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27 gennaio 2012

Una voce a sorpresa contro la cittadinanza facile

Giovanni Sartori è un cosiddetto “politologo” in auge a cavallo tra la prima e la seconda repubblica per le sue tesi che propugnavano un sistema elettorale che, sostanzialmente maggioritario, garantisse la governabilità e la rappresentanza popolare.
Come tutti i cosiddetti “intellettuali”, a maggior ragione se “professoroni” alla Monti, si adombra e si impermalosisce se viene ignorato o non ossequiato come lui pensa di dover essere.
Non so cosa gli fece Berlusconi, ma fino ad oggi Sartori, divenuto, come lo fu Monti, editorialista del Corsera, non perdeva occasione per attaccare il Premier, sposando le cause più assurde pur di sparargli contro.
Berlusconi non è più Premier, purtroppo, in molti lo danno ormai per pensionato (spero che si sbaglino) e Sartori sembra essersi ripulito dalla intossicazione da coatto antiberlusconiano e pare tornato a più miti consigli.
Così ieri il Corsera ha pubblicato un suo editoriale che, incredibile dictu, contrasta con la riverita opinione di Napolitano sulla concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati.
Sartori, però, non prende spunto dall’ennesima interferenza di chi dovrebbe solo essere notaio super partes, ma dall’intervento del comico Grillo che, sorprendentemente, ha dichiarato di contrastare la concessione della cittadinanza facile.
Sartori scrive come sia stata una sorpresa il fatto che in Inghilterra e Francia persino la terza generazione di immigrati non sia “integrata”.
Sarà una sorpresa per i gonzi che credono nella integrazione propagandata dal “politicamente corretto”, ma non certo per chi, tenendo i piedi saldamente per terra, ha finora impedito la deriva dell’Italia opponendosi alle pretese degli immigrazionisti.
Comunque ben vengano le conversioni e i ripensamenti (grazie, è bene ricordarlo, al tempo che tutti noi abbiamo guadagnato opponendoci alla cittadinanza facile !) e così anche quella di Grillo e Sartori che, tra lo ius soli degli immigrazionisti alla Fini, Napolitano, Vendola, Bersani, Bindi e lo ius sanguinis della nostra Tradizione, propone una “terza via”: la concessione di una residenza permanente revocabile.
Agli immigrati presenti regolarmente sul nostro territorio, con un lavoro, viene concesso un permesso permanente trasmissibile ai figli.
Poi si valuterà quanti saranno e quanto potranno incidere sulla nostra società.
A chi venisse colto in fallo, chi delinquesse, verrebbe tolto il permesso e rispedito al paesello natio senza tanta burocrazia.
Sartori si spinge a dire che l’unica “privazione” di questo permesso temporaneo sarebbe il diritto di voto.
La proposta mi sembra meriti di essere approfondita e valutata.
Presenza sul territorio per valutarne l’incidenza e la integrabilità reale, ma senza diritto di voto così da lasciare ai cittadini di nazionalità italiana il comando sulla propria terra finchè non saranno verificati i presupposti per accoglierne altri.
Naturalmente, vista la considerazione di partenza circa la mancata integrazione delle terze generazioni in Inghilterra e Francia, non si potrà andare oltre almeno per cinque generazioni.
Finalmente anche gli “intellettuali” cominciano a ragionare sul tema dell'immigrazione …

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4 commenti:

Nessie ha detto...

Sartori è un pezzo che si occupa di problemi demografici, di sovrapopolazione e di immigrazione ed è l'unica voce discordante del Corserva. Tuttavia la sua terza via non mi convince. Più di tutto mi convince la conclusione di Eleonora su Grotesque che faccio anche mia:

"La mia conclusione, è l'unica e possibile soluzione di buon senso, ossia quella di farli restare dove sono".

samuela ha detto...

Non è la prima volta che Sartori si esprime in tal senso. Lo fece dopo i fatti di viale Padova e ancora prima davanti ad un esterrefatto ed imbarazzatissimo Fazio, "Ma l'immigrazione è una ricchezza, la diversità è bella" "Beh, insomma, miha tanto"
Onestamente neanche Grillo è del tutto nuovo a fremiti anti-immigrazionisti, essendo un anti-cementificazione ed ecologista da combattimento in fondo in questo caso è solo coerente con la sua priorità, cosa i Verdi non sono. Il suo problema è cha una base di elettori che vogliono solo cose di sinistra -italiana- da lui e non si capisce perché non votino altrove

marshall ha detto...

Nulla gli fece Berlusconi, era solo invidia. A me è capitato in questi giorni un fatto illuminante. Mi chiedevo: ma perchè costui ha tutto questa cattiveria nei miei confronti? Cosa gli ho mai fatto di male? Ho concluso, e a ragione, che può essere solo invidia, e non ti dico per che cosa, dal momento che vivo su sedia a rotelle. Detto questo non riesco a scorgere altre ragioni se non una (velata) punta d'invidia che Sartori potrebbe provare nei confronti di Berlusconi. E come lui, tanti altri, poichè non vedo alti motivi se non l'invidia la ragione che li spinse ad essere così astiosi nei confronti di Berlusconi.

Questione interessante, che continuo sul mio blog.

Massimo ha detto...

Farli restare dove sono è l'unica soluzione di buon senso, concordo. Ma per la prima volta vediamo uno che "apre" ad una soluzione che consente agli Italiani di mantenere una "golden share" con il voto. E' bene incoraggiare queste conversioni... ;-)