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09 settembre 2011

Politica arte del possibile

Ne avevo già scritto in passato, ma le letture di questi giorni nei forum e anche in blog della mia stessa area, comportano la necessità di ricordare che la politica, come tanti altri aspetti della nostra esistenza, non può prescindere da quel che si ha e da quello che c’è.
Con buona pace di Platone i filosofi devono fare i filosofi, cioè fornirci un indirizzo, indicarci un traguardo cui tendere, mentre i sacerdoti dovrebbero indicarci un comportamento moralmente compatibile con la vita in comunità complesse.
I politici, invece, devono amministrare uno stato tendendo al benessere dei cittadini e utilizzando all’uopo quel che c’è, non quel che si vorrebbe ci fosse.
Così è inutile, anche se talvolta condivisibile, affermare che l’euro e l’europa unita fanno schifo, che abbiamo bisogno di energia nucleare per far funzionare le nostre industrie, riscaldare le case d’inverno e refrigerarle d’estate, che vogliamo andare in pensione con un reddito dignitoso e dopo 35 anni di lavoro e non già vecchi bacucchi.
Però la realtà è diversa.
L’europa e l’euro ci sono, la Bce ha poteri di intervento importanti, Prodi e Ciampi hanno messo la nostra testa nel cappio e uscirne sarebbe molto doloroso e con tutti quelli che “tengono famiglia”, ci si ritroverebbe a far la rivoluzione in un bar.
Ugualmente l’energia nucleare è stata bocciata due volte dalla paura degli Italiani che dimostrano poco coraggio e ancor meno lungimiranza ma, intanto, dobbiamo ragionare senza il nucleare e pensare che pagheremo caro il nostro riscaldamento invernale, come la climatizzazione estiva.
E le pensioni sono troppo costose e si dovrà arrivare, al più presto, ad eliminare tutti quei piccoli vantaggi di cui hanno usufruito quanti sono andati in pensione fino ad oggi e che pagano quelli che andranno in pensione da domani.
Il governo deve confrontarsi con la realtà di una nazione che ha speso molto, ma molto più di quanto avrebbe dovuto e adesso tocca ai presenti sopportarne il costo.
Gli errori del passato (anche recente come quello del 1994 quando la canea sinistra bocciò la riforma delle pensioni e fece cadere il primo Governo Berlusconi) si pagano e i nostri creditori sono legittimamente venuti alla cassa.
Chiunque di noi avesse un credito da riscuotere se lo farebbe pagare in due modi: moneta sonante o sudditanza.
Legittimi ambedue.
Solo un Popolo libero dai debiti può battere i pugni sul tavolo, i debitori devono solo abbozzare e pagare.
Analogamente è fare poesia e non politica rifiutare quel poco che c’è perché chi te lo offre non presenta tutto quel che si vorrebbe.
Si finisce rapidamente nelle mani di chi, con pazienza e costanza, punta a sostituirsi a chi comanda e non certo per beneficiare il Popolo, bensì solo se stessi.
Infine il comando.
Il comando deve appartenere ad uno e uno solo, perché quando in troppi dicono la loro e hanno un potere di interdizione che costringe a tener conto anche della loro opinione, escono delle arlecchinate finalizzate ad accontentare tutti, quindi a danneggiare tutti.
Come abbiamo visto durante la prima repubblica con il consociativismo dell’arco costituzionale e, specificatamente, della divisione della torta tra le esigenze della dc, del pci e del psi.
Piaccia o meno la realtà è questa ed è con questa realtà che dobbiamo fare i nostri conti nella vita di tutti i giorni, anche se nel mondo virtuale possiamo volare nel cielo più blu.

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8 commenti:

IL CRONISTA ha detto...

"Piaccia o meno la realtà è questa ed è con questa realtà che dobbiamo fare i nostri conti nella vita di tutti i giorni, anche se nel mondo virtuale possiamo volare nel cielo più blu."

Nessuno ci impedisce, però, di aspirare a qualcosa di meglio di quello che c'è e per questo criticarlo nelle cose sbagliate e spronarlo, come si fa coi cavalli, per spingerlo sempre di più verso la direzione giusta. :-)

Massimo ha detto...

Assolutamente d'accordo. Berlusconi è migliore di qualunque altro soggetto che stia calcando la scena politica o di cui si sia fatto il nome perchè calchi tale scena, ma deve fare molto di più.

IL CRONISTA ha detto...

"l’europa unita fanno schifo, che abbiamo bisogno di energia nucleare per far funzionare le nostre industrie, riscaldare le case d’inverno e refrigerarle d’estate, che vogliamo andare in pensione con un reddito dignitoso e dopo 35 anni di lavoro e non già vecchi bacucchi."

E ancora..

"E le pensioni sono troppo costose e si dovrà arrivare, al più presto, ad eliminare tutti quei piccoli vantaggi di cui hanno usufruito quanti sono andati in pensione fino ad oggi e che pagano quelli che andranno in pensione da domani."

A volte, caro Massimo, sembrerebbe che tu voglia fraintendere volutamente.
Nessuno pensa che con l'aumento dell'aspettativa di vita non si debba aumentare anche l'età per andare in pensione, o gli anni lavorativi per andarci con quella di anzianità. O anche eliminare il conteggio degli anni del militare e dell'università.
Il fatto è che non si può aumentare gli anni di lavoro a quelli che sono arrivati al traguardo o sono ormai nell'anno del raggiungimento(e aspettano soltanto la prima finestra disponibile, a volte anche perchè sono già stati messi a riposo da piccoli marchioncini d'accordo con i sindacalisti locali, e quindi anche senza stipendio e senza pensione, ma solo con un piccolo scivolo che non prevede slittamenti).
E non dirmi, per favore, quello che gli accordi contrattuali prevedono per queste cose, perchè la realtà italiana non è fatta tutta di aziende che si chiamano Fiat e di sindalisti che si chiamano Camusso.
La realtà italiana è spesso diversa.
Ti faccio un piccolo esmpio: Le grandi compagnie di assicurazione con grandi nomi, nel territorio si avvalgono di loro agenzie generali che fanno piccole imprese individuali a se, con pochi dipendenti. Naturalmente questa è una politica degli ultimi anni per aggirare i contratti nazionali delle grandi categorie e i sindacati.
Le case automobilstiche svolgono il loro lavoro attraverso concessionarie che sono, di nuovo,a volte, piccole imprese individuali a se..
Te lo dico per certo perchè conosco la realtà delle une e delle altre.
Non tutti nella loro vita sono riusciti ad entrare in banca a vent'anni, o nello stato o in qualche ente, per fare esempio.
Allora.. Riusciamo a capirci una buona volta? :-)

Massimo ha detto...

Caro Gaetano, ho ben presente quello che intendi e vi sono strumenti per una parte dei casi che hai citato. L'Inps istituì una finestra per 10mila lavoratori (a rotazione, quindi utilizzata da un numero superiore di 10 mila nel corso degli anni) proprio per le situazioni che si venivano a creare con l'aumento dell'età/finestra pensionabile nei confronti di lavoratori che erano usciti in esodo confidando su determinate regole poi riviste. Naturalmente questo non può valere per chi è in costanza di lavoro, ma solo per chi, in base ad accordi antecedenti alla modifica sui termini pensionabili, si dovesse trovare senza stipendio e senza diritto alla pensione. Ci sono tante piccole ingiustizie che derivano da un provvedimento giusto perchè necessario a tutti. Come, estendendo il tema, sarà necessario toccare (sensibilmente) anche la gratuità di sanità e istruzione (cioè gli altri due centri di costo significativi dello stato) anche se, con tutti i contributi sanitari versati, molti di noi avrebbero diritto all'assistenza gratuita e ad essere trattati come nababbi in ogni ospedale o a vedere erogata. sempre gratuitamente, ai propri figli la migliore istruzione scolastica e universitaria.

IL CRONISTA ha detto...

Questo mentre nel frattempo si fanno leggi per poter licenziare più facilmente. Dammi retta, fanno tutti schifo!

Massimo ha detto...

C'è chi fa molto, ma molto più schifo degli altri ... e non è al governo :-)
Non vi è,poi, alcun licenziamento più facile. Come ha ben spiegato con una barzelletta (anche se so che non l'hai apprezzata ... :-) il ministro Sacconi: basta dire di no.

IL CRONISTA ha detto...

A volte credo che tu viva in un mondo ideale, che, però, nella realtà non esiste, perchè nella realtà è tutto meno semplice e decisamente più squallido.

Massimo ha detto...

La realtà viene plasmata molto spesso da noi stessi o, meglio, con il contributo di noi stessi. Se non ci impegnamo direttamente in politica, non possiamo fare a meno di scegliere il meglio tra chi si impegna ...