Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 febbraio 2011

Che schifo i parrucconi onu e ue!

Ma quanto schifo fanno i parrucconi dell'onu e dell'unione sovietica europea, forti con chi è debole e deboli con chi è forte ?
Sanzioni e minaccia di intervento militare, “umanitario”, contro la Libia di un Gheddafi che ha i giorni contati.
Quando però il beduino libico spodestò Re Idris, o quando cacciò gli Italiani, o quando fu bombardato da Reagan, quando, insomma, sarebbe stato doveroso ed opportuno liquidare quel tiranno, era ossequiato e si inchinavano a lui, tutti quelli che, oggi, usano le espressioni più dure nei suoi confronti.
Gheddafi era nella commissione dei diritti umani, trovava ascolto nella sinistra (italiana e mondiale) purchè blaterasse contro gli Stati Uniti e anche le sue azioni più perverse come l'attentato di Lockerbie non gli venivano imputate, preferendo concedergli tutte quelle garanzie, come il beneficio del dubbio, che in Italia vengono negate persino al Premier Berlusconi.
A lamentarsi di Gheddafi cominciarono quando strinse un accordo con l'Italia per bloccare il flusso degli immigrati.
Un aiuto che non era prestato gratuitamente, ma che è servito per almeno un anno a bloccare l'invasione della nostra terra.
Quel blocco non andò giù alla sinistra e, evidentemente, anche ai “poteri forti” internazionali che sembra vogliano stuprare la nostra Patria con l'immissione massiccia, stanziale e permanente di milioni di esseri estranei al nostro tessuto sociale, economico, storico, etnico e religioso.
Tanto hanno brigato che sono riusciti a far insorgere “spontaneamente” i libici.
Quanto “spontaneamente” possiamo crederlo proprio, visto che, dopo 42 anni di feroce dittaura, c'è da domandarsi come una popolazione “inerme” abbia potuto conquistare gran parte del territorio e circondare la capitale.
E infatti sono spuntate, improvvisamente, armi modernissime e squadre organizzate
Si potrebbe pensare che Gheddafi stia scontando la colpa non di essere stato un dittatore, ma di aver fatto, per la prima e unica volta in vita sua, la “cosa giusta”, cioè l'accordo con l'Italia per bloccare i flussi immigratori che, infatti, adesso rischiano di riprendere a pieno ritmo e con onu e unione sovietica europea che stanno già facendo il viso dei secondini contro l'Italia, intimandoci di accoglierli, a nostre spese e senza la possibilità di trasferirli altrove.
Se questo è “il nuovo ordine mondiale” che l'amministrazione di Washington in carica vuole imporci, allora non vedo come si possa continuare ad essere loro alleati.

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25 febbraio 2011

Famiglia sotto attacco

La corte di cassazione, pur respingendo un ricorso, ha aperto irritualmente la porta alle adozioni dei cosiddetti “single”.
A parte l’irritualità (per non usare altri termini forse più appropriati, ma anche più critici) di una sentenza che “sollecita” il parlamento eletto dal Popolo a formare una legge sotto dettatura della magistratura, siamo proprio certi che sia un principio positivo ?
I magistrati devono applicare le leggi che vengono scritte dal parlamento in base alle esigenze ed alla volontà del Popolo cui appartiene la Sovranità in uno stato.
Non sono i magistrati a dover suggerire quali leggi predisporre e quali modificare e ancor meno possono manipolare leggi esistenti in base alla loro impostazione ideologica (ad esempio la legge contro l’immigrazione ...).
Io non ho idea di quanti siano i bambini che attendono di essere adottati.
Non ho idea di quante siano le famiglie che aspettano di essere autorizzate ad adottare.
Poichè vedo che questo problema trova spesso spazio nei giornali, credo che il parlamento abbia ben presente la questione e provvedimenti legislativi sono stati assunti per accelerare e garantire le adozioni.
Ma se si deve scegliere la miglior soluzione per un bambino, non si può parificare la situazione monogenitoriale con quella di una coppia formata da un uomo e una donna.
Deve, sempre, essere preferita la soluzione della coppia sulla adozione singola.
E non sono convinto che vi siano più bambini adottabili di famiglie disposte ad adottarli.
Almeno parlando di bambini italiani, con quelli di altra nazionalità insorgono problemi ancora maggiori e non vorrei che questa iniziativa fosse un grimaldello per immettere surrettiziamente nel corpo della cittadinanza italiana un numero abnorme di persone di altra nazionalità.
Anzichè ricercare improbabili soluzioni che portano comunque ad un ulteriore (come se ne sentissimo il bisogno!) indebolimento del ruolo della Famiglia, perchè non ripensare alla burocrazia che inceppa i meccanismi dell’adozione, rendendo il tutto più veloce e snello ?
Resta, in ogni caso, nella proposta adozione da parte dei “single” una anomalia la cosciente mancanza di un elemento fondamentale della coppia, mancanza esistente sin dall’inizio e non provocata dal destino su una Famiglia originariamente completa in tutti i suoi componenti.

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24 febbraio 2011

Sarcastycon

Sapevo che non stava bene, anche se non ha mai indugiato a parlare della sua malattia.
Non mi sarei aspettato, collegandomi questo pomeriggio, di leggere da
Nessie (di cui accolgo l'invito a pubblicare una sua vignetta) la notizia della scomparsa di Marcello, Sarcastycon per la rete.
La mia conoscenza di lui era superficiale, strettamente connessa a pochi commenti in calce alle sue vignette che mi colpivano maggiormente.
Poi, alcuni mesi fa, mi scrisse per propormi di rilanciare un aggregatore realmente di Centro Destra, essendosi stancato di chi ospitava anche chi remava contro al Centro Destra (e infatti è poi finito a sinistra a berciare come e più della Bindi e Di Pietro).
Così nacque il progetto del nuovo
Castello che già Bisquì stava costruendo.
Il suo desiderio era di riunire in un aggregatore, senza infiltrati, tutti i bloggers attivi di Centro Destra.
Aveva per questo obiettivo iniziato un certosino lavoro di valutazione sulla Rete.
Non so in quanto tempo, ma cercherò di completare quel che Marcello aveva iniziato, per dare concretezza al suo sogno.
Ciao, Marcello.



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23 febbraio 2011

Respingimento degli immigrati illegali

Approfittando di una giornata con nuvole basse sulle piste e nevischio anche in paese, ho provato il collegamento con la chiavetta internet.
Non ci credevo, ma funziona, anche se il mio vecchio portatile è piuttosto lento ...


Mi fanno ribrezzo i perbenisti benpensanti che, oggi, bollano con parole di fuoco Gheddafi da loro incensato negli anni passati quando si ergeva contro Reagan e Bush o reclamava i diritti dell’Africa, tanto da concedergli la presidenza della commissione per i diritti umani.
Adesso che Gheddafi ci è utile (perché a parte l’aspetto prosaicamente economico, grazie a lui centinaia di migliaia di illegali sono stati bloccati prima di salpare) eccoli che si schierano contro di lui, maramaldeggiando (comodo parlare male di chi sta vacillando) e, soprattutto, dimostrando che le loro parole sulla Patria, la Bandiera, l’Inno e il 17 marzo sono, appunto, solo parole prive di sentimento, perchè quando, in concreto, si deve ricercare l’interesse nazionale stanno dall’altra parte della barricata.
E l’interesse nazionale vuole che gli illegali siano respinti prima di raggiungere le nostre coste, o, meglio ancora, sia loro impedito di salpare dai porti libici, tunisini, algerini, marocchini.
Esattamente il contrario di ciò che ho ascoltato berciare dal signor Franceschini per il quale quando un popolo, i giovani (di un altro stato per giunta …) scendono in piazza, ogni interesse diventa secondario.
Il soggetto ha dimostrato, nel modo più efficace, come non si dovrebbe gestire uno stato (e fortunatamente è all’opposizione) e che quanto scritto su di lui oggi da Marcello Veneziani nella sua rubrica “Cucù” ne Il Giornale, sembra satira ma è realtà.
Se l’europa dei burocrati non si accolla non solo le spese per il loro recupero, ma anche l’ospitalità da concedere non più in Italia, ma negli altri stati dell’unione sovietica europea, l’Italia deve fare esclusivamente l’interesse degli Italiani che si chiama:
- respingimento degli immigrati a salvaguardia della nostra sicurezza, benessere, integrità territoriale, proprietà e identità nazionale;
- difesa dell’approvvigionamento delle nostre fonti energetiche;
- difesa dei nostri interessi economici in Libia e negli altri stati coinvolti dai moti di piazza
.
Sono stupito del basso profilo che tiene la Lega su questo tema, sul fatto che si ricerchino non i sistemi migliori per impedire l’invasione, ma spazi per collocare i prossimi arrivi.
Una bomba umana terrificante che mette in pericolo non solo la nostra sicurezza e integrità territoriale, ma anche il nostro benessere, il nostro lavoro, le nostre proprietà, la nostra stessa identità nazionale.
Se l’europa guarderà da un’altra parte io mi aspetto che si usi la nostra flotta per respingere chi cerca di violare le nostre acque territoriali e per creare un blocco navale che fermi ogni afflusso non autorizzato.
E che strillino pure quelli delle varie commissioni pseudoumanitarie: il primo dovere di uno stato è difendere i propri cittadini dalle invasioni esterne, per garantire la loro sicurezza, benessere, proprietà, identità.
E questa che è iniziata con le turbolenze in Tunisine, Egitto e Libia è una vera e propria invasione esterna.




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21 febbraio 2011

Panem et circenses nell’europa dei soviet

Alcuni giorni fa ho letto dell’ukase dell’europa a Sky e in genere alle televisioni private, di trasmettere in chiaro gli eventi che coinvolgono il grande pubblico, con espresso riferimento per mondiali, europei di calcio, olimpiadi.
L’europa degli gnomi e dei burocrati che nelle sue dichiarazioni ufficiali ha elevato a dogma il Mercato, nei fatti si dimostra allineata con lo spirito socialista della struttura che si è data, con il dirigismo intellettuale e culturale che contraddistingue questo aborto della ingegneria costituzionale e con le più antiche pratiche di controllo dei popoli.
Si possono liberamente chiudere e aprire in altri stati stabilimenti industriali, spostare capitali, investire ovunque, addirittura una fetta di questi europei pretenderebbe di imporre all’Italia (e alle altre nazioni mediterranee) di dividere la propria terra e le proprie risorse con gli illegali africani e asiatici, ma non si deve fomentare la ribellione togliendo al Popolo il calcio.
Nell’antica Roma, quando le carestie, le guerre o anche solo l’avidità di singoli funzionari statali rischiavano di spingere il Popolo alla rivolta, l’Imperatore provvedeva ad indire un gioco all’anfiteatro.
Oggi è uguale, ma tutto organizzato per consentire periodiche valvole di sfogo che allentino le tensioni.
Olimpiadi e mondiali di calcio alternati ogni due anni, in mezzo gli europei e una infinità di partite tra campionati e coppe.
Grazie non certo agli gnomi e ai burocrati di Bruxelles (ma alla nostra gloriosa Storia che ha costruito la Civiltà migliore possibile e che mai si sia sviluppata sulla Terra) oggi non abbiamo problemi di cibo, per cui il “panem” è assicurato (finchè non proveranno a togliercelo i nuovi arrivi, benedetti dai “benpensanti” politicamente corretti ... o corrotti ?).
Se al Popolo dunque non manca il “panem”, perchè, per rispettare un principio (la libera concorrenza in libero mercato) dobbiamo negargli i “circenses”?
Ecco che vorrebbero imporre la visibilità urbi et orbi dei giochi moderni, così il Popolo è soddisfatto.
E figuriamoci se non ci sono cori esultanti per la possibilità di vedere gratis un qualcosa, senza pensare che quel “gratis” lo si paga ad alto prezzo con una ulteriore rinuncia alla libertà individuale e con tasse imposte su altri settori.
Il principio è bene ricordarlo: ognuno deve pagare quel che vede, quel che utilizza.
La libertà di mercato è anche libera concorrenza, semmai l’europa dovrebbe imporre l’abolizione dei canone statale pubblico e dei trasferimenti di denaro pubblico alle aziende private (di qualunque genere).
Ma gnomi e burocrati dell’unione sovietica europea si preoccupano essenzialmente dei loro guadagni e non sono interessati a Valori, Principi e Ideali.


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18 febbraio 2011

Miserie senza nobiltà

Come d’abitudine, oltre a Il Resto del Carlino e Il Giornale, che compro ogni mattina, leggo i quotidiani che arrivano in ufficio e la rassegna stampa giornaliera.
Oggi mi è capitato di leggere un articolo (se vogliamo dargli tale onore definendolo così) di Giovanni Sartori, autoreferenziato politologo acclamato ben oltre i suoi meriti, al quale il Corsera, una volta nobile quotidiano di Milano, ha perfino riservato il posto d’onore nella impaginazione.
Sartori conferma il suo basso profilo con un articolo livoroso e che trasuda bava alla bocca in ogni passaggio.
Il titolo è già una scelta di campo: come perdere le elezioni.
Tutto il pezzo è solo uno sfogo contro la sinistra che non riesce ad abbattere il”diavolo” rappresentato da Berlusconi e dal Centro Destra.
Con l’aggravante che, nel periodo più difficile del Premier, la sinistra non sia riuscita a ribaltare in parlamento il risultato elettorale del 2008, realizzando un colpo di mano in spregio allavolontà popolare.
Questo fior di intellettuale integrato e funzionale alla sinistra, critica anche la richiesta di elezioni perchè, dice lui, non avendo alcuna proposta si rischia di perderle consegnando l’Italia a Berlusconi per altri cinque anni (magari !).
Sartori quindi propone la sua ricetta: tutte le opposizioni assieme, perchè solo tutte assieme possono battere l’accoppiata vincente Berlusconi+Bossi.
Essendo un intellettuale capisce però che oltre a non avere proposte politiche e progettuali, le opposizioni non riuscirebbero a trovare un punto di accordo se non “sulle tante cose da ripudiare o disfare del lungo periodo berlusconiano”.
Insomma Sartori propone: mettetevi tutti assieme per battere Berlusconi e distruggere tutto quello che ha costruito.
Esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere non solo la politica in genere, ma qualunque serio progetto per il futuro dell’Italia e, soprattutto, l’ “insegnamento” che dovrebbe proporre un uomo di cultura che fosse realmente tale.
Il partito dei guardoni e delle tasse che si ritrova anche come partito del “no”, alla faccia di tutte le necessarie riforme di cui si riempiono la bocca.
Io non ho stima dei politici della sinistra (e di chi è di sinistra anche se non politico) ma, per una volta, mi sento di difenderli e di esprimere la convinzione (speranza ...) che non si abbasseranno mai ad un simile livello di miseria intellettuale e morale solo per sconfiggere Berlusconi.

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17 febbraio 2011

I finioti sono già alla comica finale

Gianfranco Fini si sta dimostrando un grande bluff degno dei programmi di Barbareschi e non mi sembra improbabile che quei due incapaci che gestiscono la politica della attuale amministrazione di Washington, con l’acume e la preveggenza che li contraddistingue, avessero puntato le loro fiches su di lui.
Da quel settembre 2003 in cui ebbe l’improvvida idea di proporre di concedere il diritto di voto agli immigrati, all’adesione alla canea dell’opposizione contro il Premier e il Centro Destra, passando per la pretesa di far dimettere Tremonti nel 2004, gli ostacoli al Federalismo, l’ostruzionismo alla riforma della giustizia, delle intercettazioni e della par condicio, la definizione del Pdl come “comica finale” salvo poi candidarsi come numero due di Berlusconi, fino a questi quasi tre anni in cui, dal pulpito della presidenza della camera, ha solo ostacolato il Premier, uscendo quindi dal Pdl pensando di potergli dare la “spallata” finale, Gianfranco Fini ha compiuto una parabola miseranda, trascinando con sè anche persone che, oggi, capiscono quanto siano state usate e si interrogano su come redimersi.
E non ho volutamente parlato di Montecarlo che appartiene non alla politica ma alla miseria umana.
Oggi il gruppo finiota al senato non esiste più e si stanno adoperando per trovare un marchingegno che passerà solo attraverso la costituzione fittizia di un gruppo del “terzo polo”, peraltro smentito dall’ “uomo forte” di quel settore.
In sostanza Fini è passato da numero due di Berlusconi a cavalier servente di Casini.
Fini ha solo tirato la volata a magistrati e sinistra, disperdendo un patrimonio di valori, di umanità, di ideali, di voti che nel 1994 sembrava potesse egemonizzare il Centro Destra.
Contento lui e i suoi ...
E con questo, a meno che non accadano eventi impossibili da ignorare, smetto di parlare di un simile personaggio sul quale merita solo che cali il sipario e cada l’oblio.

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16 febbraio 2011

Fort Apache

Il Premier e il Centro Destra sembrano accerchiati e la sinistra, al traino delle truppe togate, sferra l’attacco più violento per tentare di ribaltare con artifizi il responso elettorale del 2008.
Il pci/pds/ds/pd non deve però essere convinto di riuscirci (o di ottenere la maggioranza ad eventuali elezioni) se cerca di circuire la Lega offrendo tutto quello cui si sta opponendo in parlamento, a dimostrazione di come alla sinistra interessi solo ed esclusivamente il potere per il potere e non per realizzare un progetto nell’interesse della Nazione.
Sembra, però, che la Lega, a differenza del 1994, questa volta non cada nel tranello e mantenga salda l’alleanza con Berlusconi.
Gli stessi sondaggi di televisioni ostili al Premier come La7, segnalano la tenuta del Centro Destra (Pdl, Lega e La Destra oltre il 43%) lo scarso peso (solo distruttivo o interdittivo) del “terzo polo” (FiCaRuLo all’11%) e una sinistra unita al 41% che resta dietro al Centro Destra, nonostante tutto e tutti (e probabilmente con cifre un po’ gonfiate).
Non solo gli assediati a Fort Apache resistono, ma rafforzano le loro difese stante l’ormai evidente fallimento del disegno finiota di strappare parlamentari al Centro Destra che, semmai, potranno registrare ritorni “pesanti” , tali da garantire la maggioranza e, quindi, impedire lo scioglimento delle camere.
Scioglimento che, fino al 14 dicembre scorso, la sinistra che sperava di realizzare un golpe parlamentare ribaltando con i transfughi finioti la volontà popolare, escludeva accusando di “irresponsabilità” chi le minacciava e che lo stesso Napolitano, sulla stessa linea del suo partito, rifiutava di prendere in considerazione.
Stranamente, confermatasi (ripetutamente) la maggioranza parlamentare, la sinistra (e Napolitano a ruota) trovano lo sbocco elettorale una necessità impellente.
Ma chiedere coerenza alla sinistra è come chiedere una prova di verginità a delle prostitute.
Irricevibile, poi, la richiesta di dimissioni per il rinvio a giudizio del Premier su fatti che esulano dall’azione politica.
Non si è mai visto uno processato per una scopata (se mai c’è stata ...) e anche questo è un sintomo dello spessore culturale, morale e politico di chi chiede le dimissioni del Premier, essendo ben altri i temi rilevanti, a cominciare dalla rinnovata invasione degli illegali causata dalla incapacità di Washington a gestire l’evoluzione della situazione nel Medio Oriente.
Come in tutti i film western che si rispettino, Fort Apache deve resistere all’assalto dei pellerossa, in attesa che arrivino i “nostri”.
Berlusconi, quindi, deve vendere cara la pelle, non arretrando di un millimetro e stimolando l’arrivo dei “nostri” mettendo radicalmente mano a quelle riforme sino ad ora bloccate per l’ostruzionismo dei finioti.
Quindi riduzione sensibile delle tasse (magari con abolizione del canone rai e del bollo auto), federalismo non solo fiscale (che ognuno, comunque, paghi le sue spese e i suoi servizi), rivoluzione del sistema giudiziario (i magistrati applichino le leggi e non cerchino di travisare o sostituire quelle approvate dal parlamento su volontà popolare), più Mercato, più Libertà individuale, meno stato, meno divieti, meno obblighi.
La sinistra cerca di proiettare la percezione di un clima da fine impero, ma io trovo motivi di fiducia nella risposta coesa che anche personaggi generalmente silenti hanno dato dopo l’ennesima aggressione a Berlusconi.
Gelmini, Meloni, Lupi hanno espresso una solidarietà ed una compattezza che non è solo di facciata, ma di sostanza.
Sanno di poter contare sul Popolo del Centro Destra pronto anche a fare violenza su se stesso e scendere in piazza a difesa delle proprie scelte elettorali, contro le oligarchie e gli snob delle corporazioni antiberlusconiane.
Ricordo che gli assediati di Fort Apache, una volta rotto l’assedio, hanno poi vinto le Guerre Indiane, vendicando anche il Settimo Cavalleggeri di Custer.

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15 febbraio 2011

Fermarli !

L’incapacità dell’attuale amministrazione di Washington trova il suo apice (ma al peggio non c’è mai fine ...) con l’improvvisazione, l’approssimazione, il dilettantismo con i quali ha approcciato la questione delle rivolte (ma quanto realmente “popolari” ?) in Tunisia ed Egitto (ed ora in Algeria).
Quei due che gestiscono la politica estera americana hanno buttato a mare governi solidi e amici, senza neppure avere una soluzione alternativa pronta.
La situazione magmatica in stati la cui popolazione non è certo educata ai rapporti democratici e dove imam e ayatollah alimentano il fuoco, per propri fini, brandendo l’arma della religione, provoca instabilità in tutta l’area.
E se a pagarne il conto fossero gli americani, beh ... si sono votati quei due, peggio per loro.
Purtroppo la prima conseguenza della instabilità creata dalla incapacità di Washington di adottare una politica estera degna della prima potenza mondiale è una ondata di sbarchi sulle nostre coste, adesso che è venuto meno il filtro che i governanti locali, mollati dall’America, esercitavano in partenza.
La cosa ridicola è che il ”popolo” avrebbe fatto la “rivoluzione democratica” per abbattere Ben Alì e Mubarak e adesso che avrebbe “conquistato”, secondo le “analisi” degli “esperti” americani, la libertà, fugge a rotta di collo, senza nemmeno provare a riempire questa libertà di contenuti e dimostrando, se così fosse, una totale immaturità politica.
Non vorrei che a cercare una vita agiata sulla nostra terra e a spese nostre non siano famiglie e diseredati (pur se, in parte, ci saranno) ma siano quelle migliaia di delinquenti che la “rivoluzione” appoggiata da Washington ha permesso di uscire dalle loro galere.
Del resto le dichiarazioni che leggo sui giornali sono del tipo: sono venuto per avere una casa, un lavoro e dei soldi.
Già, e per gli Italiani ?
L’unione sovietica europea, esperta solo in divieti e obblighi, non collabora con il Governo Italiano che deve quindi sopportare l’onere di una accoglienza per la quale nessuno di noi vuole svenarsi.
E’ impellente porre fine a tutto ciò.
O gli oneri per questa emergenza verranno accollati all’europa (e non intendo solo oneri economici e di ordine pubblico, ma anche l’onere materiale di ospitare gli illegali) oppure l’Italia dovrà agire con durezza per difendere i confini, la nostra terra, la nostra Identità e le nostre proprietà.
Questo significa usare le Forze Armate per impedire gli sbarchi e le Forze dell’Ordine per catturare e rispedire a casa loro quelli che riuscissero a forzare la cintura protettiva.
Questo significa esercitare un blocco navale al limite delle acque territoriali africane per impedire che i barconi partano.
E se così non sarà, se gli obblighi dell’unione sovietica europea e dell’onu impediranno al nostro Governo di usare legittimamente la Forza per difendere la nostra terra, non potranno che accettare, senza strillare, le conseguenze che saranno, come sempre, quelle di un Popolo che si ribella, nel modo in cui storicamente si sono sempre ribellati i popoli in ogni epoca e in ogni luogo, all’immissione massiccia di elementi estranei al tradizionale e consolidato tessuto culturale, etnico, sociale ed economico.

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14 febbraio 2011

L'epico eroismo di Berlusconi

Anche se molti interpreteranno queste righe come la mia solita provocazione finalizzata al divertimento personale nel far schiumare i compagnucci (e quanto schiumano capitando, anche per caso e i più masochisti volutamente in questo blog !!!) inviterei ad interpretare quel che segue senza i paraocchi.
Silvio Berlusconi è l'uomo nello stesso tempo più odiato e più amato in Italia.
Odi et amo sono sentimenti forti, coinvolgenti e direbbe una bugia chi affermasse di provare indifferenza per Berlusconi.
Berlusconi è prodigo di nobili gesti non voltando mai le spalle ad un amico in difficoltà e nel contempo non gradisce atteggiamenti ambigui nei suoi confronti.
Silvio Berlusconi rappresenta (ed è) l'imprenditore di successo, che ha rischiato e vinto su una idea innovativa a tal punto da essersi per sempre affrancato dai problemi materiali ed economici.
Ha così potuto "donarsi" al pubblico.
Avrebbe fatto presto a diventare il capo della sinistra, mettendosi al riparo da ogni problematica giudiziaria.
Ha invece preferito mettersi dalla parte del Popolo, dalla parte di chi può aspirare a migliorarsi ma solo se la lunga e avida mano dello stato si ritraesse un po' dalla sua vita e dalle sue tasche.
Dal suo concetto di libertà individuale ed economica, discende la sua autentica vocazione contro le tasse che rappresentano la peggiore intromissione dello stato nella nostra vita.
Ma tale aspirazione è contrastata da una miriade di interessi corporativi, che sui soldi estorti legalmente tramite imposizione fiscale ai cittadini che producono, fondano la loro ricchezza e i loro privilegi.
Vediamo quindi che un elenco pressochè infinito di rivendicazioni, da ognuna delle quali sembra dipendere il destino della Patria, impedisce una sana politica di tagli e risparmi sulle spese che si tradurrebbero in riduzioni sensibili delle tasse.
Per le lobbies corpporative, i tagli, i sacrifici si devono fare ma, con ridondanza di parole, giustificano il perchè a loro "no", agli altri però sì.
Non a caso i primi atti di governo della sinistra sia nel 1996 che nel 2006 furono di carattere fiscale, con l'aumento delle aliquote e l'introduzione di nuove tasse.
Aumentare e introdurre nuove tasse è facile, difficile poi è ridurle perchè bisogna dire ai beneficiati: no, a te non diamo più nulla.
Nonostante le difficoltà Berlusconi lotta contro queste nicchie di privilegio e non ha mai abbandonato l'idea di fondo di alleviare il peso delle tasse dalle spalle dei cittadini.
Per questo i professionisti della politica, che sulla politica fondano la loro scalata sociale ed economica, stanno provando di tutto per neutraizzarlo.
Ma non c'è solo l'aspetto economico e fiscale.
La giustizia è una delle compoenti fondamentali del contratto sociale che spinge una pluralità di persone a riunirsi in uno stato.
Quando la giustizia viene meno allora viene meno uno dei pilastri dello stato civile.
Berlusconi lo ha capito, per esperienza personale, e la sua battaglia per una giustizia giusta è la battaglia di un intero Popolo che non sarebbe in grado di sostenerla.
E che dire della politica energetica ?
In tanti celebrano Enrico Mattei, ma l'affrancamento che Berlusconi ha voluto dalla politica a senso unico degli Stati Uniti accedendo ad altre fonte di approvvigionamento è, anche questo, nell'interesse generale.
Non è quindi giusto affermare che le battaglie ingaggiate da Silvio Berlusconi, nell'interesse di tutti noi, contro lo scippo fiscale, contro l'assolutismo togato e contro l'asservimento energetico sono altrettante, epiche, eroiche battaglie ?

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13 febbraio 2011

Donne che odiano gli Uomini

Anche le manifestazioni veterofemministe contro il Premier sono state liturgicamente celebrate e sono passate senza conseguenze.
Berlusconi, per fortuna nostra ma anche di chi lo contesta, è ancora a Palazzo Chigi, in parlamento c'è una maggioranza che si rafforza man mano che si mostra evanescente la sinistra con i caudatari vecchi e nuovi (rendendo vacua la minaccia di Napolitano di sciogliere le camere perchè non può farlo finchè c'è una maggioranza che corrisponde a quella votata dagli elettori nel 2008 e non può farlo senza la controfirma del Presidente del Consiglio).
In Italia gli elettori di Centro Destra continueranno a votare Berlusconi nonostante i magistrati (o forse a causa loro), nonostante nani e ballerine (o forse a causa loro), nonostante gli “intellettuali” organici alla sinistra (o forse a causa loro), nonostante tutte le Ruby del Premier (o forse a causa loro).
Merita invece di essere annotato come l'odio verso una persona, una Idea, un Principio, stravolga completamente una persona.
Ho visto le fotografie online e le immagine dei telegiornali sulle partecipanti alle manifestazioni.
A parte le nane e ballerine sempre in prima fila pur di conquistare la luce dei riflettori, penso si trattasse di donne normali, donne che lavorano e casalinghe, mogli e madri, come ce ne sono tante (e anche più) nel Centro Destra.
Quello che mi ha colpito è come appaiono stravolte quelle donne di sinistra, rabbiose, schiumanti, trasformate in autentiche Erinni, prive di qualsivoglia femminilità.
A cavallo della fiducia del 14 dicembre, mentre mi accingevo a vedere la registrazione di un episodio de “L'Ispettore Barnaby”, mi sono soffermato su alcune battute della trasmissione precedente, solito chiacchiericcio politico.
Purtroppo La7 è forse la peggiore televisione per quanto riguarda il rispetto degli orari (e non solo ...) e devo sempre programmare manualmente con ampi margini, così è apparsa una discussione tra una parlamentare bionda del pci/pds/ds/pd e Belpietro.
Sembrava un confronto normale, finchè non è apparso in video Scilipoti, il parlamentare ex dipietrista che ha votato a favore del Premier.
La sua sola apparizione ha stravolto il viso della parlamentare, con occhi che sembravano volessoro uscire dalle orbite e un sorriso così tirato che apparivano tutti i nervi.
Ecco, la rappresentazione di quella parlamentare e delle donne di sinistra è quella dell'odio puro.
E' gente che si rovina i piaceri della vita solo con il pensiero che il Premier si chiama Silvio Berlusconi.
E' gente che non è interessata al buon governo, ma solo alla affermazione di un giacobinismo ideologico, proprio delle veterofemministe, privo di ogni concretezza e, soprattutto, privo di ogni beneficio per il Popolo il cui interesse non è origliare le conversazioni altrui o guardare dal buco della serratura la vita privata del Premier, ma ottenere leggi che riducano la presenza dello stato nella nostra vita.
Leggi che riducano le tasse, leggi che riducano i divieti e gli obblighi imposti in nome dell'ideologia, una giustizia vera amministrata da giudici terzi e non di parte, la salvaguardia della identità nazionale dal pericolo del meticciato, incrementato in questi giorni dalle vicende che coinvolgono le nazioni nordafricane (e per questi nuovi arrivi bisogna ringraziare l'incompetenza dell'attuale amministrazione americana: sarebbero da spedire a Washington tutti i nuovi arrivi ... se proprio non li si vuole respingere prima che mettano piede sulla nostra terra).
Le veterofemministe si mettano il cuore in pace, perchè le lancette dell'orologio del tempo non tornano indietro, per quante manifestazioni potranno fare e il loro odio verso il Premier (e i suoi elettori) rovina solo le loro giornate, mentre è dolce ai nostri occhi: loro in piazza, noi al Governo.

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11 febbraio 2011

Con Berlusconi nell' interesse di ciascuno di noi

Mentre la crisi economica si avvia ad essere un ricordo (poi, ciclicamente, come sempre, tornerà) e il Governo adempie regolarmente ai suoi compiti amministrativi e di stimolo, il partito dei guardoni e delle tasse insiste nelle sue pruriginose teorie, in ciò supportato dalle toghe rosse che, checchè ne dica il presidente della corte costituzionale (e la sua esternazione non fa che confermare tale percezione, con in più la pretesa di imporre il bavaglio alle opinioni sulle azioni e le sentenze della magistratura), sono sempre più percepite come faziose e prive di credibilità e affidabilità.
Ma l’aspetto oggi più ironico (e fortemente patetico) è dato dalla scelte di alcune veterofemministe di lanciarsi in una manifestazione di piazza, alla ricerca della giovinezza svanita per sempre, cavalcando il più rigido puritanesimo sessuale.
Mi ricordo negli anni settanta l’aggressività di giovani (e talvolta anche avvenenti) fanciulle che facevano di tutto per imbruttirsi e risultare repellenti.
Era una aggressività fondata sul cosiddetto “movimento di liberazione della donna”, che reclamava il “dirittodi comportarsi e di gestire, anche il proprio corpo oltre alla propria vita, nel quadro più ampio di una petizione di parità nei diritti, peraltro mai negata (perchè i trattamenti differenti sono giustificati dalla oggettiva diversità che c’è tra un uomo e una donna e negarlo sarebbe fare un torto proprio al principio di parità: dare soluzioni uguali a situazioni differenti non risponde al basilare concetto di giustizia).
Oggi: contrordine compagne !
Quelle che si imbruttivano scientemente, cercano in tutti i modi di restaurare una bellezza perduta per sempre e, nel contempo, pretenderebbero di imporre un codice di comportamento inibendo, alle più giovani, quella stessa libertà e “diritti” che avevano reclamato per se stesse quaranta anni prima.
Credo che nessuno preferirebbe passare una serata in compagnia di Rosi Bindi e non di Ruby e non vedo perchè si debba imporre al Premier di farlo.
Se poi le Ruby di turno preferiscono partecipare alle feste del Premier anzichè a quelle dell’Unità (magari per fare la sfoglia) rientra nel loro pieno diritto e non sarà certo una manifestazione alla ricerca della perduta gioventù a cambiare le cose.
Penosi, infine, i comportamenti dei politici di professione che sbavano dalla voglia di eliminare Berlusconi per tornare a sedersi sulle poltrone ministeriali e non sapendo più a che santo votarsi, inutili le persecuzioni giudiziarie e il voyeurismo da buco della serratura, si appoggiano persino alla manifestazione delle veterofemministe.
Mentre costoro perseverano nei loro giochini il Popolo Sovrano sa che il suo interesse sta nella prosecuzione dell’esperienza governativa di Centro Destra rappresentata dal Governo Berlusconi.
Il nostro interesse, di ciascuno di noi, anche degli elettori della sinistra, sta nell’ampliare le libertà individuali.
Il partito dei guardoni e delle tasse (in piazza con le vetero femministe) rappresenta esattamente la negazione di società fondata sulla Libertà.

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10 febbraio 2011

Foibe da non dimenticare

Il 10 febbraio è la Giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe.
L'istituzione di questa giornata è merito del Governo Berlusconi che, istituendo sia il 10 febbraio in memoria degli Italiani trucidati dai comunisti nelle Foibe, che il 9 novembre come Festa della Libertà e in memoria delle vittime del comunismo, ha impresso una sterzata alla liturgia a senso unico di stampo resistenzialista.
Oggi ricordare gli Italiani assassinati dai comunisti e il calvario dei sopravvissuti scappati da Fiume, Pola, Istria e Dalmazia, condotti in Italia su tradotte e accolti spesso da insulti e peggio organizzati dai comunisti italiani, sempre solidali con quelli titini, acquista ancor più valore.
E' di questi giorni, infatti, la retorica (e la polemica) sul 17 marzo impropriamente definita data della “unità” d'Italia.
Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d'Italia nella più totale consapevolezza che per l'unità mancavano ancora Roma e il Lazio, Trento, Trieste, Venezia e il Veneto, Fiume, Istria e Dalmazia.
La retorica interessata al 17 marzo è sostenuta, principalmente, da quegli stessi comunisti che accoglievano con bordate di fischi gli esuli istriani e dalmati, sopravvissuti al genocidio perpetrato dai comunisti titini.
Chi, oggi, sbandiera il Tricolore, è lo stesso che avrebbe lasciato Trieste agli slavi.
Oggi ricordare le Foibe è ancora più importante, per rispettare la memoria dei Caduti e per ricordare quanto debbano vergognarsi coloro che allora abbandonarono i nostri connazionali istriani e dalmati ed oggi “festeggiano” una falsa data “unitaria”, ignorando che ampi lembi della nostra Terra il 17 marzo 1861, erano soggette alla dominazione straniera.
Allora, come oggi, Fiume, Istria e Dalmazia sono terre Italiane in mani straniere.
Non dimenticarlo è rendere omaggio alla memoria di chi ha versato il suo sangue in quelle terre.
Non dimenticarlo significa riaffermare il nostro diritto inalienabile e incancellabile a riportarle sotto la Sovranità Italiana.

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09 febbraio 2011

Interessa la vacanza, non la ricorrenza

Un altro segnale della inutilità e dello spreco di denari delle celebrazioni per il (falso) 150° anniversario della “unità” d’Italia (perchè si tratta del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, mancando il 17 marzo 1861 regioni e città fondamentali per la Nazione Italia come il Veneto e Venezia, Trieste, Trento, Fiume, Istria, Dalmazia, Lazio e Roma) lo si evince dalla recente polemica sulla giornata festiva del 17 marzo.
Già proclamare festivo un giorno ma solo per il 2011 è una ipocrisia: una celebrazione o merita di essere festeggiata tutti gli anni o non lo merita neppure una tantum.
Questo arrancare, poi, verso le celebrazioni in pompa magna, manipolando il significato reale della ricorrenza, mostra la paura concreta che prenda piede il sentimento, sempre più giustificato, della secessione.
Il colmo del ridicolo lo raggiunge però la Confindustria, tramite il suo presidente Marcegaglia, prontamente supportata da Amato, evidentemente non pago delle torte in faccia ricevute dalla sua aberrante proposta di patrimoniale (che Veltroni continua a sostenere, tanto per dire e confermare come, in caso di elezioni, sia molto meglio scegliere il partito di Ruby, piuttosto che il partito delle tasse), di festeggiare il 17 marzo ... al lavoro.
Marcegaglia e Amato si stracciano le vesti per la giornata che viene pagata e che non produrrebbe alcunchè.
Dimenticano che nel 2011 vi sono due giornate festive (e in questa sede mi astengo dal valutare nel merito tali festività) che coincidono con festività religiose e, quindi, pur se pagate, consentono di recuperare ben due giorni di lavoro.
Mi riferisco, chiaramente, al 25 aprile che coincide con il Lunedì dell’Angelo e al 1°maggio che coincide con una domenica.
Il saldo produttivo, quindi, sarebbe comunque a favore delle tesi sostenute da Marcegaglia e Amato e se qualcuno facesse il “ponte” con il venerdì 18 marzo, male che vada sarebbe un “pari”.
Strumentale, quindi, la posizione dei due signori citati, strumentale ad alimentare un clima di incertezza e di discussione, ostacolando costantemente l’azione del Governo.
La sconfitta dei “celebrazionisti” però è insita in tutto ciò: il 17 marzo non è “sentita” come festività ma, come tante altre, è solo vista come una occasione per stare a casa dal lavoro o per alimentare una sterile polemica sulla produttività.
In ogni caso, comunque la si veda, l’ “unità” d’Italia celebrata liturgicamente il 17 marzo è un flop inequivocabile.
Separiamoci pacificamente, che è meglio !

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07 febbraio 2011

Finiremo come in Egitto ?

Nonostante in Egitto i sostenitori del Presidente Mubarak si fossero organizzati e scesi in piazza, aprendo allo scontro fisico, Mubarak sarà costretto a cedere anche e soprattutto perchè l’attuale amministrazione americana, confermando la sua totale inaffidabilità, non ha dato ascolto alla saggezza israeliana e, con somma ingratitudine, ha già buttato a mare il presidente egiziano.
Non dubito che il risultato sarà anche peggiore di quello che ottenne Carter quando adottò la stessa linea e abbandonò lo Scià di Persia consentendo ai fondamentalisti islamici di assumere il potere.
Ma questo riguarda l’affidabilità e la credibilità di quella che fu la nazione nostra principale alleata fino al 20 gennaio 2009 e che l’attuale amministrazione ha reso inaffidabile ed estranea.
A me interessa rilevare come il clima politico italiano sia molto simile a quello egiziano e che, così continuando, lo scontro nelle piazze sarebbe inevitabile se non ci fosse, come spesso dico, la partita di calcio e la sostanziale tranquillità economica.
Ma la rabbia montante, d’ambo le parti, è palpabile e basta poco per infiammare gli animi.
La responsabilità è tutta della sinistra che, per diciassette anni, non ha saputo fare altro che alimentare l’odio verso Berlusconi e i suoi elettori.
Il tutto con la complicità delle inchieste giudiziarie, della stampa e di ignobili trasmissioni televisive, peraltro pagate con i nostri soldi.
Anche per la considerazione che è risibile una minoranza che carica a testa bassa una maggioranza perchè sembra la classica scenetta del mingherlino che offende, dopo un tamponamento, un superpalestrato, prende uno squasso di legnate e dice ai vicini : visto come gliele ho cantate ?
Ma quelli di sinistra sono personaggi tristi, obbligati dal loro ambientalismo a cibarsi di mangime (perchè il loro altro non è) biologico, a ridurre il riscaldamento e a limitare l’aria condizionata d’estate, a curarsi “omeopaticamente” e ad usare lunghe frasi politicamente corrette per non dire pane al pane e vino al vino.
Le frustrazioni di una vita così piena di tabù e di obblighi, le riversano sbavando davanti ai programmi di Santoro, Floris e compagni e odiando con ogni loro cellula Berlusconi e chiunque verrà dopo di lui.
L’individualismo, vizio e virtù di ognuno di noi di Destra, ci salva da analogo comportamento.
Siamo più liberi, sappiamo dare il giusto peso alle vicende e, soprattutto, sappiamo collocare le varie questioni nel loro giusto rapporto con il nostro interesse.
Per cui, prendendo a prestito l’espressione da un forum di lettori di QN, se alle prossime elezioni si dovrà scegliere tra la tassa patrimoniale e Ruby, sceglieremo Ruby, perché non ci costa nulla, mentre la patrimoniale, tanto cara (come tutte le tasse) alla sinistra, ci costerebbe lacrime, sudore e sangue.
Può allora questa Italia camminare ancora assieme ?
Ne dubito.
Il pericolo di finire come l’Egitto, con scontri di piazza tra opposte fazioni, esiste.
E se prendessimo esempio dalla Cecoslovacchia che si è divisa consensualmente ?
Non sarebbe meglio ?


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06 febbraio 2011

Accantonare le colombe e indossare la mimetica

Le ultime mosse del Premier mi piacciono, come mi piace l’annunciato inserimento al Governo de La Destra di Storace che, così, rimpiazza Fini derapato a sinistra, come Berlusconi avrebbe dovuto fare già nel 2008.
Ma andiamo con ordine.
La commissione sul Federalismo non fornisce il parere favorevole, per colpa del salto della quaglia di un finiota di cui non vale neppure la pena menzionare il nome, al decreto sul Federalismo municipale.
Vale invece la pena ricordare che il risultato di parità (15 a 15) deriva dalla mancata, esatta rappresentazione dei rapporti di forza elettorali e in parlamento, avendo i finioti conservato tutti i posti che avevano conseguito grazie ai voti del Centro Destra, invece di rassegnare correttamente le loro dimissioni.
Nella stessa serata, infatti, la camera sancisce l’esistenza di una maggioranza governativa stabilendo, 315 voti contro 298, che le “carte” relative ai pettegolezzi sulle feste di Arcore debbano essere rimesse al cosiddetto “Tribunale dei Ministri”, respingendo quindi la richiesta dei pubblici ministeri di Milano di essere autorizzati a perquisire lo studio del “tesoriere” privato di Berlusconi.
E’ l’ennesimo successo del Governo e della Maggioranza sull’armata Brancaleone (senza offesa per Brancaleone) composta dai comunisti e dai loro caudatari vecchi e nuovi.
Il Consiglio dei Ministri decide quindi di procedere con i decreti per il Federalismo municipale nonostante il pareggio della commissione consultiva.
Napolitano si rifiuta di controfirmare il decreto, adducendo speciosi formalismi.
In realtà Napolitano, meridionale e comunista, non fa altro che difendere il flusso di denaro che dal Nord si disperde nel Sud e nel contempo aiutare il suo partito in enorme difficoltà.
A latere il presidente della corte costituzionale (che composta com'è da 13 meridionali di cui 9 campani e solo due non meridionali si sa bene come deciderebbe se un qualsiasi magistrato la coinvolgesse sui decreti Federali) straparla contro il decreto sul Federalismo municipale.
Sempre a latere un paio di decisioni dei magistrati difendono gli immigrati.
Con una sentenza si stabilisce il principio per cui gli illegali con figli minorenni non possono essere espulsi.
Con l’altra decisione, si assolve un altro illegale, pescato senza documenti, perchè agli illegali, in quanto tali, non possono essere richiesti i documenti che non possono avere (!!!!!).
Tutto questo segue l’inizio della controffensiva di Berlusconi, aiutata anche dall’ennesima follia della sinistra: la patrimoniale.
L’idea di Amato, Veltroni e simili ormai non sembra avere più alcun padre e anche la stampa di regime (Sole 24 Ore, Stampa, Espresso, Corsera) pubblicano articoli critici, dissociandosi da tale perversione fiscale.
La sinistra è ormai ridotta ad un disco rotto che chiede le dimissioni di Berlusconi senza però essere in grado di proporre alcun progetto per l’Italia e la Maggioranza di Centro Destra ha quindi buon gioco per affermare la propria natura riformista.
Qualche solerte soldatino di sinistra cerca di uscire dalla trincea dei guardoni cercando di proiettare l’idea che il Federalismo fiscale porti ad un aumento delle tasse.
Non dice, però, che se aumento ci sarà (e questo dipenderà dagli amministratori locali di utilizzare al meglio le risorse; il Sindaco di Milano ha già detto che non sarà necessario ricorrere ai prelievi consentiti dal Federalismo), sarà là dove, fino ad ora, sono vissuti grazie alle tasse altrui, mentre, soprattutto nel Nord, le risorse che resteranno sul territorio consentiranno di ridurre il carico fiscale dei cittadini.
Un solo esempio citando Il Sole 24 Ore : “ ... Nel confronto l'Imu si rivela un ottimo affare per i proprietari, con uno sconto medio che si aggira sopra il 30 per cento ...” .
Contrariamente, infatti, agli avvoltoi (interessati), la nuova tassa municipale, accorpando Ici (anche sulle seconde case) e Irpef sui redditi da immobili, ridurrà sensibilmente le tasse per i cittadini.
Tutto questo sarà conseguito (dopo il formalismo imposto da Napolitano sempre più arroccato in difesa del passato) nonostante e contro un ostruzionismo istituzionale, giudiziario e parlamentare che, al confronto, le maratone oratorie degli anni sessanta e settanta sono roba da ridere.
Pensate cosa potrebbe ottenere il Governo se, rompendo ogni indugio, ogni galateo istituzionale, ogni perbenismo parlamentare, ogni illusione bipartisan, cominciasse a muoversi come un rullo compressore, proponendo e votando le sue proposte e i suoi progetti.
Per fare questo occorre accantonare le “colombe” , gli atteggiamenti felpati e curiali, riponendo il doppio petto per indossare la mimetica.


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03 febbraio 2011

Avanti tutta con il Governo Berlusconi

Nel momento in cui scrivo non so quale sarà il risultato della commissione per il Federalismo.
Forse aggiungerò in ultimo un post scriptum, ma il risultato non è essenziale per quello che intendo qui esprimere.
La stampa preconizza una parità che sappiamo tutti provocata dal tradimento dei finioti che, nonostante il Federalismo fosse nel programma elettorale, nonostante siano stati eletti su quel programma e per Berlusconi Presidente, hanno preferito allearsi con la sinistra anzichè rispettare la volontà popolare.
Le conseguenze, quindi, negative saranno solo in capo alla loro responsabilità, anche se dubito che gente simile abbia una coscienza politica cui rispondere (ma agli elettori sì che dovranno prima o poi render conto !).
Non condivido però l’irrigidimento della Lega che, in caso di parità, riterrebbe opportuno andare al voto.
Io sostenevo il voto anticipato, ma i tempi cambiano e due mesi sono una eternità in politica e adesso io porterei il tutto al voto del parlamento e solo se venisse meno la maggioranza in aula, andare all’ordalia elettorale.
Se la Lega, per un pareggio, si dovesse sfilare perderebbe il mio, di voto e mi costringerebbe, per sostenere Berlusconi, a votare PdL.
Con la controffensiva in atto messa a punto dal Premier, è necessario combattere fino all’ultimo in parlamento, anche perchè, finora, Berlusconi l’ha sempre spuntata, nonostante i finioti.
Il progetto fiscale del Premier mette in oggettiva difficoltà la sinistra arroccata sui due bastioni: il guardonismo e le tasse.
Inoltre, a leggere le intemerate della sinistra, non si parla di automatismo tra bocciatura del Governo e chiamata alle urne e quello che pavento è la furbata dei governi “tecnici” o “istituzionali” che rappresenterebbero il più basso livello cui possa giungere la politica, in totale spregio alla Sovranità Popolare.
Vi è poi un ultimo fattore, di mera soddisfazione personale, che induce ad attendere il voto dell’aula prima di andare ad elezioni.
Cosa può far schiumare di più i comunisti e i loro caudatari vecchi e nuovi ?
Le elezioni
, con un paio di mesi (della campagna elettorale) di eccitazione e un risultato (per loro) deprimente?
Oppure avere Berlusconi Premier mese dopo mese, giorno dopo giorno, ora dopo ora ?
Io credo che schiumino di più a leggere e ascoltare i telegiornali con Berlusconi Premier.
Quindi, avanti tutta con il Federalismo in aula se non passa in commissione e con la riforma fiscale.
Avanti tutta, con il Governo Berlusconi.

P.S.: per una volta i conteggi della stampa sono stati esatti. Quindici a quindici in commissione per colpa dell’esponente finiota. Adesso si attende la decisione della Lega, ma se Bossi dovesse optare per il voto, non resterebbe altra alternativa che votare PdL per dare più forza a Berlusconi, anche nei confronti dei suoi alleati.

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02 febbraio 2011

Passi indietro e passi avanti

Sabato ho trascorso una piacevole serata con alcuni amici, eccezionalmente in numero superiore al solito.
Come sempre, lazzi, frizzi, sport, donne (e uomini per le donne, ca vans dire) , argomenti culturali, seri, meno seri e politica.
Non è rilevante il fatto che le vicende spifferate dal partito dei guardoni non abbiano fatto cambiare di una virgola le “intenzioni di voto” dei singoli: chi è di Destra voterebbe Berlusconi, chi è di sinistra voterebbe Bersani (o chi per lui).
A prescindere.
Gli schieramenti sono ormai rigidi e non c’è possibilità di dialogo, anzi parlare di politica rischia di compromettere e incrinare amicizie decennali perchè si arriva facilmente a rinfacciare la totale incomprensione sul perchè “una persona intelligente come te” possa, per gli uni, votare per un “puttaniere” , per gli altri votare “per il partito dei guardoni e delle tasse”, in pratica dandosi reciprocamente dei deficienti.
Credo che il microcosmo delle mie personali amicizie, rappresenti uno spaccato della nostra società.
E’ la medesima divisione che rilevo, ad esempio, con i colleghi di lavoro ed è la stessa che si evidenzia nei commenti dei lettori nei quotidiani.
E’ una divisione insanabile, un baratro che divide gli Italiani da altri Italiani e che rischia di diventare un macigno per il futuro di tutti.
La stessa proposta del Premier di una condivisione con il pci/pds/ds/pd di un programma di riforme (indipendentemente dal fatto che per me era tattica e comunque non riterrei di percorrere alcun tratto di strada con i comunisti) è stata respinta da Bersani ponendo la pregiudiziale delle dimissioni di Berlusconi.
Una pregiudiziale non solo inaccoglibile, ma anche irricevibile.
E’ evidente che i rapporti sono insanabili prima di tutto sul piano personale e non è pensabile che sia uno e uno solo a fare “un passo indietro”.
Se, invece, la proposta fosse il pensionamento di tutti i politici che abbiano avuto un incarico di partito o istituzionale dal 1994 e di tutti i magistrati che abbiano avuto parte in qualsivoglia azione con gli ambienti della politica, allora si potrebbe pensare a sanare quella frattura che, al momento, appare allargarsi sempre più dividendo l’Italia.
In sostanza: no al “passo indietro” del singolo Berlusconi, al passo indietro di tutti i politici e i magistrati che hanno avuto i riflettori accesi sulle loro azioni dal 1994 ad oggi.
Quindi sì ad un “passo avanti” di una generazione totalmente nuova di politici e magistrati, senza le scorie del passato, mettendo una pietra sopra a tutti questi anni, ricominciando a parlare di questioni concrete: tasse, immigrazione, federalismo, libertà di opinione, libertà di impresa, proprietà privata.
Ma il passo indietro unilaterale, no, non è contemplato.
O tutti, o nessuno.


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01 febbraio 2011

Il Cav alla riscossa: meno spese e meno tasse

Se i comunisti e i loro caudatari vecchi e nuovi pensavano di aver messo Berlusconi alle corde, la controffensiva è partita e appare delineare i temi di una eventuale campagna elettorale che rischia di diventare un bagno di sangue per il partito dei guardoni e dei gabellieri.
Berlusconi ha recuperato i temi forti della sua discesa in campo, quegli stessi temi che, per quante Ruby possano tirare fuori, continueranno a far votare per il Centro Destra la parte sana della Nazione, cioè quegli elettori che sanno benissimo cosa potrebbe significare per la libertà individuale (che è anche, ma non solo, libertà di usare a proprio piacimento i soldi che si guadagnano e si risparmiano) una maggioranza parlamentare formata dai comunisti e dai loro ascari vecchi e nuovi.
Cosa rilancia, dunque, Berlusconi ?
Meno spese e meno tasse.
Un svolta liberale che vedrebbe sconfitti i fautori delle patrimoniali, delle tasse sui risparmi, sulle case, “di scopo”.
Il debito pubblico deve diminuire e la ricetta del Cav è semplice: aumentare il pil e contemporaneamente tagliare le spese.
Riuscirà il nostro eroe nel suo intento ?
L’uscita dal Centro Destra di Casini e Fini dovrebbe facilitare il compito sul piano concettuale e programmatico, anche se su quello numerico parlamentare la derapata a sinistra di deputati e senatori eletti con i voti dei cittadini di Centro Destra complica non poco le cose.
Per questo il rilancio del Premier potrebbe essere una abile mossa per sfruttare uno dei tanti passaggi parlamentari che potrebbero veder soccombere il Governo che si mantiene su numeri marginali, per provocare il ricorso alle urne dove puntare sulla conferma di una solida maggioranza, questa volta, senza finioti, più coesa.
Una campagna elettorale, quindi, all’ultimo sangue dove si caratterizzeranno i due schieramenti contrapposti.
Da una parte i residuati della prima repubblica, il partito dei gabellieri, il partito delle tasse e della spesa fuori controllo, il partito del meticciato e dell’immigrazione, il partito dei guardoni, di chi ama origliare le conversazioni altrui.
Dall’altra il partito della Libertà, il partito dell’Individuo, il partito del Mercato, il partito del Rispetto, il partito della Riservatezza, il partito del Risparmio e del Benessere.
Parliamoci francamente.
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi, una volta al potere, ha già dimostrato nel 1996 e nel 2006 di avere come primo obiettivo aumentare le tasse ?
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi, già ora all’opposizione, propone la patrimoniale, le tasse sui risparmi, le tasse sulle case, le tasse “di scopo” ?
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi vorrebbe revocare il respingimento degli immigrati ed aprire le porte dell’Italia all’invasione, con grave nocumento per la nostra stessa Identità Nazionale e trasformando la nostra Italia in un meticciato soggetto alle influenze e alle conseguenze della instabilità dei luoghi di origine dei nuovi arrivati ?
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi vorrebbe perpetuare il sistema delle spese incontrollate per i contributi a pioggia ad ogni istanza, più o meno ragionevole, e per continuare a mantenere chi non sa amministrare le risorse della propria terra ?
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi vorrebbe spingere la nostra Nazione sulla via della deriva morale, dando una qualche forma di dignità di legge all’eutanasia, alla liberalizzazione delle droghe e ai capricci degli omosessuali ?
Quanti italiani potrebbero coscientemente votare per chi propone leggi bavaglio contro le idee e le opinioni, pensando che il carcere possa impedirne la diffusione e non capendo che, invece, ne stimolerebbe la trasformazione in fatti ?
Certo, una qualche percentuale di esseri schiumanti rabbia con l’ossessione di Berlusconi ci sarà sempre, ma dubito che in Italia si possa arrivare alla follia, pur di vedere nella polvere Berlusconi, di trovare una maggioranza che voti contro i suoi stessi interessi e la sua Libertà.

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