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14 febbraio 2011

L'epico eroismo di Berlusconi

Anche se molti interpreteranno queste righe come la mia solita provocazione finalizzata al divertimento personale nel far schiumare i compagnucci (e quanto schiumano capitando, anche per caso e i più masochisti volutamente in questo blog !!!) inviterei ad interpretare quel che segue senza i paraocchi.
Silvio Berlusconi è l'uomo nello stesso tempo più odiato e più amato in Italia.
Odi et amo sono sentimenti forti, coinvolgenti e direbbe una bugia chi affermasse di provare indifferenza per Berlusconi.
Berlusconi è prodigo di nobili gesti non voltando mai le spalle ad un amico in difficoltà e nel contempo non gradisce atteggiamenti ambigui nei suoi confronti.
Silvio Berlusconi rappresenta (ed è) l'imprenditore di successo, che ha rischiato e vinto su una idea innovativa a tal punto da essersi per sempre affrancato dai problemi materiali ed economici.
Ha così potuto "donarsi" al pubblico.
Avrebbe fatto presto a diventare il capo della sinistra, mettendosi al riparo da ogni problematica giudiziaria.
Ha invece preferito mettersi dalla parte del Popolo, dalla parte di chi può aspirare a migliorarsi ma solo se la lunga e avida mano dello stato si ritraesse un po' dalla sua vita e dalle sue tasche.
Dal suo concetto di libertà individuale ed economica, discende la sua autentica vocazione contro le tasse che rappresentano la peggiore intromissione dello stato nella nostra vita.
Ma tale aspirazione è contrastata da una miriade di interessi corporativi, che sui soldi estorti legalmente tramite imposizione fiscale ai cittadini che producono, fondano la loro ricchezza e i loro privilegi.
Vediamo quindi che un elenco pressochè infinito di rivendicazioni, da ognuna delle quali sembra dipendere il destino della Patria, impedisce una sana politica di tagli e risparmi sulle spese che si tradurrebbero in riduzioni sensibili delle tasse.
Per le lobbies corpporative, i tagli, i sacrifici si devono fare ma, con ridondanza di parole, giustificano il perchè a loro "no", agli altri però sì.
Non a caso i primi atti di governo della sinistra sia nel 1996 che nel 2006 furono di carattere fiscale, con l'aumento delle aliquote e l'introduzione di nuove tasse.
Aumentare e introdurre nuove tasse è facile, difficile poi è ridurle perchè bisogna dire ai beneficiati: no, a te non diamo più nulla.
Nonostante le difficoltà Berlusconi lotta contro queste nicchie di privilegio e non ha mai abbandonato l'idea di fondo di alleviare il peso delle tasse dalle spalle dei cittadini.
Per questo i professionisti della politica, che sulla politica fondano la loro scalata sociale ed economica, stanno provando di tutto per neutraizzarlo.
Ma non c'è solo l'aspetto economico e fiscale.
La giustizia è una delle compoenti fondamentali del contratto sociale che spinge una pluralità di persone a riunirsi in uno stato.
Quando la giustizia viene meno allora viene meno uno dei pilastri dello stato civile.
Berlusconi lo ha capito, per esperienza personale, e la sua battaglia per una giustizia giusta è la battaglia di un intero Popolo che non sarebbe in grado di sostenerla.
E che dire della politica energetica ?
In tanti celebrano Enrico Mattei, ma l'affrancamento che Berlusconi ha voluto dalla politica a senso unico degli Stati Uniti accedendo ad altre fonte di approvvigionamento è, anche questo, nell'interesse generale.
Non è quindi giusto affermare che le battaglie ingaggiate da Silvio Berlusconi, nell'interesse di tutti noi, contro lo scippo fiscale, contro l'assolutismo togato e contro l'asservimento energetico sono altrettante, epiche, eroiche battaglie ?

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Intanto gli è già arrivato il rinvio a giudizio per il 6 aprile con rito accelerato. E a processarlo saranno tre Menadi assatanate.

Massimo ha detto...

Posso solo sperare che il Cav venda cara, molto cara, la pelle. Purtroppo più di sostenerlo, votarlo e fare violenza a me stesso dicendo che parteciperei a manifestazioni di piazza a suo favore, non posso fare. ;-)