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No alla deriva

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02 febbraio 2011

Passi indietro e passi avanti

Sabato ho trascorso una piacevole serata con alcuni amici, eccezionalmente in numero superiore al solito.
Come sempre, lazzi, frizzi, sport, donne (e uomini per le donne, ca vans dire) , argomenti culturali, seri, meno seri e politica.
Non è rilevante il fatto che le vicende spifferate dal partito dei guardoni non abbiano fatto cambiare di una virgola le “intenzioni di voto” dei singoli: chi è di Destra voterebbe Berlusconi, chi è di sinistra voterebbe Bersani (o chi per lui).
A prescindere.
Gli schieramenti sono ormai rigidi e non c’è possibilità di dialogo, anzi parlare di politica rischia di compromettere e incrinare amicizie decennali perchè si arriva facilmente a rinfacciare la totale incomprensione sul perchè “una persona intelligente come te” possa, per gli uni, votare per un “puttaniere” , per gli altri votare “per il partito dei guardoni e delle tasse”, in pratica dandosi reciprocamente dei deficienti.
Credo che il microcosmo delle mie personali amicizie, rappresenti uno spaccato della nostra società.
E’ la medesima divisione che rilevo, ad esempio, con i colleghi di lavoro ed è la stessa che si evidenzia nei commenti dei lettori nei quotidiani.
E’ una divisione insanabile, un baratro che divide gli Italiani da altri Italiani e che rischia di diventare un macigno per il futuro di tutti.
La stessa proposta del Premier di una condivisione con il pci/pds/ds/pd di un programma di riforme (indipendentemente dal fatto che per me era tattica e comunque non riterrei di percorrere alcun tratto di strada con i comunisti) è stata respinta da Bersani ponendo la pregiudiziale delle dimissioni di Berlusconi.
Una pregiudiziale non solo inaccoglibile, ma anche irricevibile.
E’ evidente che i rapporti sono insanabili prima di tutto sul piano personale e non è pensabile che sia uno e uno solo a fare “un passo indietro”.
Se, invece, la proposta fosse il pensionamento di tutti i politici che abbiano avuto un incarico di partito o istituzionale dal 1994 e di tutti i magistrati che abbiano avuto parte in qualsivoglia azione con gli ambienti della politica, allora si potrebbe pensare a sanare quella frattura che, al momento, appare allargarsi sempre più dividendo l’Italia.
In sostanza: no al “passo indietro” del singolo Berlusconi, al passo indietro di tutti i politici e i magistrati che hanno avuto i riflettori accesi sulle loro azioni dal 1994 ad oggi.
Quindi sì ad un “passo avanti” di una generazione totalmente nuova di politici e magistrati, senza le scorie del passato, mettendo una pietra sopra a tutti questi anni, ricominciando a parlare di questioni concrete: tasse, immigrazione, federalismo, libertà di opinione, libertà di impresa, proprietà privata.
Ma il passo indietro unilaterale, no, non è contemplato.
O tutti, o nessuno.


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2 commenti:

Jim Klas ha detto...

Perdonami caro amico... a parte che sono favorevole ad una rinascita generale, via i vecchi, largo ai nuovi ok.

Ma chi chiede un passo indietro di Berlusconi lo fa perchè è indagato per dei reati. E in tutti i paesi avanzati un uomo di potere inquisito intanto si dimette, poi pensa ad uscire innocente e poi se è il caso ad un rientro riabilitato nelle sale dei bottoni.

Un cordiale saluto

Massimo ha detto...

Come Chirac nei cui confronti furono sospesi tutti i processi finchè era in carica ?
O come Kohl che ha impiegato dieci anni per riemergere pulito ?
O come Andreotti, Mannino e i tanti altri eliminati dal gioco politico con una semplice accusa e con processi lumaca ?
Significherebbe consegnare ai magistrati il diritto di veto nei confronti dei politici che devono solo avere il voto popolare. E se ottengono quel voto non c'è inchiesta che tenga, devono governare liberamente.