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02 ottobre 2011

La strana coppia

Mentre anche lo scarpaio fiorentino Della Valle si iscrive alla lunga lista dei pretendenti alla successione di Berlusconi cercando, pur se in modo molto ruspante, di ripercorrerne le orme (nel calcio come nel messaggio pubblicitario prodromico alla “discesa in campo”) si profila una strana coppia al comando delle operazioni antiberlusconiane: Giorgio Napolitano ed Emma Marcegaglia.
Vecchio comunista lui, sostenitore della invasione sovietica in Ungheria, pessimo ministro degli interni tanto da essere sostituito – per volontà dei suoi stessi compagni – dalla Iervolino (ed è tutto un programma !), meridionale, alla senile, tardiva e non credibile scoperta del Tricolore e della Patria.
Figlia non più giovanissima di un magnate industriale lei che, dopo aver trascorso praticamente tutta l'esistenza negli uffici del sindacato degli imprenditori, tanto da meritarsi l'inclusione ad honorem nella schiera dei funzionari di partito e di sindacato, è in cerca di una nuova collocazione per quando scadrà il mandato da presidente della confindustria.
Ambedue protesi ad eliminare dal gioco Silvio Berlusconi cui, con ogni evidenza, i poteri forti internazionali hanno ormai dichiarato guerra totale con l'obiettivo di mettere in ginocchio l'Italia e riportare, tramite un governo “amico”, questa nazione nel circuito degli affari lucrosi per loro, ma dannosi per gli Italiani.
Ecco che mentre Napolitano attacca la Lega dimostrando una paura manifesta del Popolo, per attaccarsi ai formalismi ed evitare un democraticissimo voto sulla secessione delle regione (o di singole regioni) del Nord, Marcegaglia partorisce un topolino di programma dopo aver passato un mese a strombazzare ai quattro venti l'annuncio delle proposte delle associazioni datoriali.
Le banalità di Napolitano (non a caso enunciate a Napoli) ci dicono che:
- i comunisti cambiano nome, ma non la mentalità (veggasi il Napolitano che nel 1956 elogiava l'intervento sovietico che reprimeva l'anelito di libertà dell'Ungheria e il Napolitano che minacciosamente proclama l'inesistenza della Padania e ricorda come altri movimenti secessionisti furono colpiti dalla repressione e dalla galera per i loro capi);
- i comunisti non hanno ancora capito che una legge, per quanto “costituzionale” è solo una legge, il Popolo è invece la fonte assoluta della legittimità di uno stato e rifiutarsi di chiamarlo a votare sulla base di sofismi giuridici dimostra solo una mentalità da politburo;
- i comunisti sono il partito delle tasse per uno stato spendaccione e assistenzialista, che toglie a chi produce, per elargire, con finalità elettorali a chi si limita a spendere;
- i comunisti hanno ben capito che per vincere devono agire sulla legge elettorale che trasformi artificiosamente una minoranza in una maggioranza.
Il topolino partorito da Marcegaglia, invece, è stato bruciato dal Ministro Brunetta quando ha detto che è in gran parte condivisibile, tanto che il Governo ne ha già realizzati alcuni punti.
Marcegaglia, dopo tanti annunci, ha proposto cinque striminziti punti, ben al di sotto del programma suggerito dal proprio quotidiano Sole 24 ore.
La patrimoniale e la solita liturgia sulla lotta contro l'evasione rappresentano il contentino alla sinistra, tanto che il pci/pds/ds/pd ha già aperto alla discussione.
Liberalizzazioni, privatizzazioni, vendita degli immobili dello stato, rinnovamente del mercato del lavoro, riduzione della burocrazia amministrativa, sono tutti progetti già contemplati dal Governo.
Con la cautela (doverosa) di non svendere i beni dello stato sotto costo, aspetto non secondario che sembrerebbe invece non essere preso in considerazione nel compitino confindustriale.
La riforma fiscale con meno tasse sui lavoratori e sulle imprese è l'essenza stessa dell'impegno politico di Berlusconi che, pure, aveva iniziato a ridurre le aliquote (2003 e 2005) salvo poi Prodi e Visco aumentarle con la controriforma del 2006.
Il capitolo pensioni, poi, rappresenta la ciliegina dell'insipido compitino di Marcegaglia.
Per lei tutto si riduce a mandare in pensione a 65 dal 2012 le donne anche nel privato e iniziare sempre da tale data ad adeguare l'età alla aspettativa di vita.
Con quale maggioranza di proporrebbe di realizzare tale riforma ?
La Lega ha già detto di no (sennò sarebbe già legge perchè è nelle corde del Pdl) e la sinistra vi si oppone strenuamente, perchè se non lo facesse il pci/pds/ds/pd scomparirebbe per far crescere a dismisura chi ancora si proclama comunista e non ha neppure il buon gusto di cambiare almeno il nome visto che la testa risulta impossibile modificarla in meglio.
Così si forma una strana coppia (il vecchio comunista e la capitalista di seconda generazione) che traina una opposizione senza idee e senza leaders all'assalto del Palazzo d'Inverno.
Ancora una volta si dimostra che l'alternativa a Berlusconi è peggio di quello che abbiamo.
E non potranno certo essere le firme raccolte per l'ennesimo referendum (da fissare a giugno 2012 e vedere se riesce a fare il quorum senza una Fukushima che ne spiani la strada) che vorrebbe riportare l'Italia indietro di venti anni a far cambiare l'unica strategia possibile che è quella del sostegno a questo Berlusconi che c'è, per evitare di perdere tempo ad inseguire farfalle e ritornare ad un passato da compromesso storico che ha saputo solo regalaci 1900 miliardi di euro di debito pubblico.

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3 commenti:

Nessie ha detto...

Purtroppo più che un topolino, quello della Marcegaglia è un topastro fetido. E' perfino arrivata a ipotizzare che non si possono fare transazioni di contante oltre ai 500 euro, per controllare la solita "evasione fiscale".

Su Napolitano ne penso tutto il peggio possibile e dietro a quelle sue arie di gentiluomo, si nasconde un protervo personaggio ieri comunista e oggi massone-BCE.

Massimo ha detto...

Non è che definendolo "massone" gli si renda un onore immeritato ? :-)

Nessie ha detto...

Dipende da QUALE massoneria ;-).