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No alla deriva

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09 ottobre 2011

Per la tregua vale solo un passo indietro reciproco

Confesso che ero incerto, in assenza di notizie che ispirassero un commento, se parlare di politica o di quell’enorme spreco schedatorio che è un censimento tanto inutile quanto costoso (seicento milioni di euro).
Poi ho letto di Napolitano, che continua nella politica comunista di appropriarsi indebitamente di Valori e Uomini del Centro Destra, richiamare Einaudi dopo Pella (ma lui, il Napolitano, in quegli anni da che parte stava ? Nel pci o no ?) e Casini elogiare gli anni del pci e, allora, rimando ad un secondo tempo un commento sul censimento.
La sinistra, incapace di creare un’alternativa politica e progettuale, dopo aver sperato nei magistrati, nei pettegolezzi della stampa di fazione, nei poteri forti esterni vogliosi di impossessarsi di beni italiani e nei poteri forti interni rappresentati da industriali a secco di rottamazione e pieni di immotivata autostima, torna, nonostante le delusioni patite con Casini prima e con Fini (sempre più basse e meschine le sue esternazioni !) poi, a puntare sul tradimento degli uomini eletti per e grazie a Berlusconi per ribaltare con un complotto di palazzo il volere del Popolo espresso nelle elezioni del 2008.
Se non è Tremonti che sia Piasanu o il precedentemente massacrato Sacajola o il meridionalista Miccichè o l’ondivago Baccini, purchè si rappattumi una maggioranza in grado di eliminare il sempre più (da loro) odiato Cavaliere.
All’opposizione blaterano di “tregua”, ma poi pongono una condizione pregiudiziale inaccettabile: il passo indietro di Berlusconi.
Ma se una tregua potrebbe rivelarsi utile all’Italia, il “passo indietro” dovrebbe essere fatto da entrambe le parti.
Quindi pensionamento per Berlusconi ma anche per Fini, Casini, Bersani, D’alema, Veltroni, Napolitano, Bindi, Finocchiaro, Franceschini, Vendola, Di Pietro e via con tutta la nomenklatura di chi ha avuto parte attiva a questi anni di scontri.
Solo così sarebbe accettabile il “passo indietro” di Berlusconi.
Una reciprocità che quei signori, privi di alternativa al fare politica (tutti assieme probabilmente avranno fatto, si e no, un paio di anni di lavoro, Di Pietro a parte che, almeno, ha lavorato qualche tempo come poliziotto e magistrato) sicuramente rifiuteranno.
Allora che Berlusconi non molli volontariamente la poltrona.
Che escano allo scoperto, assumendosene la responsabilità, quelli che gli vogliono fare le scarpe per consegnare l’Italia alla sinistra di cui Bersani, in un trafiletto quasi oscurato dalle altre notizie, propone il programma: cittadinanza e voto agli immigrati, elevazione a dignità di legge del capriccio matrimoniale degli omosessuali.
Mi auguro, come già scrissi in precedenza, che Berlusconi non accontenti i funzionari di partito e i cospiratori del Pdl, piuttosto mi piacerebbe che morisse, politicamente parlando, come Custer a Little Big Horne, facendo anche strage di molti nemici.
E i nemici subirebbero, da una resistenza ad oltranza che sarebbe supportata immagino da un buon numero di parlamentari, numerose perdite, visto che non hanno uno straccio di programma condiviso e dovrebbero limitarsi a vivere alla giornata.
Vorrei infatti vedere come l’ipotizzato partito della chiesa potrebbe approvare le norme a favore degli omosessuali, o la sinistra votare per elevare l’età pensionabile.
Ma anche la legge elettorale, l’unico punto che sembrerebbe essere all’ordine del giorno per un governo di transizione prima del voto, non mi sembra possa trovare una adesione maggioritaria, visto che si contrappongono, all’interno di una simile coalizione Brancaleone (con tutto il rispetto per il personaggio cinematografico ben più nobile e coerente della nomenklatura di opposizione a Berlusconi), quelli che vorrebbero tornare al maggioritario del 1994 e 2001, con quelli che vorrebbero tornare al proporzionale puro o quasi.
Alla fine della storia, l’unico provvedimento che li metterebbe d’accordo sarebbe un consistente aumento delle tasse, tanto per accontentare l’europa, senza andare a toccare i capitoli della spesa pubblica e, quindi, farci ritrovare al punto di partenza, ma ben più poveri, fra un anno.
E allora per Berlusconi vale ancor più la pena di non concedere nulla ai suoi (e nostri) nemici, perché un loro eventuale successo durerebbe lo spazio di un paio di anni,come il Prodi del 2006, tante sono le divisione, finchè gli Italiani non si dovessero accorgere che a sinistra sanno solo e soltanto mettere le mani in tasca ai cittadini per sottrarci quello che guadagniamo e sperperarlo in iniziative di carattere ideologico che, tra l’altro, devastano il tessuto sociale, etnico, economico e morale della nazione, come ci ricordano i punti menzionati che Bersani vuole inserire nel suo programma elettorale.


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1 commento:

IL CRONISTA ha detto...

Ma guarda, la questione è più semplice di quallo che si voglia credere: Tutti invocano il cambiamento? Perfetto! Il cambiamento glielo abbiamo dato togliendo il governo dell'armata Brancaleone capitanata dal noto alle cronache politiche mondiali come mister Mortadella nel 2008. Quello sì che era un governo che faceva veramente ridere tutto il mondo e non per fatti di gossip, ma per inconsistenza politica.
Adesso che lascino lavorare Berlusconi.