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28 gennaio 2011

Tasse, patrimoniali e Federalismo

La prossima settimana dovrebbe segnare il via libera ai decreti sul Federalismo fiscale e che voglio considerare solo un primo passo verso la realizzazione di un autentico stato Federale, la cui unica alternativa sarebbe la Secessione, sempre più vicina e condivisa, quanto più si allungano i tempi del Federalismo.
Naturalmente la sinistra spendacciona (sempre, ovviamente, con i soldi altrui) contesta le scelte del Governo blaterando di aumenti delle tasse e di mancate risorse ai comuni.
Come al solito la verità è un’altra.
Il Federalismo fiscale comporta sì l’introduzione di “nuove” tasse, ma solo nominalmente, perche vanno a prendere il posto (con un saldo complessivo inferiore, anche per gli adempimenti burocratici, a nostro carico) di una pluralità di balzelli che vessano i cittadini.
Viene, entro certi limiti, “liberalizzata” l’Irpef comunale e qui i cittadini ed elettori potranno misurare le capacità di quelli che hanno eletto loro amministratori che non potranno più piangere miseria e scaricare le loro colpe sul Governo.
Il comune bene amministrato riesce a gestire i fondi disponibili con il minimo di irpef locale e con il massimo di servizi ai cittadini.
Ovviamente dovranno essere gestiti con criteri di economicità gli immobili e i beni comunali, evitate inutili e costose trasferte dei consiglieri, soppresse tutte le spese ideologiche (tipo i finanziamenti per gli ospedali di Cuba) e tutti gli sprechi di cui beneficiano nani e ballerine con gli spettacoli organizzati a spese del pubblico, oltre a rendere finalmente efficiente la macchina comunale con una migliore organizzazione del lavoro.
Le tasse, dunque, più legate al territorio ed alla amministrazione locale, con meno scadenze e voci, come primo beneficio del Federalismo.
Il partito della spesa, però, non demorde e soprattutto il famigerato Giuliano Amato (sì, proprio quello del 6 per mille sottratto nottetempo dai conti degli Italiani nel 1992 !) ha ripetutamente elucubrato su una tassa patrimoniale che trova l’entusiastica adesione della sinistra invidiosa e nemica della proprietà privata.
Alcuni mesi fa, Amato lanciò l’idea (idea ?) di una supertassa su venti milioni di famiglie che, nelle sue fantasie fiscali, dovrebbe ammontare a 30 mila euro in due rate annuali, per abbattere il debito pubblico del 40%.
Tale esternazione ha trovato spazio in alcuni quotidiani ed ha avuto un seguito in un dibattito cui ha partecipato anche Pellegrino Capaldo.
Meno male che Silvio c’è.
Mai come in questa occasione il ritornello che tanto fa schiumare la sinistra trova la sua ragion d’essere, infatti Berlusconi ha decisamente e senza appello respinto l’idea di patrimoniali “per ridurre il debito”, più che altro per conservare intatta la spesa pubblica (spesso clientelare).
Ed ecco un’altra chiave di lettura della meschina campagna giudiziaria e mediatica fondata sullo sbirciare sotto le lenzuola del Premier.
Il principale impegno elettorale del Centro Destra (non mettere le mani nelle tasche degli Italiani) non solo viene mantenuto, ma anche rafforzato.
Questo toglie ossigeno ai tanti beneficiati, quelli che vivono (molto bene) con il denaro pubblico, senza peraltro portare vantaggi per i cittadini paganti.
Il debito pubblico (creato negli anni della prima repubblica e per l’incapacità, la debolezza e la pusillanimità dei governanti di allora che, come ha perfettamente descritto oggi ne Il Giornale Marcello Veneziani nella sua rubrica “Cucù” , preferivano il compromesso, allargando i cordoni della borsa, ai “fastidi” della sana amministrazione) va abbattuto.
Ma senza tasse, anzi riducendo quelle esistenti.
E’ necessario tagliare invece le spese, per far dimagrire lo stato in modo che si allontani sempre più dalla vita dei cittadini per lasciare più libertà agli individui e al mercato, facendo altresì pagare i servizi erogati, a chi ne usufruisce (e non alla totalità dei contribuenti) e per il loro costo effettivo.

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2 commenti:

marmando ha detto...

Sempre, quando le cose sembrano andar male, la sinistra riesce a fornire buoni motivi per votare Berlusconi.
Se si tornasse a parlare delle cose che interessano i cittadni, sai quante altri motivi come questi si potrebbero collezionare...

: D

Nessie ha detto...

Come ho già scritto da Eleonora,
il Topo "ospite" della stiva nel panfilo Britannia, vorrebbe riportarci a nuove calamità come nel 1992. In momenti di crisi i topi portano sfiga, perchè hanno un brutto vizio: rosicchiano i conti correnti. Per Amato ci vuole del topicida. Ma che sia efficace.
Anche se dovessero prelevare la patrimoniale dai redditi alti, ci sono comunque dei seri dubbi di costituzionalità.