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17 novembre 2010

Un passo indietro

I vecchi arnesi della politica politicante non perdono occasione per tromboneggiare sull’ “interesse del paese” nel nome del quale chiedono, immancabilmente a qualcun altro, di “fare un passo indietro”.
In altro post ho espresso la mia estraneità all’uso del termine “paese”, qui mi piace evidenziare come chi chiede al prossimo di “fare un passo indietro”, mai offre il buon esempio.
Eppure vediamo che chi pretenderebbe che qualcun altro abbandonasse la politica è in politica da sempre, anzi non ha alcuna professionalità perchè tutta la sua scalata sociale si è consumata nei corridoi dei partiti.
Non credo sia un caso che si stiano ritrovando assieme i funzionari di partito, di tutti i partiti della prima repubblica.
Dai comunisti con Bersani che, anche fisicamente, appartiene all’epoca dei grigi funzionari del politburo, ai democristiani dei cui leaders sparsi nei vari movimenti dopo lo sfaldamento della Dc non si conoscono pregresse attività o qualità professionali, per finire all’ex missino, recente convertito all’arco costituzionale, la cui attività si è sempre svolta tra la scrivania del Secolo d’Italia e i banchi del parlamento.
Naturalmente quello che maggiormente riceve gli inviti da simili figuri perchè “faccia un passo indietro” è l’unico che ha avuto una (brillante) carriera professionale da imprenditore ed è giunto alla politica in tarda età (purtroppo) senza alcuna necessità di sistemare se stesso e la sua famiglia perchè già ampiamente ricco di suo (il che gli consente una tranquillità, una indipendenza e una libertà che i funzionari di partito non hanno e non avranno mai).
Vediamo così quotidiani inviti che i vari Bersani, Casini, Fini e compagni rivolgono al Premier perchè “faccia un passo indietro”, cercando di proiettare l’idea che, con tale atto, tutto sarà risolto e sboccerà l’età dell’oro per l’Italia.
A parte il fatto che a credere a costoro saranno rimasti solo quelli che credono che gli asini possano volare (se lo scrivono sull’Unità o Repubblica o se viene annunciato dai vari Fazio, Saviano, Santoro & Co. dalle frequenze di rai3), perchè mai dovrebbe essere il solo Berlusconi a fare un passo indietro ?
E perchè mai dovrebbe farlo per consegnare la Nazione agli affamati funzionari di partito che da lui hanno saputo collezionare solo sconfitte, dimostrandosi quindi oggettivamente a lui inferiori ?
Per il bene del paesefacciano TUTTI un passo indietro, solo così sarà rispettata la par condicio.
Via Berlusconi, via Fini, via Napolitano, via Bersani, via Casini, via D’alema, via Veltroni, via Vendola, via Bossi, via la Bindi, via Di Pietro, via tutti quelli che abbiano mai posato le loro flaccide chiappe su uno scranno da parlamentare o consigliere regionale.
Solo così si farebbe “il bene del paese”, rinnovando al 100% la classe politica e rimandando al loro lavoro chi adesso prospera sulla politica.
Già, ma quale lavoro ?
Scommettiamo che tutti i tromboni partitocratici, così pronti a consigliare al prossimo di farsi da parte, reputano se stessi indispensabili “nell’interesse del paese” ?
Allora perchè Berlusconi dovrebbe fare quel “passo indietro” che gli altri, da lui sconfitti e che quindi hanno dimostrato di valere meno di lui, non intendono fare dando il buon esempio ?
O tutti o nessuno.
Anche perchè, il “passo indietro”, prima o poi saranno tutti costretti a farlo dal tempo che, come si suol dire, è galantuomo e, talvolta, prima di lui, arriva la napoletanissima “a livella”.

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