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11 gennaio 2011

Nomen omen

Leggo che il Premier avrebbe in animo di cambiare il nome al suo partito per evitare ogni possibile ostruzionismo giudiziario da parte dei finioti che, considerando da che parte pendono i magistrati, l’avrebbero vinta a prescindere.
Scelta, quindi, condivisibile che dimostra come Berlusconi, al di là delle parole obbligate, pensi ancora, con Bossi e Tremonti, che la strada maestra sia il voto anticipato.
Sono peraltro totalmente contrariato dalla ipotesi di scegliere “Italia” come nome.
In occasione di questo inutilmente gonfiato 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia (non della Unità d’Italia che è altra cosa) sfruttato dalla sinistra, come utilizza il 25 aprile, per sabotare il Federalismo, dispiace vedere che anche il Premier si piega a questi mezzucci da boiardo di stato, da funzionario di partito con il richiamo ad un nome evocativo.
Molto meglio sarebbe stato richiamare in servizio “Forza Italia”, sorta in un periodo esente da retoriche celebrazioni officiate da vecchi comunisti che con il Risorgimento e il Nazionalismo c’entrano come il cavolo a merenda.
Una nuova “Forza Italia” che proprio nella unione di quelle due parole assume un significato di stimolo e di carattere politico, più che sentimentale e storico.
Ma, si obietta, quelli provenienti da An storcerebbero il naso, perchè richiamare in servizio “Forza Italia” significherebbe proiettare l’impressione che si sia proceduto ad una annessione, non ad una fusione.
Non mi sembra argomento rilevante, tanto a sinistra già raccontano quella favola per supportare un Fini in caduta libera, visto che a loro piacerebbe anche scegliersi gli avversari ... più facili da sconfiggere.
In realtà un ritorno a “Forza Italia” sembrerebbe una mancanza di carattere e di idee innovative.
Quindi no a “Forza Italia” e no a “Italia” sia per i motivi esposti che per l’apparenza di una larvata ostilità verso la Lega che dovrà essere, anche nella prossima campagna elettorale e relativa legislatura, l’alleato di riferimento per Berlusconi.
Allora quale ?
Io una idea l’avrei.
Un bel “Partito Nazionalista” non sarebbe adeguatamente sintetico e significativo ?
Certamente uno schiaffo a tutti gli internazionalisti che allignano a sinistra, ma anche a tutti i tifosi dell’unione sovietica europea che calpesta Sovranità e Indipendenza delle Nazioni e dei Popoli.
E poi, capiamoci, nazionalista non vuol dire solo a favore di questa Italia, ma anche delle patrie locali e, quindi, sarebbe accettabile anche da un leghista, perchè, oggi più che mai, la voglia di indipendenza del Veneto come in genere di molti cittadini del Nord rappresenta sì una voglia di secessione, ma con connotati essenzialmente nazionalisti.
Come quella che soffia in Belgio e come quella che, pacificamente, ha reso indipendenti e sovrane, ma distinte, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, con reciproca soddisfazione.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

In effetti Italia non mi pare una buona idea perchè anche gli avversari (piaccia o meno) sono italiani. FI non si può riciclare per le ragioni che hai esposto, e allora credo che non si possa tirare fuori il termine "nazionalista" perché si obbietterebbe che il Partito Nazional socialista era quello di Hitler.
A mio avviso potrebbero inventarsi un IDIT (acronimo di identità) italiana)

Massimo ha detto...

Beh ... "Nazionalista" credo non verrebbe mai accostato a "nazionalsocialista" ... quanto a IDIT non vorrei che poi chiamassero quelli che un tempo erano "azzurri" ed oggi "pidiellini" utilizzando l'acronimo e aggiungendo una "o" e una "a/i" ... :-)