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03 luglio 2011

Alfano non mi entusiasma

Venerdì primo luglio, Silvio Berlusconi, nella stessa cornice in cui maturò lo strappo finale di Fini e dei suoi seguaci, ha investito il semisconosciuto ministro della giustizia Angelino Alfano quale segretario politico del Pdl.
A seguire la conferma per acclamazione da parte dei delegati.
Credo che nessuno si aspettasse questa sorta di passaggio del testimone dopo le vittorie elettorali nelle politiche e amministrative del 2008, europee e amministrative del 2009 e regionali 2010.
Purtroppo l'azione di governo è stata ostacolata oltre ogni ragionevole logica
da Napolitano (anche oggi pretende che si faccia di più per la sua Napoli),
dalle sentenze con le quali quando non si disapplicano le norme votate dal parlamento, le si dichiarano incostituzionali in tutto o in parte (ad esempio le leggi contro l'immigrazione),
dall'aggressione mediatica e giudiziaria contro il Premier,
dall'ostilità di potentati economici e politici stranieri che non vogliono un'Italia protagonista e indipendente,
da eventi internazionali sfortunati (lo tsunami in Giappone come nel 2001 l'attentato islamico a New York e Washington) o artatamente creati (la guerra contro la Libia) che ha provocato conseguenze esiziali per l'Italia.
E' così arrivata la sconfitta alle amministrative del 2011, doppiata da referendum persi senza averli conbattuti.
Stanno per arrivare anche i 75 anni per il Premier e umanamente è comprensibile una certa stanchezza a dover sempre ricostruire tutto da capo perchè altri distruggono quel che si riesce a costruire con grande fatica.
Comprensibile è anche l'ambizione personale degli uomini del Pdl che, trentenni, quarantenni, cinquantenni, pensano di avere ancora una lunga stagione in politica e temono di essere travolti da un appannamento del Leader.
Tutti elementi che hanno portato Berlusconi (suppongo molto a malincuore) a dare copertura alla pessima manovra da prima repubblica di Tremonti fatta di troppe tasse e pochi tagli alla spesa pubblica.
E immagino sia un suggeritore del solito consigliere-colomba (che però mi sembra sempre più un piccione, visti i risultati ...) quello di far nominare un segretario politico al partito nella persona di Alfano.
Alfano è ancora giovane e bisognerà giudicarlo alla prova dei fatti, quando dovrà affrontare, senza l'ombrello di Berlusconi, i momenti difficili.
Possiamo però dire che come ministro della giustizia non ha ottenuto un bel niente.
Si è fatto facilmente menare per il naso dalla Buongiorno sulla questione delle intercettazioni costringendo il Premier a rinunciare nel 2010 al provvedimento, non ha realizato la riforma dell'ordine giudiziario, è riuscito a introdurre la mediazione obbligatoria, rinviando di un anno i temi più consistenti, ma temo che l'obbligatorietà - se non tutto l'impianto - salterà presto.
A suo onore bisogna riconoscere che, come del resto altri importanti "colonnelli" quali Frattini, Gelmini, Brambilla, Meloni, Gasparri, Lupi, Bernini, non ha mai tradito il Premier, mai la sua voce si è alzata in modo critico nei confronti di Berlusconi, mai le sue richieste o comportamenti hanno creato imbarazzo nel Premier e, sotto questo profilo, la sua onestà intellettuale e affidabilità deve essergli pienamente riconosciuta e apprezzata.
Ma non mi sembra abbia quel carisma necessario a suscitare entusiasmi, a creare per il Popolo del Centro Destra un sogno da perseguire e per il quale spendersi.
Somiglia molto ad un politico della prima repubblica.
Un onesto amministratore nell'ordinario, ma inadatto allo straordinario.
E questi sono tempi straordinari.
Sono tempi in cui è necessario gettare il cuore oltre l'ostacolo, per crescere, per realizzare i sogni.
Sarebbero tempi per un Silvio Berlusconi cinquantenne, non per Angelino Alfano.

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1 commento:

Nessie ha detto...

Angelino Jolie non entusiasma nemmeno me :-)