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14 maggio 2011

Un voto nazionale


Anche se sono chiamati a votare solo un quarto degli elettori e con tutte le peculiarità del voto locale (candidati, sistemi elettorali, esclusione di liste ...) il voto di domani e lunedì assumerà, per tutti gli osservatori, una valenza nazionale.
Se Berlusconi non fosse così superiore ai suoi oppositori, non avrebbe messo la faccia sul voto come ha fatto.
Dopo il fallimento della congiura di Palazzo ordita dai Bersani, Fini, Casini, Vendola, Di Pietro e tutto l'ambaradan della sinistra, con il paterno ma criptato incoraggiamento di Napolitano e la strategia ispirata dai poteri forti, burattinai estero-diretti, il Premier avrebbe potuto dedicarsi a rinforzare la Maggioranza parlamentare per prepararsi al 2013.
Invece Berlusconi non si è accontentato di vincere, ma punta a disperdere i nemici e, così si è messo, di nuovo, coraggiosamente in gioco.
Vedremo se ha fatto bene.
Lunedì sera ascolteremo gli inni alla gioia di tutti, perchè tutti avranno vinto o troveranno motivo per motivare ottimi auspici per il futuro e affermare la giustezza della propria posizione.
Mi sembra, però, che il fulcro di tutto sia Milano, con Bologna, Napoli e Torino a far da contorno.
Ma è a Milano che la sinistra sta portando il nuovo attacco a Berlusconi ed è a Milano che il Premier si è candidato.
Bologna, Napoli e Torino sono in mano alla sinistra (e si vede dalla decadenza di tutte e tre le città !) per cui che vinca l'opposizione (come sarebbe logico nelle elezioni intermedie) non cambierebbe la percezione generale.
Interessante sarebbe se il Centro Destra arrivasse al ballottaggio o addirittura vincesse uno di quei municipi.
Ma anche in quel caso non si potrebbe parlare di "vittoria" o di "sconfitta" senza il risultato di Milano.
A Milano Casini e Fini corrono solo per togliere voti a Berlusconi, porgendo alla sinistra un formidabile assist per il risultato finale.
Dubito, comunque, che al ballottaggio (perchè si andrà al ballottaggio visto che i voti sottratti da casinisti e finioti sono determinanti per raggiungere la maggioranza assoluta come cinque anni fa) gli elettori del finto "terzo polo" si prestino a timbrare il lasciapassare per un candidato estremista come l'avvocato Pisapia.
La Moratti ha mosso una specifica accusa al suo sfidante e tutti gli elementi dicono che, sotto il profilo politico, ha ragione (non credo c'entri molto il formalismo in punta di sentenza o di pandette).
Del resto Pisapia, che non ha fatto ammenda del suo passato compiendo atti di ravvedimento come i vari Ferrara, Pecorella, Bondi, tutti ex comunisti che hanno conquistato la maturità anche politica con la maturità anagrafica, è tuttora schierato con la sinistra estrema, infatti fu sostenuto alle cosiddette "primarie" dalla sinistra più ostinatamente ed ottusamente retrograda, quella di Vendola.
Ma è un voto nazionale per i temi che coinvolgono sì, Milano, ma anche tante altre località piccole e grandi, d'Italia.
Dall'immigrazione e la moschea, alla politica sulle droghe, a quella sui divieti di circolazione, allo sviluppo, all'intervento del pubblico o ad una maggiore libertà del privato.
Per non dimenticare che, nel corso di tutta la campagna elettorale, come nel corso di questi anni, ad esercitare violenza fisica sono stati quelli di sinistra, ribaltando banchetti, spaccando vetrine, aggredendo militanti avversi, e non viceversa.
Per non dimenticare che a dover andare in ospedale per aver ricevuto una statua in faccia è stato Berlusconi e non Bersani.
Come, purtroppo, accade da sempre, ancora una volta non sono le questioni locali ad emergere, ma quelle nazionali e, allora, ancora una volta, è meglio confermare la fiducia a Berlusconi e Bossi, che rivogersi altrove, perchè gli altri, come hanno dimostrato quando per nostra disgrazia ebbero l'opportunità di governare, sono di gran lunga peggio.

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1 commento:

marshall ha detto...

"Per non dimenticare che, nel corso di tutta la campagna elettorale, come nel corso di questi anni, ad esercitare violenza fisica sono stati quelli di sinistra, ribaltando banchetti, spaccando vetrine, aggredendo militanti avversi, e non viceversa."

Come a dire che non sapendo controbattere con la ragione, l'han fatto e lo fanno con la violenza.