenti batoste elettorali, si ripresentano, più sfrontati che mai, per reclamare il diritto a conculcare il diritto del Popolo a scegliersi il Capo.
D’alema, nella pomiciata di sabato con Fini, l’ha detto senza vergogna che il Lodo Alfano sancirebbe una “aberrazione”: l’investitura popolare del Premier.
Non sia mai !
Come potrebbero giustificare i loro ribaltonismi ?
Ricordiamoci tutti che se questi qua raggiungessero il loro scopo, per tutti noi significherebbe la trasformazione da cittadini in sudditi.
Avremmo le loro avide mani nelle nostre tasche un giorno sì e l'altro pure con la scusa oggi dei conti da risanare, domani di un evento naturale cui far fronte e, per trovare questo genere di scuse, la loro fantasia non fa difetto e dovremmo anche tacere per evitare la punizione che spetta ai servi ribelli e sgamati … magari con una opportuna intercettazione di comunicazioni private che si potrebbe sposare a breve con una legge liberticida che punisca le opinioni.
Per questo se Berlusconi non sarà “il” migliore, sicuramente è migliore di qualsiasi funzionario della politica che aspira a prenderne il posto.

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25 ottobre 2010

Ignorare i sermoni di Napolitano

Travalicando dal suo compito che è quello di valutare e firmare (o non firmare) le leggi approvate, Napolitano supplisce al ruolo di opposizione e partecipa al momento formativo di una legge.
Con la pessima figura, come ciliegina, di dover in meno di ventiquattro ore precisare i termini di un intervento che rappresenta al meglio il proverbio: un bel tacer non fu mai scritto.
Con lui, inutile dirlo, anche un altro signore che dovrebbe fare della terzietà rispetto alla lotta politica uno specifico suo dovere istituzionale e che, come aggravante, ha il fatto di essere stato eletto con i voti di chi vuole vedere Berlusconi governare e, invece, capeggia platealmente alcuni suoi seguaci per ostacolare l’azione delPremier, sposando tutte le più devastanti tesi della sinistra (dalla cittadinanza breve e voto agli immigrati, all'elevazione a dignità di legge dei capricci omosessuali e perfino l'aumento della tassa sui risparmi dal 12,5 al 25 %).
Di Fini ho detto tutto ciò che è possibile dire, di quello che serve a completare il mio pensiero su di lui (e questo ancora non è reato) lascio libera la fantasia di chi mi legge.
Anche su Napolitano ho scritto tutto ciò che è possibile, anche col rispetto dovuto a qualunque persona di età avanzata comunque meritevole, per il solo fatto dell'età, di sedersi in poltrona, davanti al caminetto e sonnecchiare ascoltando la radio.
Ma nel suo ruolo non si può ignorarne la storia personale che ci dice che è un comunista non pentito.
Non solo ha aderito per tutta la vita ad una ideologia malsana e aberrante, ma non l’ha abbandonata se non dopo il crollo del muro e la caduta dell’Unione Sovietica, seguendo scrupolosamente il percorso del suo partito: pci – pds – ds – pd.
Non lo si può quindi considerare un “faro” che illumina la nostra strada politica e, quindi, i suoi sermoni non sono la “voce saggia” che alcuni millantano, ma è voce di parte che rappresenta solo una fazione.
A maggior ragione se ricordiamo le circostanze con le quali fu eletto.
Un parlamento sulla cui composizione gravavano forti dubbi per situazioni mai chiarite in certe regioni dove la lista di sinistra ottenne quel pugno di voti che le fece raggiungere una maggioranza insufficiente a portare a termine la legislatura, ma sufficiente a interrompere il buon governo del Centro Destra.
Dubbi mai chiariti perché la sinistra fu talmente debole da riconsegnare in due anni il governo a Berlusconi che, quindi, non ebbe più interesse a rimestare il passato per chiarire quei dubbi.
Ma di quel passato ci è rimasto Napolitano.
Una volta acclarato che quel che Napolitano dice è viziato da una volontà di parte, non resta che darvi il giusto peso.
Ascoltarlo con il rispetto dovuto ad una persona anziana e poi proseguire sulla nostra strada.
Napolitano potrà non firmare una legge, ma alla seconda approvazione, senza modifiche, persino la vigente costituzione gli impone: firmare o dimettersi.
E’ un processo più lungo, non senza scontri istituzionali, ma la maggioranza e il governo espressione di tale maggioranza hanno una responsabilità politica e morale nei confronti dei cittadini perché sono la maggioranza degli azionisti cui appartiene l’Italia.
Gli Italiani vogliono essere governati da Berlusconi.
Lo hanno detto alle politiche del 2008 e confermato in due elezioni amministrative ed una europea nel corso del 2009 e del 2010.
Tutto il resto non conta.


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22 ottobre 2010

Giustizia: che sia la volta buona

Si torna a parlare di riforma della giustizia.
Lodo Alfano, intercettazioni, rivisitazione dell’organizzazione dei magistrati.
Personalmente ritengo che più che una riforma occorrerebbe una rivoluzione, però mi accontenterei anche di molto meno: di quel che propone Berlusconi, tanto per cominciare a dare una svolta.
Il Lodo Alfano è utilissimo per sottrarre gli eletti dal Popolo Sovrano ai condizionamenti di inchieste ideologizzate, quindi restituendo a chi è stato scelto dal Popolo il pieno potere legislativo.
Le intercettazioni sono un abbruttimento della nostra società informatica che hanno non solo ridotto poliziotti e magistrati alla stregua di guardoni, ma forniscono materiale per pettegolezzi privi di qualsivoglia connessione con una seria indagine, utili solo per soddisfare i pruriti morbosi di qualcuno.
Tra l’altro consentire le intercettazioni nel momento in cui si propongono leggi liberticide contro la libera manifestazione di idee non conformi rispetto alla vulgata “politicamente corretta” o ai voleri di potenti lobbies mondiali, significa renderci tutti ancora più oppressi, perchè con la possibilità di intercettare ed agire in base a quel che si ascolta, potremmo essere perseguiti per aver espresso, in casa nostra, in privato, per telefono con un amico, idee anticonformiste.
I magistrati, infine, sono coloro che dovrebbero amministrare la giustizia ed essere percepiti dal Popolo come terzi, indipendenti e autorevoli.
Così oggi non accade e anche i tanti magistrati seri sono coinvolti dalla ideologizzazione causata dai loro colleghi politicamente schierati.
Così sarebbe necessario che i pubblici ministeri fossero eletti dal Popolo per svolgere l’azione penale su quei temi che maggiormente disturbano i cittadini, invece di mirare a inchieste spettacolari, con titoli da prima pagina che poi si concludono solo con spese a carico dei contribuenti e un nulla di fatto verso i veri criminali.
Sarebbe necessario che i giudici fossero scelti tra persone esperte di diritto, già professionalmente affermate e non con un banale concorso pubblico.
Sarebbe opportuno che ai giudici venisse inibita l’attività politica per tutto il loro mandato e per almeno dieci anni dopo l’abbandono della toga.
Inizialmente ci si potrebbe comunque accontentare della separazione delle carriere, con due collegi che giudichino pubblici ministeri e giudici, con una valutazione professionale più stringente, una riduzione degli emolumenti in linea con quella generale degli impiegati statali, l’attivazione della responsabilità personale dei magistrati e la dipendenza gerarchica dei pubblici ministeri dal dicastero della giustizia.
Infine le corti, a cominciare dalla corte costituzionale.
Una rivisitazione dei poteri in tema di incostituzionalità che, per ovviare alle maggioranze che vengono a cambiare nel tempo, preveda, come già proposto, un quorum qualificato di almeno i 2/3 del collegio (non dei votanti).
Analogamente sarà opportuno restringere i casi in cui si possa ricorrere in cassazione, restringendo anche le previsioni di intervento di tale corte.
Ma su tutto quel che è importante è che questa volta, Fini o non Fini, Bongiorno o non Bongiorno, quel che uscirà dal Consiglio dei Ministri sia portato in parlamento, senza compromessi, senza tentennamenti, senza modifiche, ponendo la fiducia e, se i finioti voteranno contro, andando al voto.


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21 ottobre 2010

A mani protese verso le nostre tasche

Il parlamento europeo ha votato una direttiva che prevede due settimane di “paternità” pagata al 100%.
Non ho letto se tale norma dovrebbe estendersi anche a chi non è cittadino comunitario, stante il becero buonismo imperante risponderei affermativamente.
Chi paga ?
Nella rai pubblica si sprecano denari di tutti per lauti compensi ad agit-prop (con la scusa che sarebbero “artisti” o “intellettuali”) di parte, chiamati da conduttori di parte e pure loro pagati con i nostri soldi e difesi da un presidente di minoranza che evidentemente ha un ruolo di parte e non terzo e non ha ancora capito che non è lui il padrone della rai, ma noi cittadini che esprimiamo la nostra volontà con la nostra maggioranza elettorale, perchè siamo noi che paghiamo.
A Terzigno, in Campania, non vogliono che si apra una discarica per i rifiuti.
Ma dove vorrebbero sistemare i loro rifiuti ?
Vorrebbero forse che venissero trasportati estero, come fece Prodi, con costi enormi ?
E ... chi paga ?
Perchè poi dovremmo pagare per smaltire i rifiuti campani, quando il problema da noi non si pone, quindi significa che è sufficiente volere (ed eleggere amministratori competenti) perchè non si parli più di questa vicenda ?
Non sarebbe ora che ogni regione gestisse i propri rifiuti nel suo territorio e pagasse con propri fondi se volesse sbarazzarsene altrove ?
Tre esempi di come l’assalto demagogico alle nostre tasche assume contorni sempre più decisi.
A ciò si aggiunga che a fronte di una dichiarazione del Ministro Tremonti che conferma essere contraria alla filosofia del Governo l’idea di aumentare le tasse sui risparmi, la cgil di Epifani non si dice d’accordo e vorrebbe una forte svolta (cioè un forte aumento) della tassazione sui nostri risparmi.
E’ facile essere generosi con i soldi altrui !
Perchè non cominciamo a ridurre i costi della rai all’interno di quanto l’azienda pubblica ricava con la pubblicità, quindi sopprimendo il canone e ogni trasferimento da parte dello stato ?
Perchè non proseguiamo con il sopprimere ogni contributo per nani e ballerine (film e produzioni varie) ?
Che si mantengano con l’incasso al botteghino !
Perchè non andiamo avanti con la soppressione di ogni contributo ai quotidiani, che devono vivere se vendono, ma anche morire se non attraggono lettori ?
Perchè non sottraiamo agli enti locali dai trasferimenti centrali gli importi che quegli enti locali dissipano per iniziative ideologiche come mostre di parte, concerti di presunti artisti di parte o addirittura donando (facile la beneficenza con i soldi altrui !) all’estero per gli ospedali di Cuba invece di finanziare i nostri ?
Una autentica cultura della buona amministrazione inizia quando si capisce che non si devono più mettere le mani in tasca ai cittadini per finanziare demagogia allo stato puro, per far pagare diffusamente errori o anche capricci di una parte.
Siamo tutti capaci di proporre iniziative di grande colore e di grandi agevolazioni, ma dovremmo anche dire come intendiamo finanziarle senza ricorrere al sin troppo spremuto contribuente e risparmiatore italiano.
Quando andremo a votare, dovremo prima di tutto valutare chi è che vorrebbe toglierci altro denaro da spargere clientelarmente in giro per l’Italia (e non solo) e chi, invece, si è sempre astenuto dal ravanare nelle nostre tasche.

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20 ottobre 2010

Ridendo castigat mores

Abitualmente le catene che mi arrivano, terminano la loro corsa nel mio computer.
Eccezionalmente ve ne sono alcune che meritano di essere diffuse.
Quella che segue mi è arrivata ieri.
Qualcuno potrebbe definirla “qualunquista”, ma a me piace perchè dimostra come si possa fare dell’ironia senza volgarità e senza indirizzarla a senso unico, sempre e comunque contro Berlusconi come fanno i nani e le ballerine della rai purtroppo pubblica che, tra l’altro, si lamentano se i rappresentanti di quella maggioranza che è il loro editore decidono di contenerne la faziosità e gli emolumenti stratosferici e ingiustificati, soprattutto quando si tratta di qualche comparsata.
Ironia non volgare, dunque e indice della percezione che si ha dei vari personaggi politici.
Buona lettura.

Minatori in Cile ... e in Italia

Se
fosse successo in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così:
1° giorno: tutti uniti per salvare i minatori, diretta tv 24h, Bertolaso sul posto.
2° giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con Barbara Palombelli, Belen e Lele Mora.
3° giorno: prime... difficoltà, ricerca dei colpevoli e delle responsabilità:
BERLUSCONI: colpa dei comunisti;
DI PIETRO: colpa del conflitto d'interessi;
BERSANI: ... ma cosa ... è successo??
BOSSI: sono tutti terroni, lasciateli la';
CAPEZZONE: non è una tragedia è una grande opportunità ed è merito di questo governo e di questo premier;
FINI: mio cognato non c'entra.
4° giorno: TOTTI: dedicherò un gol a tutti i minatori.
5° giorno IL PAPA: faciamo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono vicini al tiavolo!!
6° giorno: cala l'audience, una finestra in Chi l'ha visto e da Barbara d'Urso che intervista i figli dei minatori: "dimmi, ti manca papà?'"
dal 7° all 30esimo giorno falliscono tutti i tentativi di Bertolaso, che viene nominato così capo mondiale della protezione civile. Dopo un mese, i minatori escono per fatti loro dalla miniera, scavando con le mani.
Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario.

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18 ottobre 2010

Report: soldi di tutti gettati al vento

Nuova polemica sulla rai pubblica.
Non bastasse Santoro che crede di poter disporre del microfono pubblico per propaganda di parte, ecco che, per non essere da meno, i redattori di una trasmissione chiamata “Report” confezionano una puntata sull’acquisto da parte di Silvio Berlusconi di una villa ad Antigua.
Poichè non siamo militanti delle cellule del pci/pds/ds/pd, non ci sfugge il tentativo di difendere Fini e la vendita dell’immobile monegasco donato ad An da una nobildonna, presentandoci un Berluscon de Berlusconi che moltiplica per venti il valore su cui si dibatte per l’appartamento di Montecarlo.
Peccato, però, che Berlusconi sia ricco di suo grazie alle sue idee, al suo spirito imprenditoriale, al successo delle sue iniziative.
La villa di Antigua è stata pagata con soldi suoi e non con l’eredità donata da qualcuno a Forza Italia e, spero sia ancora concesso, ognuno con i suoi soldi fa quello che gli pare.
Il servizio di Report diventa quindi una baggianata, prodotta esclusivamente per alimentare l’invidia dei piccoli e meschini omuncoli che sono contro Berlusconi per il solo fatto che ha successo.
Ognuno di noi, quando può, compra quello che può fornirgli le maggiori soddisfazioni.
C’è chi cambia il telefono cellulare ogni sei mesi, chi l’automobile ogni anno, chi ama investire i suoi soldi nella seconda e terza casa in montagna o al mare.
Tutto legittimo se è fatto con i propri soldi.
E da chi si compra il cellulare, l’auto o la casa non sono affari che riguardi il prossimo, purchè vi sia sufficiente attenzione nel non acquistare roba rubata.
Ma il servizio di Report potrebbe anche essere tollerabile in una televisione privata, dove possono spendere i loro soldi come pare loro, anche producendo banalità e baggianate per il solo scopo di cercare di screditare il prossimo (naturalmente deve essere liberamente consentita la reciprocità ...).
Non è invece tollerabile se è pagato con i soldi di tutti e, soprattutto, quando la maggioranza dell’editore (cioè la maggioranza del Popolo Italiano) si è espressa con estrema chiarezza a favore di Berlusconi.
Come elettore che avendo votato nel 2009 e nel 2010 per Lega e Pdl appartiene alla maggioranza editoriale della rai pubblica chiedo, quindi, che Report sia soppressa dalla televisione pubblica e trasmessa, se ne trovano una disponibile, in una televisione privata.
Oppure, ancora meglio, che sia abolito il canone e cessino tutti i trasferimenti di risorse dallo stato alla rai che si deve mantenere solo con gli introiti pubblictari.
Oppure ancora, e sarebbe la soluzione ottimale, che sia tout court privatizzata la rai.

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17 ottobre 2010

Con Fini niente accordi, trattative, vertici

Sono stupito dalla esternazione del Ministro Calderoli che propone un vertice tra Berlusconi, Bossi e anche Fini per un patto che porti a termine la legislatura.
A meno che quella di Calderoli non sia l'offerta di una mela avvelenata, la Lega si è giocata una buona fetta della mia fiducia.
Già dopo l'invenzione del Pdl Berlusconi fece l'errore di inglobare Fini, accettandone i veti contro La Destra e oggi vediamo a che punto siamo: Santanchè e Storace sono leali con il Centro Destra, mentre Fini è a caccia di farfalle per spodestare il Premier.
Credo rappresenti un grave errore avere come obiettivo la prosecuzione della legislatura perchè porta ad accettare troppi compromessi.
La legislatura deve essere uno strumento per legiferare, quindi un mezzo non un obiettivo.
Credo, viceversa, che si debba accelerare sulle riforme che diano identità al Centro Destra.
E' vero che la politica è l'arte del possibile e che per avere i numeri è necessario "guardare a ciò che ci unisce", ma questo deve essere realizzato attraverso grandi temi identitari.
Tasse
Ormai tutti sono d'accordo sul fatto che le tasse vadano diminuite.
Ma per realizzare ciò vi sono i furbetti delle gabelle che blaterano di lotta all'evasione (cioè solo una partita contabile sempre irrealizzabile) e di tasse sulle rendite finanziarie (cioè sui risparmi), sulle rendite immobiliari (cioè sulla casa) e tasse di scopo (cioè le vecchie "una tantum") nei casi di emergenze.
Poi sostengono tutte le richieste di spese pur di accalappiarne il voto, mentre la riduzione delle tasse passa necessariamente ed esclusivamente dalla riduzione delle spese e trasfromare le imposte spalmate su tutti in tasse sui singoli servizi pagati da chi quei servizi utilizza.
Invadenza dello stato
La vita dei cittadini è vessata da una miriade di divieti, invadente presenza dello stato.
Lo stato deve invece essere escluso il più possibile dalla nostra vita, diventando solo terzo che regola, con norme di carattere generale, la vita dei cittadini.
Federalismo
E' ora di finirla di drenare risorse dove vengono prodotte per finanziare iniziative fallimentari in altre zone dello stato unicamente per puntellare i politici locali.
Si attui un reale federalismo che avvcini gli amministratori locali ai loro amministrati, con i primi che abbiano il pieno controllo delle risorse prodotte in loco e su tale base attuare le politiche amministrative.
Immigrazione
Questa terra è la nostra terra.
Con le nostre Radici, le nostre Tradizioni, i nostri Costumi.
E' una terra già ampiamente popolata e nella quale possiamo ammettere pochi altri, ma selezionati tra chi vuole lavorare, integrarsi e non trasferire a casa nostra le sue usanze, magari con il retropensiero di tagliarci la gola.
Quindi sì al respingimento, si alle espulsioni degli illegali, si ad un fortissimo filtro sui nuovi arrivi.
Naturalmente no all'accoglienza "a prescindere", no alla cittadinanza facile, no al voto subito.
Integrità dei costumi
Uno stato che si rispetti, uno stato civile, poggia le sue fondamenta sulla integrità dei costumi.
Lo stato quindi deve essere a difesa della vita dei propri cittadini onesti, soprattutto di coloro che non sono più in grado di difendersi.
Uno stato che si rispetti deve essere anche a difesa della integrità dei costumi che verrebbe minata dall'accoglimento delle pretese di chi vorrebbe elevare a dignità di legge i capricci degli omosessuali o di chi vorrebbe legalizzare il consumo della droga.
Su tutto questo, cioè su cinque aspetti fondamentali di un qualsiasi progetto di società, come la pensano i finioti ?
Credo che quel gruppo agirebbe, strumentalmente, esattamente all'opposto di quella che è l'aspettativa degli elettori del Centro Destra.
E la loro posizione appare differente anche su un tema non secondario come è la giustizia.
A questo punto meglio andare al voto che cercare un compromesso con chi ha già dimostrato la sua inaffidabilità.
Non dobbiamo aver paura del voto, perchè dall'altra parte c'è una accozzaglia che, per vincere, dovrebbe far andare a braccetto Epifani e Marchionne, Casini e Di Pietro, Vendola e Menia: ma dove possono arrivare con un simile pastone ?
Se il Centro Destra, invece, rafforza la sua coesione identitaria, indipendente dall'esito del voto, il futuro sarà più roseo perchè saremo ampiamente davanti a chi non ha e non avrà mai nulla in comune se non l'odio verso Berlusconi.

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16 ottobre 2010

La nostra Libertà è gravemente minacciata

Un pugno di magistrati ideologizzati, in forza del solo fatto che hanno vinto un concorso pubblico si sentono autorizzati a cercare di ribaltare la volontà del Popolo Sovrano.
Un tribuno televisivo, pagato con i soldi di tutti, pretende di continuare a fare propaganda di parte dalle frequenze della televisione ancora, purtroppo, di stato e, non pago, si permette di realizzare il sogno di Fantozzi che è poi quel che qualsiasi lavoratore dipendente non potrebbe mai realizzare pena il licenziamento: mandare a quel paese in diretta "mondovisione" il proprio direttore generale.
Il capo di una minoranza religiosa impartisce l'ordine di approvare una legge liberticida e, come obbedienti soldatini, in modo bipartisan parlamentari e politici fanno "sì" con la testolina, rinunciando a quanto c'è di più sacro in una democrazia: la libertà di manifestare il proprio pensiero.
Come sono lontani i tempi in cui i "liberali" affermavano: non condivido quello che dici ma mi batterò fino alla morte per consentirti di dirlo !
La democrazia, la nostra Libertà non è in pericolo per la presenza di Berlusconi che, anzi, essendo ormai chiara l'ostilità nei suoi confronti di quella "sovrstruttura" di cui ha parlato l'intercettato segretario della Marcegaglia, ne è l'ultimo bastione, travolto il quale l'anarchia, la deriva morale e la sudditanza economica e politica dilagheranno in Italia.
Ma come si può pensare di vietare l'espressione di una idea, anche se è in contrasto con la vulgata generale ?
Non viene in mente che proprio l'ansia di reprimerla la rende credibile e ci porta sempre più a dubitare di quel che ci viene raccontato dalla storiografia "ufficiale e accettata" ?
E dove sono quelli che blateravano senza costrutto sul presunto bavaglio che sarebbe stato imposto perchè si voleva (giustamente) proibire le intercettazioni e la pubblicazione di racconti pruriginosi che riguardano solo la sfera privata delle persone ?
Non è ben più grave impedire la manifestazione di una idea e la ricerca della verità storica fondata sul libero confronto delle tesi ?
Ma, forse, chi fornisce la spartitura a chi si oppone al divieto delle intercettazioni ha in mente ben altro.
Le intercettazioni come metodo per scoprire, una volta che sarà legge il divieto delle idee, chi, anche in privato, manifesta pensieri difformi da quello comune e divenuto obbligatorio.
In sostanza la trasformazione della nostra libertà in un grande fratello orwelliano, dove i libri saranno modificati e bruciati, le fotografie ritoccate e la storia riscritta in funzione di quel che è utile al momento.
In cambio ci lasceranno l'acqua calda e la partita di calcio, ogni giorno, in diretta televisiva ...


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14 ottobre 2010

La miglior difesa è l'attacco

Così non va.
La tattica adottata da Berlusconi e dal Centro Destra per contrastare la sinistra, ormai strumento operativo nelle mani dei “poteri forti”, non mi piace.
Temo che in questo modo si vada alla sconfitta per stanchezza.
Vediamo che la sinistra rappattuma qualunque proposta e movimento pur di aggregare numeri.
Casini si spinge a dire, con grave offesa per il Popolo votante, che in parlamento esiste una maggioranza per un nuovo governo, mentre Fini dice e sostiene esattamente il contrario di quel che dovrebbe dire e sostenere uno di Centro Destra oltre a violare il patto con gli elettori che hanno espresso la volontà di Berlusconi Premier e, soprattutto, dei comunisti fuori dal potere.
Bersani, poverino, dice di sì a tutto: alle tasse, all’udc, a Di Pietro, persino all’invotabile Vendola.
I “poteri forti”, la misteriosa “sovrastruttura” citata dal segretario della Marcegaglia, continuano a ispirare i commenti dell’85% della stampa italiana e chi canta fuori dal coro vede le sue sedi perquisite, i suoi direttori oggetto di misteriosi presunti attentati e le sue inchieste (frutto di un vero giornalismo) bollate come dossieraggio da chi non ha il coraggio e l'onestà intellettuale di liberarsi dalle veline del potere "sovrastrutturale".
In Rai i nostri stipendiati pensano di usare i nostri stessi soldi contro di noi e si permettono di mandare a quel paese (con espressione volgare) il Direttore Generale che rappresenta la volontà della maggioranza, quindi del Popolo e se puniti fanno i martiri: sfido chiunque a fare altrettanto in mondovisione verso il proprio direttore generale o equipollente (primario, preside, presidente di tribunale ...) per verificare con mano le conseguenze.
A fronte di tutto ciò che rappresenta una guerra aperta contro il Governo espressione della volontà popolare, il Centro Destra sembra timoroso di reagire e le uniche certezze arrivano da azioni dirompenti di singoli leghisti, che dimostrano di possedere quegli attributi che sembrano mancare a Roma, come il sindaco di Adro.
La politica del Centro Destra mi ricorda quella del “contenimento” teorizzata dai presidenti americani fino a Reagan e dimostratasi fallimentare.
Con tale politica ci si accontentava di ripetuti accordi, in ognuno dei quali si cedeva qualcosa.
Poi arrivò Reagan che non ebbe paura di mostrare i muscoli, fronteggiare l’Urss e, così, fece cadere tutta la costruzione comunista.
Da noi è uguale.
Oggi una marcia indietro su un provvedimento, poi la conferma della finiota Buongiorno a presidente della commissione giustizia, poi una presa di distanza da Feltri, e così si galleggia, cedendo ogni giorno qualcosa.
Berlusconi dovrebbe imparare da Reagan, rischiare lo scontro per sperare di vincere subito o, male che vada, non avere paura di perdere tanto quell’armata Brancaleone (chiedendo scusa al personaggio cinematografico ben più serio) non riuscirebbe a governare perchè, come ha titolato ieri Libero, ha più culi che poltrone dove sistemarli.
L’importante è non siglare più accordi con persone non affidabili.
Si vada allo scontro, ora e si provochi una decisione chiara del Popolo Sovrano.
Con il “contenimento” si attuerebbe solo la bollitura a fuoco lento del Centro Destra e la sconfitta futura per stanchezza da parte dei nostri stessi elettori, non certo per le proposte della sinistra che, però, troverebbero spazio e, così, avremmo la più completa deriva morale ed economica della nazione.

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13 ottobre 2010

La rabbia serba non è immotivata

Ieri sera mi ero attrezzato per guardare la partita dell’Italia contro la Serbia: il telefono staccato, una decina di pizzette di Atti, un calice di vino, la pipa carica, sprofondato in poltrona.
Invece di una partita di calcio ho visto un altro spettacolo: la protesta della tifoseria serba.
Una protesta violenta, incivile, penalizzante per la stessa squadra slava che presumibilmente perderà l’incontro a tavolino e forse sarà anche esclusa per qualche anno dalle competizioni europee.
Una protesta innescata da una motivazione futile (la sconfitta casalinga contro l’Estonia) ma che ha radici più profonde e non del tutto immotivate.
Io mi ricordo il periodo in cui, morto Tito e crollato il muro, la Jugoslavia fu dilaniata da scontri etnici e religiosi.
Mi ricordo che la prima ad andarsene fu la Slovenia, forte della sua maggior distanza da Belgrado e vicinanza all’Occidente.
Qualche scaramuccia per poi ottenere l’indipendenza.
Poi fu la volta della Croazia.
Qui ci fu vera guerra, anche se limitata e anche qui si concluse con l’indipendenza.
Quindi ci provò la Bosnia.
E qui lo scontro divenne rovente, i massacri, d’ambo le parti, si sprecarono e furono solo le interferenze di altri stati che portarono alla indipendenza della Bosnia, ma con un primo significativo vulnus per i serbi.
Alla Serbia fu imposto di accettare l’indipendenza di Slovenia, Croazia e Bosnia nel nome dell’autodeterminazione dei popoli, ma non fu concesso ai serbi di Bosnia di creare un loro specifico stato.
Ai serbi di Bosnia non fu riconosciuto il diritto all’autodeterminazione.

La situazione si aggravò con l’imposizione della autonomia e poi addirittura dell’indipendenza per il Kossovo.
Il tutto condito da proditori bombardamenti, anche sulla capitale Belgrado, di cui fu parte l’Italia di D’alema.
Mi sembra che motivi per essere incazzati i serbi li abbiano, esattamente come possiamo averli noi nei confronti di sloveni e croati e, più in generale, degli slavi, per lo scippo e la pulizia etnica effettuata in terre italiane come la Dalmazia, l’Istria e Fiume.
Del resto non risale a più di due anni fa la gazzarra slovena allo stadio Nereo Rocco di Trieste, una autentica provocazione antitaliana non adeguatamente sanzionata e che, in un certo senso, sposta parte della colpa di quel che è accaduto ieri sull’Uefa.
Se a questo aggiungiamo le continue pressioni di quella “sovrastruttura” internazionale che tende a sottrarre la sovranità ai popoli, imponendo loro comportamenti e discipline decisi altrove (ma non si sa bene dove e a che titolo) allora vediamo che il nazionalismo serbo, che altro non è che il normale e legittimo nazionalismo che sta riemergendo in tutti le altre patrie d’europa, ha ulteriori motivazioni per eccitare gli animi.
Senza voler assolvere i facinorosi che ieri hanno, loro, dato spettacolo a Genova, non possiamo quindi condannare le motivazioni profonde che muovono, più in generale, i serbi (e non solo) verso una ribellione nei confronti di comportamenti, norme, obblighi eteroimposti, perchè quel che vogliono fare ai serbi è già in corso nei nostri confronti con tutti i lacci e lacciuoli che sono imposti dall’unione sovietica europea.
La nostra reazione è più civile, moderata, si manifesta essenzialmente con il voto , ma questo deriva da una base di partenza più favorevole, giacchè mentre i serbi erano soggiogati dal tallone comunista, noi potevamo migliorare le nostre condizioni di vita grazie al sistema liberaldemocratico.
Ma non culliamoci sugli allori, perchè se venisse meno il nostro benessere, verrebbe meno anche il nostro maggior aplomb.

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11 ottobre 2010

Progetti concreti vs parassitismi parolai

La sinistra ha una unica ossessione, un incubo con tanto di nome e cognome: Silvio Berlusconi.
A sinistra sono talmente condizionati dal Cavaliere, da sposare qualsiasi causa purchè sia di ostacolo all’azione del Premier.
Così leggiamo le baggianate di Bersani sul governo degli sconfitti, la santa alleanza, il cln antiberlusconiano con dentro tutti, il superbonus di 3mila euro anche per i neonati figli di immigrati cui si vorrebbero spalancare le porte della Nazione e il conto da pagare da presentare agli Italiani sotto forma di aumento o ripristino delle tasse sui risparmi e sulla casa.
Tutto ciò non è progetto, perchè da tale disordine deriverebbero solo utili stratosferici per i “poteri forti” internazionali, quella “sovrastruttura” che vuole ostacolare Berlusconi e di cui parlava nelle intercettazioni il segretario della Marcegaglia che, oggi, cerca di sminuire tutto a sue ipotesi.
Tolto l’antiberlusconismo cosa resta?
Un miscuglio di pretese, di regalie, di promesse, di proposte che rappresenterebbero la più totale deriva, morale ed economica, della nazione.
E’ bene quindi ricordare perchè i politici vengono votati.
I parlamentari occupano quel seggio per rendere l’Italia più sicura e gli Italiani più ricchi.
I parlamentari occupano quel seggio per aumentare il nostro Benessere e per difendere la Vita e le Proprietà degli Italiani.
I parlamentari occupano quel seggio per garantire la Sovranità Nazionale e Popolare e dare più Indipendenza e Libertà agli Italiani.
I parlamentari occupano quel seggio per difendere gli Italiani più deboli o impossibilitati a farlo da soli e per dare alle nuove generazioni di Italiani quelle basi morali ed etiche che consentano loro di essere orgogliosi della nostra Storia, delle nostre Radici, delle nostre Tradizioni, perchè le coltivino e le tramandino alle generazioni successive in uno con la proprietà esclusiva della nostra Terra.
Tutte queste esigenze le troviamo nel programma e negli atti del Centro Destra.
Meno tasse per rendere gli Italiani più ricchi e aumentarne il Benessere.
Severa politica dell’immigrazione per rendere l’Italia più sicura e tramandare ai posteri proprietà e sovranità.
Federalismo per renderci più consapevoli ed orgogliosi delle nostre tradizioni e radici.
Regole precise perchè siano rispettati quei limiti etici e morali che differenziano una società depravata e decadente, da una forte e in crescita.
Non sono aspetti che troviamo solo in Italia, perchè gli esiti elettorali in tutte le nazioni europee, ultimo nelle elezioni locali a Vienna, ci dicono che questi nobili sentimenti sono in forte crescita ed animano un numero di persone sempre crescente.
Chi riuscirà per primo a tradurre in realtà costante tali premesse, quello sarà in grado di consegnare alla sua nazione il primato ed il ruolo guida del futuro.
Appare quindi chiaro come l’ossessione antiberlusconiana della sinistra non sia solo miope e senza alcun respiro progettuale, ma sia anche contraria agli interessi nazionali perchè frena l’Italia quando avremmo invece bisogno di accelerare sulla strada indicata dal Premier e dalla Lega.
Se vogliamo stare bene, noi e i nostri figli, dobbiamo spazzare via le furbizie, i tatticismi, i parassitismi parolai, per percorrere con decisione quella strada che, ancora con troppa timidezza, è stata iniziata dal Centro Destra e da Berlusconi.

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10 ottobre 2010

Il fisco secondo la sinistra:più gabelle per gli Italiani

Non c'è niente da fare.
Quando si parla di fisco la sinistra conosce solo una parola: tasse.
Quando è al governo aumenta le aliquote (come nel 2006), appioppa sovrattasse (come il 5% catastale del 1996) o istituisce tasse straordinarie (che oggi si chiamerebbero "di scopo") come quella sull'europa.
Quando è all'opposizione si straccia le vesti perchè il Centro Destra riduce di poco (i famosi 40 euro medi del 2005 che Fassino con disprezzo paragonava a" un caffè al giorno", sarà anche stato così, ma poi lui e i suoi le aumentarono di ben più che un caffè al giorno ...), pretende chissà quali riduzioni e quando le si chiede come fare senza tagliare selvaggiamente quelle stesse spese che la sinistra aveva gonfiato per accontentare tutte le sue clientele, estrae il solito coniglio (ormai bollito) dal cappello:
lotta all'evasione
tasse sulle rendite finanziarie e immobiliare (cioè sui risparmi e le case).

Così non c'è speranza che la sinistra pensi ad un progetto per il futuro dell'Italia che non sia schiavo della sottrazione di denaro a chi lo ha legittimamente guadagnato per distribuirlo a chi spesso non fa nulla per guadagnarlo.
Giovedì scorso il Governo ha dato attuazione ad una prima parte del federalismo fiscale.
La sinistra ha gridato all'aumento delle tasse.
Perchè ?
Perchè lo stato ridurrà l'Ire e, in parallelo, concede alle regioni la possibilità di aumentare la loro tassazione.
Il saldo finale per i cittadini non cambia.
Anzi vi saranno regioni che, non applicando l'aliquota massima di aumento concesso, ridurranno il peso fiscale sui loro cittadini.
Ed è proprio quello che fa paura alla sinistra, perchè saranno le regioni "virtuose" (rectius: le regioni i cui cittadini hanno eletto amministratori capaci) a ridurre le tasse ai propri cittadini.
Là dove, invece, le spese sono state gonfiate, magari finanziando corsi per veline o aiuti a Cuba, i cittadini pagheranno di più e, tutto sommato, meriteranno di pagare di più, anche se tale onere dovrebbe essere individuato, ove fosse possibile, nei confronti di chi quegli amministatori ha votato.
La sinistra sa che le impostazioni ideologiche dei suoi aministratori sono costate miliardi ai cittadini, di soldi prelevati dalle loro tasche che non si sono trasformati in servizi.
Così attuano un fuoco preventivo per poi giustificare, addossando la responsabilità al federalismo, la scelta che faranno, prevalentemente a sinistra o nelle regioni che solo questo anno sono andate al Centro Destra, di utilizzare il massimo dell'aumento concesso.
La sinistra ha la pessima abitudine di spendere e spandere soldi che non ha e che si ritiene in diritto di prelevare dalle nostre tasche.
E' una mentalità così perversamente naturale a sinistra che abbiamo visto due sindacati (cisl e uil) manifestare per la riduzione del peso fiscale.
Che bello, diremmo tutti, finalmente anche uno dei maggiori centri di spesa si converte alla riduzione delle tasse !
Poi, andando a leggere, vediamo che la loro tesi non è ridurre le tasse, ma spostarne il peso su chi, a loro dire, fruirebbe di rendite finanziarie.
Le rendite finanziarie, mettiamocelo tutti bene in testa, sono i nostri risparmi, quello che resta dei nostri guadagni già ampiamente taglieggiati da ogni sorta di gabella.
E questi, "nel nome dei lavoratori" , vorrebbero aumentare il taglieggiamento sulle rendite che riusciamo ad ottenere dai nostri rispamri !
E' una posizione che trova conferma nella riunione del pci/pds/ds/pd di Varese, dove Bersani ha proposto, oltre alla solita baggianata di un governo degli sconfitti delle urne in totale spregio dei cittadini elettori e della Sovranità Popolare, la cosidetta formula "20-20-20" in campo fiscale.
20% come aliquota minima rispetto al 23% che il suo Visco ha introdotto con il governo Prodi del 2006.
20% di recupero dall'evasione fiscale (cifra sparata a capocchia, perchè se si conosce dove c'è la evasione fiscale il recupero deve essere del 100%, non limitarsi al 20 !).
20% - rieccolo ! - di aliquota per tassare le rendite finanziarie, cioè i nostri risparmi, rispetto all'attuale 12,5%.
Insomma: non ci riescono a non pensare di metterci le mani in tasca.
Sembrano cleptomani in crisi di astinenza e non vedono l'ora di tornare ad esercitarsi in quel che loro riesce meglio: sottrarci il nostro denaro per spendere loro quel che loro non è.
Ma Bersani la spara ancora più grossa: superbonus di 3mila euro ai neonati.
Idea geniale !
Bersani propone di regalare 3mila euro anche agli immigrati (che figliano come conigli) e come copertura finanziaria (poichè la lotta all'evasione è solo una patacca) vuole tassare i risparmi e le case degli Italiani.
Poi non si lamenti se crescono in tutta europa (e anche in Italia) le istanze e i consensi per quei partiti che a sinistra si ostinano a definire "razzisti" o "xenofobi", ma in realtà hanno solo i piedi per terra e vogliono difendere le nostre patrie da chi cerca di sottrarci le nostre terre e da chi, al nostro stesso interno, è pronto a svenderci per un pugno di voti.
Ultimamente la sinistra ha aggiunto un posto a tavola nella speranza di ricreare una "gioiosa macchina da guerra" per eliminare Berlusconi per "governare" con le "idee" che abbiamo visto..
Sarebbe interessante che le domande oggi proposte ne "Il Giornale" trovassero risposta puntuale.
La terza riguarda per l'appunto Fini e la sua svolta antiberlusconiana.
La posizione super partes della terza scarica dello stato è ormai ampiamente una barzelletta che non fa ridere, soprattutto quando il signor Fini blatera sul fatto che degli immigrati, regolari o illegali, deve farsi carico "lo stato".
Singolare sintonia con Bersani, sembra il frutto di una imbeccata strategica studiata a tavolino di cui i due soggetti non sono altro che i portavoce ...
Cosa vuol dire ?
Che dobbiamo grattarci in tasca anche per far trovare l'acqua calda a chi viene in Italia senza essere invitato e, magari, con il retropensiero di tagliarci la gola e prendere il nostro posto (e le ricchezze che i nostri padri hanno costruito e noi abbiamo l'obbligo di lasciare ai nostri figli) ?
Sì, perchè "lo stato" non è una entità astratta, estranea.
Lo stato siamo noi.
Siamo noi che votiamo (anche se poi gli eletti pretenderebbero di fare di testa loro) e siamo noi che finanziamo, con le nostre tasse, tutto ciò che fa lo stato.
Ma se ne faccia carico lui, ospitandoli a casa sua, in Italia o ... altrove !

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08 ottobre 2010

Le ragazze dello swing

Una decina di giorni fa Rai1 ha trasmesso, nella formula della “miniserie in due puntate” la storia del Trio Lescano.
Tre ragazze olandesi che negli anni trenta trovarono il successo in Italia.
Non sono un esperto di musica, ma il ritmo e la vocalità del Trio Lescano mi ha sempre affascinato, anche se il loro (raro) ascolto risaliva agli anni dell’infanzia ed era indissolubilmente legato a quei ricordi.
Certe canzoni, però, oltre ad averle ascoltate in quegli anni sono rimaste nell’immaginario collettivo e spesso riproposte nelle riviste, nei caroselli e nei varietà televisivi.
Dire “Tuli-tulipan” o”Maramao perchè sei morto” significa far scattare in tutti un ritornello facilmente orecchiabile.
Un anno fa ho anche trovato una serie di cd con le canzoni del Trio Lescano, così ho registrato e mi sono, due sere fa, accostato con interesse alla miniserie televisiva che ho guardato in una unica soluzione.
La prima parte, ascesa e apice del successo, è decisamente piacevole.
Le attrici sono state ben scelte e tutti i personaggi esprimono con adeguata espressività il ruolo ricoperto.
Le canzoni, non originali ma interpretate, se non vado errato, da un trio vocale moderno, confermano la spensieratezza e l’allegria che era la base del grande successo del Trio Lescano e che era specchio del periodo.
La seconda parte, se mantiene la caratteristica per quanto riguarda gli interpreti e le canzoni, scade decisamente nell’affresco politico.
Nonostante la produzione fosse affidata alla casa di Barbareschi, i personaggi Fascisti vengono disegnati con il tipico stereotipo che si usa quando si vuole ridicolizzare qualcuno e non va ad onore di chi lo fa continuare a maramaldeggiare su chi ha perso la guerra.
Forse Barbareschi ha voluto accreditarsi nel suo nuovo ruolo di finiota e, chissà, se qualche riferimento all’attualità si può trovare nella scena finale dove un Fascista coerente con se stesso affronta con dignità, a viso aperto la morte per mano dei partigiani, mentre un altro, dopo aver ucciso un civile ed aver scambiato i suoi vestiti con quelli del morto, si aggrega ai partigiani cantando “bella ciao”.
Resta il fatto che ancora l’epoca Fascista viene rappresentata in modo non conforme a quella realtà che, ormai, molti di noi conoscono solo per sentito dire e che, comunque, io mi ricordo dai racconti di mio padre ben diversa da quella che ci viene propinata dalla comune vulgata resistenzialista.
Con tali riflessioni mi è venuto in mente il fortunato romanzo degli anni sessanta scritto dal pluriministro socialdemocratico Luigi Preti “Giovinezza Giovinezza”.
Un bel romanzo, diviso in tre parti, in cui la prima era un affresco sicuramente positivo dell’epoca Fascista, mentre gli altri due la situazione che andava deteriorandosi con la guerra e la sconfitta imminente dell’Italia, con una ampia concessione alle istanze antifasciste.
Complessivamente”Le ragazze dello swing” è stata comunque una miniserie interessante e superiore a tanta paccottiglia che vediamo in televisione.
Con un piccolo sforzo, con una maggiore indipendenza di giudizio rispetto agli stereotipi, credo che il nostro cinema e la nostra televisione possano aprire un prezioso scrigno, celebrando a dovere un passato recente che ha tanti aspetti positivi e, ai più, sconosciuti unicamente per ragioni ideologiche.

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07 ottobre 2010

Magistrati legislatori? Prima ottengano il consenso popolare

Il tribunale di Firenze ha nuovamente inviato alla corte costituzionale la legge 40 del 2004, confermata anche dal referendum radicale del giugno 2005, che regola la fecondazione assistita.
Questo non è un post sulla legge che presupporrebbe una conoscenza sulla materia regolata che non ho e che, evidentemente, non trova concordi neppure i medici visto che esistono tesi contrapposte.
La questione è di gran lunga più importante: può una casta elitaria cancellare quello che decidono in parlamento gli eletti del Popolo ?
Può una minoranza imporre la sua volontà alla maggioranza ?

Fino a quando i magistrati italiani si riterranno investiti del diritto di decidere che il Popolo sbaglia e, quindi, a cambiare quel che la maggioranza elettorale decide ?
Credo che la risposta sia chiara a tutti: non c’è fonte superiore della Sovranità Popolare e se una costituzione è costruita in modo tale da consegnare ad un gruppo ristretto la possibilità di ribaltare la volontà della maggioranza, quella è una costituzione da archiviare.
In Italia, da circa venti anni, vediamo che i magistrati (rectius: una minoranza di essi peraltro nel silenzio degli altri) si sono arrogati il diritto di cancellare, tagliuzzare, modificare in base alle proprie interpretazioni ideologiche le leggi che vengono approvate dal parlamento, cioè dalla maggioranza di chi rappresenta la Sovranità Popolare.
Per alcuni anni hanno potuto farlo con la colpevole complicità di una classe politica inetta, screditata, debole e paurosa.
Ma da quasi 17 anni, con la discesa in campo di Berlusconi, la situazione è cambiata e al governo c’è un Premier e una maggioranza che sanno quello che vogliono.
Lo sanno talmente bene che l’opposizione assente si è completamente rimessa a quei magistrati per ostacolarne l’azione.
Accade così quando si vogliono far pagare i servizi a chi li usa e non a tutti, quando si vogliono bloccare gli sbarchi illegali, quando si vogliono espellere gli immigrati clandestini e/o che delinquono.
Accade così quando si vuole riformare la giustizia perchè persegua i criminali (quelli veri ...) applicando le leggi e non interpretandole in una anarchia del diritto o, peggio ancora, costruendo teoremi per imbrigliare- se non per eliminare – gli avversari politici della propria fazione.
E accade così anche per le cosiddette “questioni etiche” che richiedono un intervento legislativo dello stato per evitare che si arrivi ad una manipolazione genetica che si sa dove inizia ma non dove possa arrivare o per conservare quei costumi che rendono sana una società e non trasformarla in una comunità di viziosi.
Quel che stupisce è il silenzio, imbarazzante e presumo imbarazzato, di quella grande maggioranza di magistrati seri che pensano solo a lavorare, ma che lasciano ad una minoranza chiassosa e desiderosa delle luci della ribalta, la possibilità di esternare ed intervenire con ripetute invasioni di campo in campo legislativo, screditando e delegittimando l'intera azione della magistratura che dovrebbe essere istituzione super partes e fondamentale per regolare la vita civile di una nazione.
Se alcuni magistrati si reputano all’altezza di legiferare, si candidino alle elezioni, costituiscano un partito e chiedano l’investitura popolare.
Ah, è vero, uno ci sta già provando, ma non sembra che il Popolo gli riconosca quel diritto a legiferare che lui pretenderebbe (per investitura divina ?) e allora fino a quando continueranno nella manfrina di ribaltare con le loro capziose interpretazioni la Sovranità che appartiene solo e soltanto al Popolo.


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06 ottobre 2010

Cacciare Berlusconi non è un programma di governo

Noi Italiani abbiamo la fortuna di essere nati nel posto più bello al mondo.
Nonostante le gufate dei catastrofisti ecoambientalisti, nonostante le simpatiche lamentele che si tramandano da padre in figlio (“non ci sono più le stagioni di una volta”) da noi l’estate, l’autunno, l’inverno, la primavera, hanno, tutte, le loro caratteristiche e le loro piacevolezze.
Ed ogni stagione ha il suo fascino e la sua funzione che viene salutarmente recepita dal nostro corpo, nel fisico e nell’anima.
Abbiamo quindi bellezze naturali ed una storia ed una tradizione culturale che è la più gratificante che un Popolo possa avere.
Abbiamo prodotti alimentari, abbiamo laboriosità produttiva in larghi strati della popolazione.
Potenzialmente siamo la nazione più ricca al mondo grazie a tale complesso di elementi (naturali, storici, etnici).
Il buon Dio, però, non ha evidentemente voluto concedere a noi Italiani troppo vantaggio e, così, per renderci la vita meno facile, ci ha anche dato un esasperato individualismo.
Nessuno di noi riconosce con facilità i meriti altrui e quindi siamo sempre più pronti a criticare e ad ostacolare che a collaborare nella realizzazione di opere concrete.
Pensate a quanto saremmo più ricchi se non ci fosse stata la continua demolizione di ogni progetto politico e produttivo (a cominciare, ad esempio, dallo stolto rifiuto delle centrali nucleari).
In politica le caratteristiche degli Italiani vengono elevate all’ennesima potenza, nel bene e nel male.
Siamo riusciti a ritrovare una unità perduta grazie a uomini come Cavour e Vittorio Emanuele II, ma siamo anche riusciti a elevare muri invisibili ed ormai invalicabili tra Nord e Sud.
Siamo riusciti a vincere una Grande Guerra che completò la nostra unità, ma socialisti e comunisti riuscirono a negare tale successo creando i presupposti per l’avvento del Fascismo.
Siamo risorti dopo una guerra persa malamente e nella vergogna, abbiamo creato il boom degli anni sessanta, ma nello stesso tempo abbiamo alimentato il più grande partito comunista dell’Occidente che ha costantemente boicottato la nostra crescita, con le sue diramazioni sindacali e l’infiltrazione nella scuola e nelle istituzioni, oltre a sposare tutte le cause che potessero demolire i costumi e le tradizioni italiche.
Siamo riusciti a vedere, restando liberi, il fallimento del comunismo, ma siamo arrivati al punto che è dovuto scendere in campo un imprenditore allora quasi sessantenne per impedire che i comunisti, sopravvissuti al crollo della loro ideologia, conquistassero il potere anche se un democristiano, “cattolico adulto”, ha poi consumato quel misfatto che il Popolo aveva sempre evitato: comunisti al governo.
Adesso invece di occuparci di questioni importanti (tasse, immigrazione, federalismo, giustizia, sicurezza) si pensa a quale legge elettorale scrivere per impedire la vittoria elettorale di Berlusconi, si pensa ad una legge sul c.d. “conflitto di interessi” per impedirgli anche di candidarsi (non sia mai che riesca comunque ad ottenere troppi voti ...) in una cacofonia di aspiranti tenori, ognuno dei quali pensa a se stesso come al direttore di orchestra, senza però averne le qualità, ma solo l'ambizione.
Le tasse vanno ridotte (e senza aggiungere : tassiamo le rendite finanziarie, cioè i risparmi, e quelle immobiliari, cioè le case) ?
L’immigrazione va fermata e gli illegali espulsi senza “se” e senza “ma” ?
Il territorio deve poter godere delle ricchezze che produce grazie anche alla laboriosità dei suoi cittadini ?
I magistrati devono applicare le leggi o possono spaziare con teoremi e interpretazioni a loro piacimento (tanto chiunque può elaborare una tesi e difenderla con ragionevole logica) ?
I cittadini hanno il diritto primario alla propria incolumità ed alla protezione della loro proprietà ?
Sono le questioni che interessano il Popolo e le risposte a quelle domande, semplici, non possono essere la legge elettorale o il conflitto di interessi.
Cacciare Berlusconi non è un programma di governo, non è una priorità, non è neppure un punto residuale di un serio programma di governo e tantomeno di un progetto di società.
E’ solo un interesse per i vecchi funzionari di partito perchè possano riappropriarsi della macchina dello stato nel loro esclusivo interesse ed espropriando il Popolo dalla scelta diretta di chi deve governarlo.

CONSIGLI PER LA LETTURA. Ancora una volta Marcello Veneziani ci fornisce, con la sua scrittura chiara e diretta, un indirizzo politico e culturale. E' caldamente consigliata la lettura del suo articolo, pubblicato oggi ne Il Giornale e ripreso da Elly qui


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05 ottobre 2010

O Berlusconi o la deriva

Posso cercare di comprendere le (differenti) ragioni che animano l’ostilità di ben determinate categorie e persone nei confronti del nostro Premier.
I comunisti (ex, neo, post, vetero che sia, con qualunque nome si presentino) come con grande onestà confessò Bertinotti, odiano il Cavaliere perchè, dopo una vita passata e spesa a fare volontariato gratuito per le feste di partito e la vendita porta a porta dell’Unità, pensavano di raggiungere l’obiettivo di impossessarsi dell’Italia nel 1994, al seguito del giustizialismo togato, ma furono sconfitti dalla sua discesa in campo e dovettero rifugiarsi tra le braccia del mortadellone reggiano.
I democristiani di sinistra e non perchè Berlusconi ha dimostrato che si può governare (e anche bene) senza ricorrere a continui compromessi con i comunisti.
I magistrati perchè pensavano, dopo aver spazzato via una intera classe dirigente debole e rinunciataria, di poter mettere sotto tutela la democrazia e si trovano a dover fronteggiare una persona che non arretra e non si spaventa davanti ai loro teoremi.
I dipendenti pubblici perchè pensavano di aver vinto un terno al lotto e di campare di rendita, grazie alle complicità politiche, lasciando ai dipendenti privati l’onere della produttività.
I clericomarxisti perchè Berlusconi rappresenta quel liberalismo di massa, unito alla difesa dei Valori Umani che loro credevano essere rigidamente collegati al pauperismo e al bigottismo religioso.
I meridionalisti perchè pensavano di continuare a drenare risorse dal Nord per alimentare le loro clientele e i loro affari mascherati da assistenzialismo.
Gli intellettuali perchè non possono sopportare che esista una vera democrazia dove sia il Popolo – e non loro nel chiuso delle loro elitarie e snobistiche conventicole - a decidere chi governa e quali siano le priorità di governo.
I politici stranieri perchè non tollerano che l’Italietta di una volta sia diventata l’Italia di oggi e si sia riscattata con le missioni militari, con i contributi alla difesa della Civiltà e con una presenza marcata ad ogni incontro internazionale.
L’elenco potrebbe continuare citando tutte le micro lobbies che, con la presenza di un Governo Berlusconi, non condizionabile dai luccicanti specchi degli affari e del denaro (visto che il Premier è uno degli uomini più ricchi del mondo, con un passato professionale di grande successo e non ha alcuna necessità nè di affermazioni in campo lavorativo, nè di accumulo di denaro per se stesso e la sua famiglia) vorrebbero tornare alla vecchia politica in cui hanno sguazzato per decenni.
Vi sono poi le antipatie e le incompatibilità personali, soprattutto da parte di chi non ama essere riconoscente e ambirebbe a ricoprire il ruolo che è di Berlusconi: ma mancano loro le qualità, le capacità, il denaro proprio e un passato professionale estraneo al funzionariato partitico.
Così non trovano di meglio da fare che ostacolare il Premier e cercare di impedirgli di realizzare quel che potrebbe, danneggiando tutti noi.
Ma il Popolo, quello vero, quella maggioranza di Italiani che non schiatta di invidia nel sentir nominare Berlusconi e, anzi, ne apprezza l’indipendenza e l’intraprendenza, sanno che quei temi che toccano direttamente la nostra vita quotidiana sono meglio garantiti da Berlusconi rispetto a chiunque altro.
Lavoro, giustizia, tasse, immigrazione, sicurezza, Valori questo è ciò che interessa e questo è ciò che Berlusconi può e deve dare, mentre per i suoi oppositori rappresenterebbe la fine delle loro ambizioni ad emergere.
Lavoro perchè rende indipendente il giudizio di chi lo ha.
Giustizia perchè la certezza del diritto, l’applicazione delle leggi senza interpretazioni o teoremi, la terzietà dei magistrati garantisce il regolare svolgimento dei rapporti sociali.
Tasse perchè meno lo stato mette le sue mani nelle nostre tasche, più siamo liberi.
Immigrazione perchè fermare l’invasione ed espellere gli illegali e chi delinque significa rispettare il nostro passato, le nostre Radici e garantire un futuro ai nostri figli sulla stessa terra che ci è stata consegnata dai nostri padri.
Sicurezza perchè è il compito primario di uno stato garantire l’incolumità e la proprietà dei suoi cittadini, è lo scopo per cui un gruppo di persone si riunisce, rinunciando a parte delle proprie prerogative individuali.
Valori perchè senza principi fondanti positivi nessuna società è destinata a sopravvivere, quindi è necessario il rispetto della Vita dal concepimento alla morte e della Famiglia fondata sulla unione di un uomo con una donna.
Per quanto siano riusciti ad instillare l’odio nei confronti di Berlusconi, i suoi oppositori non sono in grado di proporre nulla di meglio su tali temi fondamentali e, anzi, spesso sostengono il contrario di quel che appartiene al sentimento del Popolo.
Per questo l’alternativa resta, ancora una volta: o Berlusconi o la deriva.

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04 ottobre 2010

Dedicato ai Ministri Calderoli e Prestigiacomo

In questo inizio di autunno, umido e freddo, approfitto del blog per lanciare un messaggio a Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione e a Stefania Prestigiacomo, ministro per l'ambiente.
Il 26 agosto 1993 Scalfaro, allora, per nostra sfortuna, presidente della repubblica, emanò un DPR il nr.412 che, raccogliendo precedenti disposizioni in materia, disciplinava l'uso del riscaldamento domestico.
Al caldo del suo Quirinale, il signor Scalfaro, con l'approvazione dell'allora presidente del consiglio Carlo Azeglio Ciampi che, come noto, ancora per nostra sfortuna, sarebbe divenuto il suo successore, decise che gli Italiani dovevano risparmiare energia.
Scalfaro decise che gli Italiani sprecavano troppo.
Scalfaro decise che lo stato, superiore Moloch, dovesse intervenire per ridurre alla ragioni quei discoli dei cittadini italiani.
Così decise di dividere l'Italia in sei zone, con periodi, tempi ed orari di accensione prefissati per legge.
Con la tipica mentalità pauperista che ritroviamo nei "cattolici adulti" e nei comunisti, Scalfaro e Ciampi decisero che gli italiani di certe zone non potevano avere freddo in casa prima di una certa data che per Bologna è il 15 ottobre.
E non potevano avere freddo in casa tra le 23 e le 5 e, comunque, dalle 5 alle 23, non potevano avere freddo per più di 14 ore nelle quali, uniche, sarebbe consentito accendere il riscaldamento.
Le altre 4 ore, che si aggiungono alle 6 intercorrenti tra le 23 e le 5, per legge non si ha freddo.
Scalfaro e Ciampi volevano piegare al loro volere le stagioni.
Ma, come tutti vediamo, non è così e se lo scorso anno ottobre fu un mese gradevole almeno fino al 18, questo anno l'umidità e il freddo portano una temperatura nelle case inferiore a quei 18 gradi che, persino secondo Scalfaro e Ciampi, sono il minimo (ma li vorrei vedere starsene in casa a 18 gradi costanti ... anzi vorrei che venisse loro imposto per legge !).
Ma non si può accendere.
Invero chi ha il riscaldamento autonomo accende alla mattina e alla sera e buonanotte ai talebani dell'ambientalismo.
E fanno benissimo, perchè il riscaldamento si accende quando è freddo, non quando una legge dice che "si può" aver freddo solo da una certa data.
Così come, sempre chi ha un riscaldamento autonomo, lo regola nelle ore e con la temperatura che più gli aggrada.
E fa ancora bene, perchè la temperatura ambientale non è percepita in egual modo da tutti.
Gli altri ... beh, gli altri, il Popolo del riscaldamento centralizzato, si arrangia e si arrangia in genere con gli scalda ambienti elettrici, aumentando così il consumo di elettricità.
Alla faccia del risparmio energetico che sarebbe la fonte del Dpr scalfariano.
Ma fanno bene: perchè loro devono sopportare umidità e freddo ?
Allora qual'è l'appello a Calderoli e Prestigiacomo ?
Abolire quei limiti sciocchi e frutto di una mentalità oppressiva che vede nel cittadino una persona che deve essere comunque oppressa e vessata.
Ma, soprattutto, frutto di un equivoco stupido e falsato dalla propaganda ambientalista, perchè devono dirci quale risparmio ottengono tenendo spenti per legge i riscaldamenti centralizzati mentre i cittadini fanno andare a tutta manetta gli scalda ambienti elettrici.
E nel momento in cui vorrebbero obbligarci persino a controllare quello che mangiamo (perchè l'obesità è un costo per la salute pubblica, dicono) quale risparmio possono avere da un aumento delle influenze, delle bronchiti e dei semplici raffreddori che, come minimo, tengono a casa dal lavoro per un paio di giorni ?
E poi pensano che, trallallero trallalà, i cittadini siano contenti di spendere di più per riscaldarsi e che farebbero funzionare a tutta manetta il riscaldamento anche quando non fosse necessario ?
Forse nel Palazzo fanno così, nelle sane amministrazioni in famiglia non funziona così, ma si usa quel che è necessario.
Chi sostiene l'europa con le sue direttive sulle dimensioni dei cetrioli non può certo capire il senso di questo appello, ma chi, come Calderoli e Prestigiacomo, appartiene ad una coalizione un po' più sveglia dell'altra e, soprattutto, orientata a liberare il cittadino dall'oppressione statalista, dovrebbero comprendere lo spirito di questo "messaggio in bottiglia" lanciato nelle onde della Rete e provvedere di conseguenza.
Se mai lo leggeranno ...

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03 ottobre 2010

Berlusconi si riscatta

Non faccio in tempo a mettere in linea un post critico sulla soluzione parlamentare derivante dalle finiate degli ultimi anni, culminate con la costituzione di un gruppo parlamentare scissionista dal Pdl, per poi partire per il fine settimana, che la radio mi informa sul riscatto del Cavaliere e Premier.
Certo, magari non lo avrà voluto, ma le registrazioni carpite e pubblicate sui siti di giornali nemici mi riconciliano con Berlusconi che ritrovo in piena forma e, soprattutto, è il Berlusconi che vorrei.
Nel giorno in cui un attentato fallito al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, viene preso ampiamente sotto gamba (quando non peggio) dalla sinistra bavosa (mi piacerebbe proprio vedere cosa accadrebbe se attentassero, che so, a Scalfari o a Santoro ...) ecco che la "manina" provvidenziale cerca di spostare l'attenzione su delle sciocchezze.
Che Berlusconi, con buone ragioni, abbia in uggia questa magistratura è notorio e le toghe rosse ci hanno messo ampiamente del loro nell'azzeramento della fiducia e credibilità della giustizia che oggi naviga, per almeno la metà degli Italiani (poco più) al livello della temperatura esterna di Plutone.
Che Sgarbi, nel definire la Bindi "più bella che intelligente" ci abbia pienamente azzeccato lo dimostra anche la reazione della stessa Bindi che vorrebbe persino censurare le parole e le opinioni che si esprimono in privato, segno di una mentalità totalitaria, che non ammette libertà di pensiero e, soprattutto, indice di quanto sia caduta in basso la dirigenza comunista, visto che la Bindi è la presidentessa non del Borgorosso football club, ma del pci/pds/ds/pd.
Del resto non si capisce perchè inalberarsi per una battuta sulla Bindi, quando tutti ridono se il bersaglio di barzellette e satire è Berlusconi.
Chi la fa, l'aspetti.
Supera poi il ridicolo la reazione contro la presunta "bestemmia" del Premier, imprecazione di uso comune, soprattutto perchè parte di chi finge di "scandalizzarsi", proviene dalle file di chi della blasfemia nei confronti della religione, del papa, dei principi e dell'insegnamento della chiesa e anche della divinità cattolica ha fatto una bandiera di "libertà", sostenendo l'aborto (come stigmatizza oggi, meglio di ogni editoriale, la vignetta di Krancic*) o articolando l'elevazione a dignità di legge dei capricci degli omosessuali con i dico/pacs o sostenendo il diritto a sopprimere la vita di un malato terminale e inpossibilitato a difendersi.
Abbiamo poi la vicenda del Sole delle Alpi ad Adro.
Fossi nel sindaco terrei il punto: d'accordo, visto che me lo chiedete così insistentemente, a togliere i simboli.
Ma il costo dell'operazione sia a carico di chi pretende la rimozione, perchè il Sole delle Alpi è un simbolo della comunità di Adro e, quindi, non vi sono ragioni per rimuoverlo.
E' un po' come il Fascio Littorio, simbolo dell'Autorità delle magistrature di Roma e che appartiene alle nostre Radici, al nostro Popolo, ma che, solo perchè fu mutuato dal Fascismo, è stato ostracizzato, bandito e persino vietato.
A proposito di Roma.
Le battute su "s.p.q.r." si sprecavano sin dalle elementari, Bossi non ha fatto altro che ridicolizzare una legge che sperpera denaro di tutti, come quella per Roma capitale.
Non può mancare la solita, trita e ritrita, polemica su una barzelletta sugli ebrei e su una battuta di un senatore Pdl, Ciarrapico, per rendere l'idea dell'equazione tra Fini e Giuda.
Naturalmente il tutto (Belpietro, Bindi, Adro, spqr, Ciarrapico) mostra la ipocrisia della sinistra che usa sistematicamente due pesi e due misure.
Non ho sentito reazioni adeguate alle esternazioni di Di Pietro, ad esempio, come non ho sentito dal pci/pds/ds/pd richieste di dimissioni contro Fini per la vicenda di Montecarlo.
E perchè sono sempre bersaglio della satira i giornalisti di Centro Destra, mettendoli quindi al centro del mirino (se non è Belpietro è Feltri, Fede e persino Minzolini e Vespa) ?
E cosa vuol dire che se ci fosse contraddittorio da Santoro non verrebbe rispettata la libertà del giornalista ?
E allora che caspita ci si tiene una legge sulla "par condicio" che inibisce ai giornalisti di fare i telegiornali come preferiscono durante la campagna elettorale ?
E non ho sentito adeguate proteste nei confronti delle aggressioni che subisce Israele o le barzellette contro i cristiani (tranne quando le racconta Berlusconi).
Ben venga il Berlusconi carpito, che ci riconcilia con il nostro Premier, ma che getti finalmente la maschera e sia tale, bello aggressivo, anche in parlamento.
Le colombe sono una autentica palla al piede, se ne liberi al più presto e si lasci consigliare solo dal suo istinto che emerge da tali filmati e che conquista il cuore degli elettori del Centro Destra.

*La vignetta di Krancic è stata pubblicata ne Il Giornale di domenica 3 ottobre 2010.

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