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29 maggio 2011

Assedio a Berlusconi

Oggi e domani sei milioni di Italiani hanno votato e voteranno per i "ballottaggi" in alcune decine di comuni e province per l'elezione dei nuovi sindaci e presidenti.
Gli occhi, però, sono puntati su Milano e Napoli.
Il primo turno ha provocato due sorprese.
La maggioranza relativa colta dal candidato dell'estrema sinistra a Milano e l'ingresso in ballottaggio del suo omologo a Napoli rappresentano infatti le due sorprese con effetti imprevedibili: la prima defaillance a Milano del Centro Destra e il radicale sopstamento verso l'estrema sinistra dell'opposizione.
Gli analisti dei voti, però, non hanno potuto condire il tutto con il segnalare uno spostamente di voti dal Centro Destra alla sinistra, perchè questo non è accaduto.
Ormai l'elettorato si è consolidato e solo al sud abbiamo ancora delle fluttuazioni possibili, derivanti dalla mentalità e dalle peculiarità locale.
Ma mentre a sinistra l'elettore deluso dai Bersani, dai D'alema, dai Franceschini si rifugia nell'estremismo dei Pisapia, dei Vendola, dei Di Pietro, dei De Magistris, nel Centro Destra, mancando una alternativa analoga, chi è scontento delle Moratti, delle Carfagna, dei Verdini, dei La Russa, si rifugia nell'astensione.
Questo regala la vittoria ad una sinistra che era e resta minoritaria.
Ma commenteremo a bocce ferme, con i risultati definitivi.
Dobbiamo invece registrare come Silvio Berlusconi, oltre diciassette anni dopo la sua discesa in campo, sia assediato da una serie infinita di oppositori.
Alte cariche istituzionali occupate dalla sinistra mostrano una senile incontinenza, parlando e straparlando di tutto ciò che possa disturbare il Premier e usando il proprio potere sulla promulgazione delle leggi per rallentare l'attività di governo.
La magistratura non perde occasione per costruire teoremi contro la sua persona e le sue aziende e, in più, per tagliare e snaturare tutte quelle leggi approvate dal parlamento, gradite al Popolo, ma ideologicamente in contrasto con il "politicamente corretto" divenuto una sorte di religione fondamentalista cui uniformare, volenti o nolenti, tutti.
Gli imprenditori, che hanno visto prosciugati gli "incentivi" pubblici (cioè prelevati dalle nostre tasche) criticano il Governo perchè, a loro dire, mettendoli davanti alle loro responsabilità di impresa e non finanziandoli più con i soldi di tutti, non favorirebbe la ripresa e sarebbe "immobile".
I dipendenti pubblici, un esercito d'altri tempi: quattro milioni e mezzo, sono contro il Governo perchè sta introducendo provvedimenti che spostano gradualmente (forse troppo gradualmente ...) il baricentro dal posto fisso abitudinario e senza controlli, alla remunerazione fondata sulla produttività.
Gli studenti sono contro Berlusconi perchè dovranno cominciare a studiare per essere promossi, i professori perchè dovranno verificare la preparazione dei loro studenti.
I "poteri forti" economici, con sede all'estero, schiumano perchè hanno difficoltà a razziare i nostri beni, mentre alcuni presuntuosi capi di stato e di governo non gradiscono l'autonomia e la personalità del Premier, abituati come erano ad avere in Italia interlocutori che fossero solo degli yesmen, si trattasse di accettare i contratti di rifornimento energetico da una sola fonte (la loro, senza cercare alternative in Libia o in Russia) o di bombardare senza storie Belgrado o Tripoli.
La stampa, per finire questo elenco parziale, che ossequiante verso i propri padroni, attacca colui che non consente loro di continuare liberamente nei rispettivi affari.
Come si può vedere, Berlusconi è assediato non perchè sbaglia, ma perchè fa quel che dovrebbe fare ogni presidente italiano: impedire che lobbies di potere, soprattutto straniere, indirizzino a piacimento la politica e l'economia nazionale.
E' evidente che solo uno con le spalle larghe come quelle di Berlusconi può reggere ancora l'assedio, così come è evidente che il tempo non favorisce il quasi settantacinquenne Cavaliere.
Così il ballottaggio di Milano e Napoli trascende il significato locale, per assumere il volto dell'ennesimo tentativo di spallata contro il Premier, come non riuscì nel 2008, nel 2009 e nel 2010 quando il Centro Destra conquistò regioni importanti come Piemonte e Lazio.
Ma se a Milano sarà eletto Pisapia e a Napoli De Magistris, a rimetterci saranno solo i milanesi e i napoletani, purtroppo anche quelli che non li hanno votati.
Se, però, la Maggioranza non perderà la testa e non ci sarà la corsa ad una presunta "salvezza" personale, quindi se farà quadrato attorno al Premier, noi Italiani non avremo nulla da perdere.
Anzi, potremo sperare che il segnale di insoddisfazione venga colto e rappresenti una sferzata per un Governo che accentui le sue caratteristiche ideali di Destra.
Un Governo, quindi, che agisca in concreto contro l'immigrazione promuovendo espulsioni e respingimenti, riduca le tasse e le spese, faccia rispettare l'ordine e il buon costume nelle città, rivoluzioni la giustizia e l'ordine giudiziario e salvaguardi l'Identità e l'Interesse Nazionale contro i tentativi di colonizzazione da parte dei potentati esteri.

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1 commento:

Nessie ha detto...

Ha vinto la magistratura a Milano come a Napoli: un avvocato amico di MD e un magistrato, costola di Di Pietro.
Se la destra imita la sinistra, perde. L'ho sempre detto: hanno fatto cavolate sull'immigrazione, sul reato di omofobia e il risultato? La gente preferisce l'originale alle fotocopie sbiadite. Le analisi dopo. La vedo dura e in salita.