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05 ottobre 2011

Vogliono il cambiamento? Martino al posto di Tremonti

Il ministro dell’economia Tremonti, a margine del solito, infruttuoso incontro sul debito greco, ha apparentemente elogiato la tenuta dei conti italiani ed ha attribuito la migliore quotazione dei titoli di stato spagnoli rispetto a quelli italiani con la convocazione delle elezioni anticipate.
La sua esternazione è stata interpretata, nonostante la sua immediata precisazione in contrario, come l’ennesimo siluro a Berlusconi, in ossequio agli ordini dei poteri forti internazionali che continuano a portare attacchi contro l’Italia, ultimo da parte dell’agenzia di rating Moody’s.
In sostanza la tesi di Tremonti è che il fatto stesso che si prospetti un cambiamento viene ad essere recepito positivamente come in una squadra di calcio, quando si cambia allenatore, risulta quasi sempre salutare la sferzata della novità.
A parte il fatto che in Spagna i sondaggi indicherebbero il Centro Destra come ampiamente in testa, mentre in Italia in caso di elezioni oggi vincerebbe il partito delle tasse, del debito pubblico e dell’assistenzialismo clientelare, la “speranza” del cambiamento poi non si traduce in concreto beneficio.
E ne sa qualcosa la Grecia che votò in massa la sinistra di Papandreu ed ora è tecnicamente fallita e, tardivamente, il Popolo nei sondaggi ha fatto marcare un sorpasso del Centro Destra contro la sinistra.
In Italia dobbiamo assolutamente evitare di azioni inconsulte consegnando l’Italia alla sinistra che già litiga, da opposizione minoritaria, al proprio interno facendo mancare i voti per l’elezione di un giudice costituzionale della loro stessa parte e con alcuni che pretenderebbero le dimissioni del segretario del pci/pds/ds/pd.
Figuriamoci cosa combinerebbero se riagguantassero il potere: per accontentare tutti ci massacrerebbero di tasse, spenderebbero a favore delle varie lobbies (dai nani e ballerine ai giornali, dagli industriali bisognosi di rottamazioni ai dipendenti pubblici, dagli enti locali spendaccioni ai trasferimenti di risorse al sud) rendendo inutile ogni sacrificio.
Berlusconi, Bossi, il Centro Destra, la Lega, il Pdl, devono solo guadagnare tempo.
La crisi finirà, perché tutte le crisi finiscono.
Siamo coinvolti in una situazione che prescinde dall’azione del Governo italiano e di nostro dobbiamo solo ridurre il debito pubblico, andando a toccare, sempre più pesantemente, le rendite di posizione essenzialmente concentrate nella pubblica amministrazione e vendendo, ma non svendendo, il nostro patrimonio.
L’insistenza con la quale la sinistra chiede il “passo indietro” di Berlusconi deriva dal timore che la crisi internazionale rientri con Berlusconi Premier, spuntando le sue armi polemiche.
Anche la recente sentenza assolutoria per Knox e Sollecito dimostra come la giustizia italiana abbia bisogno di subire un intervento più con la sciabola che con il bisturi, smontando indirettamente i teoremi contro il Cavaliere.
La percezione di un elettorato in maggioranza contrario alle tasse e alla sinistra e che adesso, stante l’offensiva mediatico giudiziaria, si rifugia nell’astensionismo cambierà con il cambiare delle prospettive internazionali.
Berlusconi, quindi, deve resistere a Palazzo Chigi, senza ascoltare le sirene di una fuga in avanti elettorale, suonate da consiglieri fraudolenti, nè le accattivanti prospettive di godersi gli ultimi anni della sua vita ai Caraibi.
Nel 2013 si faranno i conti e si vedrà come e con chi il Centro Destra si dovrà proporre per impedire la disgrazia di un governo della sinistra, cioè del partito delle tasse e della spesa pubblica.
Nel frattempo molta attenzione per l’economia, cercando per quanto possibile davanti alle resistenze corporative, di ridurre le spese pubbliche e anche le tasse, vendendo le proprietà pubbliche e le partecipazioni, ma anche depositando, come già si è fatto, ed accelerando l’iter parlamentare della riforma costituzionale e di quella della giustizia.
La sferzata tipo “cambio dell’allenatore” benefica per la percezione globale ?
Se proprio vogliamo, si sostituisca l’ormai inaffidabile e socialisteggiante Giulio Tremonti con il leale e liberale Antonio Martino.


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1 commento:

Giulio ha detto...

In Spagna vinceranno sicuramente i popolari, per questo c'è più ottimismo.
In Italia c'è incertezza perché nessuno oggi può dire quali schieramenti si fronteggeranno.
Se Bersani costruirà un ulivo con tutti i partiti comunisti dentro (Vendola, Diliberto, Ferrero) più verdi, socialisti, radicali e dipietristi allora sono in vantaggio alla Camera, ma non avrebbero la maggioranza assoluta al senato.
Se il centrodestra si presenterà anche con Casini allora la partita sarebbe aperta anche alla Camera.
Ad ogni caso in campagna elettorale cambia sempre tutto, non si possono fare i conti adesso, basta ricordare il 2006 quando Berlusconi pareggiò partendo da una situazione peggiore di quella di oggi.
Martino ministro ? Sarebbe bello ma è difficile perché è critico contro tutti a Roma, in Europa e in USA, soprattutto contro quelli che lui chiama "eurosauri" e che stanno a Bruxelles.