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15 marzo 2011

Avanti con decisione sul nucleare

Il disastro naturale in Giappone ha ridato fiato alla politica pauperista degli antinuclearisti.
Facendo ancora una volta leva sulla paura irrazionale e non sulla logica, ecoambientalisti e politici distruttivi stanno lanciando una nuova offensiva per impedire, ancora una volta, che l’Italia possa dotarsi di un sistema energetico autonomo che passa esclusivamente attraverso la costruzione di centrali nucleari.
A giugno è previsto un referendum sul nucleare che, ove raggiungesse il quorum e, come nel 1987, prevalesse la paura irrazionale dell’atomo, segnerebbe la definitiva e probabilmente irreversibile decadenza dell’Italia.
E’ consolidata la valutazione che, nel mondo moderno, l’energia è fondamentale per lo sviluppo e per il benessere dei cittadini.
Serve alle industrie per produrre, ma anche per i trasporti pubblici e privati, per cuocere il cibo, per illuminare, scaldare e refrigerare case e uffici.
L’energia, insomma, rappresenta la differenza tra il benessere e la misera sopravvivenza.
Il blocco del nucleare in Italia derivante dal referendum del 1987, inficiato dalla vicenda di Chernobil, ha prodotto un costo enorme per la nostra bilancia dei pagamenti e per i singoli cittadini.
La luce, il riscaldamento, il refrigeramento che usiamo ci costano il doppio che in Francia o Svizzera e senza metterci al sicuro da eventuali incidenti nucleari, visto che abbiamo le centrali altrui attaccate ai confini.
Pensare di continuare ad essere soggetti alle importazioni di petrolio e gas, significa compromettere l’indipendenza nazionale (alla faccia della retorica patriottarda del periodo) e comunque frenare il nostro benessere e il nostro sviluppo economico.
Il Governo ha, finalmente, messo in piedi un programma nucleare serio che entro nove anni consentirà di sviluppare una potenza tale da rendere autosufficienti le fonti energetiche per un 25-30%, senza dover dipendere dal gas del nord Africa o quello russo, oppure dal petrolio arabo o dai ricatti politici delle sette sorelle.
Rinunciare o anche solo ritardare il nucleare comprometterebbe la nostra indipendenza, il nostro futuro, il nostro benessere.
Gli ambientalisti ci vorrebbero al freddo di inverno e al caldo torrido d’estate, senza peraltro ragione alcuna.
Il Giappone ha diciassette centrali nucleari e solo una, tra le più vecchie, ha manifestato qualche criticità dopo un terremoto di trentamila volte superiore a quello dell’Abruzzo nel 2008 e dopo una onda anomala terrificante, alta anche dieci metri, impossibile da fronteggiare per essersi sprigionata a sole 120 miglia dalla costa.
L’Italia, pur soggetta a terremoti, non può neppure raggiungere tale intensità che, di suo, indipendentemente dalle centrali nucleari, raderebbe al suolo qualsiasi posto in europa.
E l’Italia non è soggetta alle onde anomali proprio per la conformazione di mare interno che ha il Mediterraneo, mare nostrum.
Le centrali nucleari devono, sì, essere costruite con criteri aggiornati di sicurezza, prevedendo anche eventi di gran lunga superiori a quelli mai verificatisi sul nostro territorio, ma DEVONO ESSERE COSTRUITE.
Subito.
Senza ritardi.
Chiunque vi si opponga non avrebbe alcun diritto di intonare liturgie sulla Unità d’Italia, l’Inno di Mameli o il Tricolore quando, alla prima occasione concreta, sulla costruzione delle centrali nucleari necessarie allo sviluppo ed alla indipendenza della Nazione, manifesta una chiara volontà antinazionale, contraria agli interessi della Patria e dei singoli cittadini di nazionalità Italiana.

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9 commenti:

Nessie ha detto...

Mi spiace ma mi rifiuto di schierarmi e di ideologizzare un tema tanto delicato, che va del nostro futuro. Prima voglio contabilizzare i danni della catastrofe, vedere gli effetti nel lungo periodo delle radiazioni, poi vedrò.
Del resto non è vero quel che asserisci che a destra sono tutti nuclearisti e a sinistra sono tutti antinuke. Chicco Testa è del Pd ed è un convinto nuclearista. Mentre il governatore del Veneto Zaia è antinuclearista. Ne vedremo delle belle...

Massimo ha detto...

In Italia è un tema ideologico perchè, pur con l'esistenza di minoranze peraltro praticamente insesistenti a sinistra dove sono inquadrati, non interessa la sostanza, ma essere ancora una volta contro Berlusconi. Anche in questo si evidenzia la superiorità del Centro Destra dove c'è una ... maggiore minoranza contraria perchè noi siamo uomini liberi.
Detto questo i conti sono pretso fatti. Senza nucleare rinunciamo alla nostra residua indipendenza, alla nostra autonoma produttività, al nostro benessere perchè la decadenza sarà irreversibile. Pensa che se ad ogni incidente ci si fossero presi 20 e più anni di "riflessione" , non saremmo alla vigilia dei viaggi interplanetari, bensì ancora nelle caverne a tremare ad ogni temporale. Se l'Uomo ha perso il suo coraggio che lo spinge a sperimentare, a provare e a progredire, allora l'Umanità è già finita.

Nessie ha detto...

Ma io sono "antimoderna", come Massimo Fini e aderisco al suo manifesto sull'antimodernità :-) In ogni caso ci farò quanto prima un post. Non è vero che ci saranno schieramenti di partito, perché queste sono tematiche "trasversali". Come il rapporto di fin di vita.

Nessie ha detto...

E per renderti conto che sono "trasversali" e che strada facendo si evidenzieranno posizioni del tutto "inattese" tra i due schieramenti, ti consiglio vivamente di consultare il blog di Marcello Foa del Giornale(convinto nuclearista) e i vari commenti. Tra i quali i mei e quelli del nostro amico pseudoSauro. Ciao-.

Nessie ha detto...

Qui il link:

http://blog.ilgiornale.it/foa/2011/03/14/il-giappone-dimostra-la-sicurezza-del-nucleare/

Freeman ha detto...

@Massimo: condivido in pieno quello che hai scritto, stanno facendo del terrorismo mediatico. E' stato lo tsunami a bloccare il sistema di raffreddamento di emergenza e non il terremoto(peraltro le nuove centrali hanno anche sistemi passivi automatici che bloccano la fissione senza il ricorso ai generatori diesel)
@Nessie: l'antimodernismo è un tema molto complesso, consentimi solo una battuta riguardo al presunto "culto" del lavoro connesso alla modernità: i nostri bisnonni lavoravano molto molto molto + di noi!!

Massimo ha detto...

Nessie. Non ho sposate l'atomo. Datemi energia senza limiti per produrre, riscaldarmi, illuminarmi, refrigerarmi e riducendo il costo delle bollette e sarò il primo sostenitore di quel sistema. Per ora vedo solo il nucleare.

Nessie ha detto...

OT: Freeman, pensa quanti replicanti omonimi abbiamo in giro. Ho guardato il tuo profilo e hai il nome e cognome di un professore di lettere, scrittore e traduttore che conosco bene e che è qui delle mie parti nella Lombardia del Nord.

Gli anticonformisti sono sempre "antimoderni" (Spengler, Junger, Heidegger) e se Rimbaud fosse vivo oggi direbbe il contrario di quel che diceva nell'Ottocento (il faut absolument etre moderne). Il faut absolument etre antimoderne, oggi.

Freeman ha detto...

Massimo perdonaci rispondo a Nessie e chiudo il Fuori Argomento: ho scoperto il mio omonimo anni fa in libreria (o in edicola), mi capitò un suo libretto, mi sembra di poesie e così scoprii la sua esistenza, probabilmente devo anche averlo comprato per fare uno scherzo millantando che fosse mio (tra l’altro il mio cognome è molto comune dove abito, ma poco diffuso nel resto d’Italia).

L’anticonformismo è solo il primo passo verso la libertà, ma io sono già oltre: sono nella fase dove non ci si preoccupa nemmeno più se quello che si fa è conformista o no!! ;-))